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Home » Lifestyle » Queer Week a Firenze, dal 21 giugno tanti eventi per abbattere barriere: ecco il programma

Queer Week a Firenze, dal 21 giugno tanti eventi per abbattere barriere: ecco il programma

La manifestazione, a ingresso gratuito, è organizzata da Arcigay Firenze Altre Sponde

Niccolò Gramigni
21 Giugno 2022
La queer week a Firenze si apre il 21 giugno

La queer week a Firenze si apre il 21 giugno

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Dibattiti, spettacoli, cinema. C’è un po’ di tutto nella prima Queer Week fiorentina, organizzata da Arcigay Firenze Altre Sponde da oggi, martedì 21 giugno, fino al 26 giugno. La manifestazione, con ingresso libero, è organizzata a Lumen, il laboratori ourbano del Mensola, in via del Guarlone 25. La Queer Week è prima di tutto la risposta ad un bisogno sempre più diffuso di un luogo idealmente e concretamente libero, dove tutte le persone possano essere ed esprimersi per ciò che sono, anche solo da un punto di vista creativo, senza subire pregiudizi, ma anche dalla volontà sempre più presente di buttare giù quei vecchi muri di divisione sociale che piano piano – grazie alle nuove generazioni – si stanno lentamente sgretolando.

Queer Week a Firenze, programma ed eventi. Ingresso libero

La Queer Week – ospite in uno dei luoghi più frequentati del panorama fiorentino – si rivolge quindi non solo alle persone LGBTQIA+ e a tutte quelle che a loro volta si sentono oppresse e discriminate per motivi simili, ma anche a tutta quella parte di società che sente il bisogno di essere parte di un cambiamento attivo. Tra i punti salienti “Casa Hangar” open mic con Ava Hangar del 23 giugno, lo spettacolo di Stand Up “Vedi Caro” di Frad e Claudia Vernier del 24 giugno e la presentazione del libro “Canone ambiguo”.

Comunità Queer

“La Queer Week nasce con l’idea non solo di essere un safe place per esprimersi liberamente in un ambiente privo di pregiudizi e condizionamenti – ha detto Mauro Scopelliti, presidente di Arcigay Firenze Altre Sponde – ma anche come un’opportunità per offrire a chiunque voglia partecipare, l’occasione di avvicinarsi e comprendere la libertà e l’orgoglio della nostra comunità, attraverso momenti di dialogo ed approfondimento culturale ed artistico”. “La Queer Week nasce dall’esperienza di successo avuta con The Shade nel corso dell’ultimo anno – ha commentato Valerio Bellini, direttore artistico della Queer Week -. Un successo che è solo in piccola parte merito di noi organizzatori, ma in gran parte dovuto alla reale necessità di vivere dei luoghi sicuri dove potersi esprimere liberamente”.

Antonio Bagni, presidente dell’APS “Icche Ci Vah Ci Vole”, che ha ottenuto dal Comune di Firenze la concessione gratuita dello spazio Lumen in cambio della manutenzione ordinaria e straordinaria dello stabile e del verde di pertinenza, ha sottolineato che “Lumen è uno spazio culturale inclusivo, che fa dell’incontro e del confronto la sua ricchezza. Anche se l’evento non è rientrato nell’Estate Fiorentina, abbiamo subito capito che poteva essere un’occasione unica per rendere la nostra città più aperta e informata e superare barriere e stereotipi che, nel 2022, sono francamente intollerabili. A nome di tutta la nostra Associazione di Promozione Sociale, un grazie di cuore a Valerio Bellini e ad Arcigay Firenze: vi aspettiamo per una settimana di incontri, spettacoli e divertimento”.

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Instagram

  • Stando a quanto dicono gli studiosi, i social network sono portatori malati di ansia e depressione. E, diciamocelo, non servivano studi e numeri per capirlo. I più attrezzati di noi a comprendere le dinamiche social e sociali che si nascondono dietro l’algoritmo di Meta già da tempo avevano compreso che “social sì, ma a piccole dosi”.

Eppure la deriva c’è stata e adesso distinguere il virtuale dal reale, l’immagine dallo schermo, il like dall’affetto sembra essere diventata un’operazione assai difficile.

Il senso di inadeguatezza delle persone di ogni età sta dilagando. Pare che il meccanismo sia più o meno questo: l’erba del vicino – di account – è sempre più verde. 

Che poi nella realtà non è così poco importante. A importare è ciò che appare, non ciò che è, tanto da ridurre il dilemma “essere o non essere” a coltissimo equivoco elitario. Cogito ergo sum un po’ poco, verrebbe da dire, se non fosse che la faccenda è seria e grave. 

Lo stress da social è reale e affligge grandi e piccini, senza distinzione di ceto. Una vera e propria sofferenza psicologica che tende a minare le fondamenta dell’intera società. Tra il 2003 e il 2018, i casi di ansia hanno registrato numeri da record, così come quelli di depressione, autolesionismo e problemi di alimentazione. Questo basti per capire che limitarsi a catalogare il problema come questione minore è sbagliato e pericoloso.

Complice il recente lockdown, la corsa verso la psicosocialpatologia ha accelerato il passo. L’unica soluzione a portata di mano, seppur temporanea, è prendersi una pausa dai social e uscire dalla bolla, come Selena Gomez insegna. 

Vivere la vita vera, in Logout, fatta di persone in carne e ossa che di perfetto hanno poco o nulla e che combattono ogni giorno per cercare di assomigliare a ciò che vorrebbero essere. 

E tu quanto tempo passi sui social? 📲

Di Margherita Ambrogetti Damiani ✍

#lucenews #lucelanazione #socialout #viverelavita #nofilter #autoconsapevolezza #stressdasocial #socialdetox
  • Ad appena 3 anni e mezzo, Vincenzo comunica ai genitori il desiderio di indossare vestiti e gonne. Alla richiesta viene inizialmente, quanto inevitabilmente, dato poco peso, come se fosse un gioco… 

Ma 6 anni e mezzo dopo Vincenzo fa un coming out più deciso, chiede di potersi chiamare Emma e di indossare un costume femminile alle lezioni di danza, che condivide con le due sorelle maggiori. Pochi giorni fa, grazie anche alla comprensione e disponibilità della sua insegnante di danza, ha vissuto il suo momento di gloria, esibendosi in un saggio-spettacolo di fine anno costruito su misura, con una coreografia che racconta la sua storia.

La danza, si sa, può essere di grande aiuto per costruire la propria identità, perché è prima di tutto libertà di espressione. 

“Gli anni di pandemia sono stati decisivi per mia figlia. La riflessione è diventata sempre più profonda e, con sofferenza, lo scorso ottobre, è riuscita a parlarci di ciò che davvero le stava a cuore. Le prime sostenitrici sono state proprio le sorelle, più aperte e predisposte mentalmente su questa tematica. Noi genitori ancora pensavano a una latente omosessualità, ma non era così: per nostra figlia la propria identità di genere non coincideva con il sesso assegnatole alla nascita”.

I primi tempi non sono stati facili, per certi aspetti è stato come elaborare un lutto perché Emma volava cancellare tutto il suo passato, buttando via foto e vestiti. La sua è stata una rinascita vera e propria, il suo “no" al nome, al genere maschile, è ormai definitivo. 

A scuola, ha chiesto e ottenuto di potersi chiamare Emma, così come in società. Fondamentale è stato il supporto della famiglia che, a un certo punto, ha capito che non si trattava di un gioco, malgrado la giovanissima età.

“A chi tuttora continua a ripeterci che avremmo dovuto insistere e iscriverla a calcio, dico con fermezza: i figli vanno ascoltati, è giusto che vivano la loro vita, quella più congeniale al loro sentire, perché tutti meritiamo di essere felici”.

Di Roberta Bezzi ✍

#lucenews #lucelanazione #bologna #emma #transgender #transrights
  • “Trova qualcuno a cui piaci come sei e digli di farsi curare”, scrive Andrea Pinna in uno dei suoi tipici post su Instagram. 

Ma se Andrea Pinna, apprezzato per i suoi aforismi taglienti, “né bello né ricco” come dice lui, è diventato uno degli influencer più originali del web, è anche perché ha fatto entrambe le cose: ha accettato se stesso com’era e ha intrapreso un percorso di cura.

Trentacinque anni, origini sarde e milanese di adozione, ha cominciato il suo cammino partendo dal gradino più basso. 

"Lavoravo a Roma nel mondo dei negozi, commesso e poi vetrinista. Mi hanno mandato in Sardegna, la mia terra, a seguire nuovi negozi, ma poco dopo hanno chiuso tutto lasciandomi senza lavoro. E lì si è scatenata la mia prima fortissima depressione. Che ho affrontato con Facebook, scrivendo status più o meno sarcastici per scaricare la rabbia”.

Non una depressione qualsiasi, ma un malessere profondo che a distanza di anni gli verrà diagnosticato come bipolarismo. 

"Non è stato facile. Ho passato periodi che non dormivo mai e altri in cui stavo sempre a letto. Avere un disagio psichico non è una passeggiata e bisogna raccontarlo, imparare ad ascoltarsi”.

Sul suo profilo Instagram @leperledipinna ha deciso di portare avanti due battaglie: quella per i diritti civili dei gay e l’altra per dare voce ai problemi mentali.

“La prima la combatto in prima persona da tanto tempo, la seconda per far capire che se vai dall’ortopedico quanto ti fa male il ginocchio è giusto andare da uno psicoterapeuta o uno psichiatra quando hai un disagio mentale o psicologico”.

E attraverso le dirette Instagram di psicoterapinna "racconto la mia storia, il mio vissuto, chiamando gli esperti a parlare dei vari problemi psicologici che la gente può avere”.

La storia di chi ha trovato il coraggio di affrontare il bipolarismo e ha saputo rendere i social un luogo in cui sentirsi a proprio agio. Qualunque sia il disagio.

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  • "L’autismo è un fenomeno che riguarda sì, in primo luogo gli autistici e le loro famiglie, ma anche la società in generale. Un nato o nata ogni 70/80 rientra nello spettro autistico ormai ed è quindi bene che anche i cosiddetti neuro tipici sappiano di cosa si parla”.

Dopo la standing ovation ricevuta lo scorso 2 aprile al Cinema La Compagnia di Firenze e il fortunato tour avviato nei cinema e nei teatri della Toscana, il documentario “I mille cancelli di Filippo” sarà nuovamente proiettato lunedì 27 giugno alle 21, nella Limonaia di Villa Strozzi a Firenze. Al centro della narrazione il figlio del noto autore Enrico Zoi, il giovane Filippo, colpito da spettro autistico.

Con la delicatezza e la magia tipica di uno scrittore che, prima di tutto, è un babbo amorevole, Enrico – insieme a sua moglie Raffaella Braghieri – apre una volta ancora le porte della sua casa per raccontare al mondo la realtà speciale della sua famiglia.

E il consiglio per i genitori che hanno appena ricevuto una diagnosi di autismo sul proprio bambino sarebbe quello di "non chiudersi, di non chiedersi perché, di guardare al mondo esterno, di aprirsi. Chiudersi non serve a niente, anzi… è un po’ come una partita di calcio: se non scendi in campo la perdi a tavolino, se invece accetti il confronto te la puoi giocare!”.

Di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #enricozoi #imillecancellidifilippo #firenze #autismo #autismawareness
Dibattiti, spettacoli, cinema. C'è un po' di tutto nella prima Queer Week fiorentina, organizzata da Arcigay Firenze Altre Sponde da oggi, martedì 21 giugno, fino al 26 giugno. La manifestazione, con ingresso libero, è organizzata a Lumen, il laboratori ourbano del Mensola, in via del Guarlone 25. La Queer Week è prima di tutto la risposta ad un bisogno sempre più diffuso di un luogo idealmente e concretamente libero, dove tutte le persone possano essere ed esprimersi per ciò che sono, anche solo da un punto di vista creativo, senza subire pregiudizi, ma anche dalla volontà sempre più presente di buttare giù quei vecchi muri di divisione sociale che piano piano – grazie alle nuove generazioni – si stanno lentamente sgretolando.

Queer Week a Firenze, programma ed eventi. Ingresso libero

La Queer Week - ospite in uno dei luoghi più frequentati del panorama fiorentino - si rivolge quindi non solo alle persone LGBTQIA+ e a tutte quelle che a loro volta si sentono oppresse e discriminate per motivi simili, ma anche a tutta quella parte di società che sente il bisogno di essere parte di un cambiamento attivo. Tra i punti salienti “Casa Hangar” open mic con Ava Hangar del 23 giugno, lo spettacolo di Stand Up “Vedi Caro” di Frad e Claudia Vernier del 24 giugno e la presentazione del libro “Canone ambiguo”.
Comunità Queer
“La Queer Week nasce con l’idea non solo di essere un safe place per esprimersi liberamente in un ambiente privo di pregiudizi e condizionamenti - ha detto Mauro Scopelliti, presidente di Arcigay Firenze Altre Sponde - ma anche come un'opportunità per offrire a chiunque voglia partecipare, l’occasione di avvicinarsi e comprendere la libertà e l’orgoglio della nostra comunità, attraverso momenti di dialogo ed approfondimento culturale ed artistico”. “La Queer Week nasce dall'esperienza di successo avuta con The Shade nel corso dell'ultimo anno - ha commentato Valerio Bellini, direttore artistico della Queer Week -. Un successo che è solo in piccola parte merito di noi organizzatori, ma in gran parte dovuto alla reale necessità di vivere dei luoghi sicuri dove potersi esprimere liberamente”. Antonio Bagni, presidente dell'APS "Icche Ci Vah Ci Vole", che ha ottenuto dal Comune di Firenze la concessione gratuita dello spazio Lumen in cambio della manutenzione ordinaria e straordinaria dello stabile e del verde di pertinenza, ha sottolineato che “Lumen è uno spazio culturale inclusivo, che fa dell'incontro e del confronto la sua ricchezza. Anche se l'evento non è rientrato nell'Estate Fiorentina, abbiamo subito capito che poteva essere un'occasione unica per rendere la nostra città più aperta e informata e superare barriere e stereotipi che, nel 2022, sono francamente intollerabili. A nome di tutta la nostra Associazione di Promozione Sociale, un grazie di cuore a Valerio Bellini e ad Arcigay Firenze: vi aspettiamo per una settimana di incontri, spettacoli e divertimento”.
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