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Home » Lifestyle » Una vita all’altezza dei propri sogni, il racconto di Iulian: “Sono nano, penso che si veda”. Guarda il video

Una vita all’altezza dei propri sogni, il racconto di Iulian: “Sono nano, penso che si veda”. Guarda il video

Animatore, attore, dj e youtuber. Iulian Cadar è tutto questo e anche altro, ma non diverso, semmai particolare, come ama definirsi. Dalla Romania alla Toscana, con grandi speranze, tanta ironia e la voglia di sfondare nel mondo dello spettacolo

Sofia Francioni
15 Settembre 2021
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Guardare la vita da un punto di vista più basso è il talento di Iulian Cadar, per gli amici Giuliano, che così si auto-presenta sul suo canale YouTube: “Sono un nano…penso si veda”. Nato in Romania, a Bacău, il 3 luglio del 1996, Giuliano (in arte ‘Pitiq’) si è trasferito in Italia con la sua famiglia quando aveva un anno e mezzo, e nel paesino toscano di 6mila anime di Poppi, in provincia di Arezzo, ha frequentato asilo, elementari, medie e superiori, diventando da subito una piccola celebrità.
“Qui mi conoscono tutti, non ho mai avuto problemi. Forse in città è diverso, ma in una piccola comunità come la mia nessuno mi ha mai fatto sentire in imbarazzo. Non voglio parlare di integrazione, perché non ho mai incontrato difficoltà, né da bambino né adesso che ho 25 anni”.

Oltre a “integrazione”, un’altra parola che a Giuliano non piace è “diversità”, che infatti sostituisce sempre con “particolarità”, quella che lo ha fatto diventare prima animatore nelle discoteche, poi dj, poi attore in cortometraggi e film, per farlo sbarcare infine su YouTube e su TikTok con il suo nuovo canale “Pitiq”, dove mostra al pubblico come vive la sua vita, elencandone senza retorica pro e contro.

“L’avete mai visto un nano su YouTube? Io penso di no: a meno che non abbiate cercato Biancaneve e i sette nani o, se avete fantasie più strane, Pornhub”, dice ridendo. “Tramite i miei video voglio mostrarvi come vivo la mia vita: le cose facili e le cose difficili“. Se infatti è vero che per Giuliano fare la spesa a volte è complicato, perché non può usare l’auto o arrivare a prendere i prodotti dagli scaffali più alti, è anche vero che “chiedere aiuto a qualcuno non mi costa nulla. Anzi, a volte è un modo per fare conoscenze nuove”, dice con un sorriso. “Bassi, alti, grassi, magri: siamo tutti diversi, ma dentro – per me – siamo tutti uguali ed è questa la normalità: una condizione che ci accumuna, al di là delle differenze estetiche. Per me non esistono problemi, esistono solo soluzioni. Voglio dire alle persone come me che, al di là dei centimetri che ci differenziano dallo standard, siamo sempre all’altezza dei sogni che abbiamo“.

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Guardare la vita da un punto di vista più basso è il talento di Iulian Cadar, per gli amici Giuliano, che così si auto-presenta sul suo canale YouTube: "Sono un nano...penso si veda". Nato in Romania, a Bacău, il 3 luglio del 1996, Giuliano (in arte 'Pitiq') si è trasferito in Italia con la sua famiglia quando aveva un anno e mezzo, e nel paesino toscano di 6mila anime di Poppi, in provincia di Arezzo, ha frequentato asilo, elementari, medie e superiori, diventando da subito una piccola celebrità. "Qui mi conoscono tutti, non ho mai avuto problemi. Forse in città è diverso, ma in una piccola comunità come la mia nessuno mi ha mai fatto sentire in imbarazzo. Non voglio parlare di integrazione, perché non ho mai incontrato difficoltà, né da bambino né adesso che ho 25 anni". Oltre a "integrazione", un’altra parola che a Giuliano non piace è "diversità", che infatti sostituisce sempre con "particolarità", quella che lo ha fatto diventare prima animatore nelle discoteche, poi dj, poi attore in cortometraggi e film, per farlo sbarcare infine su YouTube e su TikTok con il suo nuovo canale "Pitiq", dove mostra al pubblico come vive la sua vita, elencandone senza retorica pro e contro.

"L’avete mai visto un nano su YouTube? Io penso di no: a meno che non abbiate cercato Biancaneve e i sette nani o, se avete fantasie più strane, Pornhub", dice ridendo. "Tramite i miei video voglio mostrarvi come vivo la mia vita: le cose facili e le cose difficili". Se infatti è vero che per Giuliano fare la spesa a volte è complicato, perché non può usare l’auto o arrivare a prendere i prodotti dagli scaffali più alti, è anche vero che "chiedere aiuto a qualcuno non mi costa nulla. Anzi, a volte è un modo per fare conoscenze nuove", dice con un sorriso. "Bassi, alti, grassi, magri: siamo tutti diversi, ma dentro – per me – siamo tutti uguali ed è questa la normalità: una condizione che ci accumuna, al di là delle differenze estetiche. Per me non esistono problemi, esistono solo soluzioni. Voglio dire alle persone come me che, al di là dei centimetri che ci differenziano dallo standard, siamo sempre all’altezza dei sogni che abbiamo".
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