Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Più donne nelle discipline scientifiche, ma le pubblicazioni sono ancora appannaggio dei maschi

Più donne nelle discipline scientifiche, ma le pubblicazioni sono ancora appannaggio dei maschi

L'università olandese di Leiden ha esaminato le pubblicazioni di circa sei milioni di ricercatori in tutto il mondo, considerando autori che avevano prodotto almeno tre articoli tra il 1996 e il 2018. L'esito è che le scienziate raggiungono ruoli di alto livello molto più raramente rispetto ai maschi e interrompono le pubblicazioni con frequenza maggiore

Federico Martini
10 Agosto 2021
MILANO 8 OTTOBRE 2020 INFERMIERA E BIOLOGA DELL IRCCS POLICLINICO DI SAN DONATO MILANESE SOTTOPONGONO I PASSEGGERI DEL VOLO MILANO ROMA IN PARTENZA DALL AEROPORTO DI MILANO LINATE A UN TEST RAPIDO PER CONTRASTARE L EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID 19 FOTO ROBY BETTOLINI

MILANO 8 OTTOBRE 2020 INFERMIERA E BIOLOGA DELL IRCCS POLICLINICO DI SAN DONATO MILANESE SOTTOPONGONO I PASSEGGERI DEL VOLO MILANO ROMA IN PARTENZA DALL AEROPORTO DI MILANO LINATE A UN TEST RAPIDO PER CONTRASTARE L EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID 19 FOTO ROBY BETTOLINI

Share on FacebookShare on Twitter

Il numero di donne che intraprendono una carriera scientifica è molto più elevato rispetto a 20 anni fa, ma le ricercatrici sono ancora associate a meno pubblicazioni scientifiche rispetto alle controparti maschili. Lo documenta uno studio, riportato in un approfondimento della rivista Nature e pubblicato sul server di prestampa arXiv, condotto dagli scienziati dell’Università di Leiden nei Paesi Bassi, che hanno analizzato il database di citazioni e abstract di Scopus, un database creato dalla casa editrice Elsevier.

Il team, guidato da Ludo Waltman, ha valutato le pubblicazioni di circa sei milioni di ricercatori in tutto il mondo, considerando scienziati che avevano prodotto almeno tre articoli tra il 1996 e il 2018. Gli autori hanno riscontrato un aumento significativo nel numero di donne che hanno intrapreso una carriera scientifica. Se, infatti, nel 2000 si contava solo il 33 per cento di ‘quote rosa’, negli ultimi anni le scienziate rappresentano circa il 40 per cento delle occupazioni in ambiti di ricerca scientifica. Waltman afferma che è importante utilizzare stime concrete e precise per valutare la discrepanza di genere nelle carriere di scienza.

Secondo i risultati del team, inoltre, le donne raggiungono ruoli di alto livello molto più raramente rispetto alle controparti maschili, e tendono a interrompere la pubblicazione di articoli con una frequenza maggiore rispetto agli uomini. “Sebbene la durata delle carriere scientifiche di uomini e donne sia abbastanza simile – riportano gli esperti – esistono alcune importanti differenze nel modo in cui si sviluppano i loro impieghi”.

Tra le limitazioni dello studio, gli autori riconoscono l’assenza di dati per India e Cina, che insieme rappresentano circa un terzo della popolazione mondiale. “Se si implementassero nel sistema le informazioni su questi due paesi – osserva Flaminio Squazzoni, sociologo dell’Universita’ degli Studi di Milano – è probabile che la prospettiva risulti differente, ma il lavoro del team di Waltman evidenzia delle tematiche importanti”.

“La lente attraverso cui si esaminano le diversità di genere nella scienza non è ottimale – commenta Waltman – perchè il numero di pubblicazioni non rappresenta necessariamente l’unico indicatore di una florida carriera scientifica. Il nostro lavoro evidenzia comunque un significativo aumento del numero di donne che intraprendono le discipline scientifiche, anche se la variabilità tra i paesi considerati è molto ampia. Sarà necessario approfondire questi aspetti”.

Potrebbe interessarti anche

Secondo gli esperti serve un uso più "responsabile" dei social
Lifestyle

Abuso da social, una ragazza su tre ha pensato al suicidio

25 Marzo 2023
La Nuova Zelanda lancia la campagna Love Better da quasi 4 milioni di dollari
Attualità

La Nuova Zelanda aiuta i giovani a riprendersi dalle delusioni d’amore

23 Marzo 2023
CoorDown lancia la campagna "Ridiculous excuses not to be inclusive" per la giornata mondiale sulla sindrome di Down
Attualità

Giornata sindrome di Down: le scuse ridicole per non includere

21 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Il numero di donne che intraprendono una carriera scientifica è molto più elevato rispetto a 20 anni fa, ma le ricercatrici sono ancora associate a meno pubblicazioni scientifiche rispetto alle controparti maschili. Lo documenta uno studio, riportato in un approfondimento della rivista Nature e pubblicato sul server di prestampa arXiv, condotto dagli scienziati dell’Università di Leiden nei Paesi Bassi, che hanno analizzato il database di citazioni e abstract di Scopus, un database creato dalla casa editrice Elsevier. Il team, guidato da Ludo Waltman, ha valutato le pubblicazioni di circa sei milioni di ricercatori in tutto il mondo, considerando scienziati che avevano prodotto almeno tre articoli tra il 1996 e il 2018. Gli autori hanno riscontrato un aumento significativo nel numero di donne che hanno intrapreso una carriera scientifica. Se, infatti, nel 2000 si contava solo il 33 per cento di ‘quote rosa’, negli ultimi anni le scienziate rappresentano circa il 40 per cento delle occupazioni in ambiti di ricerca scientifica. Waltman afferma che è importante utilizzare stime concrete e precise per valutare la discrepanza di genere nelle carriere di scienza. Secondo i risultati del team, inoltre, le donne raggiungono ruoli di alto livello molto più raramente rispetto alle controparti maschili, e tendono a interrompere la pubblicazione di articoli con una frequenza maggiore rispetto agli uomini. “Sebbene la durata delle carriere scientifiche di uomini e donne sia abbastanza simile - riportano gli esperti - esistono alcune importanti differenze nel modo in cui si sviluppano i loro impieghi”. Tra le limitazioni dello studio, gli autori riconoscono l’assenza di dati per India e Cina, che insieme rappresentano circa un terzo della popolazione mondiale. “Se si implementassero nel sistema le informazioni su questi due paesi - osserva Flaminio Squazzoni, sociologo dell’Universita’ degli Studi di Milano - è probabile che la prospettiva risulti differente, ma il lavoro del team di Waltman evidenzia delle tematiche importanti”. “La lente attraverso cui si esaminano le diversità di genere nella scienza non è ottimale - commenta Waltman - perchè il numero di pubblicazioni non rappresenta necessariamente l’unico indicatore di una florida carriera scientifica. Il nostro lavoro evidenzia comunque un significativo aumento del numero di donne che intraprendono le discipline scientifiche, anche se la variabilità tra i paesi considerati è molto ampia. Sarà necessario approfondire questi aspetti”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto