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Home » Lifestyle » Nina Rima, l’influencer disabile si racconta e risponde agli haters: “Stica…”

Nina Rima, l’influencer disabile si racconta e risponde agli haters: “Stica…”

Dopo un'intervista la modella e conduttrice televisiva commenta gli attacchi ricevuti sui social: "Continuerò a far vedere la mia gamba. È un inno di forza"

Maurizio Costanzo
1 Febbraio 2023
Nina Rima è una modella, influencer e conduttrice televisiva alla quale è stata amputata una gamba in seguito ad un incidente stradale in scooter

Nina Rima è una modella, influencer e conduttrice televisiva alla quale è stata amputata una gamba in seguito ad un incidente stradale in scooter

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Le difficoltà sono dietro l’angolo per chi ha una disabilità. Come è capitato alla modella influencer Nina Rima, una ragazza di 23 anni alla quale è stata amputata una gamba in seguito ad un incidente stradale in scooter. Che è stata persino discriminata a Gardaland dove non le hanno dato il ‘saltafila’: “Un diritto – aveva spiegato – che spettava a me come a tutte le altre persone disabili di questo mondo. E invece ho scoperto che si può risultare disabili per l’Inps ma non per il personale di un parco divertimenti”.

Nina Rima ha 23 anni, più di 100 mila follower, una figlia e una protesi alla gamba sinistra
Nina Rima ha 23 anni, più di 100 mila follower, una figlia e una protesi alla gamba sinistra

Ora un nuovo episodio, che denuncia sui social: dopo un’intervista la modella e conduttrice televisiva commenta gli attacchi ricevuti sui social: “Continuerò a far vedere la mia gamba. È un inno di forza -e sue parole su Instagram – Non va mai bene niente, sapere che vi dico? …Sticazzi. Continuerò a far vedere o non vedere la mia gamba a mio piacimento. È un inno di forza”.

Chi è Nina Rima

La “modella bionica” con una protesi alla gamba sinistra, come si autodefinisce lei stessa, ha una vita attivissima, e non solo sui social: impegnata tra social, dove conta oltre 100 mila follower, moda e televisione, conduce ‘Teen Mom Italia’ su Mtv. Su quest’esperienza è soddisfatta: “Raccontiamo storie di ragazze che hanno alle spalle dei trascorsi difficili, lo facciamo con sensibilità ed empatia, ed è bello poterle narrare, perché sono storie significative”. “Condurre un programma, per me che sono disabile, è un grandissimo passo in avanti, ma non basta: se solo un caso isolato – dice – non ha senso. Starò a vedere le opportunità che mi saranno proposte anche da qui in avanti. La diversità andrebbe valorizzata nel vero senso della parola, e c’è ancora da lavorarci su”. E ci tiene che passi un messaggio: “Essere standardizzate o apparire sempre perfette non è solo sbagliato, ma fa anche paura”.

L’influencer disabile, modella e conduttrice Nina Rima
Nina Rima ha 23 anni, più di 100 mila follower, una figlia e una protesi alla gamba sinistra

La famiglia

Oggi Nina Rima è una professionista che vive tra Lombardia e Sicilia e ha le idee molto chiare, anche nel privato. Voleva essere una mamma giovane e incontrare l’uomo della sua vita, e così è stato. Ha incontrato l’anima gemella in vacanza e col futuro marito Giuseppe Elio Nolfo ha una figlia di 10 mesi, Ella Noa, che è felice di condividere sui social. “Da grande potrà rivedersi in questa sorta di grande album di nostre foto che è Instagram e l’idea mi piace. Delle critiche non m’importa, tanto quelle ci sono a prescindere. E poi, visto che condivido tutto di me stessa, non capisco perché mai dovrei nascondere mia figlia”. La seconda vita di Nina è iniziata a soli 17 anni. Una data indelebile nella sua memoria, tanto che ha deciso di stamparsi quel giorno fatidico – era il 21 aprile 2017 – anche sulla pelle con un tatuaggio. Proprio quel giorno infatti ebbe un incidente in moto col suo ex.

L’influencer disabile, modella e conduttrice Nina Rima
L’influencer disabile, modella e conduttrice Nina Rima

Il racconto dell’incidente

Tutto capitò per caso, in una galleria, una sera come le altre. Erano andati in un locale poco distante da casa, era a dieci minuti di distanza. “Stavamo per rientrare, volevo fumare una sigaretta, ma lui mi disse: ‘Fumala a casa’ e allora montai in sella e partimmo. Destino? Chi lo sa. Certo è che se magari l’avessi fumata non sarebbe successo quello che invece è accaduto. In galleria una moto di grossa cilindrata sbandò in curva e ci venne addosso. Io fui sbalzata e rotolai sull’asfalto per 50 metri. Solo per miracolo non venni investita, e solo dopo, quando ho cercato di mettermi in piedi, ho capito che non potevo farlo, perché la moto mi aveva letteralmente tranciato la gamba all’altezza dalla caviglia”.

La modella e influencer Nina Rima con la figlia (Instagram)
La modella e influencer Nina Rima con la figlia (Instagram)

La rinascita

All’inizio non ha sentito il ‘buio’, quello è arrivato dopo. I primi tempi, Nina ha raccontato di sentirsi “schiacciata dalla responsabilità del dolore altrui” e ha trovato in questo la forza di reagire, soprattutto pensando alla sua famiglia. “Pensavo solo alla fisioterapia, alla protesi, insomma a guarire”. Anche il suo lavoro ebbe uno stop: “Il mondo della moda e della televisione erano il mio sogno, avevo fatto i primi casting e un’agenzia di modelle mi aveva anche presa, ma dopo quello che mi è capitato, dopo l’incidente cioè, non si sono fatti più sentire, sono spariti”.

La modella e influencer Nina Rima (foto Instagram)
La modella e influencer Nina Rima (foto Instagram)

“Solo due anni dopo metabolizzai davvero l’incidente – ha raccontato -. Solo allora compresi fino in fondo che avevo perso per sempre una parte di me, ed era a tutti gli effetti una sorte di lutto. Ecco, in quel momento è stata dura davvero. Ho capito di non poter scappare, che solo accogliendo il dolore lo potevo superare”. Il rapporto coi social è stato decisivo ma graduale: “All’inizio mostravo i miei progressi condividendoli solo con familiari e amici, poi però ho capito che davvero la mia storia poteva essere di aiuto a tante altre persone che si trovavano a vivere momenti difficili”.

Nina Rima con la figlia Ella Noa (Instagram)

L’incontro con Valentina Ferragni

La vita di Nina è fatta anche di incontri decisivi, come quello con Valentina, la sorella di Chiara Ferragni. “La incontrai in un ristorante, per caso. Le chiesi una foto essendo una sua fan, e fu lei a farmi conoscere Chiara. Mi ha incoraggiato, mi ha spinto a raccontare la mia storia, e questa è una cosa che non è da tutti”. Come in una favola dal lieto fine, oltre alla notorietà è arrivato anche l’amore: “Ero andata in vacanza in Sicilia e fu lì che incontrai Giuseppe. Avevo fatto una gita in barca insieme a mia sorella e a mia nipote, lo conobbi lì, lui era lo skipper. Una volta finita la vacanza ero rientrata a Milano, ma appena arrivata presi un altro biglietto per Trapani per andare da lui”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Chi è Nina Rima

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Nina Rima ha 23 anni, più di 100 mila follower, una figlia e una protesi alla gamba sinistra

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Oggi Nina Rima è una professionista che vive tra Lombardia e Sicilia e ha le idee molto chiare, anche nel privato. Voleva essere una mamma giovane e incontrare l’uomo della sua vita, e così è stato. Ha incontrato l’anima gemella in vacanza e col futuro marito Giuseppe Elio Nolfo ha una figlia di 10 mesi, Ella Noa, che è felice di condividere sui social. “Da grande potrà rivedersi in questa sorta di grande album di nostre foto che è Instagram e l’idea mi piace. Delle critiche non m’importa, tanto quelle ci sono a prescindere. E poi, visto che condivido tutto di me stessa, non capisco perché mai dovrei nascondere mia figlia”. La seconda vita di Nina è iniziata a soli 17 anni. Una data indelebile nella sua memoria, tanto che ha deciso di stamparsi quel giorno fatidico - era il 21 aprile 2017 - anche sulla pelle con un tatuaggio. Proprio quel giorno infatti ebbe un incidente in moto col suo ex.
L’influencer disabile, modella e conduttrice Nina Rima
L’influencer disabile, modella e conduttrice Nina Rima

Il racconto dell'incidente

Tutto capitò per caso, in una galleria, una sera come le altre. Erano andati in un locale poco distante da casa, era a dieci minuti di distanza. “Stavamo per rientrare, volevo fumare una sigaretta, ma lui mi disse: 'Fumala a casa' e allora montai in sella e partimmo. Destino? Chi lo sa. Certo è che se magari l’avessi fumata non sarebbe successo quello che invece è accaduto. In galleria una moto di grossa cilindrata sbandò in curva e ci venne addosso. Io fui sbalzata e rotolai sull’asfalto per 50 metri. Solo per miracolo non venni investita, e solo dopo, quando ho cercato di mettermi in piedi, ho capito che non potevo farlo, perché la moto mi aveva letteralmente tranciato la gamba all’altezza dalla caviglia”.
La modella e influencer Nina Rima con la figlia (Instagram)
La modella e influencer Nina Rima con la figlia (Instagram)

La rinascita

All’inizio non ha sentito il ‘buio’, quello è arrivato dopo. I primi tempi, Nina ha raccontato di sentirsi “schiacciata dalla responsabilità del dolore altrui” e ha trovato in questo la forza di reagire, soprattutto pensando alla sua famiglia. “Pensavo solo alla fisioterapia, alla protesi, insomma a guarire”. Anche il suo lavoro ebbe uno stop: “Il mondo della moda e della televisione erano il mio sogno, avevo fatto i primi casting e un’agenzia di modelle mi aveva anche presa, ma dopo quello che mi è capitato, dopo l’incidente cioè, non si sono fatti più sentire, sono spariti”.
La modella e influencer Nina Rima (foto Instagram)
La modella e influencer Nina Rima (foto Instagram)
“Solo due anni dopo metabolizzai davvero l’incidente – ha raccontato -. Solo allora compresi fino in fondo che avevo perso per sempre una parte di me, ed era a tutti gli effetti una sorte di lutto. Ecco, in quel momento è stata dura davvero. Ho capito di non poter scappare, che solo accogliendo il dolore lo potevo superare”. Il rapporto coi social è stato decisivo ma graduale: “All’inizio mostravo i miei progressi condividendoli solo con familiari e amici, poi però ho capito che davvero la mia storia poteva essere di aiuto a tante altre persone che si trovavano a vivere momenti difficili”.
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La vita di Nina è fatta anche di incontri decisivi, come quello con Valentina, la sorella di Chiara Ferragni. “La incontrai in un ristorante, per caso. Le chiesi una foto essendo una sua fan, e fu lei a farmi conoscere Chiara. Mi ha incoraggiato, mi ha spinto a raccontare la mia storia, e questa è una cosa che non è da tutti”. Come in una favola dal lieto fine, oltre alla notorietà è arrivato anche l’amore: “Ero andata in vacanza in Sicilia e fu lì che incontrai Giuseppe. Avevo fatto una gita in barca insieme a mia sorella e a mia nipote, lo conobbi lì, lui era lo skipper. Una volta finita la vacanza ero rientrata a Milano, ma appena arrivata presi un altro biglietto per Trapani per andare da lui”.
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