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"Voices", vite straordinarie: chi è Anna Bonet, che ai figli dice "Credete in voi, lavorate sodo e sognate"

È spagnola e nel Gruppo Atlantia ricopre il ruolo di CEO della società Elizabeth River Crossings di Abertis. Ma è anche una mamma

di REDAZIONE -
15 ottobre 2022
anna bonet

anna bonet

Ci sono parole necessarie per descrivere un profilo ma che sono assolutamente insufficienti per tratteggiare quello di Anna Bonet che, essendo costretti a una sintesi, è pura autenticità, senza filtri o maschere e alcuna paura di essere semplicemente sé stessa, con una energia travolgente e coinvolgente, umiltà, capacità di prendere decisioni, empatia. Ha un sorriso di perla e gli occhi le brillano mentre si racconta. Incontrarla e ascoltare la sua storia è stato come cambiare pelle, indossando per un'ora le vesti di questo vulcano di professionista che si descrive umilmente, minimizzando risultati raggiunti, senza mai attribuirsi un merito esclusivo ed esponendo, invece, ogni paura e sensazione vissute di fronte alle diverse sfide lungo il proprio percorso.

La carriera di Anna, professionista e mamma

Anna Bonet

La sua carriera è iniziata come controller, dopo gli studi in Business administration, ed è entrata poi in Abertis come professional, assumendo ruoli via via crescenti, da responsabile del business delle società spagnole, fino all’attuale incarico negli Usa. L’esperienza in Abertis le ha consentito di conoscere e avere a che fare con il business di cinque diversi e complessi settori: dal parking alle telecomunicazioni, dalla logistica agli aeroporti e alle concessioni autostradali. Nel 2008 è diventata mamma e - lo racconta con semplicità e franchezza, guardandosi dentro - a quel tempo stava lavorando in Italia, trascorrendo molto tempo a Milano, lontano dalla famiglia appena accresciuta nel suo Paese. Raccontandolo sembra provare nuovamente quel disagio che deve aver vissuto allora, nel perenne sforzo di volersi dare al meglio sotto due profili, quello di professionista e di mamma. E nella sua capacità di gestire, coglie che, amando fare bene le cose, c’è un momento in cui ci si deve dedicare al proprio privato per farlo al meglio e ripete, mentre lo ricorda, come una litania: "Tornerai presto a fare bene il tuo lavoro, appena sarai pronta", per convincersi che non è una rinuncia, ma una pausa per una sfida più delicata e nuova che riguarda la persona. In due parole, diventare mamma. E quando ritorna, dopo questa prima e immersiva fase della propria vita, Abertis le affida la riorganizzazione delle diverse business unit delle concessionarie spagnole; il CEO le offre di raggiungere il Financial department per trasformare ogni concessione in una singola azienda. Un incarico che porta avanti per alcuni anni e durante il quale arriva la sua seconda figlia e tornando con ravvivata energia in azienda viene promossa CFO. È così che, a ogni maternità, arriva un avanzamento di ruolo e responsabilità crescenti che pure, grazie alla consapevolezza e alla gestione della complessità maturate, Bonet riesce a esercitare con passione e dedizione.

Una pausa per poi ripartire

In quegli anni, Anna entra a far parte di diversi CdA delle controllate concessionarie, partecipando alla realizzazione di progetti innovativi e complessi, come l’automazione dei processi legati alla mobilità del sistema Bip & Drive. È in pieno fermento, anche solo nel ricordare questa fase sfidante della propria carriera, quando un pensiero le rattrista lo sguardo e si concede qualche frammento di istante in più - rispetto al suo naturale ritmo che viaggia a doppia velocità, come una nota vocale accelerata su whatsapp – prima di proseguire nella narrazione. A fermarla è infatti il magone che ancora le porta il ricordo dell’ex CEO di Abertis, scomparso nel 2016. Un lutto che la tocca personalmente, dato il legame di stima e affetto reciproci, e che sembra rappresentare per lei a quel tempo una fonte di incertezza rispetto al proprio saper fare perché - riconosce Anna, tanto autocritica verso sé stessa quanto generosa nel giudizio altrui - mentre lei è sempre stata così energica, lui è sempre stato calmo, invitandola costantemente a vivere serenamente il lavoro. È quello il momento in cui viene nominata General Manager di Autopistas, lasciando le persone con cui è cresciuta e nelle quali ha investito nella sfida precedente, quella che descrive come la più complessa ma anche più speciale e avvincente della sua carriera, sentendosi estremamente fiera di un "team magnifico, che ha lavorato fianco a fianco, divertendosi nonostante la concentrazione e la delicatezza di gestire la fase di riorganizzazione di Business Unit che venivano soppresse”. Insieme alla squadra, che non smette di ringraziare e di celebrare, sono stati cambiati processi e modo di fare il business, nonostante la radicalità delle prassi precedenti, grazie alla capacità di dedicarsi completamente all’attività e di farlo giocando in squadra.

Il progetto in Autopistas e l'incontro con Pepe

La chiave del successo di questo progetto, che ricorda come il più complesso, per Anna è stato un evento inatteso e non pianificato. Tre anni fa, infatti, diventa di nuovo mamma e nel dirlo commenta “You, know, life is life” strappando un’improvvisa e autentica risata a chi l'ascolta. Appreso il proprio stato, la felicità è velata da una preoccupazione per quella che avrebbe potuto dare al proprio CEO, considerando gli impegni assunti da portare avanti. E per togliersi questo pensiero che la tormenta, quando ormai ha quasi raggiunto il 4° mese di gravidanza, una occasione le viene incontro a bordo di un volo con Pepe Aljaro, dove l’Ad la rende partecipe del suo stare per diventare nonno! Anna coglie l’attimo, condividendo notizia e stato d’animo, liberandosi di un fardello emotivo che pure dal suo racconto è palpabile e ripercorrendo ancora ora con riconoscenza e stupore come Pepe sia stato sinceramente felice per lei, senza mostrare alcuna preoccupazione per le responsabilità professionali di Anna. "Pepe don’t worry I’m gonna be on charge, I’ll work ‘till the end". La fiducia e il modo così coinvolgente di Pepe l'hanno fatta andare avanti serena e con impegno fino al settimo mese di gravidanza, che descrive come un momento di pressione nel quale lo stesso Aljaro, vedendo in lei segnali di stress per le numerose responsabilità e l’avvicinarsi di un momento importante, la invita a seguire 3 settimane di coaching, che Anna racconta come un rigenerarsi per l’arrivo della sua ultima figlia. E dopo un mese dal suo arrivo, Anna è di nuovo in pista, partecipando a riunioni mentre si prende cura e allatta la piccola.

Ogni cosa accade quando deve accadere

"Ogni cosa accade quando deve accadere". Anna crede nel destino e oggi è così consapevole nell’affermare che l’ultima arrivata nella famiglia sia venuta al mondo per darle "pace", "mi ha dato la forza di affrontare quest’ultima parte del progetto che stavo portando avanti”. E di farlo prendendo il tempo per valutare le decisioni, con un nuovo equilibrio, manageriale, oltre che personale. E non trascura di ringraziare chi le è stato accanto sempre in questo percorso, suo marito, che le ha concesso di affrontare anche la più recente sfida negli Usa, che ha messo da parte le proprie possibilità di carriera impegnandosi personalmente per la cura dei figli e consentendo ad Anna la sua crescita professionale. Per Bonet è stata sostanziale questa complicità, perché con il compagno di vita sono insieme da quando avevano 16 anni: lo definisce un grande marito e padre, che si occupa del benessere di tutti nella famiglia, consentendole così quella tranquillità necessaria per concentrarsi sul lavoro, senza pensieri.

I preziosi consigli di una donna autentica

"Quale consiglio daresti a una giovane ragazza quando affronta i primi passi nel mondo del lavoro"? A questa domanda Anna Bonet risponde che dare consigli è sempre complesso, ma il suo pensiero è che si può fare ciò che si vuole, se si vuole. Ci sono tre frasi che, sempre mettendo sul piatto tutta la propria intimità come fosse pane da condividere in un pasto, lei ripete spesso ai propri figli: "Credete in voi stessi; se ci credete otterrete ciò che vorrete, ma lavorate sodo: nothing is for free". Nel dirlo ricorda che lei proviene da famiglia modesta e dignitosa, figlia di due agricoltori e cresciuta con 5 fratelli. Si commuove quando racconta di essere stata contenta per ogni sforzo che ha fatto, perfino nei campi, raccogliendo sotto il sole e la calura estivi la frutta dagli alberi, perché questo le consentiva di guadagnare denaro e ciò la faceva sentire soddisfatta, pur nella difficoltà di rinunciare alla piscina dove andavano i suoi amici a giocare. "Sognate" è l’ultimo statement che ripete ai pargoli come un mantra. Lei stessa pensava fosse un sogno quando Abertis le ha offerto l’incarico di CEO negli USA, per poter guidare l’obiettivo di posizionamento e sviluppo aziendale in un mercato sfidante come quello, e Pepe è sempre andata d’accordo lui non ha mai avuto dubbi su di lei. E avendo ascoltato la sua storia, nemmeno noi! WeAtlantia!