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Skin shaming: la cura di sé è il miglior antidoto di benessere

L'indagine "Dove Body Love 2023" rivela che oltre 6 persone su 10 (62%) sono state prese di mira sui social o nella vita reale per problemi o imperfezioni legati alla pelle

di MARIANNA GRAZI -
28 marzo 2023
Skin Shaming: giovani e donne più colpiti

Skin Shaming: giovani e donne più colpiti

"Grassa", "brutta", "troppo magro", "guarda com'è invecchiato": sono solo alcuni dei giudizi, offensivi e non richiesti, sull'aspetto esteriore di una persona classificabili sotto la generale definizione di body shaming. Un fenomeno che di cui si è sentito molto parlare negli ultimi anni, ma oggi il bersaglio si è spostato sempre più dal corpo alla pelle. Ed ecco quindi che cambia anche l'espressione di riferimento, che diventa skin shaming. Di cui sono vittime, secondo la recente indagine "Dove Body Love 2023", oltre 6 italiani su 10 (62%), che sono sono stati presi di mira sui social o nella vita di tutti i giorni a causa di problemi o imperfezioni. Lo studio, condotto col metodo WOA (Web Opinion Analysis) prendendo in esame circa 1.200 utenti web, uomini e donne con un’età compresa tra i 20 e i 50 anni. Quindi il fenomeno, osservatosi per la prima volta qualche anno fa negli Stati Uniti, oggi sembra aver preso piede anche nel nostro Paese, sfruttando il terreno fertile soprattutto dei social network.

Sei italiani su 10 (62%) dicono di essere stati vittime di skin shaming

La body e la skin shaming sui social

Donne e giovani sono i principali soggetti presi di mira dagli haters sulle piattaforme, attraverso commenti, post, story e messaggi privati. Gli inestetismi della pelle sono infatti molto comuni e riguardano milioni di persone, potenzialmente sempre più esposte alle critiche online: dall’acne al rossore, dalle cicatrici fino alle macchie. Come rivelato dall’indagine vengono colpiti principalmente da questa forma di discriminazione i ragazzi tra i 18 e i 25 anni (59%), seguiti dagli over 45 (22%) e dalla fascia 33-45 anni (19%). A soffrire di più sono le donne: infatti oltre 6 su 10 (64%) si sentono maggiormente giudicate per la propria immagine, mentre alla stessa domanda la percentuale di uomini scende al 36%. Inoltre, oltre 7 su 10 hanno dichiarato che questo fenomeno li ha condotti a uno stato di forte insicurezza (73%).

Il rapporto con la propria immagine

In un mondo di leoni da tastiera e assuefazione ai social non mancano comunque le buone notizie. Sempre secondo il report "Dove Body Love 2023" il dato relativo al rapporto degli utenti web italiani con la propria immagine è positivo: quasi 6 su 10 si ritengono infatti complessivamente soddisfatti del proprio aspetto esteriore (58%), con un giudizio che propende più per "abbastanza" (35%) rispetto a "molto" (23%), mentre gli insoddisfatti sono la minoranza (42%), con feedback riconducibili a "poco (27%) e "per nulla" (15%). E per stare bene cosa c'è di meglio che dedicare un momento della giornata magari proprio alla skin care: se il 67% degli intervistati dice di prendersi cura del proprio aspetto per piacersi, c'è però il risvolto della medaglia, ovvero un 56% di persone che ammette ancora di farlo per essere accettato dagli altri. Ed è importante evidenziare come il 64% degli intervistati per reperire informazioni utili alla cura del corpo e della pelle segue consigli provenienti dal web e dagli influencer.

La cura di sé come antidoto alle critiche

La dottoressa Stefania Andreoli

Ma allora dove trovare un antidoto a critiche e offese sui social che riguardano l'aspetto esteriore? Se i filtri possono fornire una falsa soluzione, scatenando invece il rischio di imitazione nella realtà di quell'effetto liftato e perfetto magari attraverso la chirurgia estetica, la risposta è invece molto più semplice: nella cura di sé, chiave di volta per innescare un processo virtuoso. Secondo la dottoressa Stefania Andreoli, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Alice ETS: "Chi cura il proprio aspetto lo fa principalmente per sé e per sentirsi bene. Infatti, concedersi le cure rivolte al corpo e alla pelle è un gesto che di per sé è accudente, prima ancora del suo risultato. Avere cura di sé produce sentimenti di benessere che, indagati più a fondo, rimandano ad un vero e proprio segreto di bellezza suggerito dai partecipanti all’indagine - aggiunge l'esperta -. Per il 59% dei rispondenti, stare in ascolto di sé, isolandosi dal rumore di fondo dei diktat esterni e rispondendo alle proprie esigenze, dopo essersi sintonizzati e sintonizzate sui bisogni profondi suggeriti dalla propria unicità, diventa il modo d’elezione per avere cura di se stessi… e come dare loro torto! Questi dati ci permettono inoltre di dare anche una lettura in chiave positiva del rapporto con la nostra immagine - prosegue Andreaoli -. Infatti, diversamente dai risultati raccolti da altre ricerche condotte post-pandemia e dall’avvento dei social network, la notizia è finalmente l’occasione di un racconto in controtendenza: stiamo iniziando a relazionarci con la nostra immagine esteriore in modo più positivo di quanto emergeva fino ad oggi".

"Il nostro corpo va amato"

Amare il proprio corpo, compresi i piccoli difetti, e prendersene cura per se stessi e non per apparire è il miglior antidoto di benessere contro le critiche

"In occasione del lancio dei nuovi prodotti della linea Body Love abbiamo voluto fare una fotografia mirata di un fenomeno che coinvolge sempre più persone a livello globale, in particolare le donne e i giovani: conoscere nel dettaglio il problema è infatti il primo passo per combatterlo e superarlo – commenta Claudia Mennini, marketing manager di Dove –. Il nostro auspicio è quello di far arrivare a quante più persone possibili il messaggio che il nostro corpo va amato, senza prendere in considerazione ciò che gli hater purtroppo scrivono sui social o dicono nella vita di tutti i giorni. Ciò che conta realmente è sentirsi bene con sé stessi, prendersi cura del proprio benessere e apprezzare anche i propri piccoli difetti, perché sono soprattutto loro che ci rendono unici e irripetibili. Riscrivere la bellezza in modo che sia fonte di fiducia e non di ansia è un impegno che Dove persegue da 18 anni attraverso 'Dove Progetto Autostima', attivo in 150 paesi, e che ha già raggiunto oltre 82 milioni di giovani. Il progetto si propone di aiutare 250 milioni di bambini e adolescenti a migliorare la propria autostima entro il 2030".