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Il Pride di Bangkok tra nuove speranze per i diritti Lgbtq: "Come un ponte che ci unisce"

di MARIANNA GRAZI -
6 giugno 2022
Metinee Kingphayom

Metinee Kingphayom

È stata una festa piena di colore, amore e orgoglio. Il Bangkok Naruemit Pride si ritiene sia la prima parata dell'orgoglio ufficiale della capitale thailandese da 16 anni e si è svolta in concomitanza con la nomina del nuovo governatore della città, Chadchart Sittipunt, un politico indipendente che si è espresso a favore dei diritti Lgbtq+. Kath Khangpiboon, attivista transgender e docente alla Thammasat University, ha raccontato al Guardian: "Sono molto orgogliosa che si svolga un'attività come questa" nella sua città, dopo aver visto molte parate di orgoglio all'estero. La donna ha assistito infatti, in Spagna e in Canada, ai gioiosi festeggiamenti di giovani e famiglie sotto la bandiera arcobaleno, sperando un giorno di poter partecipare a qualcosa di simile anche nella capitale thailandese. Un sogno che si è realizzato, in un'esplosione di glitter, paillettes e colori che hanno invaso le strade della città domenica 5 giugno. I giovani attivisti e tutti i partecipanti sperano ora che il Pride sia il primo passo per la realizzazione di uno spazio di celebrazione per la comunità Lgbt e invii un messaggio più ampio alla società: "Renderà la nostra comunità più forte e ci darà la motivazione per lottare e andare avanti. È come un ponte che ci collega".

I diritti della comunità Lgbtq in Thailandia

Thailandia comunità Lgbtq

La comunità Lgbtq thailandese è viva e ben rappresentata ma nel Paese non ci sono leggi che ne tutelino i diritti fondamentali e spesso i membri sono costretti a subire discriminazioni e umiliazioni

La Thailandia ha una comunità Lgbt viva e ben presente, e si è guadagnata la reputazione di essere un Paese accogliente, ma gli attivisti sostengono che la realtà sia ben diversa e che manchino ancora alcuni diritti fondamentali. "Se vogliamo sostenere che la Thailandia è il paradiso della comunità Lgbt, direi di no. Non è vero, perché non ha ancora una legge o una politica che dimostri la nostra esistenza", afferma Ratanon Kuiyoksuy, un attivista coinvolto nell'organizzazione del Pride a Bangkok. Il Paese orientale, ad esempio, non ha una legge che riconosca il matrimonio tra persone dello stesso sesso, né sul riconoscimento di genere, il che, secondo gli attivisti, influisce su tutto, dall'accesso ai prestiti alla possibilità di viaggiare o di adottare bambini. La discriminazione, poi, è molto diffusa. Nelle scuole, gli studenti trans sono costretti a vestirsi secondo il loro sesso di nascita, tagliando anche i capelli alla lunghezza ritenuta appropriata per i ragazzi o le ragazze, spiega Ratanon, che è non-binario. Il bullismo e i maltrattamenti sono comuni tra gli insegnanti, spesso poco consapevoli: "Ero come un bambino cattivo ai loro occhi - aggiunge -, solo perché non mi adattavo al sistema educativo thailandese". Il pregiudizio permea anche il mondo del lavoro, ostacolando le opportunità di impiego, mentre le persone Lgbt che cercano di accedere all'assistenza sanitaria possono subire domande umilianti.

Il nuovo governatore

chadchart governatore bangkok

Il nuovo governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, entrato in carica la scorsa settimana, si è impegnato a favore della comunità Lgbt thailandese

Il governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, il cui mandato ha preso il via proprio la scorsa settimana dopo una vittoria schiacciante, ha promesso di affrontare alcuni di questi problemi. In primis vuole impedire che il personale dell'amministrazione locale continui ad essere costretto a indossare uniformi basate sul sesso biologico, e in secondo luogo si impegna a fornire una formazione ai dipendenti per migliorare la comprensione dell'uguaglianza di genere e ad attuare politiche mirate a prevenire le molestie e le aggressioni sessuali. Inoltre ha annunciato che punta a migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria, istituendo un progetto pilota che fornirà consulenze mediche su questioni come la chirurgia per l'affermazione del genere nei centri specializzati e negli ospedali che rientrano nella sfera di competenza del governo locale. Una strategia, insomma, a rendere la capitale un luogo il più possibile inclusivo.

Gli attivisti che si battono per la democrazia e la questione Lgbtq

Per gli attivisti è un segnale di speranza: "Chadchart sarà il primo [governatore] a sostenere le questioni LGBT attraverso le sue politiche", afferma Kath Khangpiboon al Guardian. A livello nazionale, le riforme sono state ostacolate da sconvolgimenti politici che hanno soffocato la democrazia, tra cui due colpi di stato militari negli ultimi 20 anni. L'attivista e docente transgender indica come modello da seguire quello di Taiwan, che ha compiuto passi avanti significativi nel processo di legalizzazione del matrimonio omosessuale, nonostante l'opposizione dei conservatori. "Questo dimostra che se la Thailandia avesse un governo interessato alle questioni sociali, e se avessimo un vero sistema democratico... ci svilupperemmo molto più velocemente e facilmente". Gli attivisti Lgbt sono stati in prima linea in un recente movimento giovanile a favore della democrazia, che ha chiesto la riforma della monarchia e le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha, salito al potere con un colpo di stato. I giovani sostengono che tali richieste politiche sono pienamente allineate a quelle per l'uguaglianza Lgbt, e i gruppi di protesta si sono detti favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso.