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Home » Lifestyle » Sciare rispettando clima e natura: il decalogo per spostarsi, equipaggiarsi, divertirsi in modo green

Sciare rispettando clima e natura: il decalogo per spostarsi, equipaggiarsi, divertirsi in modo green

No ai fuoripista, spostarsi in treno e coi mezzi pubblici, noleggiare scarponi e sci, scegliere cibi del posto, contribuire al rimboschimento: in montagna per una vacanza eco

Domenico Guarino
24 Ottobre 2021
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Si può essere eco anche sulla neve? Sì! Anzi si deve. Con il cambiamento climatico in atto è infatti sempre più necessario ed opportuno adottare comportamenti il più possibile rispettosi di un ecosistema, quello delle montagne, tanto bello quanto delicato e fragile, che sta soffrendo in maniera particolare questa fase storica. Lo scioglimento dei ghiacciai e la carenza di neve sta lì a testimoniarlo, spesso in maniera drammatica. E’ dunque necessario fare di tutto perché nel comprensorio dove si va a sciare o a trascorrere la propria settimana bianca, come in generale, per le ricadute che i nostri comportamenti hanno direttamente ed indirettamente sull’ambiente, si usino accorgimenti, anche piccoli, in grado di ridurre al massimo il nostro impatto sull’habitat montano.

“La criosfera montana, permafrost, ghiacciai e neve, è sempre più vulnerabile all’aumento delle temperature e al cambiamento delle precipitazioni. Le nostre valli vivono di turismo e di sport invernali. Ma dobbiamo comunque trovare la strada per ridurre l’impronta ecologica del turismo invernale. E per fare questo, è indispensabile il ruolo attivo degli sciatori”, spiega Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per la promozione turistica della Val di Sole che da sempre è impegnata nella promozione della cultura ambientale con numerose iniziative nel segno della sostenibilità e dell’accessibilità: dai menu sostenibili certificati nei rifugi, al progetto Pejo Plastic Free fino all’avvio del percorso per diventare una località ‘Barrier Free‘ al servizio dei turisti con disabilità.

Inoltre, quest’anno, Apt, per aiutare i turisti a fare la loro parte, ha stilato un dettagliato ‘decalogo per la settimana bianca a basso impatto’ con tanti suggerimenti green. Dall’abbigliamento alla gestione dei rifiuti, dai trasporti all’alimentazione,

Mobilità

Il consiglio è quello di raggiungere la località sciistica in treno. E quando si è lì di usare la rete di skibus e mezzi di mobilità collettiva.

Soggiorno

Privilegiare le località che hanno puntato con forza sulla riduzione dell’impronta ecologica del turismo.

Abbigliamento

Per vestiario e attrezzature, si suggerisce di noleggiare sci e scarponi piuttosto che acquistarli: i vantaggi sono pari a quelli del car sharing per le auto. Uno sci a noleggio viene infatti utilizzato tutti i giorni della stagione invernale e non solo durante la settimana bianca. Preferire poi marche ecofriendly che usano tessuti riciclati.

Rifiuti

Ridurre al minimo la produzione , ricorrendo a prodotti con poco o nessun packaging. E, se si pranza al sacco, è obbligo riportarli. Non usare plastiche monouso ovviamente, meglio la borraccia termica.

Ristorazione

Se si mangia in un rifugio, è bene orientarsi sui prodotti locali: hanno un minore impatto ambientale e, per di più, aiutano l’economia del territorio montano.

Impatto

Evitare i fuoripista, soprattutto in luoghi dove possono danneggiare vegetazione e disturbare gli animali. Farsi portavoce in prima persona delle buone pratiche che adotti nella tua cerchia di amici. I social, in questo caso, possono essere un potente alleato di cambiamento positivo

Compensazioni

Per compensa re le emissioni prodotte con il viaggio e il soggiorno si può finanziare ad esempio attività di rimboschimento o altre azioni di riduzione dei gas serra, una delle tante ormai molte organizzazioni che calcolano la CO2 prodotta e permettono di compensarla.

Preso nota? Bene, buona settimana bianca allora, nel rispetto dell’ambiente

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Si può essere eco anche sulla neve? Sì! Anzi si deve. Con il cambiamento climatico in atto è infatti sempre più necessario ed opportuno adottare comportamenti il più possibile rispettosi di un ecosistema, quello delle montagne, tanto bello quanto delicato e fragile, che sta soffrendo in maniera particolare questa fase storica. Lo scioglimento dei ghiacciai e la carenza di neve sta lì a testimoniarlo, spesso in maniera drammatica. E’ dunque necessario fare di tutto perché nel comprensorio dove si va a sciare o a trascorrere la propria settimana bianca, come in generale, per le ricadute che i nostri comportamenti hanno direttamente ed indirettamente sull’ambiente, si usino accorgimenti, anche piccoli, in grado di ridurre al massimo il nostro impatto sull’habitat montano. “La criosfera montana, permafrost, ghiacciai e neve, è sempre più vulnerabile all'aumento delle temperature e al cambiamento delle precipitazioni. Le nostre valli vivono di turismo e di sport invernali. Ma dobbiamo comunque trovare la strada per ridurre l'impronta ecologica del turismo invernale. E per fare questo, è indispensabile il ruolo attivo degli sciatori", spiega Fabio Sacco, direttore dell'Azienda per la promozione turistica della Val di Sole che da sempre è impegnata nella promozione della cultura ambientale con numerose iniziative nel segno della sostenibilità e dell'accessibilità: dai menu sostenibili certificati nei rifugi, al progetto Pejo Plastic Free fino all'avvio del percorso per diventare una località 'Barrier Free' al servizio dei turisti con disabilità. Inoltre, quest’anno, Apt, per aiutare i turisti a fare la loro parte, ha stilato un dettagliato 'decalogo per la settimana bianca a basso impatto' con tanti suggerimenti green. Dall'abbigliamento alla gestione dei rifiuti, dai trasporti all'alimentazione,

Mobilità

Il consiglio è quello di raggiungere la località sciistica in treno. E quando si è lì di usare la rete di skibus e mezzi di mobilità collettiva.

Soggiorno

Privilegiare le località che hanno puntato con forza sulla riduzione dell'impronta ecologica del turismo.

Abbigliamento

Per vestiario e attrezzature, si suggerisce di noleggiare sci e scarponi piuttosto che acquistarli: i vantaggi sono pari a quelli del car sharing per le auto. Uno sci a noleggio viene infatti utilizzato tutti i giorni della stagione invernale e non solo durante la settimana bianca. Preferire poi marche ecofriendly che usano tessuti riciclati.

Rifiuti

Ridurre al minimo la produzione , ricorrendo a prodotti con poco o nessun packaging. E, se si pranza al sacco, è obbligo riportarli. Non usare plastiche monouso ovviamente, meglio la borraccia termica.

Ristorazione

Se si mangia in un rifugio, è bene orientarsi sui prodotti locali: hanno un minore impatto ambientale e, per di più, aiutano l'economia del territorio montano.

Impatto

Evitare i fuoripista, soprattutto in luoghi dove possono danneggiare vegetazione e disturbare gli animali. Farsi portavoce in prima persona delle buone pratiche che adotti nella tua cerchia di amici. I social, in questo caso, possono essere un potente alleato di cambiamento positivo

Compensazioni

Per compensa re le emissioni prodotte con il viaggio e il soggiorno si può finanziare ad esempio attività di rimboschimento o altre azioni di riduzione dei gas serra, una delle tante ormai molte organizzazioni che calcolano la CO2 prodotta e permettono di compensarla. Preso nota? Bene, buona settimana bianca allora, nel rispetto dell’ambiente  
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