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Home » Paralimpiadi » Il padre viene catturato dai russi: l’ucraina Anastasiia Laletina si ritira dalle Paralimpiadi

Il padre viene catturato dai russi: l’ucraina Anastasiia Laletina si ritira dalle Paralimpiadi

La 19enne ha deciso di non partecipare alla gara del mezzofondo, "Era completamente sconvolta" racconta la portavoce del team ucraino

Marianna Grazi
10 Marzo 2022
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Sport e politica non sono mai stati così tanto legati, forse, come in questa edizione dei Giochi Paralimpici. Gli effetti della guerra in Ucraina, infatti, sono arrivati fino a Pechino e si ripercuotono soprattutto sugli atleti. Se russi e bielorussi sono stati esclusi dalle competizioni, come deciso dal Comitato Paralimpico internazionale, chi gareggia, come la nazionale Ucraina, lo fa con il cuore pesante e la mente rivolta al proprio Paese che sta subendo l’invasione delle truppe di Mosca. Ma c’è chi, questa pressione, la subisce più di altri: la biatleta Anastasiia Laletina, infatti, martedì 8 marzo si è ritirata dalla sua gara dopo aver appreso che il suo papà era stato catturato dalle truppe russe, secondo quanto diffuso dai rapporti ufficiali.

Anastasiia Laletina, 19enne biatleta ucraina, si è ritirata dalle Paralimpiadi dopo aver saputo che il padre è stato fatto prigioniero dalle truppe russe

“Suo padre è un soldato dell’esercito ucraino ed (è stato fatto) prigioniero dai soldati russi. Lo hanno picchiato – ha detto la portavoce della squadra a Beijing Natalia Harach –. Era molto sconvolta e non ha potuto prendere parte alla gara”. Difficile spiegare e comprendere le tante emozioni e timori che stava vivendo in quel momento la Laletina: la scelta, di certo non facile, del ritiro dai Giochi come conseguenza del dramma che sta vivendo la sua famiglia, la paura per le sorti del padre, la lontananza da casa. La 19enne ha abbandonato prima della partenza la gara di mezzofondo dopo aver ricevuto la notizia, ed è stata subito messa a riposo e supportata dal medico della squadra. Poi però, per rispetto della privacy di Anastasiia e della sua famiglia in queste ore delicatissime, non è stato reso noto altro del suo caso. La Harach però ha raccontato ai media internazionali che ad essere stato colpito da un grave evento in patria è anche un assistente allenatore ucraino, la cui casa a Kharkiv è stata recentemente bombardata. Stessa sorte anche per il biatleta Dmytro Suiarko, medaglia di bronzo nella mezzofondo del biathlon proprio il giorno dopo aver appreso che i russi avevano bombardato e distrutto la sua abitazione.

Anastasiia Laletina

Le Paralimpiadi di Pechino 2022, quindi, nonostante le attese e il sostegno dell’intero movimento internazionale, si fanno teatro di emozioni ed eventi ben lontani dallo spirito dello sport. Dopo una pandemia che ha compromesso e eroso spazi di progressiva crescita degli sport paralimpici, oggi il mondo delle gare si deve misurare con una guerra temuta quanto imprevista e imprevedibile. Gli atleti presenti stanno vivendo esperienze molto intense, legate non solo alle proprie prestazioni ma soprattutto all’aggravarsi della crisi internazionale e all’acuirsi dell’offensiva russa. A sentirne gli effetti sono ovviamente soprattutto gli sciatori del team ucraino, che affrontano giornate difficili, complicate dalla distanza e legate alle notizie che giungono loro dall’Ucraina. Nonostante ciò, è assolutamente ammirevole la forza d’animo che stanno mettendo in campo, sulle piste, che li ha portato ben diciannove volte a medaglia (di cui sei d’oro), tanto che la nazionale giallo azzurra è momentaneamente al terzo posto nel medagliere. La storia del Team Ucraino alle Paralimpiadi sarà ricordata indubbiamente come la vittoria più sofferta e più bella dello sport mondiale degli ultimi anni, perché arrivata in un momento tra i più difficili della loro vita.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Sport e politica non sono mai stati così tanto legati, forse, come in questa edizione dei Giochi Paralimpici. Gli effetti della guerra in Ucraina, infatti, sono arrivati fino a Pechino e si ripercuotono soprattutto sugli atleti. Se russi e bielorussi sono stati esclusi dalle competizioni, come deciso dal Comitato Paralimpico internazionale, chi gareggia, come la nazionale Ucraina, lo fa con il cuore pesante e la mente rivolta al proprio Paese che sta subendo l'invasione delle truppe di Mosca. Ma c'è chi, questa pressione, la subisce più di altri: la biatleta Anastasiia Laletina, infatti, martedì 8 marzo si è ritirata dalla sua gara dopo aver appreso che il suo papà era stato catturato dalle truppe russe, secondo quanto diffuso dai rapporti ufficiali.
Anastasiia Laletina, 19enne biatleta ucraina, si è ritirata dalle Paralimpiadi dopo aver saputo che il padre è stato fatto prigioniero dalle truppe russe
"Suo padre è un soldato dell'esercito ucraino ed (è stato fatto) prigioniero dai soldati russi. Lo hanno picchiato – ha detto la portavoce della squadra a Beijing Natalia Harach –. Era molto sconvolta e non ha potuto prendere parte alla gara". Difficile spiegare e comprendere le tante emozioni e timori che stava vivendo in quel momento la Laletina: la scelta, di certo non facile, del ritiro dai Giochi come conseguenza del dramma che sta vivendo la sua famiglia, la paura per le sorti del padre, la lontananza da casa. La 19enne ha abbandonato prima della partenza la gara di mezzofondo dopo aver ricevuto la notizia, ed è stata subito messa a riposo e supportata dal medico della squadra. Poi però, per rispetto della privacy di Anastasiia e della sua famiglia in queste ore delicatissime, non è stato reso noto altro del suo caso. La Harach però ha raccontato ai media internazionali che ad essere stato colpito da un grave evento in patria è anche un assistente allenatore ucraino, la cui casa a Kharkiv è stata recentemente bombardata. Stessa sorte anche per il biatleta Dmytro Suiarko, medaglia di bronzo nella mezzofondo del biathlon proprio il giorno dopo aver appreso che i russi avevano bombardato e distrutto la sua abitazione.
Anastasiia Laletina
Le Paralimpiadi di Pechino 2022, quindi, nonostante le attese e il sostegno dell’intero movimento internazionale, si fanno teatro di emozioni ed eventi ben lontani dallo spirito dello sport. Dopo una pandemia che ha compromesso e eroso spazi di progressiva crescita degli sport paralimpici, oggi il mondo delle gare si deve misurare con una guerra temuta quanto imprevista e imprevedibile. Gli atleti presenti stanno vivendo esperienze molto intense, legate non solo alle proprie prestazioni ma soprattutto all’aggravarsi della crisi internazionale e all’acuirsi dell’offensiva russa. A sentirne gli effetti sono ovviamente soprattutto gli sciatori del team ucraino, che affrontano giornate difficili, complicate dalla distanza e legate alle notizie che giungono loro dall’Ucraina. Nonostante ciò, è assolutamente ammirevole la forza d'animo che stanno mettendo in campo, sulle piste, che li ha portato ben diciannove volte a medaglia (di cui sei d'oro), tanto che la nazionale giallo azzurra è momentaneamente al terzo posto nel medagliere. La storia del Team Ucraino alle Paralimpiadi sarà ricordata indubbiamente come la vittoria più sofferta e più bella dello sport mondiale degli ultimi anni, perché arrivata in un momento tra i più difficili della loro vita.
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