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"Rischio tutto per aiutare le spose bambine ad annullare i loro matrimoni. Voglio che imparino a lottare da sole per i loro diritti"

di MARIANNA GRAZI -
22 novembre 2021
SposeBambine

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Il Child Marriage Restraint Act (CMRA) del 1929 si proponeva di "sradicare il male del matrimonio infantile" in India.

Kriti Bharti

Quasi un secolo dopo, lo Stato dell'Asia meridionale continua a ospitare un terzo delle spose bambine del mondo. Secondo l'Unicef (clicca qui per il report), nel 2017, nel Paese vivevano circa 223 milioni di ragazze sposate prima del loro 18esimo compleanno. È quindi evidente che non solo la Legge sulla restrizione dei matrimoni infantili non ha affatto sradicato il fenomeno, ma non è nemmeno riuscita a fornire una via d'uscita alternativa a tutti coloro che erano già stati costretti a sposarsi. Per questo, nel 2007, è stato abrogata e sostituita dal Prohibition of Child Marriage Act (PCMA), che ha riconosciuto effettivamente validi questi matrimoni, ma annullabili: entro due anni dopo il raggiungimento della maggiore età le vittime di nozze precoci possono annullare la propria unione. Sempre che siano a conoscenza di questa possibilità. È infatti molto difficile stabilire quante giovani donne abbiano beneficiato della disposizione di annullamento, perché non ci sono informazioni disponibili al pubblico e il Ministero delle Donne e dello Sviluppo del Bambino si è rifiutato di rispondere alle molteplici richieste dei media internazionali, in particolate della CNN, in merito all'applicazione della legge. Di certo, però, si sa che almeno 43 matrimoni tra minori sono stati annullati. E che tutte queste storie a lieto fine hanno in comune è una tenace sostenitrice dei diritti dei bambini: il suo nome è Kriti Bharti. Psicologa della riabilitazione e attivista per i diritti dei bambini, è nota per essere colei che ha aiutato a garantire il primo annullamento di un matrimonio infantile in India. E ha assistito le donne in altri 42 casi, da quando ha scoperto la disposizione contenuta nel PCMA.

Spose a un anno

Santa Devi, 26 anni, ha ottenuto l'annullamento del suo matrimonio minorile con l'aiuto di Kriti Bharti, attivista per i diritti dei bambini e avvocato. Ora è sposata con un ragazzo 'scelto' da lei e lavora in una compagnia di assicurazioni. (CNN)

Nel marzo 2012, a soli 24 anni, Bharty aveva appena registrato formalmente la sua organizzazione, Saarthi Trust, quando ha incontrato la diciottenne Laxmi Sargara. Nello Stato in cui entrambe vivono nel 2017 c'erano circa 15 milioni di spose bambine. Sargara era stata una di loro. Era stata data in sposa all'età di un anno a un bambino di 3 anni di un altro villaggio, ma aveva saputo dell'unione solo molti anni dopo, quando i suoceri erano venuti a dirle che tra pochi giorni sarebbe andata a vivere con loro (rito del gauna). Nel Paese non è raro, infatti, che bambini di appena un anno 'si sposino' in cerimonie tradizionali come il mausar, ovvero le nozze celebrate il dodicesimo giorno di lutto dopo la morte di un membro della famiglia. Sargara, spaventata, ha chiesto aiuto al fratello maggiore, che abita nella città di Jodhpur, dove hanno raggiunto Bharti, allora un'assistente sociale con la reputazione di aiutare le vittime del matrimonio infantile a ritardare il loro trasferimento nella casa del marito. "Quando Laxmi è venuta da me voleva qualcosa di definitivo, e non voleva solo un divorzio per un matrimonio a cui non aveva mai acconsentito", ricorda l'attivista. "Dopo aver esaminato centinaia di sentenze e documenti legali, ci siamo finalmente rese conto che esisteva una disposizione di annullamento che lei poteva utilizzare - aggiunge-. Stavamo utilizzando una legge che nessuno aveva mai usato prima, che i tribunali stessi non conoscevano. Oggi quando presentiamo una causa è molto più facile, ma allora stavamo creando un precedente", spiega. Tre anni dopo quello storico primo annullamento, Bharti ha incontrato Santa Devi. Lei è cresciuta a Rohicha Kallan, un villaggio di contadini e artigiani a due ore da Jodhpur e dopo la morte dello zio è stata fatta sposare, a soli 11 mesi, con un ragazzo che all'epoca aveva 10 anni. Come Sargara, ha continuato ad essere cresciuta dai suoi genitori per poi venire a conoscenza del matrimonio a 15 anni, nel 2010. Alla richiesta di spiegazioni la risposta era stata: "Questo è ciò che i nostri anziani hanno sempre fatto". Devastata, la ragazza ha cercato aiuto rivolgendosi a quella che chiama e considera la sua 'Didi' (significa sorella maggiore, ndr), Kriti Bharti. "Allora non potevo parlare, non conoscevo nemmeno l'hindi, non avevo mai lasciato il mio villaggio. Ma quando la famiglia dello sposo mi ha fatto pressione per eseguire il gauna, ho capito che dovevo fare qualcosa. (Con un amico) abbiamo cercato ovunque una soluzione e alla fine ci siamo imbattuti in articoli in cui si parlava di Kriti - didi - che annulla i matrimoni tra bambini", ricorda la giovane sposa. L'attivista ha accettato di aiutarla, ma dovevano muoversi rapidamente: Devi è andata a Jodhpur per incontrarla e compilare i documenti appena 6 giorni prima del suo ventesimo compleanno, l'età limite per le richieste di annullamento per le donne indiane. Ma cercare legalmente di annullare il matrimonio era una cosa. Andare contro le istituzioni rurali del potere un'altra.

Un consiglio di casta discute sul matrimonio di una bambina (CNN)

Leggi indiane e usanze locali

Quando la ragazza ha parlato al padre del suo desiderio di annullare il matrimonio, lui stesso ha incontrato l'attivista, decidendo di sostenere sua figlia. Ma nel villaggio la notizia ha destato scalpore, tanto che il consiglio di casta ('jati panchayat', composto dagli uomini leader di un gruppo) ha imposto all'uomo una multa di 16 lakh Rupie (circa 21.521 dollari) per aver rotto un matrimonio. Vista anche la prospettiva di espulsione dal villaggio, il padre di Devi ha ritirato il suo appoggio, dandole un ultimatum: "Strappa i documenti [di annullamento], altrimenti non sei mia figlia". "Hanno minacciato di uccidermi - racconta la giovane - Se didi non mi avesse tenuta con sé, mi avrebbero sicuramente uccisa". I consigli locali, come quello che ha multato il padre di Devi, agiscono come sistemi paralleli di applicazione della legge, imponendo pene che vanno dalle multe alla scomunica fino ai cosiddetti delitti d'onore, brutali omicidi di donne e ragazze, in violazione aperta delle norme vigenti in India. "I tribunali sono stati istituiti più tardi, ma gli jati panchayat esistono da tempo e prendono decisioni secondo la tradizione", dice l'avvocata, spiegando come queste istituzioni preservino pratiche culturali dannose come appunto il matrimonio infantile. "La legge non è stata una risposta al problema - sostiene Bharti Ali, fondatore dell'HAQ Centre for Child Rights - (Il matrimonio infantile) continua ad esistere nonostante la legge esista ormai da molto tempo". La 34enne attivista ha spiegato infatti che la gente si rivolge ai consigli del villaggio senza conoscere la differenza tra un annullamento e un divorzio, aspettandosi che quest'ultimo sia un processo costoso e laborioso. Ma lavorare con queste istituzioni tradizionali di potere è questi impossibile, visto che in esse le donne, percepite come aventi uno status inferiore in un sistema patriarcale e quindi non autorizzate a partecipare alle riunioni del consiglio, non ottengono un'udienza equa. Per questo, anche se il quadro giuridico nazionale non è perfetto, con il sistema giudiziario che spesso non riesce a trattare le spose bambine come vittime, Kriti Bharti sostiene che i tribunali siano comunque più equi. "Anche se concordo sul fatto che ci sia una mancanza di sensibilità, almeno ascoltano entrambe le parti. Gli Jati panchayat ascoltano chi ha più peso nella società e promuovono il matrimonio infantile, quindi non vogliamo creare un legame con loro" sostiene.

Voglio che le ragazze parlino da sole

Kriti Bharti, attivista per i diritti dei bambini, psicologa e avvocata (CNN)

I tassi di matrimoni precoci, in India, sono comunque diminuiti. Nel 1970, il 74% delle ragazze si sposava prima dei 18 anni e il 42% prima dei 15 anni. Nel 2015, queste percentuali erano scese rispettivamente al 27% e al 7%. La tendenza è stata attribuita all'accesso all'istruzione e alla "messaggistica pubblica sull'illegalità del matrimonio infantile". Ma nonostante il calo l'attivista porta avanti una campagna costante perché ci sono ancora tante, troppe ragazze dimenticate. Nel Paese il matrimonio, però, offre alle donne sicurezza e uno status, e quindi Bharti sa che le giovani donne con cui lavora avranno bisogno di essere attrezzate per 'orientarsi' nella vita da sole o fino a quando non sceglieranno di risposarsi alle loro condizioni. "Dico a tutte che accetterò il loro caso solo se promettono di continuare con la loro istruzione - afferma -. Voglio che arrivino ad un punto in cui siano in grado di parlare per se stesse e protestare se mai venissero spinte a sposarsi di nuovo contro la loro volontà". Aiutare le giovani donne a immaginare una vita per se stesse e poi sostenerle mentre costruiscono quella vita è stato gratificante per lei, ma anche rischioso. "Ricevo minacce ogni giorno - sottolinea la donna, che vive con sua madre -. Ci sono state volte in cui ho ricevuto false soffiate su un matrimonio di una bambina in corso, nel tentativo di attirarmi in un certo luogo. Chiamatelo istinto o intuizione, per fortuna ho evitato il peggio", aggiunge. Non ha mai denunciato le minacce ricevute, perché farlo le renderebbe solo più difficile interagire con le persone che sta cercando di aiutare, la allontanerebbe da loro. Lei conosce i rischi che corre nell'aiutare le ragazze ad appellarsi ad una legge poco conosciuta contro una tradizione di lunga data, eppure lo fa comunque. "Nessuno è immortale - conclude fiduciosa - quindi se posso aiutare anche solo 10 ragazze lungo la strada, sono felice di correre il rischio".