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Home » Lifestyle » Pallanuoto paralimpica: Super Coppa alla Florentia. Superlativa in vasca Federica D’Aquino

Pallanuoto paralimpica: Super Coppa alla Florentia. Superlativa in vasca Federica D’Aquino

I gigliati, già vincitori della Coppa Italia alcune settimane fa, hanno battuto 14-6 i campioni del Waterpolo Lions Napoli

Marianna Grazi
12 Dicembre 2022
La Rari Nantes Florentia vince la Super Coppa italiana di pallanuoto paralimpica

La Rari Nantes Florentia vince la Super Coppa italiana di pallanuoto paralimpica

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La Rari Nantes Florentia ha vinto la Super Coppa Italiana di pallanuoto paralimpica AUBAY. I bianco rossi hanno battuto la Waterpolo Lions Napoli domenica 11 dicembre, alla piscina del Centro di preparazione di Roma, in via delle Tre Fontane. L’edizione 2022 del trofeo, la seconda in assoluto, si è chiusa 14 a 6, con i gigliati, vincitori della Coppa Italia, che si sono imposti nettamente sui dominatori del Campionato: uno scontro al vertice tra le due migliori squadre nazionali, che ha regalato un grande spettacolo per il pubblico a bordo vasca e non solo.
Per la Florentia si trattava della seconda finalissima della storia, dopo quella della prima edizione nel 2021, in cui vennero però sconfitti dalla S.S. Lazio Nuoto. I gigliati di Perego portano in riva all’Arno il secondo trofeo della stagione, oltre al terzo posto in campionato, che la rendono la vera regina della pallanuoto paralimpica, come società più titolata a livello nazionale. Dall’incontro di domenica è emersa, oltre all’ottima prova collettiva, la gara superlativa della coppia d’attacco Niccolò Di Gangi – Simone Ciulli, con quest’ultimo sei volte a segno e la straordinaria prova di Federica D’Aquino, unica donna, rimasta per quattro tempi consecutivi in acqua senza mai essere sostituita.

 

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Un post condiviso da Simone Ciulli (@simoneciulli_ita)

La Super Coppa era stata presentata lo scorso 2 dicembre nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio. Ad aprire l’evento i saluti della presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli, che si era detta “orgogliosa di ospitare l’iniziativa lodevole e importante, per l’abbattimento di qualsiasi barriera. Lo sport riesce a fare questo, rende tutti uguali e Roma è orgogliosa di dare spazi e opportunità”.

Il campione della vasca Simone Ciulli

Nuotatore paralimpico medagliato a Tokyo 2021 con la staffetta 4×100 stile libero (argento), Ciulli, 36 anni, è un avvocato ma soprattutto un campione in vasca: in carriera vanta un record europeo, 40 titoli italiani, 11 record italiani e 2 campionati societari con il CC Aniene. Ma alle gare di nuoto Simone affianca anche l’impegno con la pallanuoto paralimpica nella squadra di casa, la Rari Nantes Florentia, dove gioca come attaccante.
Fiorentino doc, il 36enne è nato con una paralisi cerebrale che gli ha provocato una emiparesi della parte destra del corpo e da un perineurioma al nervo sciatico destro. Fin da piccolo ha scoperto nell’acqua l’ambiente ideale dove le differenze si annullano e dove anche lui ha imparato a sognare in grande, diventando uno dei nuotatori di punta della sua città.

 

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La pallanuoto paralimpica

Disciplina ufficialmente riconosciuta dal Cip, la Pallanuoto paralimpica è un movimento in grande crescita. Possono partecipare alle manifestazioni ufficiali atleti di sesso maschile e/o femminile con disabilità fisica, che abbiano almeno 14 anni di età, compiuti nella stagione sportiva di riferimento e non è prevista un’età massima. Una disciplina giovanissima che supera la classica distinzione tra generi, facendo dell’attività fisica anche a livello competitivo un momento di inclusione, di socialità, che vada oltre le barriere sia della disabilità sia della disparità tra uomini e donne anche nello sport.
Dalla stagione 2021 sono stati già disputati due campionati di Serie A, due Final Four di Coppa Italia e due Supercoppe Italiane. A oggi sono 10 le società affiliate alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, per un totale di circa 180 atleti tesserati. CIP e FINP sono incessantemente al lavoro per promuovere lo sviluppo di questa disciplina, che vede l’Italia come Paese precursore, a livello internazionale sia come stato dei lavori sia in tema di classificazioni funzionali. “È sbalorditiva la crescita della pallanuoto paralimpica – ha dichiarato Roberto Valori, presidente FINP- e ci sono molti giovani che vogliono praticarla. Siamo partiti due anni fa e all’inizio c’era poco e ora ci ritroviamo a disputare per il secondo anno il Campionato, Coppa Italia e Supercoppa. Dietro c’è un grande lavoro per le classificazioni, per creare pari opportunità tra le squadre, e per una distribuzione equa tra le forze in acqua. Abbiamo lanciato questo seme, e il cammino per rendere la pallanuoto paralimpica internazionale è lunghissimo, speriamo che negli anni possa crescere sempre di più”.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

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La Rari Nantes Florentia ha vinto la Super Coppa Italiana di pallanuoto paralimpica AUBAY. I bianco rossi hanno battuto la Waterpolo Lions Napoli domenica 11 dicembre, alla piscina del Centro di preparazione di Roma, in via delle Tre Fontane. L'edizione 2022 del trofeo, la seconda in assoluto, si è chiusa 14 a 6, con i gigliati, vincitori della Coppa Italia, che si sono imposti nettamente sui dominatori del Campionato: uno scontro al vertice tra le due migliori squadre nazionali, che ha regalato un grande spettacolo per il pubblico a bordo vasca e non solo. Per la Florentia si trattava della seconda finalissima della storia, dopo quella della prima edizione nel 2021, in cui vennero però sconfitti dalla S.S. Lazio Nuoto. I gigliati di Perego portano in riva all’Arno il secondo trofeo della stagione, oltre al terzo posto in campionato, che la rendono la vera regina della pallanuoto paralimpica, come società più titolata a livello nazionale. Dall'incontro di domenica è emersa, oltre all’ottima prova collettiva, la gara superlativa della coppia d’attacco Niccolò Di Gangi - Simone Ciulli, con quest’ultimo sei volte a segno e la straordinaria prova di Federica D’Aquino, unica donna, rimasta per quattro tempi consecutivi in acqua senza mai essere sostituita.
 
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Un post condiviso da Simone Ciulli (@simoneciulli_ita)

La Super Coppa era stata presentata lo scorso 2 dicembre nell'Aula Giulio Cesare del Campidoglio. Ad aprire l'evento i saluti della presidente dell'Assemblea capitolina, Svetlana Celli, che si era detta "orgogliosa di ospitare l'iniziativa lodevole e importante, per l'abbattimento di qualsiasi barriera. Lo sport riesce a fare questo, rende tutti uguali e Roma è orgogliosa di dare spazi e opportunità".

Il campione della vasca Simone Ciulli

Nuotatore paralimpico medagliato a Tokyo 2021 con la staffetta 4x100 stile libero (argento), Ciulli, 36 anni, è un avvocato ma soprattutto un campione in vasca: in carriera vanta un record europeo, 40 titoli italiani, 11 record italiani e 2 campionati societari con il CC Aniene. Ma alle gare di nuoto Simone affianca anche l'impegno con la pallanuoto paralimpica nella squadra di casa, la Rari Nantes Florentia, dove gioca come attaccante. Fiorentino doc, il 36enne è nato con una paralisi cerebrale che gli ha provocato una emiparesi della parte destra del corpo e da un perineurioma al nervo sciatico destro. Fin da piccolo ha scoperto nell'acqua l'ambiente ideale dove le differenze si annullano e dove anche lui ha imparato a sognare in grande, diventando uno dei nuotatori di punta della sua città.
 
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La pallanuoto paralimpica

Disciplina ufficialmente riconosciuta dal Cip, la Pallanuoto paralimpica è un movimento in grande crescita. Possono partecipare alle manifestazioni ufficiali atleti di sesso maschile e/o femminile con disabilità fisica, che abbiano almeno 14 anni di età, compiuti nella stagione sportiva di riferimento e non è prevista un’età massima. Una disciplina giovanissima che supera la classica distinzione tra generi, facendo dell'attività fisica anche a livello competitivo un momento di inclusione, di socialità, che vada oltre le barriere sia della disabilità sia della disparità tra uomini e donne anche nello sport. Dalla stagione 2021 sono stati già disputati due campionati di Serie A, due Final Four di Coppa Italia e due Supercoppe Italiane. A oggi sono 10 le società affiliate alla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, per un totale di circa 180 atleti tesserati. CIP e FINP sono incessantemente al lavoro per promuovere lo sviluppo di questa disciplina, che vede l'Italia come Paese precursore, a livello internazionale sia come stato dei lavori sia in tema di classificazioni funzionali. "È sbalorditiva la crescita della pallanuoto paralimpica - ha dichiarato Roberto Valori, presidente FINP- e ci sono molti giovani che vogliono praticarla. Siamo partiti due anni fa e all'inizio c'era poco e ora ci ritroviamo a disputare per il secondo anno il Campionato, Coppa Italia e Supercoppa. Dietro c'è un grande lavoro per le classificazioni, per creare pari opportunità tra le squadre, e per una distribuzione equa tra le forze in acqua. Abbiamo lanciato questo seme, e il cammino per rendere la pallanuoto paralimpica internazionale è lunghissimo, speriamo che negli anni possa crescere sempre di più".

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