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Home » Lifestyle » Octopus Therapy, polpi all’uncinetto per bambini prematuri

Octopus Therapy, polpi all’uncinetto per bambini prematuri

Il dono antistress di una mamma all'ospedale Fatebenefratelli di Benevento. L'esperto: "Stringono i tentacoli come il cordone ombelicale"

Barbara Berti
14 Marzo 2023
"Polpetti" all'uncinetto per la "Octopus Therapy"

"Polpetti" all'uncinetto per la "Octopus Therapy"

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Polpi all’uncinetto antistress per neonati prematuri. Al reparto Utin e Neonatologia dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento sono stati donati dalla signora Pascuccio, mamma di bimba nata molto prematura presso lo stesso reparto, una trentina di simpatici ‘polpetti’ fatti all’uncinetto per la “Octopus Therapy”. Questi piccoli polpo, morbidi, dolci, colorati, sono interamente fatti in cotone (fibra naturale) che è possibile sterilizzare senza alterare le proprietà del prodotto. Il ‘polpetto’ deve avere dei tentacoli di una lunghezza di 21-22 cm per dare al neonato la sensazione di stringere tra le manine il cordone ombelicale, di sentirsi al sicuro e in compagnia senza l’angoscia legata alla separazione dalla madre.

Un "polpetto" fatto all'uncinetto per la "Octopus Therapy" (Ansa)
Un “polpetto” fatto all’uncinetto per la “Octopus Therapy” (Ansa)

L’idea è nata nel 2013 presso l’Ospedale Universitario di Aarhus, in Danimarca, dove i medici avevano notato che la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria dei piccoli prematuri ricoverati in incubatrice migliorava drasticamente quando i neonati prematuri potevano stringere con le loro piccole manine i tentacoli di polpi giocattolo. Inoltre, le infermiere del reparto avevano notato che i piccoli pazienti erano più calmi e non si strappavano i tubi, i fili e i sondini che erano collegati ai loro piccoli corpi. L’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento ha subito aderito all’iniziativa, con la speranza che possano al più presto arrivare nuovi ‘polpetti’ affinché ogni bambino prematuro possa avere il suo “compagno di giochi”.

"Polpetti" all'uncinetto per la "Octopus Therapy"
“Polpetti” all’uncinetto per la “Octopus Therapy”

Le mamme, le nonne e le donne che hanno abilità con l’uncinetto e che vogliano aiutare questi piccoli eroi possono ricamare personaggi colorati purché in cotone, in quanto è un tessuto facilmente sterilizzabile, con tentacoli di lunghezza di 21-22 centimetri, imbottitura in fibra lavabile a 60 gradi e con maglia del ricamo molto stretta in modo da impedire all’imbottitura di fuoriuscire. “Ringrazio la famiglia Pascuccio per la lodevole iniziativa” sono le parole del dottor Raffaello Rabuano direttore dei reparti di Pediatria/Nipiologia/Neonatologia e Utin dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù (Fatebenefratelli) di Benevento. “La Octopus Therapy si affianca alle altre terapie che mettiamo in atto per i nostri piccoli guerrieri: ‘Kangaroo mother care’, conosciuta anche come canguro terapia o marsupio terapia, la Fkt, e altre” prosegue il dottore consigliando “di conservare il ‘polpetto’ di cotone addosso alle mamme per impregnarlo del proprio profumo, permettendo così al bambino di superare il traumatico momento del distacco e conservare un contatto olfattivo con la propria madre”.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Polpi all'uncinetto antistress per neonati prematuri. Al reparto Utin e Neonatologia dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento sono stati donati dalla signora Pascuccio, mamma di bimba nata molto prematura presso lo stesso reparto, una trentina di simpatici ‘polpetti’ fatti all'uncinetto per la “Octopus Therapy”. Questi piccoli polpo, morbidi, dolci, colorati, sono interamente fatti in cotone (fibra naturale) che è possibile sterilizzare senza alterare le proprietà del prodotto. Il ‘polpetto' deve avere dei tentacoli di una lunghezza di 21-22 cm per dare al neonato la sensazione di stringere tra le manine il cordone ombelicale, di sentirsi al sicuro e in compagnia senza l’angoscia legata alla separazione dalla madre.
Un "polpetto" fatto all'uncinetto per la "Octopus Therapy" (Ansa)
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"Polpetti" all'uncinetto per la "Octopus Therapy"
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