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Pharrell Williams, dall'hip hop alla direzione creativa di Louis Vuitton uomo

Scelto al posto dello stilista Virgil Abloh, l'artista è il secondo afrodiscendente assunto per il ruolo. Dubbi in passerella: ma i divi prestati alla moda funzionano?

di EVA DESIDERIO -
16 febbraio 2023
Pharrell Williams direttore creativo della linea uomo della maison Louis Vuitton

Pharrell Williams direttore creativo della linea uomo della maison Louis Vuitton

Fa parlare e fa discutere il mondo del fashion la decisione da parte di Louis Vuitton e del suo nuovo Ceo italiano Pietro Beccari di nominare Pharrell Williams direttore creativo della linea uomo della maison, che è stata una vera sorpresa ed è stata accolta con molti "congrats" sui social, ma anche con qualche critica, sia da parte degli addetti ai lavori che del pubblico. Un musicista, un performer, un grande uomo di spettacolo e un filantropo può fare davvero il direttore creativo di un marchio di moda galattico come LV? La domanda non è affatto retorica anche perché di divi prestati alla moda ce ne sono stati e ce ne sono tanti ma alcuni sono pronti a combattere perché nelle maison, specie quelle di tanta fama, ci siano dei signori professionisti. Si teme che altre scelte siano prima di tutto operazioni di immagine e di marketing. Intanto cominciamo col dire che Pharrell era grande amico del suo compianto predecessore Virgil Abloh stroncato da un mare incurabile ancora giovane e carico di energie creative a fine 2021.
Pharrell Williams direttore creativo della linea uomo della maison Louis Vuitton

Pharrell Williams direttore creativo della linea uomo della maison Louis Vuitton

E che entrambi sono afrodiscendenti, anche se nel mondo della moda l’inclusione ormai non fa più notizia. Anzi. Poi Williams ha grande dimestichezza con lo stile e anche questo può essere considerato un vantaggio anche se conoscere la moda, i suoi segreti, le tecniche, i modelli e le difficoltà di affrontare una passerella di tanto lusso sono ancora un altro pianeta. Non pochi sono rimasti delusi, o per lo meno sorpresi, dal fatto che un cantante e produttore musicale - che pur vantando diverse connessioni "fashion", non ha mai dimostrato di essere rilevante nel settore lusso - sia stato preferito a designer affermati come Martin Rose, Samuel Ross o JW Anderson, solo per citare alcuni nomi a più riprese indicati come possibili eredi di Virgil Abloh. Il New York Times è stato tra i primi ad evidenziare che la nomina di Williams conferma una tendenza in corso, ovvero quella che vede le case di moda di lusso affidare il loro futuro a celebrity e non a designer di professione. Una tendenza che certo comporta dei rischi. L’esempio calzante di tanta confusione arriva da Fenty linea di abbigliamento lanciata nel 2019 da LVMH (che ha la proprietà del colosso Louis Vuitton) con la pop star americana Rihanna è stata chiusa nel giro di due anni perché non vendeva.
Pharrell Williams e la moglie Helen Lasichanh

Pharrell Williams e la moglie Helen Lasichanh

E che dire poi del rapper Ye, ex Kanye West, prima un appuntamento fisso nelle settimane della moda di tutto il mondo, e poi un peso morto nei conti di , a causa delle sue dichiarazioni antisemite? Ancora scetticismo arriva dalla decana del giornalismo di moda Suzy Menkes che si interroga su come Williams potrà realizzare quattro collezioni l’anno con le sue tante attività. Forse da Vuitton per la collezione uomo con Pharrell Williams un curator come lui è meglio di un direttore creativo. In molti portano ad esempio positivo la scelta del Gruppo Kering col presidente Francois Henri Pinault che per scegliere il successore di Alessandro Michele alla guida di Gucci ha scelto un talento italiano di provata esperienza come Sabato De Sarno, che a marzo lascerà Valentino, per far sfilare a settembre prossimo il suo nuovo Gucci.