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Violenza domestica, una sartoria terapeutica per cominciare una nuova vita

Il progetto "Molce" tra corsi di formazione e sportello d'ascolto nasce per "ricucire qualcosa che si è spezzato, nella vita e nella psicologia di tante donne"

di GIOVANNI BOGANI -
24 marzo 2023
La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza

La sartoria per aiutare le donne vittime di violenza

Al festival del cinema di Spello – dedicato ai mestieri del cinema – può accadere di incontrare anche chi ha creato, e sta creando, progetti innovativi per il recupero e il reinserimento delle donne che hanno subito violenza domestica. Incontriamo Ilaria Solari, giornalista di prestigiose testate femminili, ma anche – e forse, adesso, soprattutto – ideatrice e creatrice, assieme ad altre due donne, di un progetto prezioso, dedicato alle donne che hanno subito violenza domestica. Si tratta di corsi di sartoria, per donne che sono state vittima di violenza, o che lo sono tuttora. Perché di sartoria? Perché imparare a cucire, a tagliare, a confezionare un vestito può essere un ottimo punto di partenza per costruirsi un'indipendenza economica. Imparare a fare, per essere capaci di affrancarsi, di liberarsi. Il resto, lasciamo che lo racconti lei stessa.
Ilaria Solari

Ilaria Solari

Ilaria, come si chiama il vostro progetto? A chi è indirizzato? "Il progetto si chiama ‘Molce’. Come un verbo latino, molcere, che significa addolcire, lenire, placare. Calmare il dolore, guarirlo. Si trovano molte informazioni online, al sito molceatelier.it. Ma in pochissime parole, si tratta di questo: sperimentare il potere curativo della sartoria". Quando è stato pensato, e qual è stato il punto di partenza del progetto? "E’ stato pensato durante la pandemia: ci siamo accorte dell’aumento vertiginoso delle violenze domestiche, in un momento già di per sé drammatico. Ed è nato da tre socie, con esperienze differenti: Fernanda Munez da Silva, una sarta che aveva già sperimentato il potere rigenerante della sartoria, Paola Marone, una psicologa e io, che vengo dal mondo del giornalismo". Perché proprio la sartoria? "L’idea è quella di ricucire. Ricucire qualcosa che si è spezzato, nella vita e nella psicologia di tante donne. Abbiamo partecipato ad alcuni bandi del comune di Milano, abbiamo aperto un’associazione. E già dal primo messaggio sui social, abbiamo raccolto più adesioni di quante potessimo immaginare".
Le fondatrici di Molce

Le fondatrici di Molce

Come funziona, nella pratica, Molce? "Le donne che si rivolgono a noi possono frequentare gratuitamente corsi di formazione professionale, e anche usufruire di uno sportello psicologico. Accogliamo donne in condizioni di violenza subita, vulnerabilità, insicurezza. Fra loro, anche donne che vogliono sostenere l’iniziativa, e che partecipano al corso con una cifra simbolica". Le donne che accogliete provengono dai centri antiviolenza? "Non sempre. Alcune sì: hanno abbandonato casa, matrimonio. Stanno ricostruendo la propria vita da zero. Alcune alloggiano nei centri antiviolenza, altre vivono ancora nelle case che provocano loro tanta sofferenza". Che cosa trovano da voi? "Una rete umana, prima di tutto. Quella delle donne che a vario titolo sostengono il progetto. E poi un modo per giungere all’autonomia finanziaria".
Molce è una sartoria 'speciale' che aiuta le donne vittime di violenza domestica

Molce è una sartoria 'speciale' che aiuta le donne vittime di violenza domestica

La violenza si compie più facilmente su chi non ha un proprio reddito? "Esattamente. Se non hai un reddito tuo, sei dipendente da altri, non puoi sfuggire facilmente a una situazione di estremo disagio familiare". Che genere di donne si rivolgono a voi? Da dove vengono? "Molte vengono dall’Africa, dalla Libia, dalla Nigeria. Ma ci sono anche molte italiane. C’è una donna che ha subito violenza tutta la vita, e ha avuto timore di ‘rovinare la carriera’ al marito medico, denunciandolo". Quando è che trovano la forza per denunciare? "Quando devi salvare la vita tua o quella dei tuoi figli. Non denunci fino a quando pensi di poter tenere sotto controllo la cosa".
Il progetto "Molce" in azione

Il progetto "Molce" in azione

Per le persone straniere è più difficile trovare solidarietà, sostegno? "Esatto. È arrivata da noi una signora nigeriana che non parlava una parola di italiano: suo marito le aveva sempre vietato di uscire di casa". Come si può aiutare concretamente Molce? "Comprando i nostri capi: ogni acquisto di uno dei capi che compaiono sul nostro sito ci aiuta ad andare avanti nei corsi e nell’aiuto a queste donne. A curare le loro ferite".