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Home » Lifestyle » Svolta nella chiesa Luterana d’America: Megan Rohrer è il primo vescovo transgender della storia

Svolta nella chiesa Luterana d’America: Megan Rohrer è il primo vescovo transgender della storia

Lo scorso weekend l'Elca ha nominato vescovi sinodali due persone apertamente Lgbtq: dopo Roher, sposato e con due figli, con un passato di attivista per la comunità, Brenda Boss è diventata la prima donna e prima lesbica vescovo del Sinodo della California sud-occidentale.

Marianna Grazi
17 Settembre 2021
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La compatibilità o meno tra fede cristiana e omosessualità o transessualità non è un tema nuovo, ma un argomento controverso su cui si discute spesso, da secoli praticamente. Molte persone sono convinte dell’incompatibilità tra queste. E se il cattolicesimo, nonostante qualche piccola apertura di Papa Francesco, continua nella strada dell’esclusione (se non di discriminazione) fortunatamente la dimensione della cristianità non è tutta uguale. Nella realtà protestante, come le chiese riformate o le luterane, ci si trova spesso davanti ad orientamenti più aperti verso questi temi, che sfociano anche in prese di posizioni ufficiali. Un esempio? La nomina, da parte della chiesa evangelica luterana d’America (ELCA) di due aperti e dichiarati sostenitori Lgbtq a vescovi sinodali.

Il nuovo vescovo sinodale Megan Rorher

Con circa 3,3 milioni di fedeli l’evangelica luterana è una delle chiese cristiane più grandi degli Stati Uniti. Al suo interno, qualche giorno fa, il reverendo Megan Rohrer è diventato il primo vescovo transgender nella storia, e d’ora in poi guiderà la San Francisco’s Grace Cathedral in California, uno dei 65 sinodi della chiesa, sovrintendendo a quasi 200 congregazioni di un’ampia zona. Il giorno successivo, invece, Brenda Bos è diventata la prima donna e prima lesbica vescovo del Sinodo della California sud-occidentale.

Il vescovo Rohrer, la cui elezione era avvenuta a maggio, ha dichiarato pubblicamente di essere un leader di fede transgender. Usa infatti il pronome di genere neutro “they” e in precedenza ha servito a San Francisco, anche al dipartimento di polizia della città, essendo attivista per la comunità di senzatetto e Lgbtiaq+ locale. È stato un sostenitore dei senzatetto, un cappellano dei primi soccorritori e un parroco. Diventato famoso per la sua apparizione nella quinta stagione di ‘Queer Eye’, nella quale ha offerto amore e una guida pastorale al pastore Noah Hepler, il soggetto principale dello show, Rohrer è stato ordinato straordinariamente prima del 2009 ed è stato “ricevuto” nell’Elca in seguito al cambiamento di politica nei confronti della comunità Lgbt.

Infatti, solo durante quell’anno la Chiesa evangelista luterana ha lasciato cadere il suo divieto riguardo alle relazioni tra persone dello stesso sesso all’interno del clero. Dal 2010 sono stati accolti sette pastori e pastore Lgbtiaq+: il primo vescovo apertamente gay e primo indigeno, Guy Erwin, è stato eletto nel 2013 per guidare il sinodo della California sud-occidentale (il vescovo Bos lo sta sostituendo).  “Sono entrato in questo ruolo perché una comunità diversa di luterani della California e del Nevada del nord ha devotamente e premurosamente votato per fare questa cosa storica”, ha commentato Rohrer, sposato e con due figli. Che alla sua comunità ha rivolto un messaggio d’amore: “Se me lo permetterete, e penso che lo farete, la mia speranza è di amarvi e oltre a questo, di amare ciò che voi amate”.

L’insediamento di Brenda Bos a vescovo

Il nuovo vescovo della California sud-occidentale Brenda Bos, invece, che usa i pronomi “her/him”, è entrata in seminario dopo una carriera nella produzione televisiva. Inizialmente è stata respinta proprio a causa della politica dell’Elca che vietava al clero di avere relazioni omosessuali. Dopo che la politica è stata abbandonata, si è laureata e ha ottenuto la sua prima chiamata. Il vescovo Bos è anche un’allieva del GLAAD Media Institute, e continua ad usare le competenze che ha imparato su come trovare il proprio pubblico di riferimento, la messaggistica e le interviste.

“I vescovi Rohrer e Bos sono stati eletti perché i loro sinodi riconoscono che i loro doni sono ciò che è necessario per guidare la chiesa a servire il popolo di Dio in modi nuovi e innovativi – ha detto Ross Murray, il direttore senior del GLAAD Media Institute – Stanno facendo la storia e porteranno sensibilità a coloro che si sono sentiti esclusi e traumatizzati dalla chiesa”.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
La compatibilità o meno tra fede cristiana e omosessualità o transessualità non è un tema nuovo, ma un argomento controverso su cui si discute spesso, da secoli praticamente. Molte persone sono convinte dell’incompatibilità tra queste. E se il cattolicesimo, nonostante qualche piccola apertura di Papa Francesco, continua nella strada dell'esclusione (se non di discriminazione) fortunatamente la dimensione della cristianità non è tutta uguale. Nella realtà protestante, come le chiese riformate o le luterane, ci si trova spesso davanti ad orientamenti più aperti verso questi temi, che sfociano anche in prese di posizioni ufficiali. Un esempio? La nomina, da parte della chiesa evangelica luterana d'America (ELCA) di due aperti e dichiarati sostenitori Lgbtq a vescovi sinodali.
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L'insediamento di Brenda Bos a vescovo
Il nuovo vescovo della California sud-occidentale Brenda Bos, invece, che usa i pronomi "her/him", è entrata in seminario dopo una carriera nella produzione televisiva. Inizialmente è stata respinta proprio a causa della politica dell'Elca che vietava al clero di avere relazioni omosessuali. Dopo che la politica è stata abbandonata, si è laureata e ha ottenuto la sua prima chiamata. Il vescovo Bos è anche un'allieva del GLAAD Media Institute, e continua ad usare le competenze che ha imparato su come trovare il proprio pubblico di riferimento, la messaggistica e le interviste. "I vescovi Rohrer e Bos sono stati eletti perché i loro sinodi riconoscono che i loro doni sono ciò che è necessario per guidare la chiesa a servire il popolo di Dio in modi nuovi e innovativi – ha detto Ross Murray, il direttore senior del GLAAD Media Institute – Stanno facendo la storia e porteranno sensibilità a coloro che si sono sentiti esclusi e traumatizzati dalla chiesa".
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