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Home » Lifestyle » Un borgo artistico per includere giovani talenti in difficoltà: “La mia mission possibile”

Un borgo artistico per includere giovani talenti in difficoltà: “La mia mission possibile”

Dopo la scomparsa del marito Giorgio, Armanda Boffa Marchesani ha deciso di "valorizzare l’arte come forma di comunicazione e d’inclusione sociale" per bambini e giovani con malattie importanti, attraverso la Fondazione che porta il loro nome e che opera a Milano e Venezia

Titti Giuliani Foti
23 Maggio 2022
Fondazione Marchesani-Artismo

Fondazione Marchesani è stata subito sede dei progetti per i giovani di Artismo Venezia

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“Il mio progetto è quello di avere un nuovo borgo artistico culturale e d’inclusione sociale a Venezia. Che sia aperto ai giovani talenti in difficoltà, dove si possano esprimere con l’arte attraverso laboratori e stage pensati per loro, in spazi dedicati a loro”. Accade nel mondo, ogni tanto, un miracolo: è quello che ha fatto con estrema generosità, lucidità e semplicità Armanda Boffa Marchesani, farmacista per mezza vita, che da moderna mecenate ha scelto di dedicare, da ora in poi, la sua esistenza all’arte per aiutare, sostenere, stare vicina ai talenti in difficoltà.
i giardini della fondazione Marchesani
I giardini della Fondazione Marchesani diventano un borgo artistico e culturale per giovani talenti che hanno delle difficoltà
È vero che dietro ogni storia c’è sempre una persona: dietro la Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani c’è anche una storia d’amore, lunga tutta una vita: “Giorgio mi chiedeva sempre cosa volessi come regalo, ai compleanni, agli anniversari, anche senza una ragione. Invece di un gioiello, chiedevo il rifacimento del  soffitto, i telai delle finestre, la pavimentazione, il restauro di questa casa, che ora è diventata in sua memoria”. Sono “I Sogni del Giardino” e “Il Colore dei Sogni“ le due mostre in corso a Venezia, in un borgo artistico culturale creato dalla donna alla morte del marito: “Qui, nella città che gli diede i natali e che tanto amava”. È spiccia e diretta Armanda Boffa Marchesani mentre passeggia tra le sue corti, i giardini comunicanti, unici nel loro genere, a pochi passi da Campo dei Carmini, a Venezia, in Fondamenta Rossa.
In questi luoghi, proprietà di famiglia sin dalla fine del 1800, Armanda e Giorgio hanno trascorso molte stagioni felici.
I giardini del borgo culturale a Venezia
Dall’amore di Armanda e Giorgio Marchesani è nata la Fondazione che si occupa di valorizzare le potenzialità di bambini e ragazzi con malattie importanti

“Negli anni –dice Armanda – ho visto passare i giovani studenti diretti a Cà Foscari o San Sebastiano. Quando Giorgio è mancato, ho deciso di ripartire dai suoi giardini dedicando impegno e lavoro al servizio di persone talentuose in difficoltà“. Non è stato facile far nascere il primo borgo artistico culturale della Fondazione intitolata a questa grande coppia di persone, Giorgio e Armanda Marchesani: “La mia fondazione ha lo scopo di valorizzare l’arte come forma di comunicazione e d’inclusione sociale. È questa la mia mission possibile: la dedizione all’altro con il cuore aperto verso bambini e giovani in difficoltà per malattie importanti“. Fin da subito la Fondazione è stata sede dei giovani dell’associazione “Artismo Venezia“. Merito di questa straordinaria signora elegantissima, in pantaloni stivaletti e gilet, che ha dato in comodato d’uso gratuito permanente laboratori e locali dove esprimere se stessi in assoluta libertà e serenità.

Artismo Venezia
Fin da subito la Fondazione è stata sede dei giovani dell’associazione “Artismo Venezia”

Ma il suo lavoro di inclusione non si ferma qui: a Milano, invece, la Fondazione ospita in un appartamento i genitori dei bambini ospedalizzati seguiti dall’Associazione OBM Ospedale dei Bambini Milano Buzzi Onlus, che opera in forma diretta sostenendo famiglie in ristrettezza che assistono i piccoli pazienti ricoverati. Di pari passo, a Venezia, ecco l’inaugurazione di queste due mostre che raccontano i sogni, curate dal direttore artistico Anna Caterina Bellati. Opere d’arte dove la concezione universale di spazio diventa dimensione quasi ascetica della natura: a volte la realtà supera il sogno. Quel il limite svela senza pietà tutte le nostre pigrizie.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Il mio progetto è quello di avere un nuovo borgo artistico culturale e d’inclusione sociale a Venezia. Che sia aperto ai giovani talenti in difficoltà, dove si possano esprimere con l’arte attraverso laboratori e stage pensati per loro, in spazi dedicati a loro". Accade nel mondo, ogni tanto, un miracolo: è quello che ha fatto con estrema generosità, lucidità e semplicità Armanda Boffa Marchesani, farmacista per mezza vita, che da moderna mecenate ha scelto di dedicare, da ora in poi, la sua esistenza all’arte per aiutare, sostenere, stare vicina ai talenti in difficoltà.
i giardini della fondazione Marchesani
I giardini della Fondazione Marchesani diventano un borgo artistico e culturale per giovani talenti che hanno delle difficoltà
È vero che dietro ogni storia c’è sempre una persona: dietro la Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani c’è anche una storia d’amore, lunga tutta una vita: "Giorgio mi chiedeva sempre cosa volessi come regalo, ai compleanni, agli anniversari, anche senza una ragione. Invece di un gioiello, chiedevo il rifacimento del  soffitto, i telai delle finestre, la pavimentazione, il restauro di questa casa, che ora è diventata in sua memoria". Sono "I Sogni del Giardino" e "Il Colore dei Sogni" le due mostre in corso a Venezia, in un borgo artistico culturale creato dalla donna alla morte del marito: "Qui, nella città che gli diede i natali e che tanto amava". È spiccia e diretta Armanda Boffa Marchesani mentre passeggia tra le sue corti, i giardini comunicanti, unici nel loro genere, a pochi passi da Campo dei Carmini, a Venezia, in Fondamenta Rossa.
In questi luoghi, proprietà di famiglia sin dalla fine del 1800, Armanda e Giorgio hanno trascorso molte stagioni felici.
I giardini del borgo culturale a Venezia
Dall'amore di Armanda e Giorgio Marchesani è nata la Fondazione che si occupa di valorizzare le potenzialità di bambini e ragazzi con malattie importanti
"Negli anni –dice Armanda – ho visto passare i giovani studenti diretti a Cà Foscari o San Sebastiano. Quando Giorgio è mancato, ho deciso di ripartire dai suoi giardini dedicando impegno e lavoro al servizio di persone talentuose in difficoltà". Non è stato facile far nascere il primo borgo artistico culturale della Fondazione intitolata a questa grande coppia di persone, Giorgio e Armanda Marchesani: "La mia fondazione ha lo scopo di valorizzare l’arte come forma di comunicazione e d’inclusione sociale. È questa la mia mission possibile: la dedizione all’altro con il cuore aperto verso bambini e giovani in difficoltà per malattie importanti". Fin da subito la Fondazione è stata sede dei giovani dell’associazione "Artismo Venezia". Merito di questa straordinaria signora elegantissima, in pantaloni stivaletti e gilet, che ha dato in comodato d’uso gratuito permanente laboratori e locali dove esprimere se stessi in assoluta libertà e serenità.
Artismo Venezia
Fin da subito la Fondazione è stata sede dei giovani dell’associazione "Artismo Venezia"
Ma il suo lavoro di inclusione non si ferma qui: a Milano, invece, la Fondazione ospita in un appartamento i genitori dei bambini ospedalizzati seguiti dall’Associazione OBM Ospedale dei Bambini Milano Buzzi Onlus, che opera in forma diretta sostenendo famiglie in ristrettezza che assistono i piccoli pazienti ricoverati. Di pari passo, a Venezia, ecco l’inaugurazione di queste due mostre che raccontano i sogni, curate dal direttore artistico Anna Caterina Bellati. Opere d’arte dove la concezione universale di spazio diventa dimensione quasi ascetica della natura: a volte la realtà supera il sogno. Quel il limite svela senza pietà tutte le nostre pigrizie.
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