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Home » Lifestyle » “Tuamore”, un libro per scoprire che una persona amata non scompare mai dalla propria vita

“Tuamore”, un libro per scoprire che una persona amata non scompare mai dalla propria vita

Crocifisso Dentello amava sua madre Melina come solo un figlio che ha vissuto nella solitudine più completa può fare. Poi, quando ha spalancato le ali ed è uscito dal nido, il cancro si è portato via Melina. Così lo scrittore ha deciso di affrontare il lutto nell'unico modo che conosce: raccontandolo al pubblico

Enrico Fovanna
23 Aprile 2022
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È il libro di cui, in queste settimane, si potrebbe dire si parla di più. È stato ristampato a pochi giorni dalla sua pubblicazione e sui social se ne discute di continuo. Ma sarebbero note fredde e riduttive. Di Tuamore (La Nave di Teseo) si deve ammettere anzitutto che siamo di fronte a qualcosa di davvero nuovo nel panorama editoriale. Forse ci troviamo davanti a ciò che negli anni ’70 auspicava lo slogan della pubblicità “la verità, ben detta”, applicato però, in questo caso, alla letteratura.

copertina Tuamore
“Tuamore” il libro di Crocifisso Dentello edito da La Nave di Teseo

L’autore: tra solitudine e bullismo un solo punto fermo

L’autore di questa storia, intima e a dir poco autentica in ogni risvolto del sentimento, è Crocifisso Dentello, 44 anni, un milanese cresciuto in Brianza e poi nella periferia nord della metropoli, pochi soldi in tasca e una famiglia di immigrati venuta dalla Sicilia a cercare lavoro. Matrice fin qui comune a molti. Il punto è che Crocifisso cresce, fin da bambino, all’ombra della solitudine e della difficoltà di relazione con gli altri, come lui stesso senza troppi pudori ammette. Pochi amici, nessuno fino ai vent’anni, l’isolamento a scuola tra bulli e complessi di inferiorità, un padre operaio e soprattutto lei, Melina, madre dal carattere forte e orgoglioso, casalinga per imprinting e colf per necessità, nel tentativo di risollevare il modesto bilancio della famiglia. Quello tra Crocifisso e Melina nasce –e sempre più diventa– come un rapporto strettissimo e struggente. D’amore vero, per intenderci. Nulla di edipico, sgombriamo il campo da tesi fuorvianti. Piuttosto la storia di un figlio che vede nella madre il solo polo di riferimento, nel suo orizzonte affettivo.

Mamma Melina, preoccupata per quel figlio solo

dentello con melina
Crocifisso Dentello da piccolo con mamma Melina

Lei lo sa bene, ma a dirla tutta se ne preoccupa. Vorrebbe che quel figlio uscisse, frequentasse altri ragazzi, trovasse qualche amorucolo, degli interessi che non fossero la lettura nella sua camera. Invece lui se ne sta sempre lì, sepolto sotto i libri che divora, e attraverso i quali viaggia oltre il pianeta buio della solitudine. Per fare contenta Melina, Croci, come ormai tutti lo chiamano, si inventa addirittura inviti a feste inesistenti, non ultima quella di un Capodanno che passerà da solo in una cabina telefonica, fino al trascorrere della mezzanotte.
Gli anni passano e Melina vive di quotidianità, doveri e tv, lavora e accudisce a suo modo quel ragazzo geniale e difficile, che la ricambia di un sentimento totale. A volte lei lo imbarazza anche – Dio sa per scelta consapevole o per postura naif – con le sue piccole stravaganze in pubblico. Ma l’impressione è che lo faccia per stimolarlo, spingerlo ad andare oltre la paura degli altri e del loro giudizio. E alla lunga ce la fa, Croci diventa un letterato, uno scrittore, un uomo più solido, legge sempre sì, ma si relaziona e perde per strada molte paure, pur conservandone il dono e l’esperienza. Croci cambia. Frequenta gli altri, ama, si apre. In una parola, vive.

crocifisso con la madre
Crocifisso aveva un legame d’affetto profondo con la madre, che riteneva suo unico punto di riferimento

Dal tumore…

Qualche anno dopo, però, Melina si ammala di un terribile tumore al seno. I due lottano insieme, Croci la porta da un medico all’altro, frequenta ospedali e specialisti, e la battaglia sembra vinta, ma è un’illusione. Poco più di un anno fa, a 62 anni, la donna muore in modo orribile e per Croci è il vuoto. La camera in penombra, i meccanismi intoppati del quotidiano, il silenzio della cucina, i pranzi muti con il padre. Ogni giorno si fa lo specchio di un’assenza. Un sentimento privato, insopportabile, che Croci decide di affrontare nell’unico modo che conosce, renderlo pubblico. 

…a “Tuamore”

Crocifisso Dentello
Crocifisso Dentello

Nasce così una prima versione del libro, con il titolo geniale che coniuga due parole antitetiche (tumore e amore). Un manoscritto che porta a Elisabetta Sgarbi, il suo editore. Ma lei dice no. “Non va bene, Croci, è amaro. C’è troppa rabbia. Non è così che tu vuoi ricordare tua madre”. Lui ci pensa e lo riscrive. Ne esce un capolavoro. Un tomo sottile, quasi proustiano nei toni, ma con l’ironia che lascia spazio anche alla voce di Melina, alla sua energia, a quel modo scanzonato di assaporare la vita, interrotto solo dal cancro, senza che lei perdesse mai del tutto il sorriso. C’è Melina, in questo libro, che rivive ed entra nelle vite degli altri. Senza retorica, con un passo lieve e struggente al contempo. Melina che non si arrende. Il libro fa il botto e la sensazione netta è che ne sentiremo ancora parlare. Dentello alza le spalle: “So di essere in una bolla, e certo a breve passerà, ma a volte adesso torno a sorridere: in fondo mamma è ancora tra noi”.

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  • Addio alle distinzioni di genere all’Università di Pisa. Arrivano i bagni ‘genderless’, adottati per superare le categorizzazioni uomo-donna, che identificano il genere, e che possono far sentire a disagio o discriminato chi non si riconosce in quello assegnatogli dalla società. 

“È un atto di civiltà per dichiarare in modo fermo il nostro essere un’Università aperta, in cui la differenza è una ricchezza e le discriminazioni non hanno diritto alla cittadinanza", dichiara il rettore Paolo Mancarella.

Sono 86 quelli attivi dal 29 giugno in tutta l’Università di Pisa, la prima in Toscana e tra le prime in Italia ad adottare questa misura. 

"Mi auguro che sia solo l’inizio di una serie di cambiamenti e che possa essere di ispirazione per le altre università e scuole”, ha commentato Geremia, studente diventato in poco tempo il simbolo della battaglia per l’ottenimento della carriera alias. 

Di Gabriele Masiero e Ilaria Vallerini ✍

#lucenews #lucelanazione #universitàdipisa #unipi #bagnigenderless #genderless #geremia #genderrightsandequality
  • La decisione della Corte suprema americana di abolire il diritto all’aborto come principio costituzionale ha scatenato una vera e propria ondata di terrore anche al di fuori dei confini Usa. Una scelta che ha immediatamente sancito una sorta di condanna per milioni di donne in America ma che ha fatto indignare anche cittadini e cittadine di altri Paesi, non ultimi quelli italiani.

La sola legge 194 non basta più.

Anche se il numero di interruzioni volontarie di gravidanza in Italia continua a scendere e i tassi di abortività sono tra i più bassi al mondo, a spaventare è l’indagine “Mai Dati!” condotta su oltre 180 strutture dalla professoressa Chiara Lalli e da Sonia Montegiove, informatica e giornalista, pubblicata dall’Associazione Luca Coscioni.

Il quadro che emerge è drammatico: sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie nazionali con il 100% di personale sanitario obiettore, tra ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%.

A rimetterci, come sempre, sono però le persone, le donne.

L
  • “Quando tutti potranno mostrarsi per quello che sono e che sentono senza subire discriminazioni, allora solo a quel punto potremo dire di aver raggiunto l’uguaglianza“. 

A dichiararlo è Sara Lorusso che in occasione del Pride Month ha tradotto questo pensiero nella sua esposizione fotografica “Our Generation”, curata da Marcella Piccinni, in mostra negli spazi dello Student Hotel di Firenze fino a venerdì 8 luglio. 

“In occasione del Pride Month ho deciso di legare insieme diversi progetti fotografici sull’amore queer e non binary, ma anche sulla libertà di espressione del singolo, che ho realizzato nel corso del tempo. A partire da ‘Love is love’, dove ho immortalato i ritratti di coppie queer. ‘Protect love and lovers’ in cui avevo chiesto a diverse coppie di baciarsi in luoghi pubblici che stessero loro a cuore. E poi ‘Our Generation’ che ritrae persone queer e no-binary libere di esprimersi attraverso l’abbigliamento, gli accessori e il trucco”.

L’intervista completa a cura di Ilaria Vallerini è disponibile sul sito ✨

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  • Sono tanti gli esperti e gli attivisti americani che si interrogano se la sentenza della Corte Suprema, che elimina il diritto all’aborto negli Usa, potrà avere impatti anche su altri diritti, compresi quelli alla privacy.

I procuratori possono decidere di indagare su qualsiasi donna che sia stata incinta ma non abbia portato a termine la gravidanza, anche in caso di aborti spontanei.

“La differenza tra ora e l’ultima volta che l’aborto è stato illegale negli Stati Uniti è che viviamo in un’era di sorveglianza digitale senza precedenti”.

A dirlo è la direttrice per la sicurezza informatica della Electronic Frontier Foundation Eva Galperin.

Il caso più eclatante è stato quello di Latice Fisher, la donna del Mississippi che nel 2017 era stata accusata di omicidio di secondo grado dopo aver partorito un bambino nato morto nel terzo trimestre perché, nelle settimane precedenti, aveva cercato online informazioni sulle pillole abortive. Non esisteva nessun’altra prova che Fisher avesse comprato le pillole, ma il caso è comunque durato fino al 2020, quando era stato archiviato.

Le autorità possono decidere di chiedere direttamente alle aziende di fornire i dati in loro possesso relativi a specifici utenti. Non si tratta soltanto di Google, Facebook, Instagram, TikTok o Amazon: a raccogliere dati che possono essere potenzialmente incriminanti sono anche i servizi di telefonia mobile, i provider di servizi Internet e qualsiasi app abbia accesso ai dati sulla posizione. Di solito queste informazioni vengono raccolte a fini pubblicitari, ma possono anche essere acquistate da privati o da forze dell’ordine.

Proprio per questo motivo negli ultimi giorni molte donne americane hanno cancellato le applicazioni per il monitoraggio delle mestruazioni dai loro cellulari, che secondo le stime vengono usate da un terzo delle donne statunitensi, nel timore che i dati raccolti sul proprio ciclo mestruale, o altri dettagli legati alla salute riproduttiva, dalle applicazioni possano essere usati contro di loro in future cause penali negli Stati in cui l’aborto è diventato illegale.

Di Edoardo Martini ✍

#lucenews #lucelanazione #dirittoallaborto #dirittoallaprivacy #usa #roevwade
È il libro di cui, in queste settimane, si potrebbe dire si parla di più. È stato ristampato a pochi giorni dalla sua pubblicazione e sui social se ne discute di continuo. Ma sarebbero note fredde e riduttive. Di Tuamore (La Nave di Teseo) si deve ammettere anzitutto che siamo di fronte a qualcosa di davvero nuovo nel panorama editoriale. Forse ci troviamo davanti a ciò che negli anni ’70 auspicava lo slogan della pubblicità "la verità, ben detta", applicato però, in questo caso, alla letteratura.
copertina Tuamore
"Tuamore" il libro di Crocifisso Dentello edito da La Nave di Teseo

L'autore: tra solitudine e bullismo un solo punto fermo

L’autore di questa storia, intima e a dir poco autentica in ogni risvolto del sentimento, è Crocifisso Dentello, 44 anni, un milanese cresciuto in Brianza e poi nella periferia nord della metropoli, pochi soldi in tasca e una famiglia di immigrati venuta dalla Sicilia a cercare lavoro. Matrice fin qui comune a molti. Il punto è che Crocifisso cresce, fin da bambino, all’ombra della solitudine e della difficoltà di relazione con gli altri, come lui stesso senza troppi pudori ammette. Pochi amici, nessuno fino ai vent’anni, l’isolamento a scuola tra bulli e complessi di inferiorità, un padre operaio e soprattutto lei, Melina, madre dal carattere forte e orgoglioso, casalinga per imprinting e colf per necessità, nel tentativo di risollevare il modesto bilancio della famiglia. Quello tra Crocifisso e Melina nasce –e sempre più diventa– come un rapporto strettissimo e struggente. D’amore vero, per intenderci. Nulla di edipico, sgombriamo il campo da tesi fuorvianti. Piuttosto la storia di un figlio che vede nella madre il solo polo di riferimento, nel suo orizzonte affettivo.

Mamma Melina, preoccupata per quel figlio solo

dentello con melina
Crocifisso Dentello da piccolo con mamma Melina
Lei lo sa bene, ma a dirla tutta se ne preoccupa. Vorrebbe che quel figlio uscisse, frequentasse altri ragazzi, trovasse qualche amorucolo, degli interessi che non fossero la lettura nella sua camera. Invece lui se ne sta sempre lì, sepolto sotto i libri che divora, e attraverso i quali viaggia oltre il pianeta buio della solitudine. Per fare contenta Melina, Croci, come ormai tutti lo chiamano, si inventa addirittura inviti a feste inesistenti, non ultima quella di un Capodanno che passerà da solo in una cabina telefonica, fino al trascorrere della mezzanotte. Gli anni passano e Melina vive di quotidianità, doveri e tv, lavora e accudisce a suo modo quel ragazzo geniale e difficile, che la ricambia di un sentimento totale. A volte lei lo imbarazza anche - Dio sa per scelta consapevole o per postura naif - con le sue piccole stravaganze in pubblico. Ma l’impressione è che lo faccia per stimolarlo, spingerlo ad andare oltre la paura degli altri e del loro giudizio. E alla lunga ce la fa, Croci diventa un letterato, uno scrittore, un uomo più solido, legge sempre sì, ma si relaziona e perde per strada molte paure, pur conservandone il dono e l’esperienza. Croci cambia. Frequenta gli altri, ama, si apre. In una parola, vive.
crocifisso con la madre
Crocifisso aveva un legame d'affetto profondo con la madre, che riteneva suo unico punto di riferimento

Dal tumore...

Qualche anno dopo, però, Melina si ammala di un terribile tumore al seno. I due lottano insieme, Croci la porta da un medico all’altro, frequenta ospedali e specialisti, e la battaglia sembra vinta, ma è un’illusione. Poco più di un anno fa, a 62 anni, la donna muore in modo orribile e per Croci è il vuoto. La camera in penombra, i meccanismi intoppati del quotidiano, il silenzio della cucina, i pranzi muti con il padre. Ogni giorno si fa lo specchio di un’assenza. Un sentimento privato, insopportabile, che Croci decide di affrontare nell’unico modo che conosce, renderlo pubblico. 

...a "Tuamore"

Crocifisso Dentello
Crocifisso Dentello
Nasce così una prima versione del libro, con il titolo geniale che coniuga due parole antitetiche (tumore e amore). Un manoscritto che porta a Elisabetta Sgarbi, il suo editore. Ma lei dice no. "Non va bene, Croci, è amaro. C’è troppa rabbia. Non è così che tu vuoi ricordare tua madre". Lui ci pensa e lo riscrive. Ne esce un capolavoro. Un tomo sottile, quasi proustiano nei toni, ma con l’ironia che lascia spazio anche alla voce di Melina, alla sua energia, a quel modo scanzonato di assaporare la vita, interrotto solo dal cancro, senza che lei perdesse mai del tutto il sorriso. C’è Melina, in questo libro, che rivive ed entra nelle vite degli altri. Senza retorica, con un passo lieve e struggente al contempo. Melina che non si arrende. Il libro fa il botto e la sensazione netta è che ne sentiremo ancora parlare. Dentello alza le spalle: “So di essere in una bolla, e certo a breve passerà, ma a volte adesso torno a sorridere: in fondo mamma è ancora tra noi”.
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