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Home » Lifestyle » Samantha, studentessa cacciata dal liceo perché iscritta su OnlyFans. “E’ discriminazione”

Samantha, studentessa cacciata dal liceo perché iscritta su OnlyFans. “E’ discriminazione”

Il preside: "Non voglio nella scuola un soggetto che vende il suo corpo". La ragazza attacca: "Mi hanno chiesto 4.000 euro per poter passare a un istituto privato"

Barbara Berti
1 Marzo 2023
Samantha Delneri, 19 anni, di Udine (Instagram)

Samantha Delneri, 19 anni, di Udine (Instagram)

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Cacciata dal liceo perché iscritta su OnlyFans. Dopo il caso di una aspirante modella di 25 anni, licenziata dallo staff di Gardaland perché aveva postato un video su OnlyFans – il social con contenuti per adulti -, adesso è la volta di una studentessa: Samantha Delneri, 19 anni, di Udine.

Dal 2022, appena maggiorenne, la giovane ha deciso di sbarcare sulla piattaforma in cui vengono venduti foto e video intimi a pagamento. “Mi ha sempre incuriosito quel mondo, a dire il vero. Fortunatamente ho avuto una persona che ha saputo darmi buoni consigli, su come fare le foto, come rispondere alle persone, sulle pose. Quando ho postato la prima foto, è arrivata un bel po’ di gente, non me l’aspettavo. Duemila persone in un mesetto” racconta Samantha ai microfoni de “Le Iene” (nella puntata andata in onda il 28 febbraio scorso). La sua attività è remunerativa: da una delle prime foto venduta 50 volte, Samantha ha ricavato 500 dollari, per uno scatto in cui mostra le parti intime ha guadagnato 5.000 dollari. Insomma, grazie a questa attività riesce ad aiutare i genitori a pagare il mutuo, oltre che a pagarsi da sola una scuola privata. Ovviamente, quando ha aperto il profilo era ben consapevole di eventuali aspetti ‘negativi’ del mestiere come possibili offese social. “Per il 99,9% sono apprezzamenti”, svela.

Samantha Delneri durante l'intervista a Le Iene
Samantha Delneri durante l’intervista a Le Iene

Certo è che non avrebbe mai pensato di essere cacciata da scuola anche perché ha “la media del 7,5-8” dice Samantha che era anche rappresentante di classe. Ma un giorno il preside l’ha convocata nel suo ufficio e le ha dato il benservito. “Mi convoca nel suo ufficio e mi dice: ‘Non voglio avere all’interno della mia scuola un individuo che fa una vendita del proprio corpo’. Ci sono rimasta male, ho iniziato a piangere” spiega ancora Samantha a Alice Martinelli de “Le Iene” sostenendo di aver ricevuto “frasi offensive e discriminatorie”.

 

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Un post condiviso da Le Iene (@redazioneiene)

La ragazza è tornata a parlare con il preside una seconda volta, accompagnata dalla madre, e con un registratore, ma l’uomo non ha cambiato idee ritenendo il suo comportamento “completamente disetico”. L’allontanamento da scuola è arrivato tramite mail nella quale, secondo il racconto della studentessa, non si specifica neanche il motivo. Ma non è finita qui. “Se avessi pagato 3000 o 4000 euro in più, mi avrebbe fatto passare dalla scuola paritaria a quella da privatista. Pagando, quindi, non sono più una poco di buono”, aggiunge la ragazza nella sua intervista al programma di Italia 1.

Un momento dell'intervista di Alice Martinelli alla studentessa cacciata da scuola
Un momento dell’intervista di Alice Martinelli alla studentessa cacciata da scuola

Intercettato dalla Alice Martinelli, il preside della scuola ha continuato a ribadire la propria posizione nei confronti di Samantha, raccontando di averla allontanata perché aveva girato dei contenuti all’interno della scuola stessa. La ragazza, però, ha assicurato di non aver mai fatto alcuna foto o video per OnlyFans tra le mura della scuola, ma di aver girato un video che ha poi pubblicato su TikTok. Come ha raccontato un’intervista al programma radiofonico “La Zanzara”, adesso lei e la sua famiglia si sono rivolti a un legale ma il percorso giudiziario sembra essere alquanto lungo e tortuoso.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Cacciata dal liceo perché iscritta su OnlyFans. Dopo il caso di una aspirante modella di 25 anni, licenziata dallo staff di Gardaland perché aveva postato un video su OnlyFans – il social con contenuti per adulti -, adesso è la volta di una studentessa: Samantha Delneri, 19 anni, di Udine. Dal 2022, appena maggiorenne, la giovane ha deciso di sbarcare sulla piattaforma in cui vengono venduti foto e video intimi a pagamento. “Mi ha sempre incuriosito quel mondo, a dire il vero. Fortunatamente ho avuto una persona che ha saputo darmi buoni consigli, su come fare le foto, come rispondere alle persone, sulle pose. Quando ho postato la prima foto, è arrivata un bel po’ di gente, non me l’aspettavo. Duemila persone in un mesetto” racconta Samantha ai microfoni de “Le Iene” (nella puntata andata in onda il 28 febbraio scorso). La sua attività è remunerativa: da una delle prime foto venduta 50 volte, Samantha ha ricavato 500 dollari, per uno scatto in cui mostra le parti intime ha guadagnato 5.000 dollari. Insomma, grazie a questa attività riesce ad aiutare i genitori a pagare il mutuo, oltre che a pagarsi da sola una scuola privata. Ovviamente, quando ha aperto il profilo era ben consapevole di eventuali aspetti ‘negativi’ del mestiere come possibili offese social. “Per il 99,9% sono apprezzamenti”, svela.
Samantha Delneri durante l'intervista a Le Iene
Samantha Delneri durante l'intervista a Le Iene
Certo è che non avrebbe mai pensato di essere cacciata da scuola anche perché ha “la media del 7,5-8” dice Samantha che era anche rappresentante di classe. Ma un giorno il preside l’ha convocata nel suo ufficio e le ha dato il benservito. “Mi convoca nel suo ufficio e mi dice: ‘Non voglio avere all’interno della mia scuola un individuo che fa una vendita del proprio corpo’. Ci sono rimasta male, ho iniziato a piangere” spiega ancora Samantha a Alice Martinelli de “Le Iene” sostenendo di aver ricevuto “frasi offensive e discriminatorie”.
 
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Un post condiviso da Le Iene (@redazioneiene)

La ragazza è tornata a parlare con il preside una seconda volta, accompagnata dalla madre, e con un registratore, ma l'uomo non ha cambiato idee ritenendo il suo comportamento “completamente disetico”. L’allontanamento da scuola è arrivato tramite mail nella quale, secondo il racconto della studentessa, non si specifica neanche il motivo. Ma non è finita qui. “Se avessi pagato 3000 o 4000 euro in più, mi avrebbe fatto passare dalla scuola paritaria a quella da privatista. Pagando, quindi, non sono più una poco di buono”, aggiunge la ragazza nella sua intervista al programma di Italia 1.
Un momento dell'intervista di Alice Martinelli alla studentessa cacciata da scuola
Un momento dell'intervista di Alice Martinelli alla studentessa cacciata da scuola
Intercettato dalla Alice Martinelli, il preside della scuola ha continuato a ribadire la propria posizione nei confronti di Samantha, raccontando di averla allontanata perché aveva girato dei contenuti all’interno della scuola stessa. La ragazza, però, ha assicurato di non aver mai fatto alcuna foto o video per OnlyFans tra le mura della scuola, ma di aver girato un video che ha poi pubblicato su TikTok. Come ha raccontato un’intervista al programma radiofonico “La Zanzara”, adesso lei e la sua famiglia si sono rivolti a un legale ma il percorso giudiziario sembra essere alquanto lungo e tortuoso.
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