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Home » Lifestyle » Niente più indicazioni di genere sui giocattoli: la mossa della Lego contro stereotipi e pregiudizi

Niente più indicazioni di genere sui giocattoli: la mossa della Lego contro stereotipi e pregiudizi

Da un recente sondaggio della società danese è emerso che il 71% dei bambini ha paura di essere preso in giro se gioca con quelli che descrivono come "giocattoli da femmine". Una convinzione condivisa anche dai genitori

Marianna Grazi
12 Ottobre 2021
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Bambole, Barbie, pupazzi da femmina; macchinine, costruzioni, soldatini da maschio. Anche i giocattoli, da secoli, vengono classificati per genere, secondo uno stereotipo difficile da sradicare. Anzi, c’è persino chi considera “strani” bambini e bambine che giocano con oggetti ritenuti appartenenti alla sfera sessuale opposta o che sia la prima dimostrazione di una presunta omosessualità. Pregiudizi diffusi, ed alimentati però ancora oggi dall’industria dei balocchi. Come dimostra un recente sondaggio della Lego, secondo il quale il 71% dei ragazzi teme di essere preso in giro se gioca con quelli che descrivono come “giocattoli per ragazze”.

Questo ha spinto il più grande produttore di giocattoli del mondo a confermare la volontà, già espressa in passato, di rimuovere le indicazioni di genere dai suoi prodotti. L’azienda ha intervistato quasi 7 mila genitori e bambini dai 6 ai 14 anni provenienti da Cina, Repubblica Ceca, Giappone, Polonia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Dalle risposte è emerso che gli atteggiamenti verso il gioco e le carriere future sono ancora disuguali e ‘vincolanti’.

L’indagine ha mostrato infatti che, mentre le ragazze stavano diventando più fiduciose e desiderose di impegnarsi in una vasta gamma di attività, anche quelle ritenute “non adatte alle femmine”, quasi tre quarti dei ragazzi che hanno partecipato temevano di essere presi in giro se avessero giocato con quelli che hanno descritto come “giocattoli da bambine”. Una paura condivisa dai loro genitori.

Lo studio ha infatti scoperto che questi ultimi incoraggiavano ancora i figli a fare sport o attività Stem, mentre alle figlie veniva offerta la danza o di ‘fare le signorine’, quindi attività legate al trucco e ai vestiti (le ragazze avevano 5 volte in più probabilità di essere incoraggiate in queste occupazioni rispetto ai ragazzi) o ancora la cucina (3 volte di più rispetto ai bambini).

Madeline Di Nonno, l’amministratrice delegata del “Geena Davis Institute on Gender in Media”, che ha condotto la ricerca, ha detto che questa ha dimostrato come i comportamenti associati agli uomini siano valutati più attentamente nella società, commentando che “Finché le società non riconosceranno che i comportamenti e le attività tipicamente associati alle donne sono altrettanto preziosi o importanti, i genitori e i bambini saranno restii ad abbracciarli”.

Il produttore di giocattoli danese ha quindi ribadito che non etichetterà più nessuno dei suoi prodotti “per ragazze” o “per ragazzi” e i clienti non potranno più cercare i prodotti per genere online. Invece, il sito web Lego offrirà temi che chiama “punti di passione”.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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