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Home » Lifestyle » “Noi, gay, padri di due gemelli, accolti benissimo dai Comuni e dalla scuola. Però mancano ancora tanti diritti. Speriamo nel ddl Zan”

“Noi, gay, padri di due gemelli, accolti benissimo dai Comuni e dalla scuola. Però mancano ancora tanti diritti. Speriamo nel ddl Zan”

Davide Sapienza racconta nell'autobiografia "Mi rialzo e poi volo" la sua vicenda di bullizzato in Sicilia, che si è ricostruito una vita in Toscana con il compagno Luciano Tanganelli. Nel 2012, l'adozione dei due bimbi, nati negli Usa con utero in affitto. "Siamo ben integrati nella comunità, peccato che i piccoli, pur battezzati, non siano ammessi al catechismo"

Serena Quercioli
6 Luglio 2021
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Luciano Tanganelli e davide Sapienza in una foto del 2013 con i bimbi ancora piccolissimi

Un libro per raccontare la propria esperienza di vita e dare alle nuove generazioni un indirizzo verso il rispetto di tutte le condizioni. “Mi rialzo e poi volo” è il libro autobiografico di Davide Sapienza che nel 2012, insieme a Luciano Tanganelli, è diventato padre dei gemelli Andrea ed Elisabetta, nati negli Usa con una “gravidanza di sostegno” quella che si definisce anche “utero in affitto”. La coppia gay quando divenne pubblica la loro storia, nel 2013,  viveva a Poggio a Caiano, provincia di Prato e fu proprio l’amministrazione comunale di Poggio a registrare per prima, nel 2017, la “doppia paternità” sullo stato di famiglia. Ovvero, l’adozione speciale, pur in assenza di un preciso riferimento normativo. Da qualche anno Luciano e Davide si sono trasferiti di pochi chilometri, a Lastra a Signa, in provincia di Firenze,  dove hanno aperto il “BarLume”, bar-ristorante e spazio mostre d’arte. Per Davide, con l’idea di questo libro, era arrivato il momento di mettere nero su bianco la sua vita. E soprattutto parlare anche dei diritti che in Italia ancora non sono riconosciuti.

Perché scrivere un libro?

“Da anni – risponde Davide Sapienza – avvertivo l’esigenza di raccontare la mia esperienza di vita, soprattutto per far riflettere, aprire nuove prospettive e orientare le giovani generazioni al rispetto di tutte le posizioni”.

Come sono trascorsi questi anni, prima e dopo la nascita dei bambini?

“Insieme a Luciano e poi insieme ai nostri figli abbiamo vissuto momenti felici e momenti più complicati, ma siamo sempre rimasti l’uno accanto all’altro. Abbiamo continuato a guardare nella stessa direzione, desiderando gli stessi sogni e alimentando il nostro amore”.

Quando è arrivato per lei il momento di fare cominig out?

“All’età di 21 anni, dopo anni di depressione e isolamento. Sono stato innamorato di una donna, ho subito il bullismo sui banchi di scuola in Sicilia,  ma senza l’abbraccio della mia famiglia non avrei superato la depressione e l’isolamento in cui ero caduto. Poi l’incontro con Luciano, a Taormina e la decisione di trasferirmi in Toscana e ricostruire la mia vita”. 

Poi sono arrivati i bambini che hanno dato una svolta…

“E’ stata una decisione condivisa, maturata insieme e che ci ha fatto crescere insieme. Abbiamo valutato con attenzione tutte le possibilità di una gestazione di sostegno in Europa e in America e abbiamo scelto la clinica di San Diego. Andrea è un bambino di carattere un po’ introverso, Elisabetta invece molto aperta, parla con tutti. I bambini sono stati battezzati da don Alessandro Santoro alle Piagge, il parroco che aveva già benedetto la nostra unione nel 2010. Ci siamo trasferiti a Lastra a Signa dove abbiamo aperto un locale e i bambini frequentano la scuola elementare, senza nessun problema”.

Ecco, come è stato per loro, provenienti da una famiglia arcobaleno, l’impatto con i compagni?

“Andrea ed Elisabetta sono stati messi a conoscenza a piccoli passi della loro storia. In classe, i primi giorni di scuola quando ognuno si presentava ai compagni Andrea si alzò e disse che loro avevano due papà ed erano nati a San Diego e una compagna le rispose subito che non era possibile una cosa del genere. Lui senza perdere la calma replicò: “informatevi allora. L’importante è avere amore e famiglia”. Questo ci è stato riferito dalle maestre, quindi difficoltà non ce ne sono state grazie anche al loro carattere.  Poi Luciano è stato eletto rappresentante di classe dai genitori: il clima intorno a noi è positivo”.

A scuola i bambini frequentano l’ora di religione? Seguono il catechismo?

“Questo è un punto dolente – interviene Luciano – noi siamo credenti e nel 2010 don Santoro ha benedetto la nostra unione con una grande festa organizzata a Carmignano, dove riunimmo oltre 100 ospiti, fra cui molti parenti di Davide arrivati dalla Sicilia. Non rendemmo nota la cerimonia perché don Santoro era reduce dai richiami della Curia per aver celebrato le nozze di Sandra Alvino, un uomo diventato donna di cui si è molto parlato. Con lui abbiamo fatto il corso prematrimoniale e poi ha battezzato Andrea ed Elisabetta. Qui a Lastra a Signa non ci sono, al momento, apertura mentale e disponibilità della chiesa a far frequentare il catechismo ai bambini perché, anche se nati da gravidanza di sostegno, non sono figli di una coppia eterosessuale. Insomma stiamo incontrando forti resistenze. Chiederemo consiglio e aiuto a don Santoro perché non è giusto privare i bambini di questa opportunità e soprattutto perché siamo credenti”.

Il Ddl Zan lo ritenete uno strumento legislativo utile?

“Il Ddl Zan – dice Davide – è un inizio. In Italia mancano diritti importanti per molti motivi. Io ho avuto problemi seri di salute e ho passato una settimana d’inferno perché pensavo ai bambini: sono i miei figli biologici, portano il mio cognome ma se mi succedesse qualcosa? I miei genitori sono ultra settantenni. Tutto per fortuna si è risolto. La doppia paternità è già una conquista ma ci siamo arrivati grazie a sentenze di tribunali di mezza Italia. Queste sentenze hanno riconosciuto, in modo chiaro, che anche una coppia gay ha lo stesso sentimento della genitorialità della coppia etero e deve avere gli stessi diritti e doveri. Crescere un figlio non è un capriccio ma un sentimento autentico di chi vuol prendersi cura di un altro. Dobbiamo ringraziare il Comune di Poggio a Caiano, che fu il primo a registrare sullo stato di famiglia la doppia paternità, questa adozione speciale. Poi, quello di Lastra a Signa ha fatto altrettanto. Ma la strada dei diritti è ancora lunga”.      

Il libro “Mi rialzo e poi volo”, curato dal giornalista Francesco Amistà, con prefazione di Saverio Tommasi, è il libro che Davide Sapienza porterà in giro fra Comuni e scuole per far conoscere la storia di una famiglia “arcobaleno”. “E’ un volume – conclude Davide – che alimenta la speranza di un mondo migliore. Là dove non arriva la comprensione deve necessariamente arrivare il rispetto. Verso tutti”.  

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Luciano Tanganelli e davide Sapienza in una foto del 2013 con i bimbi ancora piccolissimi
Un libro per raccontare la propria esperienza di vita e dare alle nuove generazioni un indirizzo verso il rispetto di tutte le condizioni. “Mi rialzo e poi volo” è il libro autobiografico di Davide Sapienza che nel 2012, insieme a Luciano Tanganelli, è diventato padre dei gemelli Andrea ed Elisabetta, nati negli Usa con una “gravidanza di sostegno” quella che si definisce anche “utero in affitto”. La coppia gay quando divenne pubblica la loro storia, nel 2013,  viveva a Poggio a Caiano, provincia di Prato e fu proprio l'amministrazione comunale di Poggio a registrare per prima, nel 2017, la "doppia paternità" sullo stato di famiglia. Ovvero, l'adozione speciale, pur in assenza di un preciso riferimento normativo. Da qualche anno Luciano e Davide si sono trasferiti di pochi chilometri, a Lastra a Signa, in provincia di Firenze,  dove hanno aperto il “BarLume”, bar-ristorante e spazio mostre d'arte. 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Sono stato innamorato di una donna, ho subito il bullismo sui banchi di scuola in Sicilia,  ma senza l'abbraccio della mia famiglia non avrei superato la depressione e l'isolamento in cui ero caduto. Poi l'incontro con Luciano, a Taormina e la decisione di trasferirmi in Toscana e ricostruire la mia vita”.  Poi sono arrivati i bambini che hanno dato una svolta... “E' stata una decisione condivisa, maturata insieme e che ci ha fatto crescere insieme. Abbiamo valutato con attenzione tutte le possibilità di una gestazione di sostegno in Europa e in America e abbiamo scelto la clinica di San Diego. Andrea è un bambino di carattere un po' introverso, Elisabetta invece molto aperta, parla con tutti. I bambini sono stati battezzati da don Alessandro Santoro alle Piagge, il parroco che aveva già benedetto la nostra unione nel 2010. Ci siamo trasferiti a Lastra a Signa dove abbiamo aperto un locale e i bambini frequentano la scuola elementare, senza nessun problema”. 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Il Ddl Zan lo ritenete uno strumento legislativo utile? “Il Ddl Zan – dice Davide – è un inizio. In Italia mancano diritti importanti per molti motivi. Io ho avuto problemi seri di salute e ho passato una settimana d'inferno perché pensavo ai bambini: sono i miei figli biologici, portano il mio cognome ma se mi succedesse qualcosa? I miei genitori sono ultra settantenni. Tutto per fortuna si è risolto. La doppia paternità è già una conquista ma ci siamo arrivati grazie a sentenze di tribunali di mezza Italia. Queste sentenze hanno riconosciuto, in modo chiaro, che anche una coppia gay ha lo stesso sentimento della genitorialità della coppia etero e deve avere gli stessi diritti e doveri. Crescere un figlio non è un capriccio ma un sentimento autentico di chi vuol prendersi cura di un altro. Dobbiamo ringraziare il Comune di Poggio a Caiano, che fu il primo a registrare sullo stato di famiglia la doppia paternità, questa adozione speciale. Poi, quello di Lastra a Signa ha fatto altrettanto. Ma la strada dei diritti è ancora lunga”.       Il libro “Mi rialzo e poi volo”, curato dal giornalista Francesco Amistà, con prefazione di Saverio Tommasi, è il libro che Davide Sapienza porterà in giro fra Comuni e scuole per far conoscere la storia di una famiglia “arcobaleno”. “E' un volume – conclude Davide - che alimenta la speranza di un mondo migliore. Là dove non arriva la comprensione deve necessariamente arrivare il rispetto. Verso tutti”.  
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