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Home » Lifestyle » Samuele Proto, il primo album “Proiezioni” e il blues come “identità emozionale”

Samuele Proto, il primo album “Proiezioni” e il blues come “identità emozionale”

Il 25enne fiorentino è cantautore, chitarrista e produttore fiorentino descrive la scena musicale dei giovani toscani e prepara la tournée per il disco

Giovanni Ballerini
20 Novembre 2022
Samuele Proto

Samuele Proto

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“Ho iniziato a scrivere canzoni a 16 anni, ma ho avuto sin dall’inizio la fortuna di lavorare con Marzio Benelli e Simone Papi allo Studio M di Calenzano, dove sono nati tanti gruppi italiani underground degli anni 80’ e ‘90″. Ha solo 25 anni, ma ha le idee chiare Samuele Proto, che, dopo aver partecipato alla fase casting di Amici, ha vinto nel 2019 Deejay on stage, che gli ha permesso di essere in heavy rotation per un mese su Radio Deejay, è arrivato secondo al contest di Radio Italia e poi ha realizzato la colonna sonora del documentario in memoria del capitano della Fiorentina Davide Astori.
Ora il cantautore, chitarrista e produttore fiorentino, classe 1997, che si era fatto apprezzare con i singoli “Fuliggine“, “Fragili Rose” e “Atenei“, in cui rifletteva su un bel tappeto sonoro R&B e blues, sull’importanza di non lasciarsi alle spalle le piccole cose, ha pubblicato il suo primo album. Si chiama “Proiezioni“, è uscito per l’etichetta Shed626 e prosegue, con un coinvolgente groove soul e un’attitudine blues, il racconto di questo ragazzo, che ama Lucio Battisti e Bill Withers, dedica a pensieri, ai sentimenti e agli stati d’animo racchiusi nel cambiamento, dando forma concreta alle sensazioni vissute.

Samuele Proto ha pubblicato il primo album “Proiezioni”

Samuele, come è nato il suo amore per il blues?
“Quando ancora frequentavo le medie, mio fratello, che già suonava, mi fece vedere un video live di John Mayer, che ancora oggi è il mio musicista preferito. Da allora cerco sempre di tuffare le mie canzoni nel blues, che per me non è solo un intenso sound, ma mi affascina anche come concetto. Come atteggiamento verso una musica suonata, che segue fino a un certo punto le dinamiche radiofoniche. Quando parlo di blues faccio riferimento a un’identità emozionale, sentimentale, un istinto“.

Non le piace la scena rap che va tanto di moda?
“Come cantautore no, ma come musicista la trovo molto interessante. Come produttore e chitarrista negli ultimi due anni ho lavorato con rapper fiorentini in gamba”.

A 25 anni, lei riesce a camparci con la musica?
“Per ora non direttamente col mio progetto di cantautore, ma come musicista sì. Grazie anche al mio lavoro con l’etichetta musicale Shed626 e il mio lavoro come produttore per altri gruppi”.

Che ne pensa dei social network?
“Non li amo, ma sono uno strumento fondamentale per un ragazzo che vuole emergere in questo momento”.

Proto porterà in tournée il disco in tutta la Toscana

Quali sono i suoi prossimi step?
“Suonare i brani del mio primo album ‘Proiezioni’ in tutta la Toscana e in tutta Italia. A proposito, la cover dell’album è stata realizzata in collaborazione con l’artista romana Giulia Gaia Rossi, che ha dedicato alle 11 canzoni del disco altrettante tavole dipinte in cui il soggetto sono le formiche. Dal vivo le movimenteremo con dei video, ma stiamo studiando anche eventi appositi, magari mostre – concerto in cui mischiare le arti”.

I venticinquenni fiorentini che musica ascoltano?
“Di solito quella che va per radio, ma chi è appassionato dalle novità ascolta un po’ di tutto. Non credo insomma che fra i ragazzi fiorentini della mia età ci sia un genere preponderante”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Ho iniziato a scrivere canzoni a 16 anni, ma ho avuto sin dall’inizio la fortuna di lavorare con Marzio Benelli e Simone Papi allo Studio M di Calenzano, dove sono nati tanti gruppi italiani underground degli anni 80’ e ‘90". Ha solo 25 anni, ma ha le idee chiare Samuele Proto, che, dopo aver partecipato alla fase casting di Amici, ha vinto nel 2019 Deejay on stage, che gli ha permesso di essere in heavy rotation per un mese su Radio Deejay, è arrivato secondo al contest di Radio Italia e poi ha realizzato la colonna sonora del documentario in memoria del capitano della Fiorentina Davide Astori. Ora il cantautore, chitarrista e produttore fiorentino, classe 1997, che si era fatto apprezzare con i singoli "Fuliggine", "Fragili Rose" e "Atenei", in cui rifletteva su un bel tappeto sonoro R&B e blues, sull’importanza di non lasciarsi alle spalle le piccole cose, ha pubblicato il suo primo album. Si chiama "Proiezioni", è uscito per l’etichetta Shed626 e prosegue, con un coinvolgente groove soul e un’attitudine blues, il racconto di questo ragazzo, che ama Lucio Battisti e Bill Withers, dedica a pensieri, ai sentimenti e agli stati d’animo racchiusi nel cambiamento, dando forma concreta alle sensazioni vissute.
Samuele Proto ha pubblicato il primo album "Proiezioni"
Samuele, come è nato il suo amore per il blues? "Quando ancora frequentavo le medie, mio fratello, che già suonava, mi fece vedere un video live di John Mayer, che ancora oggi è il mio musicista preferito. Da allora cerco sempre di tuffare le mie canzoni nel blues, che per me non è solo un intenso sound, ma mi affascina anche come concetto. Come atteggiamento verso una musica suonata, che segue fino a un certo punto le dinamiche radiofoniche. Quando parlo di blues faccio riferimento a un’identità emozionale, sentimentale, un istinto". Non le piace la scena rap che va tanto di moda? "Come cantautore no, ma come musicista la trovo molto interessante. Come produttore e chitarrista negli ultimi due anni ho lavorato con rapper fiorentini in gamba". A 25 anni, lei riesce a camparci con la musica? "Per ora non direttamente col mio progetto di cantautore, ma come musicista sì. Grazie anche al mio lavoro con l’etichetta musicale Shed626 e il mio lavoro come produttore per altri gruppi". Che ne pensa dei social network? "Non li amo, ma sono uno strumento fondamentale per un ragazzo che vuole emergere in questo momento".
Proto porterà in tournée il disco in tutta la Toscana
Quali sono i suoi prossimi step? "Suonare i brani del mio primo album 'Proiezioni' in tutta la Toscana e in tutta Italia. A proposito, la cover dell’album è stata realizzata in collaborazione con l’artista romana Giulia Gaia Rossi, che ha dedicato alle 11 canzoni del disco altrettante tavole dipinte in cui il soggetto sono le formiche. Dal vivo le movimenteremo con dei video, ma stiamo studiando anche eventi appositi, magari mostre – concerto in cui mischiare le arti". I venticinquenni fiorentini che musica ascoltano? "Di solito quella che va per radio, ma chi è appassionato dalle novità ascolta un po’ di tutto. Non credo insomma che fra i ragazzi fiorentini della mia età ci sia un genere preponderante".
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