Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Un alfabeto fatto di parole belle: “Alla fine è questa la magia della gentilezza, fa bene all’anima”

Un alfabeto fatto di parole belle: “Alla fine è questa la magia della gentilezza, fa bene all’anima”

Sono oltre 600 quelli compilati dai bambini di tutta Italia che hanno aderito al progetto “Costruiamo Gentilezza”, promosso dall'Associazione Cor et Amor

Caterina Ceccuti
29 Marzo 2022
Share on FacebookShare on Twitter

A come abbraccio, C come carezza, P come pace. Sono infinite le combinazioni che compongono gli “Alfabeti della gentilezza”, ossia un’iniziativa partita da Firenze il 2 ottobre 2021, ma che ha già trascinato le città di tutta Italia in una maratona delle buone pratiche. Protagonisti i bambini, che devono semplicemente compilare un proprio “alfabeto della gentilezza” dalla A alla Z, abbinando ad ogni lettera una parola bella, di quelle che scaldano il cuore, anche in tempi bui come questi. “Non sono forse i gesti di gentilezza, anche piccoli, a regalarci un sorriso?” commenta la giornalista fiorentina Gaia Simonetti, ambasciatrice della gentilezza per l’Associazione Cor et Amor. “E nessuno più dei bambini è capace di gesti tanto spontanei da conquistare anche gli adulti. L’alfabeto della gentilezza, come tutti i ‘giochi’ promossi nell’ambito del progetto nazionale Costruiamo gentilezza, è rivolto ai piccoli e non a caso è stato lanciato in occasione della Giornata Nazionale dedicata ai nonni, ossia le figure familiari che associamo alle carezze e alla gentilezza. Un modo per dire grazie a tutti i nonni d’Italia, usando le parole dei bambini“.

L’alfabeto della gentilezza di Daniele, 10 anni

Gaia, perché parlare di gentilezza?
“Perché tempo fa ho incontrato un bambino che mi ha detto ‘Grazie’ e mi ha offerto un sorriso. Gli ho risposto ‘Sei gentile’ e lui a me ‘Essere gentile è coraggioso, oggi, ma io voglio essere gentile’. Ecco, le sue parole semplici e dirette, in questo momento di pandemia e di pericolosa violenza tra popoli, sono state per me una rivelazione. Dobbiamo ripartire dai segnali che ci danno i bambini, perché loro possono insegnare a tutti noi. Dobbiamo imitarli, tracciare ogni giorno un piccolo percorso fatto di gesti gentili. “Mia nonna diceva sempre ‘Un grazie, un sorriso e comincia la giornata’. Ed io ho ereditato questa predisposizione che nella vita mi ha permesso di incrociare e riconoscere tante persone che la pensano come me. Come per esempio Luca Nardi, fondatore dell’Associazione Cor et Amor, e gli altri 700 ambasciatori della gentilezza che, come me, operano in tutta Italia. Insieme portiamo avanti vari progetti: alcuni sono medici, altri sportivi, altri rappresentanti delle istituzioni. Personalmente mi chiamano ‘cronista del viola’, inteso come cronista delle belle notizie, perché il viola è il colore della gentilezza, composto dal blu (simbolo della mente) e dal rosso (colore del cuore)”.

“Quanti sono stati gli alfabeti della gentilezza ricevuti dall’Associazione Cor et Amor fino ad ora e quali sono state le parole più scelte dai bambini?
“In pochi mesi ne sono arrivati oltre 600 da tutta Italia. Il primissimo è stato inviato alla mail dell’Associazione dal piccolo Daniele, di Cerreto Guidi. Leggendoli, una considerazione che subito balza agli occhi è che le parole scelte dai bambini rispecchiano fortemente il contesto sociale in cui si trovano a vivere, dimostrando quanto profondamente percepiscano e sentano la realtà che li circonda. Per esempio i primi alfabeti, pervenuti durante la nuova ondata pandemica di questo inverno, seppur firmati da penne differenti e provenienti da città lontane tra loro, ripetevano in molti casi l’abbinamento della lettera A alla parola abbracci, B a baci e C a carezze, a dimostrazione di quanto i bambini abbiano sofferto la mancanza di contatto fisico dovuto al distanziamento sociale e alle varie restrizioni dovute al lungo periodo pandemico. Gli ultimi alfabeti che ci sono stati inviati sono, invece, fortemente influenzati dal dramma della guerra, e quasi tutti abbinano la P alla parola Pace, usando caratteri cubitali e vivaci colori. Poi ancora D come dialogo, N come no alla guerra. I bambini ci insegnano. Tanti alfabeti, arrivati alla lettera U, associano Umanità”.

Una volta concluso il progetto cosa farete di tutti questi alfabeti?
“Vorremmo realizzarne un libro ‘di cuore e gentilezza’, un modello di buone pratiche da consegnare anche agli adulti. Spesso si perde il senso della meraviglia e la forza del tendere la mano al prossimo, del compiere gesti che vengono dal cuore. Il volume raccoglierà questo mondo fatto di lettere e parole, il mondo così come lo vedono i bambini, un inno alla vita. Pensiamo sia ad una versione e-book che ad un volume stampato”.

Il progetto “Costruiamo gentilezza” si propone di educare i bambini attraverso il gioco alle buone pratiche

Può descrivere le emozioni che questo progetto vi sta regalando?
“Sono tante, tutte belle. E le stesse emozioni ci auguriamo verranno condivise da più lettori possibile, non appena avremo raccolto gli alfabeti in un volume. Per esempio è stato emozionante vedere come da una piccola idea come quella di compilare un alfabeto della gentilezza siano nati momenti di condivisione che a loro volta hanno generato occasioni creative. Ci sono state classi di bambini della scuola di Nepi – in Lazio – che a Natale scorso hanno preso le parole dell’alfabeto e hanno creato palline per l’albero della scuola. Su ciascuna potevi leggere ‘A come abbraccio’, ‘B come bacio’… una parola corta, che racchiude un mondo, come grazie. Altri Comuni d’Italia hanno affisso gli alfabeti nelle sale di attesa, nei luoghi di lavoro e di incontro, come manifesti della gentilezza, per un impegno collettivo alle buone pratiche. Ad Aversa i bambini hanno scritto anche delle lettere indirizzate ai loro coetanei in Ucraina. La gentilezza non conosce distanze né confini e parla un linguaggio universale. Gli alfabeti possono essere scritti in qualsiasi lingua e spesso vengono compilati a scuola oppure in famiglia e rappresentano un momento di condivisione intergenerazionale. Ci sono arrivati molti messaggi da parte di genitori che ci ringraziano per questa condivisione che ha fatto bene all’anima di tutti. Alla fine è questa la magia della gentilezza: fa bene all’anima”.

I bambini possono ancora inviare il proprio alfabeto della gentilezza direttamente alla mail abc@costruiamogentilezza.org.

Una parte della squadra di costruttrici di gentilezza

In effetti Costruiamo gentilezza è un progetto nazionale che raggruppa diversi ‘giochi della gentilezza’, come appunto l’alfabeto e che, come dicevamo prima, fa capo all’Associazione Cor et Amor. Abbiamo incontrato il suo presidente e fondatore Luca Nardi e abbiamo scoperto che la sua è una meravigliosa storia di resilienza e altruismo.

“La nostra associazione nasce da un’esperienza personale – racconta Luca Nardi a Luce! -. Sono stato personalmente vittima di abusi da parte di un amico di famiglia. Un uomo all’apparenza incredibilmente gentile. Subito ho desiderato che nessun altro subisse cose simili e ho pensato a un modo pratico per aiutare i bambini a riconoscere la gentilezza autentica da quella manipolativa, evitando così di essere raggirati. È importante fornire strumenti che permettano ai ragazzi di riconoscere certi segnali, seppur utilizzando il gioco e rispettando la loro sensibilità. Nel 2012, perciò, ho iniziato a girare per le scuole di tutta Italia con lo scopo di sensibilizzare gli studenti sul tema. Nel 2014 è nata l’Associazione, di cui la gentilezza è sempre stata motore propulsore. In fine, nel 2020 abbiamo dato vita al progetto nazionale Costruiamo Gentilezza, che propone strumenti di giocopedia e il libero manuale, condivisi online. Sul nostro sito si possono scaricare gratuitamente diversi giochi della gentilezza da fare nel contesto della propria comunità, si possono rilanciare idee con delle varianti e avanzare proposte.

Con il progetto “Costruiamo Gentilezza” sono state ideate varie giornate dedicate al tema, come quella per i Nuovi Nati

Chi si occupa della creazione di questi giochi dedicati i ragazzi?
“I giochi vengono generati e condivisi dagli insegnanti e da una serie di figure che ruotano intorno all’educazione dei bambini, le stesse che poi rappresentano i nostri ‘ambasciatori della gentilezza’ sparsi in tutta Italia e operanti ciascuno in base alle proprie competenze: abbiamo assessori alla gentilezza (che rappresentano i referenti per le istituzioni), insegnanti per la gentilezza, allenatori sportivi per la gentilezza, medici pediatri per la gentilezza e persino imprenditori per la gentilezza”.

La Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati si è celebrata il 21 marzo scorso

Mi colpisce la figura dell’Assessore alla gentilezza, di cosa si tratta?
“Abbiamo inviato ai Comuni d’Italia un messaggio che lanciava l’idea di far nascere una delega alla Gentilezza. Il primo ad aderire è stato Rivarolo Canavese, in Provincia di Torino. Oggi ben 175 Comuni hanno assessori con delega alla Gentilezza. Ma non è tutto. Abbiamo anche istituito alcune giornate nazionali dedicate; per esempio il 21 marzo scorso abbiamo celebrato la Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati, durante la quale vengono accolti a livello istituzionale i neonati nei vari comuni aderenti all’iniziativa. Nel mese di giugno, dal 1 al 21, celebriamo le giornate dedicate alle Buone pratiche di gentilezza e il 22 settembre è la Giornata Nazionale dei Giochi della gentilezza, che questo anno abbiamo appunto dedicato all’alfabeto della gentilezza. Sono invitate a partecipare tutte le scuole e tutti i comuni d’Italia”.

Un’altra interessante iniziativa di sensibilizzazione che avete promosso è quella delle “Panchine viola della gentilezza”.
“Esatto: 240 comuni in tutta Italia hanno almeno una “Panchina viola della gentilezza”, buona pratica generata dall’assessore alla Gentilezza Erina Patti di Quincinetto, in provincia di Torino. Istituzioni, associazioni sportive e scuole possono aderire all’iniziativa pitturando di viola una panchina già esistente, che però deve essere inaugurata in maniera ufficiale, con una cerimonia istituzionale che permetta di veicolare correttamente il messaggio di sensibilizzazione”.

Potrebbe interessarti anche

La presidente di Alice Odv Francesca Fasolino durante la marcia per l'endometriosi, Roma, 25 e 26 marzo (Instagram)
Attualità

Giornata mondiale endometriosi: 190 milioni di donne invisibili

28 Marzo 2023
La direttrice d’orchestra pratese Vanessa Benelli Mosell (35 anni)
Spettacolo

Vanessa Benelli Mosell: “In Italia la musica è cambiata”

24 Marzo 2023
Intervento innovativo all'ospedale Regina Margherita di Torino
Scienze e culture

Per la prima volta al mondo paziente cieco recupera la vista

24 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
A come abbraccio, C come carezza, P come pace. Sono infinite le combinazioni che compongono gli “Alfabeti della gentilezza”, ossia un'iniziativa partita da Firenze il 2 ottobre 2021, ma che ha già trascinato le città di tutta Italia in una maratona delle buone pratiche. Protagonisti i bambini, che devono semplicemente compilare un proprio “alfabeto della gentilezza” dalla A alla Z, abbinando ad ogni lettera una parola bella, di quelle che scaldano il cuore, anche in tempi bui come questi. "Non sono forse i gesti di gentilezza, anche piccoli, a regalarci un sorriso?" commenta la giornalista fiorentina Gaia Simonetti, ambasciatrice della gentilezza per l'Associazione Cor et Amor. "E nessuno più dei bambini è capace di gesti tanto spontanei da conquistare anche gli adulti. L'alfabeto della gentilezza, come tutti i 'giochi' promossi nell'ambito del progetto nazionale Costruiamo gentilezza, è rivolto ai piccoli e non a caso è stato lanciato in occasione della Giornata Nazionale dedicata ai nonni, ossia le figure familiari che associamo alle carezze e alla gentilezza. Un modo per dire grazie a tutti i nonni d'Italia, usando le parole dei bambini".
L'alfabeto della gentilezza di Daniele, 10 anni
Gaia, perché parlare di gentilezza? "Perché tempo fa ho incontrato un bambino che mi ha detto 'Grazie' e mi ha offerto un sorriso. Gli ho risposto 'Sei gentile' e lui a me 'Essere gentile è coraggioso, oggi, ma io voglio essere gentile'. Ecco, le sue parole semplici e dirette, in questo momento di pandemia e di pericolosa violenza tra popoli, sono state per me una rivelazione. Dobbiamo ripartire dai segnali che ci danno i bambini, perché loro possono insegnare a tutti noi. Dobbiamo imitarli, tracciare ogni giorno un piccolo percorso fatto di gesti gentili. "Mia nonna diceva sempre 'Un grazie, un sorriso e comincia la giornata'. Ed io ho ereditato questa predisposizione che nella vita mi ha permesso di incrociare e riconoscere tante persone che la pensano come me. Come per esempio Luca Nardi, fondatore dell'Associazione Cor et Amor, e gli altri 700 ambasciatori della gentilezza che, come me, operano in tutta Italia. Insieme portiamo avanti vari progetti: alcuni sono medici, altri sportivi, altri rappresentanti delle istituzioni. Personalmente mi chiamano 'cronista del viola', inteso come cronista delle belle notizie, perché il viola è il colore della gentilezza, composto dal blu (simbolo della mente) e dal rosso (colore del cuore)". "Quanti sono stati gli alfabeti della gentilezza ricevuti dall'Associazione Cor et Amor fino ad ora e quali sono state le parole più scelte dai bambini? "In pochi mesi ne sono arrivati oltre 600 da tutta Italia. Il primissimo è stato inviato alla mail dell'Associazione dal piccolo Daniele, di Cerreto Guidi. Leggendoli, una considerazione che subito balza agli occhi è che le parole scelte dai bambini rispecchiano fortemente il contesto sociale in cui si trovano a vivere, dimostrando quanto profondamente percepiscano e sentano la realtà che li circonda. Per esempio i primi alfabeti, pervenuti durante la nuova ondata pandemica di questo inverno, seppur firmati da penne differenti e provenienti da città lontane tra loro, ripetevano in molti casi l'abbinamento della lettera A alla parola abbracci, B a baci e C a carezze, a dimostrazione di quanto i bambini abbiano sofferto la mancanza di contatto fisico dovuto al distanziamento sociale e alle varie restrizioni dovute al lungo periodo pandemico. Gli ultimi alfabeti che ci sono stati inviati sono, invece, fortemente influenzati dal dramma della guerra, e quasi tutti abbinano la P alla parola Pace, usando caratteri cubitali e vivaci colori. Poi ancora D come dialogo, N come no alla guerra. I bambini ci insegnano. Tanti alfabeti, arrivati alla lettera U, associano Umanità". Una volta concluso il progetto cosa farete di tutti questi alfabeti? "Vorremmo realizzarne un libro 'di cuore e gentilezza', un modello di buone pratiche da consegnare anche agli adulti. Spesso si perde il senso della meraviglia e la forza del tendere la mano al prossimo, del compiere gesti che vengono dal cuore. Il volume raccoglierà questo mondo fatto di lettere e parole, il mondo così come lo vedono i bambini, un inno alla vita. Pensiamo sia ad una versione e-book che ad un volume stampato".
Il progetto "Costruiamo gentilezza" si propone di educare i bambini attraverso il gioco alle buone pratiche
Può descrivere le emozioni che questo progetto vi sta regalando? "Sono tante, tutte belle. E le stesse emozioni ci auguriamo verranno condivise da più lettori possibile, non appena avremo raccolto gli alfabeti in un volume. Per esempio è stato emozionante vedere come da una piccola idea come quella di compilare un alfabeto della gentilezza siano nati momenti di condivisione che a loro volta hanno generato occasioni creative. Ci sono state classi di bambini della scuola di Nepi - in Lazio - che a Natale scorso hanno preso le parole dell'alfabeto e hanno creato palline per l'albero della scuola. Su ciascuna potevi leggere 'A come abbraccio', 'B come bacio'... una parola corta, che racchiude un mondo, come grazie. Altri Comuni d'Italia hanno affisso gli alfabeti nelle sale di attesa, nei luoghi di lavoro e di incontro, come manifesti della gentilezza, per un impegno collettivo alle buone pratiche. Ad Aversa i bambini hanno scritto anche delle lettere indirizzate ai loro coetanei in Ucraina. La gentilezza non conosce distanze né confini e parla un linguaggio universale. Gli alfabeti possono essere scritti in qualsiasi lingua e spesso vengono compilati a scuola oppure in famiglia e rappresentano un momento di condivisione intergenerazionale. Ci sono arrivati molti messaggi da parte di genitori che ci ringraziano per questa condivisione che ha fatto bene all'anima di tutti. Alla fine è questa la magia della gentilezza: fa bene all'anima". I bambini possono ancora inviare il proprio alfabeto della gentilezza direttamente alla mail abc@costruiamogentilezza.org.
Una parte della squadra di costruttrici di gentilezza
In effetti Costruiamo gentilezza è un progetto nazionale che raggruppa diversi 'giochi della gentilezza', come appunto l'alfabeto e che, come dicevamo prima, fa capo all'Associazione Cor et Amor. Abbiamo incontrato il suo presidente e fondatore Luca Nardi e abbiamo scoperto che la sua è una meravigliosa storia di resilienza e altruismo. "La nostra associazione nasce da un'esperienza personale - racconta Luca Nardi a Luce! -. Sono stato personalmente vittima di abusi da parte di un amico di famiglia. Un uomo all'apparenza incredibilmente gentile. Subito ho desiderato che nessun altro subisse cose simili e ho pensato a un modo pratico per aiutare i bambini a riconoscere la gentilezza autentica da quella manipolativa, evitando così di essere raggirati. È importante fornire strumenti che permettano ai ragazzi di riconoscere certi segnali, seppur utilizzando il gioco e rispettando la loro sensibilità. Nel 2012, perciò, ho iniziato a girare per le scuole di tutta Italia con lo scopo di sensibilizzare gli studenti sul tema. Nel 2014 è nata l'Associazione, di cui la gentilezza è sempre stata motore propulsore. In fine, nel 2020 abbiamo dato vita al progetto nazionale Costruiamo Gentilezza, che propone strumenti di giocopedia e il libero manuale, condivisi online. Sul nostro sito si possono scaricare gratuitamente diversi giochi della gentilezza da fare nel contesto della propria comunità, si possono rilanciare idee con delle varianti e avanzare proposte.
Con il progetto "Costruiamo Gentilezza" sono state ideate varie giornate dedicate al tema, come quella per i Nuovi Nati
Chi si occupa della creazione di questi giochi dedicati i ragazzi? "I giochi vengono generati e condivisi dagli insegnanti e da una serie di figure che ruotano intorno all'educazione dei bambini, le stesse che poi rappresentano i nostri 'ambasciatori della gentilezza' sparsi in tutta Italia e operanti ciascuno in base alle proprie competenze: abbiamo assessori alla gentilezza (che rappresentano i referenti per le istituzioni), insegnanti per la gentilezza, allenatori sportivi per la gentilezza, medici pediatri per la gentilezza e persino imprenditori per la gentilezza".
La Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati si è celebrata il 21 marzo scorso
Mi colpisce la figura dell'Assessore alla gentilezza, di cosa si tratta? "Abbiamo inviato ai Comuni d'Italia un messaggio che lanciava l'idea di far nascere una delega alla Gentilezza. Il primo ad aderire è stato Rivarolo Canavese, in Provincia di Torino. Oggi ben 175 Comuni hanno assessori con delega alla Gentilezza. Ma non è tutto. Abbiamo anche istituito alcune giornate nazionali dedicate; per esempio il 21 marzo scorso abbiamo celebrato la Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati, durante la quale vengono accolti a livello istituzionale i neonati nei vari comuni aderenti all'iniziativa. Nel mese di giugno, dal 1 al 21, celebriamo le giornate dedicate alle Buone pratiche di gentilezza e il 22 settembre è la Giornata Nazionale dei Giochi della gentilezza, che questo anno abbiamo appunto dedicato all'alfabeto della gentilezza. Sono invitate a partecipare tutte le scuole e tutti i comuni d'Italia". Un'altra interessante iniziativa di sensibilizzazione che avete promosso è quella delle “Panchine viola della gentilezza”. "Esatto: 240 comuni in tutta Italia hanno almeno una “Panchina viola della gentilezza”, buona pratica generata dall'assessore alla Gentilezza Erina Patti di Quincinetto, in provincia di Torino. Istituzioni, associazioni sportive e scuole possono aderire all'iniziativa pitturando di viola una panchina già esistente, che però deve essere inaugurata in maniera ufficiale, con una cerimonia istituzionale che permetta di veicolare correttamente il messaggio di sensibilizzazione".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto