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Home » Lifestyle » Sofia Viscardi, 23 anni, youtuber mito degli adolescenti: “Con ‘Venti’ voglio aiutarli nell’età dei dubbi. E ad essere ‘educati’ sul web”

Sofia Viscardi, 23 anni, youtuber mito degli adolescenti: “Con ‘Venti’ voglio aiutarli nell’età dei dubbi. E ad essere ‘educati’ sul web”

Un milione e mezzo di followers, centomila copie di 'Succede' il libro che diventerà film. "Da mia sorella di 15 anni capisco che gli adolescenti attuali sono già diversi da me, non nativa del web. La nonna m'insegna che i ragazzi sono gli stessi di sempre, cambia solo il modo di raccontarsi ". "Amo il confronto, per questo faccio parte di Luce!"

Ludovica Criscitiello
10 Giugno 2021
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Sofia Viscardi, classe ’98, È diventata un mito tra le (e gli)  adolescenti. Forse perché, fresca dei suoi 23 anni parla lo stesso linguaggio e sa farlo bene, o forse anche perché è riuscita a trovare una via preferenziale per arrivare a loro, scegliendo gli argomenti giusti di cui parlare. Emozioni, paure, momenti di crisi come la scelta dell’università, il distacco dai genitori, le insicurezze e i primi amori. Insomma, quelli che affliggono ogni teenager. Sofia è diventata youtuber all’età di 15 anni, per caso. Ha iniziato a raccontare la sua vita, dalla scelta dei vestiti per uscire, alla scuola, alle amicizie e così via. E da allora non si è più fermata fino a raggiungere qualche anno fa un milione e mezzo di follower su Instagram, 500 mila su Twitter, una rubrica in tv, il primo posto ai Web Show Awards 2016 e più di 100 mila copie vendute del primo libro intitolato ‘Succede’ da cui è stato tratto un film.
Insieme a un team di ragazzi ha poi lanciato ‘Venti’, un nuovo format che è diventato un canale Youtube, intitolato ispirandosi proprio a quell’età difficile in cui non si è ancora adulti, ma nemmeno adolescenti. Uno spazio di confronto dove si parla di tutte le paure, gli sbagli, i desideri che si hanno in questo periodo della vita. Sofia Viscardi è entrata a far parte del comitato scientifico di Luce!

Avevi le idee chiare su cosa volevi fare da grande?
“In realtà no, ma come non l’avevo anni fa non l’ho neanche oggi, nel senso che non mi precludo nulla e penso a portare avanti i miei progetti attuali come ‘Venti’ sul quale io e gli altri abbiamo investito tanto. È chiaro che nella vita non si può mai sapere. Oggi abbiamo un canale Youtube attraverso il quale facciamo comunicazione dal basso, magari tra sei anni ci sarà qualche altro progetto”.

Come hai iniziato?
“Guardavo tanti video e ho visto che potevo farli. Youtube è una piattaforma alla portata di tutti e io sono una grande chiacchierona. Il primo video che ho fatto è stato con una mia amica, era un filmato dove ci presentavamo e raccontavamo cose della nostra vita”.

Il segreto del successo dei tuoi video?
“Guarda, in realtà non saprei dirtelo. Credo sia dovuto a tanti fattori insieme, come ad esempio il fatto che ho iniziato nel momento giusto e ho una dialettica che in questo caso funziona”.

Quali difficoltà hai incontrato in questo percorso?
“Quando ho iniziato ero inconsapevole di cosa significasse autorappresentarsi così tanto. Inizialmente raccontavo ogni singolo momento della mia giornata. Ho vissuto l’adolescenza con un milione di persone che sapevano sempre quello che facevo. Non è per forza una cosa negativa, ma solo dopo ho capito che era meglio non continuare a farlo così tanto. Questo anche perché magari uno tende a scegliere determinati lati di sé da poter mostrare agli altri, ma non sono solo quelli poi in realtà che ti caratterizzano”.

E il rapporto con te stessa?
“All’inizio stavo ora a riguardare i video, a editarli, ad analizzare il mio viso fino a che a un certo punto non lo sopportavo più. Finché con il tempo sono maturata, ho cominciato a capire chi ero e cosa mi piacesse fare”.

Parlami di Venti.
“Quando finii il liceo e avevo già un buon seguito su Youtube, dovevo decidere cosa fare nel mio futuro. Ed è stato allora che ho incontrato Irene Preziosi, un incontro fortunato prima di tutto dal punto di vista personale. Lei è riuscita ad essere per me quello che ‘Venti’ dovrebbe essere per chi lo segue: una sorta di guida in un’età, come i vent’anni, piena di momenti particolari e decisioni importanti. Ad un certo punto in un momento di condivisione molto intenso, ho pensato che sarebbe stato bello avere uno spazio di confronto in cui parlare, libero di pregiudizi, in cui chi ha 20 anni può trovare alcune delle risposte che cerca, declinate in modo congeniale per la sua età. E così lo abbiamo fatto”.

Sono cambiati – e quanto – gli adolescenti, rispetto a quando lo eri tu?
“Parlando per esperienza personale, avere una sorella di 15 anni mi ha fatto riflettere sul fatto che gli adolescenti di oggi abbiano strumenti in più rispetto a noi che non siamo propriamente nativi digitali, ma lo siamo diventati dopo. Abbiamo dovuto prima imparare a navigare in internet per poi utilizzarlo al meglio. Loro, da questo punto di vista sono stati più fortunati perché oggi tante informazioni sul web sono sicuramente più accessibili, rispetto a quando ho iniziato io”.

E il rapporto con i genitori? Quanto sono distanti dal mondo dei loro figli?
“Io credo che questo tema faccia parte della storia del mondo, nel senso che mio nonno mi diceva sempre che la società è la lotta dei figli contro i padri e dei padri con i loro padri e così via. A me è successa una cosa che mi ha fatto riflettere molto: ho scritto due romanzi e quando mia nonna ha letto il primo, ‘Succede’, mi ha detto queste parole che per me sono state una rivelazione. ‘È emozionante vedere che alla fine siete uguali a noi, provate le nostre stesse emozioni, soltanto che ve le comunicate in modo diverso’. Io invece ero convinta di aver scritto delle cose che loro non avrebbero capito. Per questo non credo che i problemi che possono esserci nella vita di un adolescente siano circoscritti al rapporto con i genitori”.

Cosa ti ha spinto a far parte del comitato scientifico di ‘Luce’?
“Io e il team di Venti apprezziamo iniziative come Luce! perché inclusione e diversità ci stanno a cuore e il confronto è il nostro mezzo preferito. Crediamo di poter dare un contributo importante e che possa tornarci indietro qualcosa di bello”.

Come hai affrontato i commenti negativi che ti sono arrivati in questi anni sui social?
“Sono fortunata perché ho una personalità ben corazzata, grazie alla mia famiglia che mi ha dato sempre tanta forza. Da una parte non ho mai vissuto in modo problematico la condizione di essere molto amata e molto criticata per via del mio carattere. Dall’altra parte è chiaro che non è bello ricevere commenti offensivi. Però non ho mai odiato chi mi ha offesa. Penso che impartire un’educazione digitale sia un ottimo punto di partenza ed è una cosa che vorremmo fare con Venti. Il web è una nuova realtà che stiamo abitando e allo stesso modo in cui per strada se urto qualcuno chiedo scusa, o magari non insulto una persona per come è vestita, così sui social devo comportarmi in modo educato. Sembra facile da capire, ma non è cos’è facile metterlo in pratica. In rete manca il contatto fisico e quindi c’è bisogno di insegnamenti da questo punto di vista soprattutto nelle scuole. L’educazione è anche l’arma migliore per combattere il bullismo online. A me piacerebbe aiutare chi è vittima di questi attacchi, ma anche chi ne è responsabile per fargli capire che sta sbagliando”.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Sofia Viscardi, classe ’98, È diventata un mito tra le (e gli)  adolescenti. Forse perché, fresca dei suoi 23 anni parla lo stesso linguaggio e sa farlo bene, o forse anche perché è riuscita a trovare una via preferenziale per arrivare a loro, scegliendo gli argomenti giusti di cui parlare. Emozioni, paure, momenti di crisi come la scelta dell’università, il distacco dai genitori, le insicurezze e i primi amori. Insomma, quelli che affliggono ogni teenager. Sofia è diventata youtuber all’età di 15 anni, per caso. Ha iniziato a raccontare la sua vita, dalla scelta dei vestiti per uscire, alla scuola, alle amicizie e così via. E da allora non si è più fermata fino a raggiungere qualche anno fa un milione e mezzo di follower su Instagram, 500 mila su Twitter, una rubrica in tv, il primo posto ai Web Show Awards 2016 e più di 100 mila copie vendute del primo libro intitolato ‘Succede’ da cui è stato tratto un film. Insieme a un team di ragazzi ha poi lanciato ‘Venti’, un nuovo format che è diventato un canale Youtube, intitolato ispirandosi proprio a quell’età difficile in cui non si è ancora adulti, ma nemmeno adolescenti. Uno spazio di confronto dove si parla di tutte le paure, gli sbagli, i desideri che si hanno in questo periodo della vita. Sofia Viscardi è entrata a far parte del comitato scientifico di Luce! Avevi le idee chiare su cosa volevi fare da grande? "In realtà no, ma come non l’avevo anni fa non l’ho neanche oggi, nel senso che non mi precludo nulla e penso a portare avanti i miei progetti attuali come ‘Venti’ sul quale io e gli altri abbiamo investito tanto. È chiaro che nella vita non si può mai sapere. Oggi abbiamo un canale Youtube attraverso il quale facciamo comunicazione dal basso, magari tra sei anni ci sarà qualche altro progetto". Come hai iniziato? "Guardavo tanti video e ho visto che potevo farli. Youtube è una piattaforma alla portata di tutti e io sono una grande chiacchierona. Il primo video che ho fatto è stato con una mia amica, era un filmato dove ci presentavamo e raccontavamo cose della nostra vita". Il segreto del successo dei tuoi video? "Guarda, in realtà non saprei dirtelo. Credo sia dovuto a tanti fattori insieme, come ad esempio il fatto che ho iniziato nel momento giusto e ho una dialettica che in questo caso funziona". Quali difficoltà hai incontrato in questo percorso? "Quando ho iniziato ero inconsapevole di cosa significasse autorappresentarsi così tanto. Inizialmente raccontavo ogni singolo momento della mia giornata. Ho vissuto l’adolescenza con un milione di persone che sapevano sempre quello che facevo. Non è per forza una cosa negativa, ma solo dopo ho capito che era meglio non continuare a farlo così tanto. Questo anche perché magari uno tende a scegliere determinati lati di sé da poter mostrare agli altri, ma non sono solo quelli poi in realtà che ti caratterizzano". E il rapporto con te stessa? "All’inizio stavo ora a riguardare i video, a editarli, ad analizzare il mio viso fino a che a un certo punto non lo sopportavo più. Finché con il tempo sono maturata, ho cominciato a capire chi ero e cosa mi piacesse fare". Parlami di Venti. "Quando finii il liceo e avevo già un buon seguito su Youtube, dovevo decidere cosa fare nel mio futuro. Ed è stato allora che ho incontrato Irene Preziosi, un incontro fortunato prima di tutto dal punto di vista personale. Lei è riuscita ad essere per me quello che ‘Venti’ dovrebbe essere per chi lo segue: una sorta di guida in un’età, come i vent’anni, piena di momenti particolari e decisioni importanti. Ad un certo punto in un momento di condivisione molto intenso, ho pensato che sarebbe stato bello avere uno spazio di confronto in cui parlare, libero di pregiudizi, in cui chi ha 20 anni può trovare alcune delle risposte che cerca, declinate in modo congeniale per la sua età. E così lo abbiamo fatto". Sono cambiati - e quanto - gli adolescenti, rispetto a quando lo eri tu? "Parlando per esperienza personale, avere una sorella di 15 anni mi ha fatto riflettere sul fatto che gli adolescenti di oggi abbiano strumenti in più rispetto a noi che non siamo propriamente nativi digitali, ma lo siamo diventati dopo. Abbiamo dovuto prima imparare a navigare in internet per poi utilizzarlo al meglio. Loro, da questo punto di vista sono stati più fortunati perché oggi tante informazioni sul web sono sicuramente più accessibili, rispetto a quando ho iniziato io". E il rapporto con i genitori? Quanto sono distanti dal mondo dei loro figli? "Io credo che questo tema faccia parte della storia del mondo, nel senso che mio nonno mi diceva sempre che la società è la lotta dei figli contro i padri e dei padri con i loro padri e così via. A me è successa una cosa che mi ha fatto riflettere molto: ho scritto due romanzi e quando mia nonna ha letto il primo, ‘Succede’, mi ha detto queste parole che per me sono state una rivelazione. 'È emozionante vedere che alla fine siete uguali a noi, provate le nostre stesse emozioni, soltanto che ve le comunicate in modo diverso'. Io invece ero convinta di aver scritto delle cose che loro non avrebbero capito. Per questo non credo che i problemi che possono esserci nella vita di un adolescente siano circoscritti al rapporto con i genitori". Cosa ti ha spinto a far parte del comitato scientifico di ‘Luce’? "Io e il team di Venti apprezziamo iniziative come Luce! perché inclusione e diversità ci stanno a cuore e il confronto è il nostro mezzo preferito. Crediamo di poter dare un contributo importante e che possa tornarci indietro qualcosa di bello". Come hai affrontato i commenti negativi che ti sono arrivati in questi anni sui social? "Sono fortunata perché ho una personalità ben corazzata, grazie alla mia famiglia che mi ha dato sempre tanta forza. Da una parte non ho mai vissuto in modo problematico la condizione di essere molto amata e molto criticata per via del mio carattere. Dall’altra parte è chiaro che non è bello ricevere commenti offensivi. Però non ho mai odiato chi mi ha offesa. Penso che impartire un’educazione digitale sia un ottimo punto di partenza ed è una cosa che vorremmo fare con Venti. Il web è una nuova realtà che stiamo abitando e allo stesso modo in cui per strada se urto qualcuno chiedo scusa, o magari non insulto una persona per come è vestita, così sui social devo comportarmi in modo educato. Sembra facile da capire, ma non è cos’è facile metterlo in pratica. In rete manca il contatto fisico e quindi c’è bisogno di insegnamenti da questo punto di vista soprattutto nelle scuole. L’educazione è anche l’arma migliore per combattere il bullismo online. A me piacerebbe aiutare chi è vittima di questi attacchi, ma anche chi ne è responsabile per fargli capire che sta sbagliando".
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