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Anche Zanardi è in gara a Tokyo. Grazie agli atleti di Obiettivo3, il team che ha fondato per aiutare i paralimpici

di SOFIA FRANCIONI -
25 agosto 2021
obiettivo3

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Alex Zanardi vince ancora. Ai nastri di partenza, le Paralimpiadi di Tokyo 2020 si giocano infatti nel segno indelebile del campione paraciclista. Sono ben quattro gli atleti, formati dal suo team Obiettivo3, arrivati in Giappone a caccia dell’Olimpo. Le paracicliste Ana Vitelaru e Katia Aere, il triatleta Pieralberto Buccoliero e la canoista Veronica Silvia Biglia. Molti di più i nomi ispirati dal suo esempio. Ancora una volta, dunque, Zanardi è riuscito a compiere un'impresa sportiva.  

Alex Zanardi

"La scintilla di Alex"

"Una soddisfazione enorme per Obiettivo3", fondato dal campione nel 2017, ma anche per chi questi ragazzi li ha guidati fin dai primi passi, come il team manager Pierino Dainese. "Questo è l’ennesimo grande successo di Zanardi. Per noi, essere riusciti a qualificare quattro atleti alle Paralimpiadi è come aver vinto una medaglia d’oro. Poi, se le medaglie dovessero arrivare davvero, saremmo felicissimi. Ma il nostro successo l’abbiamo già ottenuto e dietro questo successo c’è stato un lungo lavoro di squadra acceso dalla scintilla di Zanardi". Il campione, ci informa Dainese, "comunica con la famiglia, ma non riesce ancora a parlare con l'esterno. Ha iniziato la riabilitazione" e la sua icona resta incrollabile. "Bisogna ringraziarlo per la dedizione che ha rivolto a ognuno di noi. E dire grazie per il suo esempio, per il suo immancabile umorismo e per i suoi insegnamenti".

Pierino Dainese

Una speranza per tanti

Anche Dainese, infatti, è in sedia a rotelle e anche lui, come tanti altri, è cresciuto nel solco del suo esempio. "Ho praticato il paraciclismo al suo fianco e negli anni ho visto il movimento crescere". Il grande merito di Zanardi, però, non è stato solo quello di rendere gli invisibili, visibili; ma soprattutto quello di essere un caposaldo, una speranza per tanti. "Non si è mai tirato indietro per aiutare. Non ha mai perso occasione per motivare qualcuno, anche a distanza. Nei viaggi che ho fatto con lui in auto, mi è capitato tante volte di sentirlo chiamare delle persone, che magari erano ancora in ospedale, per supportarle e per dir loro che, nonostante quello che era successo, c’era ancora tanto da fare".

Obiettivo: tre alle Paralimpiadi

Una quotidiana dedizione che ha portato Zanardi a superare addirittura i suoi obiettivi. Dal nome dell’associazione, la speranza del campione nel 2017 era infatti quella di reclutare il maggior numero di atleti possibili e portarne almeno tre (Obiettivo3) alle Paralimpiadi di Tokyo. Traguardo centrato, oltre le migliori aspettative. "Obiettivo3 nasce per aiutare economicamente le persone costrette a rinunciare a una disciplina sportiva perché non hanno i mezzi economici per praticarla. Le handbike, ad esempio, hanno un costo molto alto e la nostra associazione le fornisce agli atleti in comodato d’uso". Proprio com’è successo alle atlete paralimpiche Vitelaru e Aere. "Buccoliero, invece, è stato uno dei primi a entrare nell’associazione e a dare una mano come coach ad altri ragazzi", spiega ancora Dainese. Mentre per Biglia l’impegno è stato puramente economico: "Veronica è una canoista, l’abbiamo aiutata perché, essendo una ragazza madre, doveva 'sbarcare il lunario'. Facendo parte di una Federazione, Obiettivo3 l’ha supportata fornendole una canoa e aiutandola nelle spese per gli allenamenti". Ma chi sono gli atleti del team Zanardi a caccia dell’oro alle Paralimpiadi di Tokyo?

Ana Vitelaru

Ana Vitelaru, Alex come meccanico

Nonostante i tanti successi nel basket in carrozzina, la 38enne emiliana di origine rumena, Ana Vitelaru, martedì 31 agosto esordirà nel paraciclismo con la gara a cronometro (categoria H5). Mentre il giorno dopo sarà attesa da quella in linea. Dall’incidente in una stazione ferroviaria che l’ha costretta all’amputazione delle gambe, in pochi anni la Vitelaru ha raggiunto la Nazionale di paraciclismo, vincendo quattro medaglie (due argenti e due bronzi) ai mondiali. Nel video della sua candidatura a Obiettivo3, dichiara: "Zanardi è uno dei migliori meccanici che esistano. Per la mia handbike, ha fatto tutto lui: per il guscio, per le misure, per il telaio. Ha lavorato per settimane soltanto per me. Ne sarò onorata per sempre".  

Katia Aere

Katia Aere,  dal nuoto all'handbike

Al fianco di Ana, stessa gara e stessa categoria, ci sarà Katia Aere: atleta friulana di 50 anni, che corona il grande sogno di partecipare ai Giochi Paralimpici dopo una lunga carriera nel nuoto, iniziata avendo paura dell’acqua. Infermiera professionale, sposata con Giuseppe, da ragazza ha coltivato una grande passione per l’atletica leggera, nel salto in alto e nella corsa a ostacoli, prima che un problema alle caviglie la costringesse a smettere. Nel 2003, poi, un'improvvisa malattia autoimmune ne mina il fisico e la obbliga a cure lunghe e complesse. Tra le terapie consigliate c’è anche l’idrokinesi, che inizialmente Katia rifiuta a causa della sua fobia per l’acqua. Ma una volta convintasi a sottoporsi all'idrokinesiterapia, il mondo si capovolge: a 40 anni impara a nuotare, le piace, diventa agonista e inizia a sbaragliare il campo, conquistando record su record e incamerando 28 titoli italiani in vasca, iniziando così a sognare le Paralimpiadi. Un sogno che si alimenta quando, nell’estate 2018, una cara amica l’accompagna a Maniago, le presenta Alex Zanardi e lo staff di Obiettivo3. L’emozione che le regala provare l’handbike la porta indietro di quasi 20 anni, la sensazione del vento che soffia in faccia la conquista subito e la convince ad affiancare agli allenamenti in piscina, anche quelli con l’handbike. Nel paraciclismo si mette subito in luce conquistando la Nazionale e due medaglie di bronzo ai mondiali 2021.  

Veronica Biglia, la "mapà" della canoa

La canoista piemontese Veronica Silvia Biglia sarà invece in gara a Tokyo da giovedì 2 settembre per le batterie della categoria VL2. Ma è dal 2016, a livello europeo, che a bordo della sua canoa salpa da un successo all’altro. All’età di 24 anni, resta incinta ed è una ragazza madre o, come si definisce lei stessa, un "mapà", una mamma single. Subito dopo il parto, nel giugno 2013, contrae la mielite trasversa, la sindrome clinica immuno-mediata del sistema nervoso centrale, che provoca un danno neuronale al midollo spinale. Così, in carrozzina, inizia un percorso riabilitativo che la porta a imbattersi nello sport. Sono gli anni in cui cresce la sua piccola Emily e gli anni in cui incontra un nuovo amore, quello per la canoa. Questa disciplina la fa sentire subito bene e a proprio agio, a gennaio 2016 inizia ad allenarsi a livello agonistico e dopo soli due mesi vince il primo dei suoi 15 titoli italiani. Al suo attivo ha anche un bronzo in Coppa del Mondo oltre alla qualificazione, già in tasca, per le Paralimpiadi di Tokyo.

Pier Buccoliero, coach e  paratriathleta

Infine, Pier Alberto Buccoliero, uno dei padri fondatori di Obiettivo3, sarà in gara il 29 agosto nel paratriathlon categoria Ptwc. 33 anni, nel 2009 a causa di un grave incidente contrae una paraplegia incompleta ed è costretto a congedarsi dalla Marina militare come allievo. La passione per lo sport nasce subito dopo l’infortunio e nel giro di poco tempo Buccoliero conquista successi importanti in più discipline: già dal 2010 si distingue nel canottaggio ottenendo diversi podi in più gare. Poco dopo il passaggio alla canoa, sport completamente diverso ma in cui eccelle da subito, diventando nel 2016 il primo azzurro nella storia a conseguire ben due titoli mondiali. Infine le esperienze nel parabob e nel triathlon, che lo vedono nuovamente collezionare ottimi risultati fin dagli esordi. Nel 2017 scopre Obiettivo3 e ben presto diventa una figura di riferimento nel progetto, rivestendo sia il ruolo di coach che quello di atleta. Nel suo percorso sportivo più recente il paratleta si avvia anche all’handbike, confermandosi a tutti gli effetti uno sportivo a 360 gradi.

Ana Vitelaru con Alex Zanardi

Zanardi, l'importanza di avere un "Esempio"

"Alex oggi sta combattendo la sua gara, una gara che va avanti da quattordici mesi tra infezioni e problematiche di tutti i tipi", conclude il team manager Pierino Dainese. “Il campione continua a mandare lo stesso identico messaggio: che non ci si deve mai fermare di fronte agli ostacoli". Le quattro presenze alle Paralimpiadi dei suoi atleti sono un esempio di quanto avere un esempio può fare la differenza.