Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Il Pride di Bangkok tra nuove speranze per i diritti Lgbtq: “Come un ponte che ci unisce”

Il Pride di Bangkok tra nuove speranze per i diritti Lgbtq: “Come un ponte che ci unisce”

La parata dell'orgoglio è tornata a sfilare per la prima volta dopo molti anni, mentre la città ha nominato un governatore che sostiene con forza la comunità arcobaleno

Marianna Grazi
6 Giugno 2022
Parata dell'orgoglio a Bangkok

L'attore e modello thailandese Metinee Kingphayom alla Parata dell'orgoglio a Bangkok

Share on FacebookShare on Twitter

È stata una festa piena di colore, amore e orgoglio. Il Bangkok Naruemit Pride si ritiene sia la prima parata dell’orgoglio ufficiale della capitale thailandese da 16 anni e si è svolta in concomitanza con la nomina del nuovo governatore della città, Chadchart Sittipunt, un politico indipendente che si è espresso a favore dei diritti Lgbtq+.

Kath Khangpiboon, attivista transgender e docente alla Thammasat University, ha raccontato al Guardian: “Sono molto orgogliosa che si svolga un’attività come questa” nella sua città, dopo aver visto molte parate di orgoglio all’estero. La donna ha assistito infatti, in Spagna e in Canada, ai gioiosi festeggiamenti di giovani e famiglie sotto la bandiera arcobaleno, sperando un giorno di poter partecipare a qualcosa di simile anche nella capitale thailandese. Un sogno che si è realizzato, in un’esplosione di glitter, paillettes e colori che hanno invaso le strade della città domenica 5 giugno. I giovani attivisti e tutti i partecipanti sperano ora che il Pride sia il primo passo per la realizzazione di uno spazio di celebrazione per la comunità Lgbt e invii un messaggio più ampio alla società: “Renderà la nostra comunità più forte e ci darà la motivazione per lottare e andare avanti. È come un ponte che ci collega“.

I diritti della comunità Lgbtq in Thailandia

Thailandia comunità Lgbtq
La comunità Lgbtq thailandese è viva e ben rappresentata ma nel Paese non ci sono leggi che ne tutelino i diritti fondamentali e spesso i membri sono costretti a subire discriminazioni e umiliazioni

La Thailandia ha una comunità Lgbt viva e ben presente, e si è guadagnata la reputazione di essere un Paese accogliente, ma gli attivisti sostengono che la realtà sia ben diversa e che manchino ancora alcuni diritti fondamentali. “Se vogliamo sostenere che la Thailandia è il paradiso della comunità Lgbt, direi di no. Non è vero, perché non ha ancora una legge o una politica che dimostri la nostra esistenza“, afferma Ratanon Kuiyoksuy, un attivista coinvolto nell’organizzazione del Pride a Bangkok. Il Paese orientale, ad esempio, non ha una legge che riconosca il matrimonio tra persone dello stesso sesso, né sul riconoscimento di genere, il che, secondo gli attivisti, influisce su tutto, dall’accesso ai prestiti alla possibilità di viaggiare o di adottare bambini. La discriminazione, poi, è molto diffusa. Nelle scuole, gli studenti trans sono costretti a vestirsi secondo il loro sesso di nascita, tagliando anche i capelli alla lunghezza ritenuta appropriata per i ragazzi o le ragazze, spiega Ratanon, che è non-binario. Il bullismo e i maltrattamenti sono comuni tra gli insegnanti, spesso poco consapevoli: “Ero come un bambino cattivo ai loro occhi – aggiunge -, solo perché non mi adattavo al sistema educativo thailandese”. Il pregiudizio permea anche il mondo del lavoro, ostacolando le opportunità di impiego, mentre le persone Lgbt che cercano di accedere all’assistenza sanitaria possono subire domande umilianti.

Il nuovo governatore

chadchart governatore bangkok
Il nuovo governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, entrato in carica la scorsa settimana, si è impegnato a favore della comunità Lgbt thailandese

Il governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, il cui mandato ha preso il via proprio la scorsa settimana dopo una vittoria schiacciante, ha promesso di affrontare alcuni di questi problemi. In primis vuole impedire che il personale dell’amministrazione locale continui ad essere costretto a indossare uniformi basate sul sesso biologico, e in secondo luogo si impegna a fornire una formazione ai dipendenti per migliorare la comprensione dell’uguaglianza di genere e ad attuare politiche mirate a prevenire le molestie e le aggressioni sessuali. Inoltre ha annunciato che punta a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, istituendo un progetto pilota che fornirà consulenze mediche su questioni come la chirurgia per l’affermazione del genere nei centri specializzati e negli ospedali che rientrano nella sfera di competenza del governo locale. Una strategia, insomma, a rendere la capitale un luogo il più possibile inclusivo.

Gli attivisti che si battono per la democrazia e la questione Lgbtq

Per gli attivisti è un segnale di speranza: “Chadchart sarà il primo [governatore] a sostenere le questioni LGBT attraverso le sue politiche”, afferma Kath Khangpiboon al Guardian. A livello nazionale, le riforme sono state ostacolate da sconvolgimenti politici che hanno soffocato la democrazia, tra cui due colpi di stato militari negli ultimi 20 anni. L’attivista e docente transgender indica come modello da seguire quello di Taiwan, che ha compiuto passi avanti significativi nel processo di legalizzazione del matrimonio omosessuale, nonostante l’opposizione dei conservatori. “Questo dimostra che se la Thailandia avesse un governo interessato alle questioni sociali, e se avessimo un vero sistema democratico… ci svilupperemmo molto più velocemente e facilmente”.
Gli attivisti Lgbt sono stati in prima linea in un recente movimento giovanile a favore della democrazia, che ha chiesto la riforma della monarchia e le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha, salito al potere con un colpo di stato. I giovani sostengono che tali richieste politiche sono pienamente allineate a quelle per l’uguaglianza Lgbt, e i gruppi di protesta si sono detti favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Potrebbe interessarti anche

Una scena della pellicola Busline35A (YouTube)
Spettacolo

Busline35A, il corto animato di Elena Felici contro le molestie e chi rimane in silenzio

1 Febbraio 2023
Il 14enne del Minnesota Isaac Ortman in una delle prime notti trascorse a dormire fuori (Melissa Ortman)
Lifestyle

L’adolescente Isaac Ortman dorme all’aperto da oltre mille notti. “Ha imparato a non arrendersi mai”

31 Gennaio 2023
Rose Villain, nome d’arte di Rosa Luini (Instagram)
Spettacolo

Rose Villain, chi è il nuovo volto dell’hip-hop italiano che a Sanremo 2023 duetterà con Rosa Chemical

2 Febbraio 2023

Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
È stata una festa piena di colore, amore e orgoglio. Il Bangkok Naruemit Pride si ritiene sia la prima parata dell'orgoglio ufficiale della capitale thailandese da 16 anni e si è svolta in concomitanza con la nomina del nuovo governatore della città, Chadchart Sittipunt, un politico indipendente che si è espresso a favore dei diritti Lgbtq+. Kath Khangpiboon, attivista transgender e docente alla Thammasat University, ha raccontato al Guardian: "Sono molto orgogliosa che si svolga un'attività come questa" nella sua città, dopo aver visto molte parate di orgoglio all'estero. La donna ha assistito infatti, in Spagna e in Canada, ai gioiosi festeggiamenti di giovani e famiglie sotto la bandiera arcobaleno, sperando un giorno di poter partecipare a qualcosa di simile anche nella capitale thailandese. Un sogno che si è realizzato, in un'esplosione di glitter, paillettes e colori che hanno invaso le strade della città domenica 5 giugno. I giovani attivisti e tutti i partecipanti sperano ora che il Pride sia il primo passo per la realizzazione di uno spazio di celebrazione per la comunità Lgbt e invii un messaggio più ampio alla società: "Renderà la nostra comunità più forte e ci darà la motivazione per lottare e andare avanti. È come un ponte che ci collega".

I diritti della comunità Lgbtq in Thailandia

Thailandia comunità Lgbtq
La comunità Lgbtq thailandese è viva e ben rappresentata ma nel Paese non ci sono leggi che ne tutelino i diritti fondamentali e spesso i membri sono costretti a subire discriminazioni e umiliazioni
La Thailandia ha una comunità Lgbt viva e ben presente, e si è guadagnata la reputazione di essere un Paese accogliente, ma gli attivisti sostengono che la realtà sia ben diversa e che manchino ancora alcuni diritti fondamentali. "Se vogliamo sostenere che la Thailandia è il paradiso della comunità Lgbt, direi di no. Non è vero, perché non ha ancora una legge o una politica che dimostri la nostra esistenza", afferma Ratanon Kuiyoksuy, un attivista coinvolto nell'organizzazione del Pride a Bangkok. Il Paese orientale, ad esempio, non ha una legge che riconosca il matrimonio tra persone dello stesso sesso, né sul riconoscimento di genere, il che, secondo gli attivisti, influisce su tutto, dall'accesso ai prestiti alla possibilità di viaggiare o di adottare bambini. La discriminazione, poi, è molto diffusa. Nelle scuole, gli studenti trans sono costretti a vestirsi secondo il loro sesso di nascita, tagliando anche i capelli alla lunghezza ritenuta appropriata per i ragazzi o le ragazze, spiega Ratanon, che è non-binario. Il bullismo e i maltrattamenti sono comuni tra gli insegnanti, spesso poco consapevoli: "Ero come un bambino cattivo ai loro occhi - aggiunge -, solo perché non mi adattavo al sistema educativo thailandese". Il pregiudizio permea anche il mondo del lavoro, ostacolando le opportunità di impiego, mentre le persone Lgbt che cercano di accedere all'assistenza sanitaria possono subire domande umilianti.

Il nuovo governatore

chadchart governatore bangkok
Il nuovo governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, entrato in carica la scorsa settimana, si è impegnato a favore della comunità Lgbt thailandese
Il governatore di Bangkok, Chadchart Sittipunt, il cui mandato ha preso il via proprio la scorsa settimana dopo una vittoria schiacciante, ha promesso di affrontare alcuni di questi problemi. In primis vuole impedire che il personale dell'amministrazione locale continui ad essere costretto a indossare uniformi basate sul sesso biologico, e in secondo luogo si impegna a fornire una formazione ai dipendenti per migliorare la comprensione dell'uguaglianza di genere e ad attuare politiche mirate a prevenire le molestie e le aggressioni sessuali. Inoltre ha annunciato che punta a migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria, istituendo un progetto pilota che fornirà consulenze mediche su questioni come la chirurgia per l'affermazione del genere nei centri specializzati e negli ospedali che rientrano nella sfera di competenza del governo locale. Una strategia, insomma, a rendere la capitale un luogo il più possibile inclusivo.

Gli attivisti che si battono per la democrazia e la questione Lgbtq

Per gli attivisti è un segnale di speranza: "Chadchart sarà il primo [governatore] a sostenere le questioni LGBT attraverso le sue politiche", afferma Kath Khangpiboon al Guardian. A livello nazionale, le riforme sono state ostacolate da sconvolgimenti politici che hanno soffocato la democrazia, tra cui due colpi di stato militari negli ultimi 20 anni. L'attivista e docente transgender indica come modello da seguire quello di Taiwan, che ha compiuto passi avanti significativi nel processo di legalizzazione del matrimonio omosessuale, nonostante l'opposizione dei conservatori. "Questo dimostra che se la Thailandia avesse un governo interessato alle questioni sociali, e se avessimo un vero sistema democratico... ci svilupperemmo molto più velocemente e facilmente". Gli attivisti Lgbt sono stati in prima linea in un recente movimento giovanile a favore della democrazia, che ha chiesto la riforma della monarchia e le dimissioni del primo ministro Prayuth Chan-ocha, salito al potere con un colpo di stato. I giovani sostengono che tali richieste politiche sono pienamente allineate a quelle per l'uguaglianza Lgbt, e i gruppi di protesta si sono detti favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto