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Home » Paralimpiadi » Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto: grandi atlete e grandissime donne, vincitrici nella vita e non solo nello sport

Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto: grandi atlete e grandissime donne, vincitrici nella vita e non solo nello sport

Podio tutto italiano nei cento metri alle Paralimpiadi. Età diverse, stessa reazione al destino: impegno, volontà, determinazione. Monica, militare, dedica la medaglia all'Afghanistan; per Ambra, catechista, il parroco ha suonato le campane. Martina ha firmato stamani un commento sull'Osservatore Romano. Un messaggio per tutti, non solo per chi condivide le medesime avversità

Piero Ceccatelli
4 Settembre 2021
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Nel momento della gioia per il trionfo nei 100 metri alle Paralimpiadi (prima Sabatini, seconda Caironi, terza Contrafatto),  hanno pensato a dove tutto è nato. Monica Contrafatto ha dedicato la medaglia di bronzo all’Afghanistan, Ambra Sabatini alla famiglia e al padre.

Monica perse la gamba in un attentato durante la missione a Kabul con il primo reggimento bersaglieri, Ambra, per un incidente sullo scooter guidato dal babbo che l’accompagnava al campo di atletica. Martina Caironi non ha bisogno di fare dediche. Lei, le riceve. Quelle implicite e mille volte dette anche senza parole da parte delle due amiche-seguaci-compagne-rivali con cui ha condiviso il podio e che senza di lei non sarebbero lì, oggi a festeggiare. Senza Martina Caironi l’Italia intera – tutta, anche quella che ha in uggia lo sport  – non gioirebbe in questa giornata di pioggerella che annuncia l’autunno in mezzo a quella che per lo sport italiano sembra un’estate infinita.

 

 

La festa di Monica Contrafatto, Ambra Sabatini e Martina Caironi dopo il successo azzurro alle Paralimpiadi

Martina, il modello  e le due seguaci

 

 

Martina Caironi ha ispirato l’accostarsi allo sport di Monica e di Ambra. Monica, combattente per vocazione trovò in Martina Caironi lo spunto per continuare le battaglie, passando dalle piste nel deserto delle mille guerre alle piste degli stadi. Caironi fu la spinta per continuare a combattere ed è per questo che Monica è lì, dopo esserci già stata a Rio, dove alla prima Paralimpiade arrivò terza.

Anche Ambra Sabatini (leggi l’articolo) ha visto in Martina Caironi la luce improvvisa nel buio della cameretta dell’ospedale di Careggi a Firenze, dove le avevano amputato la gamba. Sul tablet divorava i filmati e le foto di Caironi. E di Contrafatto, che le si era ispirata. Disse a se stessa: sarò come Martina. E lo è diventata fino a esserne se non più brava, di certo più veloce. E’ riuscita a batterla sul tempo, durante la batteria della mattina, in cui Ambra ha segnato il record del mondo. Martina l’ha superata di due centesimi nella batteria successiva. In finale hanno prevalso i muscoli giovani di Ambra su quelli navigati di Martina e quelli più consumati di Monica, muscoli che hanno visto tutto, del mondo.

 

 

Vittorie di squadra

 

Uno sceneggiatore perfetto ha posto la gara dei 100 femminili alla fine delle Paralimpiadi, nell’ultimo giorno di gare negli stadi. Lo stesso sceneggiatore aveva inserito la finale di Bebe Vio sabato scorso. Ogni giornale domenica 29 agosto aveva Bebe in prima pagina. Ogni giornale avrà nella stessa posizione le sorelle d’Italia, domani domenica 5 settembre. Ed ogni giornale rievocherà il 2021 meraviglioso dello sport italiano, che vince gli Europei di calcio, malgrado un calcio sempre più povero e mortificato. Che vince quaranta medaglie alle Olimpiadi tutte in sport individuali, quasi ad adeguarsi ai tempi che ci hanno tenuti separati, suscitando coesione e solidarietà, ma anche vellicando individualità ed egoismi. Ma le vittorie nei cento metri, non sono frutto dell’exploit di uno solo. La  staffetta maschile  d’oro con Patta,  Desalu e Tortu ad aggiungersi a Jacobs e il trio vincente delle Paralimpiadi hanno mostrato che l’Italia trasforma in vittorie di squadra quelle ottenute nella gara più individuale che ci sia.

 

 

L’abbraccio fra il padre di Ambra Sabatini e don Adorno parroco di Porto Ercole dopo la vittoria di Ambra

La militare, la catechista, l’Osservatore Romano

 

Le tre ragazze e donne che hanno preso tutte le medaglie dei 100 metri rappresentano tre differenti pezzi d’Italia. Contrafatto ha quarant’anni, più del doppio di quelli di Ambra, millenial classe 2002. Caironi, la chioccia di entrambe, ne ha trentuno e anagraficamente sta in mezzo.  Ognuna di loro ha, oltre a quella atletica, una dimensione civile o etica  non inventata a tavolino, ma sorta spontanea, o  maturata coi segni della vita. Contrafatto vince il bronzo, nel periodo in cui l’Afghanistan per il quale ha perduto la gamba vive il suo immenso travaglio. A trepidare per Ambra, nella sua Porto Ercole, i genitori e gli amici più cari sono riuniti in parrocchia e don Adorno Della Monaca ha suonato le campane, come le aveva promesso al capezzale di Careggi quando Ambra volle restare sola con lui. Stamani nel giorno della finale del 100 metri Martina Caironi firmava sull’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, un commento dal titolo “Vi sembro debole? No, non lo sono!“ Martina, la donna che dà l’esempio, la donna che spinge chi ha vissuto lo stesso travaglio ad imitarla è scelta dal quotidiano del Papa per lanciare un messaggio che nessuno meglio di lei può dare. “Avrei lavorato nella cooperazione internazionale“, risponde Martina alla domanda su cosa avrebbe fatto se non fosse atleta a tempo pieno. Monica si era spesa per una pace da poco infranta e che il mondo rimpiange. Di Ambra il sacerdote ricorda il ruolo di catechista in parrocchia. Ruolo generoso, in cui molti adulti di oggi sono cresciuti e che appare più lontano dai nostri tempi di quando non sia di fatto, se una ragazza solare, sportiva e bella lo svolgeva per i bimbi del paese.

 

 

Le tre atlete azzurre nascoste dalle bandiere italiane

Esempio per tutti, paralimpici e non

 

 

Le ragazze suscitano ammirazione, non invidia. Vien da pensare che nessuno vorrebbe essere al loro posto. E invece c’è da sperare di sì. Speriamo che il loro cantare spensierate Volare in tv, il loro non essere dive, le lacrime che hanno coperto la pioggia sulle guance di Ambra mentre tagliava il traguardo diano la forza a chi condivide il loro stesso destino a dire a se stessi che la vita non se ne va insieme al pezzo di corpo che ci lascia. Potrà essere una vita molto difficile, ma straordinaria come scandito dallo slogan ascoltato all’infinito e comunque mai abbastanza, in questi giorni. Non mollare, cercare nuove motivazioni, pensare e raccontare agli altri cosa si è o ci è rimasto e non ciò che si è perduto. Andare avanti, guardando in faccia la vita. Meglio, ma non è indispensabile – se facendo sport. Questo insegnano le nostre ragazze e in generale le Paralimpiadi delle medaglie a pioggia, in piscina e non solo. Lo insegnano a chi è un potenziale paralimpico e a tutte le persone con il corpo integro.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Nel momento della gioia per il trionfo nei 100 metri alle Paralimpiadi (prima Sabatini, seconda Caironi, terza Contrafatto),  hanno pensato a dove tutto è nato. Monica Contrafatto ha dedicato la medaglia di bronzo all’Afghanistan, Ambra Sabatini alla famiglia e al padre. Monica perse la gamba in un attentato durante la missione a Kabul con il primo reggimento bersaglieri, Ambra, per un incidente sullo scooter guidato dal babbo che l’accompagnava al campo di atletica. Martina Caironi non ha bisogno di fare dediche. Lei, le riceve. Quelle implicite e mille volte dette anche senza parole da parte delle due amiche-seguaci-compagne-rivali con cui ha condiviso il podio e che senza di lei non sarebbero lì, oggi a festeggiare. Senza Martina Caironi l’Italia intera - tutta, anche quella che ha in uggia lo sport  - non gioirebbe in questa giornata di pioggerella che annuncia l’autunno in mezzo a quella che per lo sport italiano sembra un’estate infinita.    
La festa di Monica Contrafatto, Ambra Sabatini e Martina Caironi dopo il successo azzurro alle Paralimpiadi

Martina, il modello  e le due seguaci

    Martina Caironi ha ispirato l’accostarsi allo sport di Monica e di Ambra. Monica, combattente per vocazione trovò in Martina Caironi lo spunto per continuare le battaglie, passando dalle piste nel deserto delle mille guerre alle piste degli stadi. Caironi fu la spinta per continuare a combattere ed è per questo che Monica è lì, dopo esserci già stata a Rio, dove alla prima Paralimpiade arrivò terza. Anche Ambra Sabatini (leggi l'articolo) ha visto in Martina Caironi la luce improvvisa nel buio della cameretta dell’ospedale di Careggi a Firenze, dove le avevano amputato la gamba. Sul tablet divorava i filmati e le foto di Caironi. E di Contrafatto, che le si era ispirata. Disse a se stessa: sarò come Martina. E lo è diventata fino a esserne se non più brava, di certo più veloce. E' riuscita a batterla sul tempo, durante la batteria della mattina, in cui Ambra ha segnato il record del mondo. Martina l’ha superata di due centesimi nella batteria successiva. In finale hanno prevalso i muscoli giovani di Ambra su quelli navigati di Martina e quelli più consumati di Monica, muscoli che hanno visto tutto, del mondo.    

Vittorie di squadra

  Uno sceneggiatore perfetto ha posto la gara dei 100 femminili alla fine delle Paralimpiadi, nell’ultimo giorno di gare negli stadi. Lo stesso sceneggiatore aveva inserito la finale di Bebe Vio sabato scorso. Ogni giornale domenica 29 agosto aveva Bebe in prima pagina. Ogni giornale avrà nella stessa posizione le sorelle d’Italia, domani domenica 5 settembre. Ed ogni giornale rievocherà il 2021 meraviglioso dello sport italiano, che vince gli Europei di calcio, malgrado un calcio sempre più povero e mortificato. Che vince quaranta medaglie alle Olimpiadi tutte in sport individuali, quasi ad adeguarsi ai tempi che ci hanno tenuti separati, suscitando coesione e solidarietà, ma anche vellicando individualità ed egoismi. Ma le vittorie nei cento metri, non sono frutto dell'exploit di uno solo. La  staffetta maschile  d'oro con Patta,  Desalu e Tortu ad aggiungersi a Jacobs e il trio vincente delle Paralimpiadi hanno mostrato che l'Italia trasforma in vittorie di squadra quelle ottenute nella gara più individuale che ci sia.    
L'abbraccio fra il padre di Ambra Sabatini e don Adorno parroco di Porto Ercole dopo la vittoria di Ambra

La militare, la catechista, l'Osservatore Romano

  Le tre ragazze e donne che hanno preso tutte le medaglie dei 100 metri rappresentano tre differenti pezzi d’Italia. Contrafatto ha quarant’anni, più del doppio di quelli di Ambra, millenial classe 2002. Caironi, la chioccia di entrambe, ne ha trentuno e anagraficamente sta in mezzo.  Ognuna di loro ha, oltre a quella atletica, una dimensione civile o etica  non inventata a tavolino, ma sorta spontanea, o  maturata coi segni della vita. Contrafatto vince il bronzo, nel periodo in cui l’Afghanistan per il quale ha perduto la gamba vive il suo immenso travaglio. A trepidare per Ambra, nella sua Porto Ercole, i genitori e gli amici più cari sono riuniti in parrocchia e don Adorno Della Monaca ha suonato le campane, come le aveva promesso al capezzale di Careggi quando Ambra volle restare sola con lui. Stamani nel giorno della finale del 100 metri Martina Caironi firmava sull’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, un commento dal titolo “Vi sembro debole? No, non lo sono!“ Martina, la donna che dà l’esempio, la donna che spinge chi ha vissuto lo stesso travaglio ad imitarla è scelta dal quotidiano del Papa per lanciare un messaggio che nessuno meglio di lei può dare. "Avrei lavorato nella cooperazione internazionale", risponde Martina alla domanda su cosa avrebbe fatto se non fosse atleta a tempo pieno. Monica si era spesa per una pace da poco infranta e che il mondo rimpiange. Di Ambra il sacerdote ricorda il ruolo di catechista in parrocchia. Ruolo generoso, in cui molti adulti di oggi sono cresciuti e che appare più lontano dai nostri tempi di quando non sia di fatto, se una ragazza solare, sportiva e bella lo svolgeva per i bimbi del paese.    
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