Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Relazioni tossiche in prima serata: come non parlare di violenza di genere in tv

Relazioni tossiche in prima serata: come non parlare di violenza di genere in tv

Nel noto programma di Canale 5 "C'è posta per te" fa discutere la storia di Stefano e Valentina. I social divisi tra chi colpevolizza la vittima e chi si scaglia contro la narrazione di certi temi

Marianna Grazi
9 Gennaio 2023
La relazione tra Stefano e Valentina nella prima stagione della nuova stagione di "C'è posta per te"

La relazione tra Stefano e Valentina nella prima stagione della nuova stagione di "C'è posta per te"

Share on FacebookShare on Twitter

Quando la violenza di genere è in diretta in prima serata. Perché quella che è e andata in onda sabato sera, durante la prima puntata della nuova edizione del programma “C’è posta per te”, è una storia di mortificazione, di pregiudizi, di speculazione sui sentimenti di una persona, di una donna, “colpevolizzata” in quanto vittima che reagisce. Perché, ed è sotto gli occhi di tutti e tutte, in Italia la violenza di genere prima che un problema sociale da affrontare e risolvere, è un tema da sfruttare per fare share, da spettacolarizzare, di cui parlare per attirare attenzione. E magari per lucrare sul dolore altrui (come ogni giornalista sa bene il sesso è tra gli argomenti che più attirano), perché sapendo di cosa parla la trasmissione gli spettatori siano tentati di cambiare canale e sintonizzarsi sulla storia problematica. E la televisione è la cassa di risonanza privilegiata, per questo tipo di romanticizzazione della violenza, il palcoscenico più ambito per discuterne. A scapito di chi la vive.

Valentina, protagonista di una storia molto discussa a “C’è posta per te”

La vicenda, come al solito, vede contrapporsi due persone da una parte e dall’altra della busta, l’una invitata dall’altra. I protagonisti sono Valentina e Stefano. Lei che per anni è stata vittima delle sue vessazioni, dei suoi comportamenti abusanti (“Per noi lui la tossicità fatta persona” commentano Chiara Ferragni e Fedez in una serie di storie social), che ha trovato una “via d’uscita” nel tradimento, nell’idea della separazione, ma pentita e ancora innamorata cerca di ricostruire la loro relazione invitandolo a parlare nel salotto di Maria De Filippi.

Le parole di Valentina e Stefano

“Amore. È così che ti chiamo da 16 anni, con te ho vissuto la favola più bella, con te sono diventata donna, moglie e mamma – dice la ragazza visibilmente emozionata -. Abbiamo vissuto la nostra favola, abbiamo realizzato il nostro sogno nel matrimonio, abbiamo comprato una casa bellissima e abbiamo avuto 3 splendidi bambini. Poi ho rovinato tutto tradendoti…”. Un’ammissione di colpa – nella mentalità comune ovviamente il tradimento è esclusivamente un peccato di chi lo compie – che però nasconde dietro un’esigenza ben più profonda, la necessità di Valentina di ritrovare un rapporto sano, fatto di amore e non di controllo, con un uomo. Perché dietro l’iniziale idea di separazione con il marito, come emerge pochi minuti dopo in piena evidenza, si celava il comportamento molesto dell’uomo, mantenuto costantemente negli anni della loro relazione. “Lo sbaglio l’hai fatto, ci potevi pensare prima, mi dispiace – dichiara laconico Stefano – . Per me le cose andavano bene dentro casa” asserisce. “Andavano bene?” chiede stupita la conduttrice, consapevole delle problematiche che avrebbero spinto la donna alla relazione extraconiugale. “Abbiamo fatto la comunione al bambino, abbiamo comprato il cane… Cioè per me era tutto normale“. “Ma lei non era andata via per una settimana a un certo punto?” incalza De Filippi. “Sì purtroppo le discussioni in una famiglia ci stanno“, liquida lui, dicendo che l’allontanamento era dovuto a un litigio, che “litigavamo ma sempre per cavolate”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da C’è Posta Per Te (@cepostaperteufficiale)


È ancora la conduttrice di “C’è posta per te” a cercare di far ragionare l’uomo, spiegando che sono due cose ben diverse tradire e trattare male una persona, comportamento particolarmente grave. Peccato che la replica sia delle più comuni: “Quindi lo sbagliato sono io?” chiede Stefano. “No, non sei tu ma nemmeno lei è sbagliata”. Peccato per quegli episodi che evidentemente Valentina aveva raccontato in precedenza, che dimostrano quanto invece di sbagliato ci sia sì, ma in quella relazione e nei comportamenti del marito: la relazione tra i due si sarebbe iniziata a incrinare nel 2021, quando l’uomo ha iniziato ad aggredirla verbalmente, con offese e insulti. C’è stata, ad esempio, la volta in auto, che cita la stessa Maria De Filippi, in cui mentre Valentina era intenta a parcheggiare, Stefano ha iniziato a urlarle contro “Cogl**na, sei una donna inutile“, commentando il suo modo di fare. Ancora, ogni volta che la ragazza desiderava uscire con le amiche lui la riempiva di messaggi con l’emoticon di serpenti e sempre le tre stesse parole: “Sei una serpe”. E poi la “volontà” (solo sua) di comprare un cane, le volte in cui, buttando in terra qualcosa, la obbligava a raccoglierla per lui. Insomma, non proprio una storia “da favola”. “Queste cose però le dice lei“, cerca di giustificarsi Stefano, definendola poi “perfetta”, in un tentativo di riabilitarsi di fronte al pubblico.

I commenti e la polemica sul web

Peccato che, e prendiamo in prestito le parole di Carlotta Vagnoli, che ha fatto una lucida analisi della vicenda, “Dare della scema a una vittima perché non riesce a uscire dalla situazione in cui è stata messa si chiama victim blaming. Il victim blaming è la prassi per cui la vittima viene incolpata per la violenza che sta subendo o ha subito” scrive sul suo profilo Instagram l’autrice e attivista. “La frustrazione del non sapersi allontanare dall’ambiente abusante si risolve spesso in anni di senso di colpa. E questo siparietto televisivo e social non farà altro che aumentare quel sentimento nella donna – continua Vagnoli – quando verrà fuori da quella relazione violenta. Per mandare in onda una puntata c’è un lavoro grossissimo di ricerca, stesura, produzione, impostazione della puntata e scelta di come verrà narrata e commentata in studio la vicenda. Che un intero staff non se ne sia accorto è davvero impossibile. Questa è stata una scelta precisa, ovvero quella di fare du spicci sulla pelle di una donna vittima di violenza” evidenzia arrabbiata.

@chiaraferragni♬ original sound – Chiara Ferragni

Chiara e Fedez non sono infatti gli unici ad essersi fatti sentire sui social. La relazione di Stefano e Valentina “andata in onda” su Canale 5 qualche sera fa ha destato un ampio scalpore e, a valanga, migliaia di commenti sui social network, dove la rabbia è montata nel momento in cui Stefano ha deciso di aprire la nota busta, sottolineando però di non essere ancora pronto per lasciarsi alle spalle il tradimento della moglie. Sarà tutto spettacolo, ma suona quasi come una minaccia. Se in molti hanno criticato la protagonista per la relazione sentimentale avuta con un’altra persona, alimentando una forte colpevolizzazione della vittima, Paola Iezzi ha commentato la storia con un: “Che courage!”, e non sono poche le persone che invece sostengono che questo tipo di storie non sarebbe dovuto andare in onda: “Ma non si dovrebbe proprio dare spazio ad una relazione così tossica. Salvate ‘sta donna“. L’ampio scalpore e l’ondata indignata sui social non fanno altro che alimentare una narrazione sbagliata, stereotipata, di una questione delicatissima come la violenza stessa. Nella quale, invece di riconoscere l’urgenza di intervenire a supporto della donna, si è normalizzata la dinamica di potere tra i due, evidenziandola ma non condannandola. Un dato di fatto insomma: lei subisce, tradisce e poi, sentendosi in colpa, cerca di rimediare; lui, causa del suo malessere, del suo disagio, mai pentito non solo evidenzia quanto non passerà sopra alla vicenda, ma la riaccoglie come un padrone riaccoglie lo schiavo che ha tentato di scappare.

Quindi cosa rimane da questo triste siparietto? Probabilmente l’unico ‘insegnamento’ che se ne può trarre è che una delle condizioni imprescindibili per affrontare in modo efficace il problema della violenza di genere è parlarne, per trovare una soluzione che sia più ampia e condivisa possibile. Ma certo non davanti a una telecamera, davanti a milioni di spettatori morbosamente attaccati al dispositivo per vedere le lacrime dei protagonisti e magari goderne anche, portando avanti così quella cultura sessista che fa sì che, nel nostro Paese, i femminicidi siano all’ordine del giorno e abusi e violenze vengano spesso sminuiti. Perché stigmatizzare la vittima, colpevolizzarla, non ci renderà migliori, dalla parte del giusto. Ci renderà solo più cattivi.

Potrebbe interessarti anche

Il giovane canadese Laur Flom realizza libri di Harry Potter senza menzionare il nome dell'autrice Rowling
Lifestyle

Libri di Harry Potter senza il nome di JK Rowling: l’idea di Laur Flom contro la transfobia dell’autrice

22 Gennaio 2023
Neonato morto a Roma: la madre si addormenta durante l'allattamento
Attualità

Neonato morto a Roma: cos’è il rooming in, tra benefici e rischio stanchezza della madre

24 Gennaio 2023
Fernanda Maciel è nata a Bela Horizonte nel 1980 (Instagram)
Sport

Chi è Fernanda Maciel, la donna che ha scalato di corsa il Monte Vinson

21 Gennaio 2023

Instagram

  • Avete mai pensato a come fare quando siete in una foresta, in montagna o in una spiaggia solitaria, lontane da tutti, completamente immerse nella natura, ma avete il ciclo? 

🟪 A questa eventualità ha risposto una ragazza scozzese, che ha sviluppato un kit mestruale portatile da usare all’aperto quando non esistono i servizi igienici o non c’è accesso alle toilette. Erin Reid, 25 anni, ha concepito l’idea quando ha affrontato il cammino di 96 miglia (154 km) della West Highland Way da Milngavie, vicino a Glasgow, a Fort William. Ispirata dalle sue esperienze racconta: 

🗣“Ho avuto le mestruazioni per tutto il tempo ed è stata una vera seccatura Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema e dare alle persone la possibilità di uscire all’aria aperta quando hanno le mestruazioni”. Secondo Erin, le donne che si trovano in luoghi isolati potrebbero correre il rischio di infezioni del tratto urinario, shock tossico o infertilità a causa della scarsa igiene, quando non c’è accesso a bagni, impianti per lavarsi le mani o luoghi per smaltire i prodotti sanitari usati.

La ragazza ha dichiarato che il suo kit è pensato per chi pratica l’escursionismo, il kayak e per il personale militare, ma ha spiegato che, grazie anche al design a forma di fiaschetta, potrebbe interessare persino il pubblico femminile dei festival all’aperto, preoccupati di utilizzare i bagni chimici. Il kit contiene: una coppetta mestruale riutilizzabile, salviette antibatteriche, che consentono di pulire la coppetta in viaggio e un semplice erogatore che può essere utilizzato anche senza avere le mani pulite, quindi in situazioni in cui non è possibile accedere a servizi igienici o all’acqua corrente. 

L’ex studentessa della Napier University, laureata in Design del Prodotto, spera ora di lanciare il prodotto nel 2024: appassionata escursionista e ciclista è ora alla ricerca di finanziamenti per portare sul mercato il suo kit per l’igiene mestruale LU Innovations. Che è stato sviluppato con il sostegno di Converge, società di supporto per le università e gli istituti di ricerca che lavorano su nuovi prototipi.

#lucenews #mestruazioni #kitmestruale #ciclomestruale #designdelprodotto
  • “Ho fatto un film artigianale, maldestramente ispirato a una lettera di Elsa Morante, e dedicato a tutte le ‘cattive ragazze’, che cattive non sono, e che lottano in tutto il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria”.

Il corto “Le Pupille” di Alice Rohrwcher ha ricevuto ieri, 24 gennaio, una nomination agli Oscar per il miglior Live Action Short. La cerimonia finale si terrà a Los Angeles il 12 marzo.

La reazione e la gioia delle piccole protagoniste, della troupe e della regista✨

#lucenews #lucelanazione #lepupille #oscar2023
  • C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. 

È il cortometraggio "Le pupille" diretto da Alice Rohrwacher, regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria. Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". 

Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile.

L
  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
Quando la violenza di genere è in diretta in prima serata. Perché quella che è e andata in onda sabato sera, durante la prima puntata della nuova edizione del programma "C’è posta per te", è una storia di mortificazione, di pregiudizi, di speculazione sui sentimenti di una persona, di una donna, "colpevolizzata" in quanto vittima che reagisce. Perché, ed è sotto gli occhi di tutti e tutte, in Italia la violenza di genere prima che un problema sociale da affrontare e risolvere, è un tema da sfruttare per fare share, da spettacolarizzare, di cui parlare per attirare attenzione. E magari per lucrare sul dolore altrui (come ogni giornalista sa bene il sesso è tra gli argomenti che più attirano), perché sapendo di cosa parla la trasmissione gli spettatori siano tentati di cambiare canale e sintonizzarsi sulla storia problematica. E la televisione è la cassa di risonanza privilegiata, per questo tipo di romanticizzazione della violenza, il palcoscenico più ambito per discuterne. A scapito di chi la vive.
Valentina, protagonista di una storia molto discussa a "C'è posta per te"
La vicenda, come al solito, vede contrapporsi due persone da una parte e dall'altra della busta, l'una invitata dall'altra. I protagonisti sono Valentina e Stefano. Lei che per anni è stata vittima delle sue vessazioni, dei suoi comportamenti abusanti ("Per noi lui la tossicità fatta persona" commentano Chiara Ferragni e Fedez in una serie di storie social), che ha trovato una "via d'uscita" nel tradimento, nell'idea della separazione, ma pentita e ancora innamorata cerca di ricostruire la loro relazione invitandolo a parlare nel salotto di Maria De Filippi.

Le parole di Valentina e Stefano

"Amore. È così che ti chiamo da 16 anni, con te ho vissuto la favola più bella, con te sono diventata donna, moglie e mamma - dice la ragazza visibilmente emozionata -. Abbiamo vissuto la nostra favola, abbiamo realizzato il nostro sogno nel matrimonio, abbiamo comprato una casa bellissima e abbiamo avuto 3 splendidi bambini. Poi ho rovinato tutto tradendoti...". Un'ammissione di colpa - nella mentalità comune ovviamente il tradimento è esclusivamente un peccato di chi lo compie - che però nasconde dietro un'esigenza ben più profonda, la necessità di Valentina di ritrovare un rapporto sano, fatto di amore e non di controllo, con un uomo. Perché dietro l'iniziale idea di separazione con il marito, come emerge pochi minuti dopo in piena evidenza, si celava il comportamento molesto dell’uomo, mantenuto costantemente negli anni della loro relazione. "Lo sbaglio l'hai fatto, ci potevi pensare prima, mi dispiace - dichiara laconico Stefano - . Per me le cose andavano bene dentro casa" asserisce. "Andavano bene?" chiede stupita la conduttrice, consapevole delle problematiche che avrebbero spinto la donna alla relazione extraconiugale. "Abbiamo fatto la comunione al bambino, abbiamo comprato il cane... Cioè per me era tutto normale". "Ma lei non era andata via per una settimana a un certo punto?" incalza De Filippi. "Sì purtroppo le discussioni in una famiglia ci stanno", liquida lui, dicendo che l'allontanamento era dovuto a un litigio, che "litigavamo ma sempre per cavolate".
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da C'è Posta Per Te (@cepostaperteufficiale)

È ancora la conduttrice di "C'è posta per te" a cercare di far ragionare l'uomo, spiegando che sono due cose ben diverse tradire e trattare male una persona, comportamento particolarmente grave. Peccato che la replica sia delle più comuni: "Quindi lo sbagliato sono io?" chiede Stefano. "No, non sei tu ma nemmeno lei è sbagliata". Peccato per quegli episodi che evidentemente Valentina aveva raccontato in precedenza, che dimostrano quanto invece di sbagliato ci sia sì, ma in quella relazione e nei comportamenti del marito: la relazione tra i due si sarebbe iniziata a incrinare nel 2021, quando l'uomo ha iniziato ad aggredirla verbalmente, con offese e insulti. C'è stata, ad esempio, la volta in auto, che cita la stessa Maria De Filippi, in cui mentre Valentina era intenta a parcheggiare, Stefano ha iniziato a urlarle contro "Cogl**na, sei una donna inutile", commentando il suo modo di fare. Ancora, ogni volta che la ragazza desiderava uscire con le amiche lui la riempiva di messaggi con l'emoticon di serpenti e sempre le tre stesse parole: "Sei una serpe". E poi la "volontà" (solo sua) di comprare un cane, le volte in cui, buttando in terra qualcosa, la obbligava a raccoglierla per lui. Insomma, non proprio una storia "da favola". "Queste cose però le dice lei", cerca di giustificarsi Stefano, definendola poi "perfetta", in un tentativo di riabilitarsi di fronte al pubblico.

I commenti e la polemica sul web

Peccato che, e prendiamo in prestito le parole di Carlotta Vagnoli, che ha fatto una lucida analisi della vicenda, "Dare della scema a una vittima perché non riesce a uscire dalla situazione in cui è stata messa si chiama victim blaming. Il victim blaming è la prassi per cui la vittima viene incolpata per la violenza che sta subendo o ha subito" scrive sul suo profilo Instagram l'autrice e attivista. "La frustrazione del non sapersi allontanare dall'ambiente abusante si risolve spesso in anni di senso di colpa. E questo siparietto televisivo e social non farà altro che aumentare quel sentimento nella donna - continua Vagnoli - quando verrà fuori da quella relazione violenta. Per mandare in onda una puntata c'è un lavoro grossissimo di ricerca, stesura, produzione, impostazione della puntata e scelta di come verrà narrata e commentata in studio la vicenda. Che un intero staff non se ne sia accorto è davvero impossibile. Questa è stata una scelta precisa, ovvero quella di fare du spicci sulla pelle di una donna vittima di violenza" evidenzia arrabbiata.
@chiaraferragni♬ original sound - Chiara Ferragni
Chiara e Fedez non sono infatti gli unici ad essersi fatti sentire sui social. La relazione di Stefano e Valentina "andata in onda" su Canale 5 qualche sera fa ha destato un ampio scalpore e, a valanga, migliaia di commenti sui social network, dove la rabbia è montata nel momento in cui Stefano ha deciso di aprire la nota busta, sottolineando però di non essere ancora pronto per lasciarsi alle spalle il tradimento della moglie. Sarà tutto spettacolo, ma suona quasi come una minaccia. Se in molti hanno criticato la protagonista per la relazione sentimentale avuta con un’altra persona, alimentando una forte colpevolizzazione della vittima, Paola Iezzi ha commentato la storia con un: "Che courage!", e non sono poche le persone che invece sostengono che questo tipo di storie non sarebbe dovuto andare in onda: "Ma non si dovrebbe proprio dare spazio ad una relazione così tossica. Salvate 'sta donna". L'ampio scalpore e l'ondata indignata sui social non fanno altro che alimentare una narrazione sbagliata, stereotipata, di una questione delicatissima come la violenza stessa. Nella quale, invece di riconoscere l'urgenza di intervenire a supporto della donna, si è normalizzata la dinamica di potere tra i due, evidenziandola ma non condannandola. Un dato di fatto insomma: lei subisce, tradisce e poi, sentendosi in colpa, cerca di rimediare; lui, causa del suo malessere, del suo disagio, mai pentito non solo evidenzia quanto non passerà sopra alla vicenda, ma la riaccoglie come un padrone riaccoglie lo schiavo che ha tentato di scappare.
Quindi cosa rimane da questo triste siparietto? Probabilmente l'unico 'insegnamento' che se ne può trarre è che una delle condizioni imprescindibili per affrontare in modo efficace il problema della violenza di genere è parlarne, per trovare una soluzione che sia più ampia e condivisa possibile. Ma certo non davanti a una telecamera, davanti a milioni di spettatori morbosamente attaccati al dispositivo per vedere le lacrime dei protagonisti e magari goderne anche, portando avanti così quella cultura sessista che fa sì che, nel nostro Paese, i femminicidi siano all’ordine del giorno e abusi e violenze vengano spesso sminuiti. Perché stigmatizzare la vittima, colpevolizzarla, non ci renderà migliori, dalla parte del giusto. Ci renderà solo più cattivi.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto