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Quando a scuola i bulli sono i prof. Risarcita Debora Chirone, studentessa bocciata ingiustamente

Oggi è un'architetta realizzata. Il Tar 11 anni dopo le ha accordato un risarcimento di 10mila euro: a pagare saranno il Ministero dell'Istruzione e il suo liceo di Savona

di MAURIZIO COSTANZO -
14 ottobre 2022
Debora Chirone laurea

Debora Chirone laurea

Una ragazza discriminata nel luogo per eccellenza dove le discriminazioni non dovrebbero mai esistere: la scuola. Per dipiù ad opera di coloro che, per mestiere, le discriminazioni sono preposti a cancellarle: i professori. Oggi Debora Chirone, savonese, è una giovane e realizzata architetta, e quando andava a scuola era molto brava. Come mai, allora, non ha passato l’anno, lei che aveva la media del sette e mezzo? Per via dell’insegnante di matematica che aveva preso di mira lei insieme ad altre tre ragazze (tutte bocciate), comportandosi con loro con atteggiamenti inconcepibili per chi siede dietro una cattedra, e che gli stessi giudici hanno definito odiosi.

Bocciatura immeritata: il Miur e il Liceo la rimborsino

Ma Debora non si arresa, si è rimboccata le maniche e nonostante l’immeritata bocciatura non solo si è diplomata lo stesso, ma si è anche laureata in architettura per poi aprire uno studio con un collega iniziando a lavorare. Tutto questo mentre la giustizia faceva il suo (lento) corso. Ora è arrivata la svolta: il Ministero dell'Istruzione e un liceo di Savona dovranno risarcirla con 10 mila euro per i danni economici e la sofferenza patita a causa dell'illegittima bocciatura, subita ai tempi in cui era studentessa della terza classe all'istituto superiore nell'anno scolastico 2010-2011.
Debora Chirone

Debora Chirone, savonese, è stata bocciata in terza liceo insieme ad altre tre compagne di classe (Instagram)

"Il danno patrimoniale deriva dal lucro cessante patito per aver ottenuto il diploma di maturità al termine dell'anno scolastico 2013/2014, anziché 2012/2013 e per avere differito di un anno gli studi universitari e l'inizio dell'attività professionale - spiega il Tar -. Superato l'esame di abilitazione ha cominciato ad esercitare la professione di architetto, ottenendo i primi guadagni nell'agosto del 2021. Dunque, a causa del ritardo nel conseguimento del titolo di studio di scuola superiore, la ricorrente - laureatasi in corso - ha subito un allungamento dei tempi per svolgere l'attività lavorativa produttiva di reddito".

Ritardo nell'accesso al lavoro e frustrazione: il risarcimento di 10mila euro

I giudici amministrativi hanno precisato che il pregiudizio economico ristorabile non coincide totalmente con il mancato reddito medio di un anno di lavoro, perché la percezione dei guadagni è stata non già definitivamente persa, ma posticipata nel tempo. Il ritardo si ripercuote anche sui contributi previdenziali da versare e ai fini pensionistici. "Appare dunque equo liquidare, a titolo di diminuito utile per via del ritardo, la somma di 8.700 euro pari a circa un quarto del reddito medio di un architetto nel nord-ovest e, quindi, in Liguria (ossia 34.555 euro in base al rapporto Inarcassa) - precisa la sentenza -. Si reputa che nella normalità dei casi, una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell'alunno patema d'animo, afflizione, frustrazione ed angoscia. Per tale sofferenza si stima equo liquidare 1.300 euro, più rivalutazione monetaria e interessi legali".
Debora Chirone

Debora Chirone è oggi un'architetta affermata, ma dovrà essere risarcita dal Miur e dal liceo di Savona per l'immeritata bocciatura e i conseguenti ritardo nella conclusione degli studi e frustrazione (Instagram)

Al di là del risarcimento, resta la grande lezione di una ragazza che non si è mai rassegnata, non si è nascosta dietro un "ce l’hanno tutti con me". Debora è andata avanti da sola, ha continuato per la propria strada e raggiunto gli obiettivi nonostante gli ostacoli che s’incontrano lungo la via che porta al futuro. Le altre amiche, tutte bocciate ingiustamente come lei, hanno invece lasciato la scuola non denunciando quello che le era capitato. Debora Chirone invece ha avuto la forza non solo di denunciare ma anche di rimanere. Ora la giustizia le ha dato ragione sul passato, undici anni dopo. Ma quel che più conta è il presente e il futuro che la ragazza ha saputo costruirsi dimostrando una grande forza e determinazione, nonostante tutto. Tra accettare la realtà (anche la più brutta e ingiusta) e rassegnarsi, ce ne corre. L’esempio di Debora è qualcosa dunque da cui tutti - chiamati a rincorrere i propri sogni nonostante ci sia qualcuno che quei sogni punti a soffocarli sul nascere - possono imparare qualcosa. Anche, e soprattutto, la sua prof di matematica, che ha finalmente imparato che i conti, prima o poi tornano tutti. Non solo sulla lavagna, anche nelle vita.