Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Washington, Mary McLeod Bethune prima donna nera ad avere una statua in Campidoglio

Washington, Mary McLeod Bethune prima donna nera ad avere una statua in Campidoglio

La scultura rappresenta l'attivista dei diritti civili ed educatrice che per anni si è battuta per la comunità afro americana

Marianna Grazi
15 Luglio 2022
L'attivista per i diritti civili Mary McLeod Bethune è la prima afro americana ad avere una statua nella collezione ufficiale della capitale Usa

L'attivista per i diritti civili Mary McLeod Bethune è la prima afro americana ad avere una statua nella collezione ufficiale della capitale Usa

Share on FacebookShare on Twitter

Mary McLeod Bethune è la prima americana nera ad avere una statua nella collezione della National Statuary Hall di Washington. Il monumento intitolato all’educatrice e attivista dei diritti civili è stato inaugurato al Campidoglio degli Stati Uniti il 13 luglio 2022, sostituendo quello del generale confederato Edmund Kirby Smith. La speaker della Camera Nancy Pelosi, presente alla cerimonia, ha definito Bethune “l’orgoglio della Florida e dell’America” e ha detto che è “poetico” che la sua immagine sostituisca quella di “un generale confederato poco conosciuto”, Edmund Kirby Smith, che fu tra gli ultimi ad arrendersi dopo la fine della Guerra Civile nel 1865.

Durante l’inaugurazione, la deputata Frederica Wilson, ha descritto questo cambiamento come una “riscrittura della storia che vogliamo condividere con le nostre generazioni future. Stiamo sostituendo un residuo di odio e di divisione con il simbolo della speranza e dell’ispirazione”. La statua di Bethune, descritta come “una grande fanatica della giustizia”, è la prima testimonianza che va ad onorare una persona di colore nella collezione del Campidoglio, che comprende due effigi per ogni Stato.

La statua di Mary McLeod Bethune nel National Statuary Hall di Washington

Chi era Mary McLeod Bethune

Nata il 10 luglio 1875, a Mayesville, Carolina del Sud, e unica di 17 figli a frequentare la scuola, Mary Jane si trasferì in Florida all’inizio del XX secolo. Nel 1904, Bethune utilizzò i suoi risparmi (1,50 dollari) per avviare la Scuola di formazione educativa e industriale per ragazzi neri, con una classe inaugurale di cinque bambine di età inferiore ai 12 anni e suo figlio Albert. La scuola si è poi trasformata nella Bethune-Cookman University a Daytona Beach. “Quando ai neri veniva negata l’istruzione, lei costruì una scuola“, ha detto la deputata dem Kathy Castor. “Quando ai neri veniva negata l’assistenza medica, lei costruì un ospedale. Quando il mondo era alle prese con l’autoritarismo, lei ha contribuito a stabilire l’impegno fondamentale per i diritti umani attraverso le Nazioni Unite”. Fu consigliera di diversi presidenti e fece parte del “Gabinetto nero” non ufficiale di Franklin D. Roosevelt, pur rimanendo nel collegio per afroamericani fino agli anni ’40. Inoltre fondò il Consiglio nazionale delle donne nere e fece parte di una delegazione statunitense che creò la Carta delle Nazioni Unite. Bethune è morta a Daytona Beach nel 1955, a 79 anni. Il Servizio Postale degli Stati Uniti ha emesso un francobollo in suo onore nel 1985.

Mary McLeod Bethune a Washington. Fu educatrice e attivista dei diritti civili e umani delle persone nere

Da figlia di schiavi alla Casa Bianca

“Nessuno avrebbe potuto prevedere che questa figlia di schiavi avrebbe creato un’università, fondato una potente organizzazione politica, consigliato presidenti e ispirato generazioni”, ha detto il presidente ad interim della Bethune-Cookman Lawrence Drake II durante la cerimonia di inaugurazione, mercoledì 13 luglio. “Grazie alla sua visione piena di speranza, al suo duro lavoro, al suo spirito generoso e alla sua fede profonda, ha lasciato un segno duraturo e positivo nel nostro Paese e nel mondo”.

In una dichiarazione rilasciata prima dell’evento, il senatore repubblicano Rick Scott ha descritto Bethune come una “grande cittadina della Florida che rappresenta i valori del nostro Stato“. Nel 2016 l’allora governatore della Florida ha approvato il voto con cui i legislatori statali hanno chiesto la sostituzione della scultura in bronzo dell’ex generale confederato Edmund Kirby Smith. “Oggi è un giorno per il quale tutti noi abbiamo lavorato per anni”, ha dichiarato Scott. “Sono molto orgoglioso di dare il benvenuto alla statua nel Campidoglio della nostra nazione e spero che le famiglie americane imparino dalla sua eredità per i decenni a venire”. Il collega di partito Marco Rubio ha aggiunto che l’attivista “ha rifiutato di accettare che le sue umili origini o il colore della sua pelle fossero un limite ai suoi sogni e al suo destino” e che “di fronte all’ignoranza, alla crudeltà e al pregiudizio degli altri, ha rifiutato di arrendersi all’amarezza, al cinismo o alla disperazione”.

La statua dedicata a Mary McLeod Bethune
La statua dedicata a Mary McLeod Bethune

La curiosità: la scultura in marmo è stata realizzata a Pietrasanta

La scultura in marmo bianco che svetta tra le statue del Campidoglio americano a omaggiare Mary McLeod Bethune, la prima afro americana a ricevere questo onore, è stata realizzata a Pietrasanta (Lucca) dalla portoricana Nilda Comas. Un’eccellenza, quella del marmo toscano, plasmata per dare forma ad’una pioniera dei diritti e icona della comunità nera americana, che viene finalmente collocata nei posti d’onore della capitale Washington. “È stato emozionante ricevere le prime immagini dell’arrivo in Campidoglio di questa monumentale spedizione – ha commentato nei giorni scorsi il sindaco Alberto Stefano Giovannetti – la nostra città e Daytona Beach, dove Mary McLeod Bethune aveva creato la prima scuola per studenti afroamericani, sono legate da profonda amicizia ed è bellissimo che proprio dai nostri laboratori e fonderie sia stato forgiato un tributo storico, per la Florida e l’intero popolo statunitense”. A contribuire alla realizzazione della monumentale statua, in due versioni una in marmo e una in bronzo, c’erano gli artigiani locali Franco Cervietti, Massimo Del Chiaro e Massimo Buratti che hanno collaborato con l’artista Nilda Comas.

Potrebbe interessarti anche

Orietta Berti, 79 anni, tra concerti e televisione
Spettacolo

L’inossidabile Orietta Berti svela il suo segreto di lunga vita: “Mangio, rido e bevo”

22 Luglio 2022
L'orgasmo (falso) più famoso della storia del cinema: quello di Meg Ryan in “Harry ti presento Sally“
Attualità

Orgasmo, questo sconosciuto: nella giornata mondiale serie, documentari e perfino cartoon per rompere i tabù

30 Luglio 2022
L'attrice Olivia Newton-John, l'indimenticata Sandy di "Grease" (Instagram)
Spettacolo

Addio a Olivia Newton-John. Il rapporto con il cancro: “Non parlo di battaglia, è qualcosa con cui convivo”

9 Agosto 2022

Instagram

  • Bebe Vio “torna subito" a colpire con il suo ormai proverbiale (auto)sarcasmo.

Sul suo profilo Instagram pubblica una foto delle protesi lasciate sul lettino, prima di fare un tuffo in mare. Libera. 🏊‍♀️

#lucenews #lucelanazione #bebevio #inclusivity #libera #protesi #tornosubito
  • Maura Nardi, 41 anni a novembre, ed Emanuele Loati, 25, oltre ad essere innamorati, sono due giovani transgender che, dopo una vera e propria odissea, hanno completato insieme la transizione per il cambio di sesso. E ora, nuovi documenti alla mano, coroneranno finalmente il loro sogno d’amore con le nozze.

“Con l’identità di genere non si può scendere a patti: puoi lottarci per un po’, ma alla fine devi accettare quello che sei perché in ballo c’è la tua vita”.

Emanuele e Maura si sono conosciuti 3 anni fa, proprio durante il difficile e lungo percorso che li avrebbe portati alla loro nuova identità. Da quel primo incontro, proprio come in una favola con la freccia di Cupido scoccata che non lascia scampo, i due non si sono più lasciati.

Uniti, supportandosi a vicenda senza mai smettere di amarsi, hanno affrontato tutte le difficoltà che si sono presentate e non sono state poche: prima la sofferenza emotiva (ma anche fisica) per la transizione, aggravata poi dalla burocrazia dello Stato. E dopo tante peripezie la luce è apparsa in fondo al tunnel: l’ufficio anagrafe del comune di Recanati, in provincia di Macerata, ha provveduto a rettificare i loro documenti di identità. Era l’ultimo step da superare prima del via libera al matrimonio. Ora non resta che organizzare.

Se quella di Nardi e Loati è una vicenda già particolarmente travagliata, anche se a lieto fine, per Maura le cose sono state, se possibile, ancora più difficili. Ha iniziato la transizione nel 2016 e quando ha completato il percorso, è stata la prima persona non vedente italiana a riuscirci. Da quando ha 19 anni soffre di una forma di cecità a causa dello sviluppo di una rara malattia alla retina, nel suo caso “è stato più semplice convivere con la cecità che con l’incongruenza di genere”.

E aggiunge: “Nonostante il supporto non è stata una passeggiata: ho avuto diversi momenti di sconforto e paura, altri in cui mi sono sentita in colpa per aver trascinato la mia famiglia in questo cammino così complesso. Oggi so che rifarei tutto. La ciliegina sulla torta è stata l’arrivo del mio compagno. Ora finalmente siamo pronti a sposarci e possiamo pensare a una cosa bella”.

#lucenews #recanati #nozze
  • Quello che molti temevano è purtroppo accaduto: per scoprire le interruzioni di gravidanza negli Usa le autorità stanno facendo ricorso anche ai dati personali contenuti nelle app di messaggistica e sui social. 

A destare scalpore è un caso in Nebraska, dove Celeste Burgess, 18 anni, e sua madre Jessica, 41, sono finite in tribunale per un presunto aborto illegale, con molteplici capi d’imputazione. La polizia ha presentato come prove i messaggi su Facebook che le due donne si sarebbero scambiate e a cui, con l’autorizzazione dei gestori della piattaforma – in questo caso Meta –, ha avuto accesso. Le chat private, secondo le autorità, mostrano le prove di un aborto farmacologico illegale, autogestito alla 28esima settimana di gestazione (settimo mese), e di un piano per nascondere "i resti”.

Dopo che la polizia ha ottenuto il materiale dai due mandati di perquisizione, Jessica è stata accusata di altri due reati, induzione all’aborto illegale e pratica dell’aborto come persona diversa da un medico autorizzato, per i quali si è nuovamente dichiarata non colpevole. Attualmente il Nebraska proibisce gli aborti dopo le 20 settimane, una legge in vigore da prima dell’annullamento della sentenza Roe v. Wade.

Il problema di fondo che emerge da questa e da tante altre vicende in materia di diritti ha un duplice aspetto: da una parte c’è l’obbligo di una società di fornire i dati alle forze dell’ordine che ne fanno richiesta per le indagini e dall’altra la possibilità di disporre di questi dati. 

Mai come oggi grandi aziende private possono disporre di informazioni personali relative ai propri utenti, e se queste sono utili per fermare chi commette crimini è un conto, ma se le leggi vengono modificate ciò che può essere giudicato come crimine cambia. Il caso di Celeste Burgess è solo un esempio, ma conferma anche che negare il diritto all’aborto non eradica il fenomeno, ma lo trasporta in una dimensione di illegalità e pericolo per la salute della donna.

#lucenews #lucelanazione #aborto #nebraska #abortion #usa
  • La scelta coraggiosa del calciatore croato Robert Peric-Komsic non poteva non fare il giro del mondo in un baleno. Nel fiore dell’età, e con tutta la vita davanti, a soli 23 anni ha deciso di lasciare il mondo del pallone. La sua non è stata una scelta forzata, è stata intimamente voluta, e se ha detto addio alla sua carriera è stato solo per una scelta d’amore. Dimostrando che la vita della propria madre viene prima di qualunque cosa. Prima della passione per il pallone, prima del successo, prima di ogni carriera.

“Non c’erano altre opzioni, io era l’unica possibilità, l’ultima. Ho avuto ben chiara qual era la mia missione: salvarla.”

L’attaccante del Cibalia Vinkovci non ci ha pensato due volte quando si è trattato di scegliere tra il suo futuro nel mondo calcistico e la salute della sua mamma malata. Per tanto, troppo tempo l’aveva vista lottare contro una malattia al fegato. Ora non c’era più tempo da perdere: si trattava di trovare un donatore compatibile, e al più presto. Lo stomaco della donna si stava oramai riempiendo di acqua, e questo voleva dire che le rimaneva poco tempo, secondo i medici che l’avevano in cura. Questione di qualche giorno appena. Il calciatore della seconda divisione croata era l’unico compatibile. A quel punto Peric-Komsic si è tolto la tuta, ha riposto maglietta e calzoncini da calciatore nella sua valigia e ha preso l’aereo, salendo sul primo volo con destinazione Istanbul. Lì ha trovato sua mamma Ljiljiana che l’aspettava per abbracciarlo, in fin di vita.

“Dopo aver lottato duramente per 13 anni, il vero eroe è lei. Io ho solo fatto quello che chiunque al posto mio avrebbe fatto."

Sono passati quattro mesi e più dall’intervento. Il trapianto è andato benee la signora Ljiljiana è migliorata molto da allora. Giorno dopo giorno ce l’ha messa tutta, e con una straordinaria forza di volontà, animata dall’amore di suo figlio, si sta piano piano riprendendo. E a chi si complimenta per aver fatto qualcosa di straordinario, con l’umiltà dei grandi risponde: “È stata mia madre a darmi la vita. Io l’ho solo estesa a lei”.

#lucenews #lucelanazione #donazionefegato #RobertPericKomsic #donarelavitaperamore
Mary McLeod Bethune è la prima americana nera ad avere una statua nella collezione della National Statuary Hall di Washington. Il monumento intitolato all'educatrice e attivista dei diritti civili è stato inaugurato al Campidoglio degli Stati Uniti il 13 luglio 2022, sostituendo quello del generale confederato Edmund Kirby Smith. La speaker della Camera Nancy Pelosi, presente alla cerimonia, ha definito Bethune "l'orgoglio della Florida e dell'America" e ha detto che è "poetico" che la sua immagine sostituisca quella di "un generale confederato poco conosciuto", Edmund Kirby Smith, che fu tra gli ultimi ad arrendersi dopo la fine della Guerra Civile nel 1865. Durante l'inaugurazione, la deputata Frederica Wilson, ha descritto questo cambiamento come una "riscrittura della storia che vogliamo condividere con le nostre generazioni future. Stiamo sostituendo un residuo di odio e di divisione con il simbolo della speranza e dell'ispirazione". La statua di Bethune, descritta come "una grande fanatica della giustizia", è la prima testimonianza che va ad onorare una persona di colore nella collezione del Campidoglio, che comprende due effigi per ogni Stato.
La statua di Mary McLeod Bethune nel National Statuary Hall di Washington

Chi era Mary McLeod Bethune

Nata il 10 luglio 1875, a Mayesville, Carolina del Sud, e unica di 17 figli a frequentare la scuola, Mary Jane si trasferì in Florida all'inizio del XX secolo. Nel 1904, Bethune utilizzò i suoi risparmi (1,50 dollari) per avviare la Scuola di formazione educativa e industriale per ragazzi neri, con una classe inaugurale di cinque bambine di età inferiore ai 12 anni e suo figlio Albert. La scuola si è poi trasformata nella Bethune-Cookman University a Daytona Beach. "Quando ai neri veniva negata l'istruzione, lei costruì una scuola", ha detto la deputata dem Kathy Castor. "Quando ai neri veniva negata l'assistenza medica, lei costruì un ospedale. Quando il mondo era alle prese con l'autoritarismo, lei ha contribuito a stabilire l'impegno fondamentale per i diritti umani attraverso le Nazioni Unite". Fu consigliera di diversi presidenti e fece parte del "Gabinetto nero" non ufficiale di Franklin D. Roosevelt, pur rimanendo nel collegio per afroamericani fino agli anni '40. Inoltre fondò il Consiglio nazionale delle donne nere e fece parte di una delegazione statunitense che creò la Carta delle Nazioni Unite. Bethune è morta a Daytona Beach nel 1955, a 79 anni. Il Servizio Postale degli Stati Uniti ha emesso un francobollo in suo onore nel 1985.
Mary McLeod Bethune a Washington. Fu educatrice e attivista dei diritti civili e umani delle persone nere

Da figlia di schiavi alla Casa Bianca

"Nessuno avrebbe potuto prevedere che questa figlia di schiavi avrebbe creato un'università, fondato una potente organizzazione politica, consigliato presidenti e ispirato generazioni", ha detto il presidente ad interim della Bethune-Cookman Lawrence Drake II durante la cerimonia di inaugurazione, mercoledì 13 luglio. "Grazie alla sua visione piena di speranza, al suo duro lavoro, al suo spirito generoso e alla sua fede profonda, ha lasciato un segno duraturo e positivo nel nostro Paese e nel mondo". In una dichiarazione rilasciata prima dell'evento, il senatore repubblicano Rick Scott ha descritto Bethune come una "grande cittadina della Florida che rappresenta i valori del nostro Stato". Nel 2016 l'allora governatore della Florida ha approvato il voto con cui i legislatori statali hanno chiesto la sostituzione della scultura in bronzo dell'ex generale confederato Edmund Kirby Smith. "Oggi è un giorno per il quale tutti noi abbiamo lavorato per anni", ha dichiarato Scott. "Sono molto orgoglioso di dare il benvenuto alla statua nel Campidoglio della nostra nazione e spero che le famiglie americane imparino dalla sua eredità per i decenni a venire". Il collega di partito Marco Rubio ha aggiunto che l'attivista "ha rifiutato di accettare che le sue umili origini o il colore della sua pelle fossero un limite ai suoi sogni e al suo destino" e che "di fronte all'ignoranza, alla crudeltà e al pregiudizio degli altri, ha rifiutato di arrendersi all'amarezza, al cinismo o alla disperazione".
La statua dedicata a Mary McLeod Bethune
La statua dedicata a Mary McLeod Bethune

La curiosità: la scultura in marmo è stata realizzata a Pietrasanta

La scultura in marmo bianco che svetta tra le statue del Campidoglio americano a omaggiare Mary McLeod Bethune, la prima afro americana a ricevere questo onore, è stata realizzata a Pietrasanta (Lucca) dalla portoricana Nilda Comas. Un'eccellenza, quella del marmo toscano, plasmata per dare forma ad'una pioniera dei diritti e icona della comunità nera americana, che viene finalmente collocata nei posti d'onore della capitale Washington. "È stato emozionante ricevere le prime immagini dell’arrivo in Campidoglio di questa monumentale spedizione – ha commentato nei giorni scorsi il sindaco Alberto Stefano Giovannetti – la nostra città e Daytona Beach, dove Mary McLeod Bethune aveva creato la prima scuola per studenti afroamericani, sono legate da profonda amicizia ed è bellissimo che proprio dai nostri laboratori e fonderie sia stato forgiato un tributo storico, per la Florida e l’intero popolo statunitense". A contribuire alla realizzazione della monumentale statua, in due versioni una in marmo e una in bronzo, c'erano gli artigiani locali Franco Cervietti, Massimo Del Chiaro e Massimo Buratti che hanno collaborato con l’artista Nilda Comas.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto