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Home » Lifestyle » Oligos, “il nostro lusso esclusivo fa girare l’economia”

Oligos, “il nostro lusso esclusivo fa girare l’economia”

Le imprenditrici Alexandra della Porta Rodiani e Luana Cudazzo hanno dato vita a un network che organizza eventi molto particolari

Sandra Nistri
10 Marzo 2023
Le fondatrici di Oligos

Le fondatrici di Oligos

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Oligos, ovvero “per pochi”. Nome più che mai centrato visto che è rivolto a un settore di nicchia come quello del lusso “Oligos”, il network creato da due imprenditrici nel mondo dell’entertainment e del lusso, Alexandra della Porta Rodiani e Luana Cudazzo, che hanno deciso di mettere le proprie competenze a disposizione di imprese e privati operanti nel mercato del lusso per una serie di servizi e l’organizzazione di eventi esclusivi e all’insegna della trasversalità. Eventi per pochi ma che, comunque, hanno una ricaduta positiva nei territori in cui vengono effettuati perché offrono occasioni ed opportunità di lavoro e ‘fanno girare’ l’economia.

Da sinistra: Luana Cudazzo e Alexandra della Porta Rodiani, fondatrici di Oligos
Da sinistra: Luana Cudazzo e Alexandra della Porta Rodiani, fondatrici di Oligos

Come è nato il progetto?
Luana: “È nato da un incontro casuale qualche anno fa. Alexandra mi ha invitato a un evento per la Fondazione Kennedy e ci siamo incontrate: a quell’epoca lavoravo per un brand, l’idea era quella di collaborare insieme per un Gala a Saint Moritz per la Fondazione Kennedy. Da lì è nata un’amicizia, ci sono stati nuovi incontri e ci siamo rese conto che facevamo le stesse cose, pur in ambiti diversi, nel comparto del lusso, quindi è nata l’idea di fare qualcosa insieme”.

Quali sono stati alcuni eventi particolari che avete organizzato?
Alexandra: “Gli eventi organizzati sono stati tantissimi: per esempio quelli con la famiglia Kennedy o, ancora, il Saint Moritz Award che ha premiato la Fondazione Kennedy durante una delle edizioni, alle quali, nel corso degli anni, hanno preso parte anche la Fondazione Milan e la Fondazione Carreras. Poi moltissimi eventi privati: solo per citarne uno, un importante personaggio ci ha chiesto, per l’anniversario dei dieci anni di matrimonio, di organizzare una tre giorni in cui 180 ospiti, con un jet privato, sono stati portati in diverse location e hanno potuto godere delle esibizioni, tra gli altri, di Cher, Bob Sinclar e Kylie Minogue”.

Per questi eventi in alcuni casi realizzate anche particolari oggetti, vero?
Luana: “Con la Fondazione Kennedy, in occasione dei 50 anni dalla morte di Bob Kennedy, per esempio, abbiamo ideato insieme ad Hublot 50 esemplari unici di orologio che poi sono stati battuti all’asta. Su richiesta di un cliente saudita che voleva un oggetto unico per una sua ospite invece abbiamo collaborato direttamente con Cartier per la creazione di una spilla”.

Fra i vostri progetti futuri c’è anche un progetto “Oligos on the beach”: di cosa si tratta?
Alexandra: “L’idea è quella di proporre a degli ospiti cose di nicchia anche per quanto riguarda la spiaggia: un beach club per clienti che hanno degli yacht e che a terra vorrebbero avere la stessa privacy che hanno sulla barca. Per loro, oltre a una spiaggia completamente dedicata, ci saranno anche servizi di alto profilo. Stiamo lavorando in particolare su una sede, in una baia del Mediterraneo, ma il progetto poi potrà essere replicato anche in altri luoghi”.

Un momento di un evento insieme alla Fondazione Kennedy
Un momento di un evento insieme alla Fondazione Kennedy

In questo momento, non solo in Italia, molte famiglie sono in difficoltà per la crisi economica: non pensate che un servizio come il vostro, rivolto a pochi, possa essere soggetto a critiche?
Alexandra: “No, proprio il contrario: quando facciamo questi eventi diamo da lavorare a tantissima gente, creiamo occasioni di lavoro, facciamo girare l’economia e ci sono ricadute positive per tutti. In eventi come quelli che organizziamo si può avere bisogno di cuochi, camerieri, fiorai, parrucchieri, mezzi di trasporto, location quindi offriamo opportunità concrete: è una grande famiglia che si mette in moto. Fra l’altro quando portiamo magari 300 persone per un evento che dura più giorni in una determinata location queste sono persone che su quel territorio spendono, con ricadute dunque positive per l’economia. In più promuoviamo anche esperienze particolari per i nostri clienti dando loro la possibilità, magari, di visitare cose che non avrebbero mai potuto vedere altrimenti: musei ma anche palazzi privati e non aperti al pubblico, anche in questo caso c’è un arricchimento culturale che si unisce però a possibilità di lavoro”.

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Instagram

  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
Oligos, ovvero “per pochi”. Nome più che mai centrato visto che è rivolto a un settore di nicchia come quello del lusso “Oligos”, il network creato da due imprenditrici nel mondo dell’entertainment e del lusso, Alexandra della Porta Rodiani e Luana Cudazzo, che hanno deciso di mettere le proprie competenze a disposizione di imprese e privati operanti nel mercato del lusso per una serie di servizi e l’organizzazione di eventi esclusivi e all’insegna della trasversalità. Eventi per pochi ma che, comunque, hanno una ricaduta positiva nei territori in cui vengono effettuati perché offrono occasioni ed opportunità di lavoro e ‘fanno girare’ l’economia.
Da sinistra: Luana Cudazzo e Alexandra della Porta Rodiani, fondatrici di Oligos
Da sinistra: Luana Cudazzo e Alexandra della Porta Rodiani, fondatrici di Oligos
Come è nato il progetto? Luana: "È nato da un incontro casuale qualche anno fa. Alexandra mi ha invitato a un evento per la Fondazione Kennedy e ci siamo incontrate: a quell’epoca lavoravo per un brand, l’idea era quella di collaborare insieme per un Gala a Saint Moritz per la Fondazione Kennedy. Da lì è nata un’amicizia, ci sono stati nuovi incontri e ci siamo rese conto che facevamo le stesse cose, pur in ambiti diversi, nel comparto del lusso, quindi è nata l’idea di fare qualcosa insieme". Quali sono stati alcuni eventi particolari che avete organizzato? Alexandra: "Gli eventi organizzati sono stati tantissimi: per esempio quelli con la famiglia Kennedy o, ancora, il Saint Moritz Award che ha premiato la Fondazione Kennedy durante una delle edizioni, alle quali, nel corso degli anni, hanno preso parte anche la Fondazione Milan e la Fondazione Carreras. Poi moltissimi eventi privati: solo per citarne uno, un importante personaggio ci ha chiesto, per l’anniversario dei dieci anni di matrimonio, di organizzare una tre giorni in cui 180 ospiti, con un jet privato, sono stati portati in diverse location e hanno potuto godere delle esibizioni, tra gli altri, di Cher, Bob Sinclar e Kylie Minogue". Per questi eventi in alcuni casi realizzate anche particolari oggetti, vero? Luana: "Con la Fondazione Kennedy, in occasione dei 50 anni dalla morte di Bob Kennedy, per esempio, abbiamo ideato insieme ad Hublot 50 esemplari unici di orologio che poi sono stati battuti all’asta. Su richiesta di un cliente saudita che voleva un oggetto unico per una sua ospite invece abbiamo collaborato direttamente con Cartier per la creazione di una spilla". Fra i vostri progetti futuri c’è anche un progetto “Oligos on the beach”: di cosa si tratta? Alexandra: "L’idea è quella di proporre a degli ospiti cose di nicchia anche per quanto riguarda la spiaggia: un beach club per clienti che hanno degli yacht e che a terra vorrebbero avere la stessa privacy che hanno sulla barca. Per loro, oltre a una spiaggia completamente dedicata, ci saranno anche servizi di alto profilo. Stiamo lavorando in particolare su una sede, in una baia del Mediterraneo, ma il progetto poi potrà essere replicato anche in altri luoghi".
Un momento di un evento insieme alla Fondazione Kennedy
Un momento di un evento insieme alla Fondazione Kennedy
In questo momento, non solo in Italia, molte famiglie sono in difficoltà per la crisi economica: non pensate che un servizio come il vostro, rivolto a pochi, possa essere soggetto a critiche? Alexandra: "No, proprio il contrario: quando facciamo questi eventi diamo da lavorare a tantissima gente, creiamo occasioni di lavoro, facciamo girare l’economia e ci sono ricadute positive per tutti. In eventi come quelli che organizziamo si può avere bisogno di cuochi, camerieri, fiorai, parrucchieri, mezzi di trasporto, location quindi offriamo opportunità concrete: è una grande famiglia che si mette in moto. Fra l’altro quando portiamo magari 300 persone per un evento che dura più giorni in una determinata location queste sono persone che su quel territorio spendono, con ricadute dunque positive per l’economia. In più promuoviamo anche esperienze particolari per i nostri clienti dando loro la possibilità, magari, di visitare cose che non avrebbero mai potuto vedere altrimenti: musei ma anche palazzi privati e non aperti al pubblico, anche in questo caso c’è un arricchimento culturale che si unisce però a possibilità di lavoro".
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