"Diversamente alimentata". Mi definisco così. Perché è inutile negarlo: sono diversa. Diversa dalla maggior parte della popolazione mondiale. Diversa dalla nascita, ma diversa anche con la crescita. A tavola io sono "l'amica diversa", quella per la quale bisogna tener presente che una serata in pizzeria può creare problemi di salute importanti. Mi presento: sono allergica al latte - no, il grana padano invecchiato 36 mesi non va bene perché contiene comunque le proteine del latte -, ho un'alta sensibilità al glutine e sono intollerante a nichel e lieviti. Nient'altro? Potrei stare ore a raccontare del fatto che la mia pelle ha una reazione particolare se cammino in mezzo a un prato di erba appena tagliata oppure della mia allergia all'aloe vera, ma mi limito a parlare delle intolleranze alimentari. Perché comunque, seppur siamo ben lungi dall'essere la maggioranza, noi "diversamente alimentati" siamo tanti. E in tutta Italia.
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