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Home » Lifestyle » Radio Begum: in Afghanistan la voce delle donne continua a farsi sentire. “Non ci arrendiamo”

Radio Begum: in Afghanistan la voce delle donne continua a farsi sentire. “Non ci arrendiamo”

"Un ricettacolo di voci di donne, del loro dolore e delle loro frustrazioni": così Hamida Aman definisce l'emittente radiofonica tutta al femminile che ha fondato l'8 marzo 2021. Con un nome simbolico, che "vuole restituire nobiltà alle donne afgane"

Marianna Grazi
15 Aprile 2022
radio begum-afghanistan-donne

Radio Begum, emittente di sole donne in Afghanistan

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Si chiama “Begum”, come un titolo nobiliare. “È così che si chiamavano le mogli dei maharaja. Questo nome è stato scelto per sublimare la donna”, dice Hamida Aman, la fondatrice di questa stazione radio dove si sentono solo voci femminili. L’emittente, nata in un giorno ben preciso e dal valore simbolico, l’8 marzo 2021, fin da subito si è posta come simbolo di resistenza. La sede è a Kabul e la radio è attiva 24 ore al giorno e copre più di otto province.“Inform, educate, empower“ sono le tre parole guida sulle quali viene strutturata la linea editoriale. Quando a metà agosto i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan la presenza delle donne è stata praticamente eliminata dalla scena pubblica. Zittite, celate, brutalmente represse, inascoltate, costrette al silenzio obbediente, alla fuga o alla morte. Un destino scritto per migliaia di persone, che in pochi giorni hanno perso diritti conquistati a fatica in due decenni di pace. Togli la voce a una donna e toglierai il futuro al Paese. Ed è proprio quello che sta succedendo nello stato mediorientale.

Hamida Aman-Radio Begum
Hamida Aman, fondatrice di Radio Begum

Hamida Aman: “Voglio restituire nobiltà alle donne afgane”

“Alla fine del 2020, quando sono iniziati i colloqui tra americani e talebani, ho sentito il cambio di rotta – ha raccontato Hamida Aman a Le Figaro -. Ero molto preoccupata per la sorte dei miei connazionali. Sapevo che le donne sarebbero state le prime vittime – ha aggiunto – Ho quindi mobilitato tutta la mia rete per fondare la ong Begum Organization for Women con lo scopo di difenderle, sostenerle e promuoverle”. Radio Begum ha smesso di trasmettere per un mese soltanto, per poi riprendere le trasmissioni a metà settembre, con la promessa alle autorità del massimo rispetto dei dettami islamici. “Noi non ci arrendiamo” afferma decisa la fondatrice, che è cresciuta in Svizzera dopo che la sua famiglia è fuggita dall’Afghanistan. È tornata a Kabul nel 2001, dopo la caduta del primo regime. “Dobbiamo dimostrare che [i talebani] non riescono a spaventarci. Dobbiamo occupare la sfera pubblica”, aggiunge, spiegando anche la scelta del nome per la sua radio: “L’ho scelto per restituire nobiltà alle donne afgane, e in omaggio a mia nonna che si chiamava così”.

 

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La radio per continuare ad imparare

ragazze afghane seguono le lezioni trasmesse da Radio Begum
Alcune ragazze afghane seguono le lezioni trasmesse da Radio Begum

Uno spazio dove poter parlare ma soprattutto attraverso il quale continuare a fornire un’istruzione alle tante giovani ragazze private della loro formazione scolastica. Questo luogo di libertà è diventato più necessario che mai: ogni giorno, per circa sei ore, gli ascoltatori possono seguire i corsi di Educazione Nazionale, dalla quinta elementare all’ultimo anno scolastico. “Si tratta di moduli di trenta minuti per livello, che abbiamo impostato con un consulente educativo. Da quando le scuole hanno chiuso, la nostra radio è l’unico mezzo di educazione per le ragazze – spiega Aman -. In un Paese dove ci sono il 57% di analfabeti, il potere della radio è molto importante perché è il mezzo più accessibile. A dicembre, su L’Express, la 13enne Mursal aveva raccontato di aver iniziato a frequentare lo studio dell’emittente due mesi prima, per frequentare le lezioni che vi si tenevano durante le registrazioni di questi programmi educativi: “Le mie materie preferite sono Dari, inglese e matematica. Mi sento male da quando le scuole sono chiuse: siamo state privati dello studio“. La giovane si era poi rivolta alle sue coetanee attraverso il quotidiano francese: “Ascoltate attentamente questo programma per approfittare di questa possibilità inaspettata di continuare ad imparare”.

Le restrizioni

Dopo la presa di Kabul, Aman è riuscita a ottenere l’autorizzazione dei talebani a continuare a trasmettere, ma le restrizioni sono pesanti: vietata la musica se non quella tradizionale, i contenuti dei programmi sono limitati al volere del governo e il raggio di autonomia è ristrettissimo, dato che l’emittente non ha più pubblicità e la fondatrice è stata costretta aprire una campagna di raccolta fondi su Hello Asso, per sostenere il lavoro quotidiano. Alla radio sono dodici i dipendenti (9 giornaliste e 3 tecnici) e tutti ben consapevoli di quanto siano fortunati: è “un privilegio”, dicono diverse di loro, mentre tante donne, comprese le dipendenti pubbliche, non sono tornate al lavoro dall’arrivo dei talebani. Gli spazi tra maschi e femmine sono ben separati, come richiesto dalle autorità, anche se prima di agosto le impiegate di Begum lavoravano con i loro colleghi uomini di una stazione radio giovanile. Ora invece c’è un piano a dividerli e una grande tenda opaca copre l’ingresso dell’ufficio delle donne.

Radio Begum-Afghanistan
Lo studio di Radio Begum a Kabul (Afghanistan), unica emittente femminile ancora in funzione

Il supporto psicologico

La direttrice della stazione radio, Saba Chaman, 24 anni, è una fan di Michelle Obama, svela a L’Express, tanto da aver letto in onda, a beneficio delle sue ascoltatrici, il suo libro Becoming, in dari. L’emittente, oltre ad ospitare in appuntamenti settimanali ginecologi che parlano di educazione sessuale, trasmette infatti anche letture per adulti. Basta infatti ricordare che nel 2016, meno di una donna afgana su cinque (18%) sapeva leggere e scrivere, rispetto al 62% degli uomini, secondo l’ex ministero dell’istruzione. Un programma di cui Chaman va particolarmente fiera è  quello di supporto psicologico per le ascoltatrici, che possono chiamare per domande o confidenze. Un episodio in particolare le è rimasto ben impresso nella memoria: una donna analfabeta ha chiamato e le ha rivelato “il farmacista mi dà sempre medicine scadute. Se sapessi leggere, non lo farebbe. Le persone che non hanno imparato a leggere sono come i ciechi“. “Questa radio è un ricettacolo di voci femminili, del loro dolore e delle loro frustrazioni”, sostiene Hamida Aman. “La mia unica ragione di speranza, in questo momento, è sapere che sto facendo qualcosa di importante nella mia vita per aiutare le donne afgane”, aggiunge Saba Chaman.

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Si chiama "Begum", come un titolo nobiliare. "È così che si chiamavano le mogli dei maharaja. Questo nome è stato scelto per sublimare la donna", dice Hamida Aman, la fondatrice di questa stazione radio dove si sentono solo voci femminili. L'emittente, nata in un giorno ben preciso e dal valore simbolico, l'8 marzo 2021, fin da subito si è posta come simbolo di resistenza. La sede è a Kabul e la radio è attiva 24 ore al giorno e copre più di otto province."Inform, educate, empower" sono le tre parole guida sulle quali viene strutturata la linea editoriale. Quando a metà agosto i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan la presenza delle donne è stata praticamente eliminata dalla scena pubblica. Zittite, celate, brutalmente represse, inascoltate, costrette al silenzio obbediente, alla fuga o alla morte. Un destino scritto per migliaia di persone, che in pochi giorni hanno perso diritti conquistati a fatica in due decenni di pace. Togli la voce a una donna e toglierai il futuro al Paese. Ed è proprio quello che sta succedendo nello stato mediorientale.
Hamida Aman-Radio Begum
Hamida Aman, fondatrice di Radio Begum

Hamida Aman: "Voglio restituire nobiltà alle donne afgane"

"Alla fine del 2020, quando sono iniziati i colloqui tra americani e talebani, ho sentito il cambio di rotta - ha raccontato Hamida Aman a Le Figaro -. Ero molto preoccupata per la sorte dei miei connazionali. Sapevo che le donne sarebbero state le prime vittime - ha aggiunto - Ho quindi mobilitato tutta la mia rete per fondare la ong Begum Organization for Women con lo scopo di difenderle, sostenerle e promuoverle". Radio Begum ha smesso di trasmettere per un mese soltanto, per poi riprendere le trasmissioni a metà settembre, con la promessa alle autorità del massimo rispetto dei dettami islamici. "Noi non ci arrendiamo" afferma decisa la fondatrice, che è cresciuta in Svizzera dopo che la sua famiglia è fuggita dall'Afghanistan. È tornata a Kabul nel 2001, dopo la caduta del primo regime. "Dobbiamo dimostrare che [i talebani] non riescono a spaventarci. Dobbiamo occupare la sfera pubblica", aggiunge, spiegando anche la scelta del nome per la sua radio: "L'ho scelto per restituire nobiltà alle donne afgane, e in omaggio a mia nonna che si chiamava così".
 
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ragazze afghane seguono le lezioni trasmesse da Radio Begum
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Le restrizioni

Dopo la presa di Kabul, Aman è riuscita a ottenere l'autorizzazione dei talebani a continuare a trasmettere, ma le restrizioni sono pesanti: vietata la musica se non quella tradizionale, i contenuti dei programmi sono limitati al volere del governo e il raggio di autonomia è ristrettissimo, dato che l'emittente non ha più pubblicità e la fondatrice è stata costretta aprire una campagna di raccolta fondi su Hello Asso, per sostenere il lavoro quotidiano. Alla radio sono dodici i dipendenti (9 giornaliste e 3 tecnici) e tutti ben consapevoli di quanto siano fortunati: è "un privilegio", dicono diverse di loro, mentre tante donne, comprese le dipendenti pubbliche, non sono tornate al lavoro dall'arrivo dei talebani. Gli spazi tra maschi e femmine sono ben separati, come richiesto dalle autorità, anche se prima di agosto le impiegate di Begum lavoravano con i loro colleghi uomini di una stazione radio giovanile. Ora invece c'è un piano a dividerli e una grande tenda opaca copre l'ingresso dell'ufficio delle donne.
Radio Begum-Afghanistan
Lo studio di Radio Begum a Kabul (Afghanistan), unica emittente femminile ancora in funzione

Il supporto psicologico

La direttrice della stazione radio, Saba Chaman, 24 anni, è una fan di Michelle Obama, svela a L'Express, tanto da aver letto in onda, a beneficio delle sue ascoltatrici, il suo libro Becoming, in dari. L'emittente, oltre ad ospitare in appuntamenti settimanali ginecologi che parlano di educazione sessuale, trasmette infatti anche letture per adulti. Basta infatti ricordare che nel 2016, meno di una donna afgana su cinque (18%) sapeva leggere e scrivere, rispetto al 62% degli uomini, secondo l'ex ministero dell'istruzione. Un programma di cui Chaman va particolarmente fiera è  quello di supporto psicologico per le ascoltatrici, che possono chiamare per domande o confidenze. Un episodio in particolare le è rimasto ben impresso nella memoria: una donna analfabeta ha chiamato e le ha rivelato "il farmacista mi dà sempre medicine scadute. Se sapessi leggere, non lo farebbe. Le persone che non hanno imparato a leggere sono come i ciechi". "Questa radio è un ricettacolo di voci femminili, del loro dolore e delle loro frustrazioni", sostiene Hamida Aman. "La mia unica ragione di speranza, in questo momento, è sapere che sto facendo qualcosa di importante nella mia vita per aiutare le donne afgane", aggiunge Saba Chaman.
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