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Home » Lifestyle » Revenge Porn, apre lo sportello gratuito per le vittime: come funziona Primo soccorso psicologico

Revenge Porn, apre lo sportello gratuito per le vittime: come funziona Primo soccorso psicologico

L'associazione Permesso negato lancia il servizio di ascolto per chi ha subito condivisione non consensuale di materiale intimo e estorsione sessuale

Marianna Grazi
13 Ottobre 2022
Revenge Porn sportello psicologico gratuito

Apre in Italia Primo soccorso psicologico, lo sportello gratuito per le vittime di revenge porn ed estorsione sessuale

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Tre sedute di ascolto gratuite per chi è stat* vittima di condivisione non consensuale di materiale intimo ed estorsione sessuale. In una parola di Revenge Porn, ovvero la diffusione senza consenso di immagini o video intimi con l’intento di denigrare la persona immortalata. Il servizio viene offerto senza distinzione di genere. Ha aperto in Italia il primo sportello completamente gratuito per coloro che hanno subito questo tipo di violenza, “Primo soccorso psicologico“. L’obiettivo è quello di fornire queste persone un supporto concreto contro le conseguenze gravissime che insorgono quando si viene a conoscenza di questo tipo di azioni. “Il revenge porn è simile a uno stupro” affermano gli esperti di Tconsulta, la startup  di consulenza psicologica online che ha collaborato a questa importante iniziativa con PermessoNegato, la più grande associazione europea a contrasto della pornografia non consensuale. “Ci siamo interfacciati con persone vittime di questo tipo di violenza e gli effetti sono quelli. Perdita di controllo su di sé, perdita di fiducia verso le persone, perdita dell’autostima“.

Le vittime di Revenge Porn in Italia

revenge porn
In Italia circa 2 milioni di persone sono vittime di Revenge porn

In Italia sono quasi 2 milioni le vittime – senza distinzione di genere – di Revenge Porn ed estorsione sessuale. Il 16% di queste, secondo gli studi, ha pensato al suicidio o ha compiuto azioni autolesioniste come conseguenza. Ma le reazioni al vedere le proprie immagini, in video o foto, circolare sul web, sui social, o in chat private senza il proprio consenso sono anche altre: “Gli effetti collaterali sono isolamento, stigma sociale, familiare e lavorativo, vergogna, depressione, disturbo post traumatico, atti autolesivi e azioni suicidarie”, spiegano ancora da Tconsulta. È opportuno poi sottolineare che numeri raccontano una storia difficile soprattutto per le donne, il 70% del totale. Da un’indagine condotta tra maggio e giugno, su un campione di 2 milioni di persone risulta che il 4,1% degli italiani è stato vittima di pornografia non consensuale, quasi il 9% conosce una persona a cui è successo e l’età media di chi la subisce è 27 anni.
Ma non “basta” essere vittime, perché nel nostro Paese c’è un grosso problema di percezione del fenomeno: se questo, infatti, è conosciuto almeno per sentito dire dal 75% dei cittadini, molti però sono convinti che non si tratti di un reato e perfino il 35% delle persone che lo subiscono non sa che è penalmente perseguibile. Ecco spiegato il motivo per cui, almeno nel 50% dei casi, non viene fatta denuncia. “Vogliamo sfondare la parete del tabù in più ambienti e per più persone, anche per le vittime di revenge porn” dicono i promotori dell’iniziativa, che per questo motivo hanno scelto la data simbolica per l’inaugurazione del Primo Soccorso Psicologico: il 10 ottobre, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale. “È un messaggio per rimarcare quanto il revenge porn abbia effetti negativi e pericolosi sulla salute mentale delle persone, e il nostro obiettivo è tutelare e aiutarle a superare un momento complicato”, spiega Tommaso Signorini, co-fondatore di Tconsulta.

Come funzione Primo Soccorso Psicologico

Lo sportello gratuito attivato si chiama Primo Soccorso Psicologico, e offre una serie di servizi dedicati alla salute mentale delle persone interessate. Si può contattare via smartphone ed è un incontro in un “luogo sicuro online” a cui si accede previa prenotazione, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, dalla helpline di PermessoNegato. Tutt*, anche chi abita lontano dai servizi di ascolto, potranno usufruire del servizio gratuitamente: “Ci saranno tre consulenze virtuali, se necessario le vittime potranno anche accedere a un counseling aggiuntivo, Tconsulta ha offerto 60 consulenze gratuite per accompagnare le vittime in un percorso di riabilitazione”, aggiunge Signorini. Un servizio unico nel suo genere, perché se nel revenge porn vengono adottate più o meno sempre le stesse dinamiche, ogni persona ha una reazione diversa. Tutte, ugualmente, da affrontare insieme.

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L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
Tre sedute di ascolto gratuite per chi è stat* vittima di condivisione non consensuale di materiale intimo ed estorsione sessuale. In una parola di Revenge Porn, ovvero la diffusione senza consenso di immagini o video intimi con l’intento di denigrare la persona immortalata. Il servizio viene offerto senza distinzione di genere. Ha aperto in Italia il primo sportello completamente gratuito per coloro che hanno subito questo tipo di violenza, "Primo soccorso psicologico". L'obiettivo è quello di fornire queste persone un supporto concreto contro le conseguenze gravissime che insorgono quando si viene a conoscenza di questo tipo di azioni. "Il revenge porn è simile a uno stupro" affermano gli esperti di Tconsulta, la startup  di consulenza psicologica online che ha collaborato a questa importante iniziativa con PermessoNegato, la più grande associazione europea a contrasto della pornografia non consensuale. "Ci siamo interfacciati con persone vittime di questo tipo di violenza e gli effetti sono quelli. Perdita di controllo su di sé, perdita di fiducia verso le persone, perdita dell'autostima".

Le vittime di Revenge Porn in Italia

revenge porn
In Italia circa 2 milioni di persone sono vittime di Revenge porn
In Italia sono quasi 2 milioni le vittime - senza distinzione di genere - di Revenge Porn ed estorsione sessuale. Il 16% di queste, secondo gli studi, ha pensato al suicidio o ha compiuto azioni autolesioniste come conseguenza. Ma le reazioni al vedere le proprie immagini, in video o foto, circolare sul web, sui social, o in chat private senza il proprio consenso sono anche altre: "Gli effetti collaterali sono isolamento, stigma sociale, familiare e lavorativo, vergogna, depressione, disturbo post traumatico, atti autolesivi e azioni suicidarie", spiegano ancora da Tconsulta. È opportuno poi sottolineare che numeri raccontano una storia difficile soprattutto per le donne, il 70% del totale. Da un'indagine condotta tra maggio e giugno, su un campione di 2 milioni di persone risulta che il 4,1% degli italiani è stato vittima di pornografia non consensuale, quasi il 9% conosce una persona a cui è successo e l’età media di chi la subisce è 27 anni. Ma non "basta" essere vittime, perché nel nostro Paese c'è un grosso problema di percezione del fenomeno: se questo, infatti, è conosciuto almeno per sentito dire dal 75% dei cittadini, molti però sono convinti che non si tratti di un reato e perfino il 35% delle persone che lo subiscono non sa che è penalmente perseguibile. Ecco spiegato il motivo per cui, almeno nel 50% dei casi, non viene fatta denuncia. "Vogliamo sfondare la parete del tabù in più ambienti e per più persone, anche per le vittime di revenge porn" dicono i promotori dell'iniziativa, che per questo motivo hanno scelto la data simbolica per l'inaugurazione del Primo Soccorso Psicologico: il 10 ottobre, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale. "È un messaggio per rimarcare quanto il revenge porn abbia effetti negativi e pericolosi sulla salute mentale delle persone, e il nostro obiettivo è tutelare e aiutarle a superare un momento complicato", spiega Tommaso Signorini, co-fondatore di Tconsulta.

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