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Home » Lifestyle » La Pixar ripristina il bacio omosessuale in “Lightyear”: i diritti Lgbt vincono sulla censura Disney

La Pixar ripristina il bacio omosessuale in “Lightyear”: i diritti Lgbt vincono sulla censura Disney

Alcuni dipendenti omosessuali della Pixar hanno inviato una dichiarazione alla major denunciano che "per ordine dei vertici, quasi ogni manifestazione di affetto gay viene censurata". L'effetto è stato immediato e la scena incriminata del nuovo film di animazione è stata subito ripristinata

Marianna Grazi
22 Marzo 2022
toy story buzz lightyear woody

toy story buzz lightyear woody

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Toy Story è uno dei più famosi film di animazione della Pixar ed è apparso nelle sale il 22 marzo del 1996

Era il 22 marzo 1996 e il duo più iconico del cinema d’animazione appariva per la prima volta sul grande schermo in Toy Story. Avrete capito tutti di chi stiamo parlando: i protagonisti del noto film di animazione della Pixar, lo sceriffo cowboy Woody e il guerriero spaziale Buzz Lightyear. Da quel primo, amatissimo lungometraggio dello studio sono trascorsi 26 anni e nel frattempo la storia si è evoluta in altre tre film. E quest’anno, più precisamente il 17 giugno, arriverà lo spin off dedicato proprio a Buzz e alle sue avventure nello spazio, intitolato Lightyear. La pellicola della Pixar Animation Studios (di proprietà della Disney) narra le vicende del film che ha ispirato la linea di giocattoli dell’omonimo personaggio nell’universo di Toy Story, di cui è un prequel.

Ma la vera novità è il bacio omosessuale presente (di nuovo) nel film. Si tratta infatti di un ritorno prima dell’uscita, visto che la scena in cui sono protagoniste Hawthorne, personaggio a cui dà voce Uzo Aduba (la Suzanne ‘Occhi Pazzi’ Warren nella serie televisiva Orange Is the New Black), e un’altra donna è stata infatti in precedenza oggetto di censura.

L’accusa dei dipendenti

I dipendenti Lgbt Disney protestano contro il silenzio dell’azienda sulla nuova legge “Don’t say Gay” in Florida

Un caso, quello del nuovo film di animazione, che segna una sorta di traguardo fondamentale visto i precedenti su cui si basa. Prima di fare marcia indietro sulla scena del bacio omosessuale, infatti, la casa di Topolino è stata oggetto di durissime critiche per il suo silenzio nei confronti della legge, approvata in Florida, chiamata “Don’t Say Gay”, che vieta di parlare di orientamento sessuale e di genere alle scuole elementari. Inoltre, il 9 marzo scorso un gruppo di dipendenti Lgbq+ della Pixar e di attivisti associati ha inviato una dichiarazione congiunta alla direzione della Walt Disney Company, in cui veniva denunciato che “per ordine dei vertici, quasi ogni manifestazione di affetto gay viene censurata senza tener conto di eventuali proteste da parte dei team creativi e della leadership”.
La sorprendente accusa non menzionava quali film Pixar avevano superato la censura, né quali specifiche decisioni creative erano state tagliate o alterate. Finora, c’è da dire, lo studio di animazione ha introdotto pochissimi personaggi gay nei suoi lungometraggi animati: l’ultimo, nel 2020, fu in Onward, dove Lena Waithe presta la voce a una poliziotta da un occhio solo che fa riferimento alla “sua ragazza”. Quel film è ancora al bando in Paesi in cui l’omosessualità viene considerata un reato, come Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, mentre in Russia è uscito, ma la traduzione si è limitata a un più neutro “partner”. E non è nemmeno la prima volta che accade, nel contesto più ampio della major, che ha dovuto prendere posizione anche per quanto riguarda alcune pellicole Marvel, come Eternals.

In Lightyear il personaggio di Hawthorne ha una relazione con un’altra donna. La scena del bacio fra le due è stata tagliata poi ripristinata

L’effetto ‘anti-censura’

Se in passato gli effetti della censura si limitavano a sporadiche reazioni, spesso inascoltate, questa volta la dichiarazione dei dipendenti sembra aver avuto almeno un effetto significativo. Secondo una fonte vicina alla produzione, il prossimo film della Pixar, Lightyear – in cui nientemeno che Chris Evans sarebbe la fonte d’ispirazione per il personaggio di Toy Story Buzz – prevede che il personaggio femminile Hawthorne abbia una relazione sentimentale con un’altra donna. Mentre il rapporto in questione non è mai stato messo in discussione dallo studio, un bacio tra i personaggi era stato invece tagliato nel film. In seguito al clamore suscitato dalle accuse delle persone Lgbtq+ e dalla (mala) gestione da parte del CEO della Disney Bob Chapek della questione della legge “Don’t Say Gay”, infatti, il bacio è stato reinserito nel film la scorsa settimana. Insomma diritti battono interessi 1 a 0, ma la battaglia per il loro pieno riconoscimento sembra tutt’altro che conclusa. Speriamo solo che – per rimanere in tema Toy Story – non punti “verso l’infinito e oltre”.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Toy Story è uno dei più famosi film di animazione della Pixar ed è apparso nelle sale il 22 marzo del 1996
Era il 22 marzo 1996 e il duo più iconico del cinema d'animazione appariva per la prima volta sul grande schermo in Toy Story. Avrete capito tutti di chi stiamo parlando: i protagonisti del noto film di animazione della Pixar, lo sceriffo cowboy Woody e il guerriero spaziale Buzz Lightyear. Da quel primo, amatissimo lungometraggio dello studio sono trascorsi 26 anni e nel frattempo la storia si è evoluta in altre tre film. E quest'anno, più precisamente il 17 giugno, arriverà lo spin off dedicato proprio a Buzz e alle sue avventure nello spazio, intitolato Lightyear. La pellicola della Pixar Animation Studios (di proprietà della Disney) narra le vicende del film che ha ispirato la linea di giocattoli dell'omonimo personaggio nell'universo di Toy Story, di cui è un prequel. Ma la vera novità è il bacio omosessuale presente (di nuovo) nel film. Si tratta infatti di un ritorno prima dell'uscita, visto che la scena in cui sono protagoniste Hawthorne, personaggio a cui dà voce Uzo Aduba (la Suzanne 'Occhi Pazzi' Warren nella serie televisiva Orange Is the New Black), e un'altra donna è stata infatti in precedenza oggetto di censura.

L'accusa dei dipendenti

I dipendenti Lgbt Disney protestano contro il silenzio dell'azienda sulla nuova legge "Don't say Gay" in Florida
Un caso, quello del nuovo film di animazione, che segna una sorta di traguardo fondamentale visto i precedenti su cui si basa. Prima di fare marcia indietro sulla scena del bacio omosessuale, infatti, la casa di Topolino è stata oggetto di durissime critiche per il suo silenzio nei confronti della legge, approvata in Florida, chiamata "Don't Say Gay", che vieta di parlare di orientamento sessuale e di genere alle scuole elementari. Inoltre, il 9 marzo scorso un gruppo di dipendenti Lgbq+ della Pixar e di attivisti associati ha inviato una dichiarazione congiunta alla direzione della Walt Disney Company, in cui veniva denunciato che "per ordine dei vertici, quasi ogni manifestazione di affetto gay viene censurata senza tener conto di eventuali proteste da parte dei team creativi e della leadership". La sorprendente accusa non menzionava quali film Pixar avevano superato la censura, né quali specifiche decisioni creative erano state tagliate o alterate. Finora, c'è da dire, lo studio di animazione ha introdotto pochissimi personaggi gay nei suoi lungometraggi animati: l'ultimo, nel 2020, fu in Onward, dove Lena Waithe presta la voce a una poliziotta da un occhio solo che fa riferimento alla "sua ragazza". Quel film è ancora al bando in Paesi in cui l'omosessualità viene considerata un reato, come Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita, mentre in Russia è uscito, ma la traduzione si è limitata a un più neutro "partner". E non è nemmeno la prima volta che accade, nel contesto più ampio della major, che ha dovuto prendere posizione anche per quanto riguarda alcune pellicole Marvel, come Eternals.
In Lightyear il personaggio di Hawthorne ha una relazione con un'altra donna. La scena del bacio fra le due è stata tagliata poi ripristinata

L'effetto 'anti-censura'

Se in passato gli effetti della censura si limitavano a sporadiche reazioni, spesso inascoltate, questa volta la dichiarazione dei dipendenti sembra aver avuto almeno un effetto significativo. Secondo una fonte vicina alla produzione, il prossimo film della Pixar, Lightyear - in cui nientemeno che Chris Evans sarebbe la fonte d'ispirazione per il personaggio di Toy Story Buzz - prevede che il personaggio femminile Hawthorne abbia una relazione sentimentale con un'altra donna. Mentre il rapporto in questione non è mai stato messo in discussione dallo studio, un bacio tra i personaggi era stato invece tagliato nel film. In seguito al clamore suscitato dalle accuse delle persone Lgbtq+ e dalla (mala) gestione da parte del CEO della Disney Bob Chapek della questione della legge "Don't Say Gay", infatti, il bacio è stato reinserito nel film la scorsa settimana. Insomma diritti battono interessi 1 a 0, ma la battaglia per il loro pieno riconoscimento sembra tutt'altro che conclusa. Speriamo solo che - per rimanere in tema Toy Story - non punti "verso l'infinito e oltre".
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