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Home » Lifestyle » Urne vicine, si strizza l’occhio ai giovani. Ma finora i grandi Comuni li hanno dimenticati

Urne vicine, si strizza l’occhio ai giovani. Ma finora i grandi Comuni li hanno dimenticati

Roma, Milano, Torino, Bologna sono città per giovani? La domanda è legittima visti i dati forniti da Open Polis che fa le pulci ai bilanci delle maggiori città dove si va al voto. Su sport, cultura, formazione siamo ancora molto indietro

Domenico Guarino
17 Settembre 2021
Gli studenti affrontano la seconda prova degli esami di maturità 2015 presso il Liceo Cavour, Torino, 18 Giugno 2015 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Gli studenti affrontano la seconda prova degli esami di maturità 2015 presso il Liceo Cavour, Torino, 18 Giugno 2015 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

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L’Italia non è un paese per giovani. Quante volte lo abbiamo sentito dire? E quante volte lo abbiamo constatato per esperienza più o meno diretta? Eppure all’avvicinarsi di una qualsiasi tornata elettorale, i giovani tornano sotto i riflettori.

Invocati, evocati, blanditi, vezzeggiati, corteggiati. Promesse, slogan, proiezioni verso il futuro: un crescendo di suggestioni che arrivano fino alle pose giovanilistiche anche dei candidati più attempati.
Così è anche questa volta, con il voto amministrativo in alcune delle principali città Italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino tra le altre.
Nel frattempo 899mila italiani sono andati a vivere all’estero tra il 2010 al 2019, secondo il report “Migrazioni 2019” di Istat, e l’età media degli emigrati è 33 anni per gli uomini e 30 per le donne. Segno che al di là, ed al di qua degli slogan, la realtà per le giovani generazioni in Italia rimane estremamente precaria e difficile.

Va detto che le amministrazioni comunali non hanno moltissimi strumenti per creare le condizioni economiche e sociali affinché i giovani rimangano in Italia e non espatrino come sempre più frequentemente accade, per motivi di studio o lavoro. Possono fare invece tanto sotto il profilo culturale ad esempio, o e di formazione all’altezza delle esigenze del tempo libero, creando occasioni di crescita. Oltre che posti di lavoro.

Ed allora, come si stanno muovendo le nostre città, ad esempio, sul terreno delle politiche giovanili, dello sport, del tempo libero, e dell’istruzione?

Sport e attività fisiche

Secondo l’analisi della Fondazione Open polis, nel decennio che va dal 2010 al 2019, il numero di giovani in Italia che praticano sport o attività fisica è aumentato. La fascia d’età che ha visto un aumento maggiore è quella da 20 a 24 anni, passata in 10 anni dal 71,3% al 79,2%. Da 15 a 19 anni, a praticare sport nel 2019 erano 8 persone su 10.
A cavarsela meglio nella promozione dello sport giovanile è Torino che investe più del doppio delle altre grandi città al voto: 28,56 euro pro capite, pari a circa 24,8 milioni di euro nel 2019.

Dietro al capoluogo piemontese figurano Milano, Bologna e Napoli, con spese molto simili tra loro che vanno da 11,37 a 13,14 euro pro capite. Mentre a Roma, nel 2019, sono stati spesi appena 3,97 euro per politiche giovanili e sport. Una cifra sicuramente scadente anche se in crescita negli ultimi anni con un trend costante

Tranne Torino e Bologna, dal 2016 al 2019 tutte le città considerate hanno aumentato la spesa in bilancio dedicata a politiche giovanili, sport e tempo libero. Napoli ha più che triplicato gli investimenti, passando in quattro anni da 3,13 a 11,37 euro pro capite, raggiungendo così i livelli di spesa di Milano e Bologna. Come detto, anche Roma ha visto una crescita (da 1,70 e a 3,97). Mentre il comune di Milano è passato da 11,29 a 13,14 euro pro capite in quattro anni.

 

Istruzione e diritto allo studio

Se guardiamo invece agli investimenti per l’istruzione e il diritto allo studio, il comune di Milano (206,05 euro pro capite) supera di poco le somme spese rispetto a quello di Bologna (204,30), le uscite a Roma e Torino (a quota 144 euro) si equivalgono e Napoli spende meno delle altre città (51,97).

Se consideriamo invece la spesa per infanzia e asili nido, tra le città considerate è Bologna a spendere di più (122,53 euro pro capite), seguita da Milano (115,94) e Roma (103,33).
Sommando le cifre inserite nelle due parti in bilancio, gli investimenti maggiori si registrano nel capoluogo lombardo.

Per quanto riguarda l’andamento della spesa, dal 2016 al 2019 Roma, Milano e Napoli hanno incrementato gli investimenti, rispettivamente del 5,1%, 5% e del 60,8%. Mentre nello stesso periodo a Torino e Bologna la spesa è diminuita del 3,9% e del 2,4%.

Meno ammiccamenti, più fatti

I comuni italiani investono poco o abbastanza dunque? Difficile dirlo in assoluto. I dati sono questi. Tuttavia, se si considera però che, mettendo insieme sport, tempo libero ed istruzione, un comune come quello di Milano spende meno di 220 euro pro capite, qualche dubbio ci viene. Considerando che stiamo parlando della punta più avanzata in Italia.
Forse ai politici gioverebbe qualche sorriso e qualche ammiccamento giovanilista in meno, in cambio di una maggiore serietà nell’affrontare la questione giovanile nel suo complesso con investimenti e strategie che frenino l’emorragia di talenti e di vite che continua a prodursi dalla nostra penisola a vantaggio del resto del Mondo.

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  • "Ho provato a far cantare Chiara Ferragni, ma non sono riuscito a portarla sul palco" ha scherzato Gianni Morandi. 

"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
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Istruzione e diritto allo studio

Se guardiamo invece agli investimenti per l’istruzione e il diritto allo studio, il comune di Milano (206,05 euro pro capite) supera di poco le somme spese rispetto a quello di Bologna (204,30), le uscite a Roma e Torino (a quota 144 euro) si equivalgono e Napoli spende meno delle altre città (51,97). Se consideriamo invece la spesa per infanzia e asili nido, tra le città considerate è Bologna a spendere di più (122,53 euro pro capite), seguita da Milano (115,94) e Roma (103,33). Sommando le cifre inserite nelle due parti in bilancio, gli investimenti maggiori si registrano nel capoluogo lombardo. Per quanto riguarda l’andamento della spesa, dal 2016 al 2019 Roma, Milano e Napoli hanno incrementato gli investimenti, rispettivamente del 5,1%, 5% e del 60,8%. Mentre nello stesso periodo a Torino e Bologna la spesa è diminuita del 3,9% e del 2,4%.

Meno ammiccamenti, più fatti

I comuni italiani investono poco o abbastanza dunque? Difficile dirlo in assoluto. I dati sono questi. Tuttavia, se si considera però che, mettendo insieme sport, tempo libero ed istruzione, un comune come quello di Milano spende meno di 220 euro pro capite, qualche dubbio ci viene. Considerando che stiamo parlando della punta più avanzata in Italia. Forse ai politici gioverebbe qualche sorriso e qualche ammiccamento giovanilista in meno, in cambio di una maggiore serietà nell’affrontare la questione giovanile nel suo complesso con investimenti e strategie che frenino l’emorragia di talenti e di vite che continua a prodursi dalla nostra penisola a vantaggio del resto del Mondo.
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