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Home » Paralimpiadi » Koudadadi e Bayat, le atlete afghane salve anche grazie al Comitato italiano paralimpico

Koudadadi e Bayat, le atlete afghane salve anche grazie al Comitato italiano paralimpico

La fuga delle due atlete, in pericolo di vita, è stata possibile grazie all'aiuto di di Spagna e Australia. Una volta in salvo, Nilofar Bayat ha espresso preoccupazione per i suoi connazionali: «Chiediamo alle Nazioni Unite e agli altri Paesi di aiutare l'Afghanistan e non lasciarci soli. I Talebani sono gli stessi di 20 anni fa, e vediamo come questo sia un pericolo soprattutto per donne e bambine»

Francesco Lommi
24 Agosto 2021
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Zakia e Nilofar ce l’hanno fatta, sono salve. Le due atlete paralimpiche afghane, che con le loro storie hanno commosso il mondo intero, sono al sicuro. Zakia Koudadadi, la lottatrice di taekwondo, e Nilofar Bayat, la cestista-attivista, sono i volti in copertina di una generazione di donne afghane alla ricerca di emancipazione e indipendenza. Ora entrambe non temono più che i talebani possano bussare alla loro porta.

Gli australiani ascoltano l’appello di Zakia: “Mi sono allenata duramente per le Olimpiadi, ma al momento non ho nemmeno la sicurezza della vita, figuriamoci della competizione”. Questo l’appello di Zakia ripreso dal New York Times e raccolto dal mondo intero. Dopo il grido d’aiuto, in una manciata di giorni, è arrivata la salvezza tanto sognata. Insieme a una cinquantina di altri atleti (soprattutto donne) la 23enne della provincia di Herat ha lasciato l’aeroporto di Kabul grazie alla protezione offerta dal governo australiano. Il loro aereo – riferisce il sito dell’Australian broadcasting corporation (Abc) – è decollato alla volta di Dubai. Il gruppo raggiungerà Sidney con visti umanitari. Non è escluso che a bordo possano esserci anche le calciatrici afghane.

La missione di salvataggio è stata coordinata da un piccolo gruppo di ex sportivi, tra cui l’ex olimpionica canadese e avvocata a Sydney Nikki Dryden, che ha raccolto i dossier degli atleti a rischio. Quello di Zakia era stato seguito dalla Federtaekwondo italiana, con il presidente Angelo Cito, e dal Comitato paralimpico italiano, guidato da Luca Pancalli. Il lavoro in collaborazione con una ong svizzera, sotto la regia dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), ha portato a chiedere ai governi di offrire tutto l’aiuto possibile. Le conoscenze nel governo australiano dell’ex calciatore Craig Foster – che già aveva guidato mobilitazioni internazionali analoghe – hanno portato alla svolta. In appena tre giorni Sidney ha accettato di offrire il proprio sostegno.

Ma l’accesso all’aeroporto internazionale di Kabul non è stato semplice. Da quando è stata issata la bandiera talebana sui palazzi del potere, lo scalo si è trasformato in un fortino occidentale assediato da afghani disperati. I paralimpici, ieri, si sono separati dal resto del gruppo, con il rischio di perdere la possibilità di accedere al terminal. Per ben due volte sono stati respinti ai cancelli e Zakia, anche con post sui social, ha manifestato tutta la sua disperazione. Ma infine, con l’intervento del governo australiano, sono riusciti ad accedere. E la felicità della ragazza è tutta in una foto scattata insieme ai suoi accompagnatori e ai militari australiani.

La Spagna offre una nuova vita a Nilofar

Dopo tutta la paura e l’incertezza vissute a Kabul, la giocatrice della nazionale afghana di basket su sedia a rotelle Nilofar Bayat e suo marito Ramish, anche lui atleta della stessa disciplina, possono finalmente vedere una luce di speranza in fondo al tunnel: evacuati dall’Afghanistan sotto la responsabilità della Spagna, entrambi hanno accetto un’offerta per giocare in una squadra di Bilbao, il Bidaideak. Anche se, per Bayat, ora non è possibile lasciarsi alle spalle quanto vissuto negli ultimi giorni in Afghanistan, un Paese in cui non vede “futuro né speranza”, e tantomeno dimenticare tutte le persone “che stanno cercando una via d’uscita” da lì.
È quanto ha detto ai cronisti iberici in una conferenza stampa: “Sono molto contenta di essere qui, ma anche triste e arrabbiata per la situazione difficile in cui si trova il mio Paese”, ha affermato la giocatrice. “Negli ultimi giorni ho visto il pericolo e la sofferenza che comporta per le persone un governo dei Talebani“. Per l’arrivo di Bayat e di suo marito in Spagna, è stata decisiva la catena di solidarietà fatta partire da un giornalista iberico e che ha portato le loro disperate richieste d’aiuto all’attenzione delle autorità: “Voglio ringraziare tutte le bellissime persone che mi hanno offerto il loro sostegno per arrivare sin qui”, ha detto.
A suo avviso, resta ora la necessità di continuare a dare supporto alle persone rimaste in patria: “Chiediamo alle Nazioni Unite e agli altri Paesi di aiutare l’Afghanistan e non lasciarci soli. I Talebani sono gli stessi di 20 anni fa, e vediamo come questo sia un pericolo soprattutto per donne e bambine”, è l’appello della cestista.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Zakia e Nilofar ce l'hanno fatta, sono salve. Le due atlete paralimpiche afghane, che con le loro storie hanno commosso il mondo intero, sono al sicuro. Zakia Koudadadi, la lottatrice di taekwondo, e Nilofar Bayat, la cestista-attivista, sono i volti in copertina di una generazione di donne afghane alla ricerca di emancipazione e indipendenza. Ora entrambe non temono più che i talebani possano bussare alla loro porta. Gli australiani ascoltano l'appello di Zakia: "Mi sono allenata duramente per le Olimpiadi, ma al momento non ho nemmeno la sicurezza della vita, figuriamoci della competizione". Questo l'appello di Zakia ripreso dal New York Times e raccolto dal mondo intero. Dopo il grido d'aiuto, in una manciata di giorni, è arrivata la salvezza tanto sognata. Insieme a una cinquantina di altri atleti (soprattutto donne) la 23enne della provincia di Herat ha lasciato l'aeroporto di Kabul grazie alla protezione offerta dal governo australiano. Il loro aereo - riferisce il sito dell'Australian broadcasting corporation (Abc) - è decollato alla volta di Dubai. Il gruppo raggiungerà Sidney con visti umanitari. Non è escluso che a bordo possano esserci anche le calciatrici afghane. La missione di salvataggio è stata coordinata da un piccolo gruppo di ex sportivi, tra cui l'ex olimpionica canadese e avvocata a Sydney Nikki Dryden, che ha raccolto i dossier degli atleti a rischio. Quello di Zakia era stato seguito dalla Federtaekwondo italiana, con il presidente Angelo Cito, e dal Comitato paralimpico italiano, guidato da Luca Pancalli. Il lavoro in collaborazione con una ong svizzera, sotto la regia dell'Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), ha portato a chiedere ai governi di offrire tutto l'aiuto possibile. Le conoscenze nel governo australiano dell'ex calciatore Craig Foster - che già aveva guidato mobilitazioni internazionali analoghe - hanno portato alla svolta. In appena tre giorni Sidney ha accettato di offrire il proprio sostegno. Ma l'accesso all'aeroporto internazionale di Kabul non è stato semplice. Da quando è stata issata la bandiera talebana sui palazzi del potere, lo scalo si è trasformato in un fortino occidentale assediato da afghani disperati. I paralimpici, ieri, si sono separati dal resto del gruppo, con il rischio di perdere la possibilità di accedere al terminal. Per ben due volte sono stati respinti ai cancelli e Zakia, anche con post sui social, ha manifestato tutta la sua disperazione. Ma infine, con l'intervento del governo australiano, sono riusciti ad accedere. E la felicità della ragazza è tutta in una foto scattata insieme ai suoi accompagnatori e ai militari australiani.

La Spagna offre una nuova vita a Nilofar

Dopo tutta la paura e l'incertezza vissute a Kabul, la giocatrice della nazionale afghana di basket su sedia a rotelle Nilofar Bayat e suo marito Ramish, anche lui atleta della stessa disciplina, possono finalmente vedere una luce di speranza in fondo al tunnel: evacuati dall'Afghanistan sotto la responsabilità della Spagna, entrambi hanno accetto un'offerta per giocare in una squadra di Bilbao, il Bidaideak. Anche se, per Bayat, ora non è possibile lasciarsi alle spalle quanto vissuto negli ultimi giorni in Afghanistan, un Paese in cui non vede "futuro né speranza", e tantomeno dimenticare tutte le persone "che stanno cercando una via d'uscita" da lì.
È quanto ha detto ai cronisti iberici in una conferenza stampa: "Sono molto contenta di essere qui, ma anche triste e arrabbiata per la situazione difficile in cui si trova il mio Paese", ha affermato la giocatrice. "Negli ultimi giorni ho visto il pericolo e la sofferenza che comporta per le persone un governo dei Talebani". Per l'arrivo di Bayat e di suo marito in Spagna, è stata decisiva la catena di solidarietà fatta partire da un giornalista iberico e che ha portato le loro disperate richieste d'aiuto all'attenzione delle autorità: "Voglio ringraziare tutte le bellissime persone che mi hanno offerto il loro sostegno per arrivare sin qui", ha detto.
A suo avviso, resta ora la necessità di continuare a dare supporto alle persone rimaste in patria: "Chiediamo alle Nazioni Unite e agli altri Paesi di aiutare l'Afghanistan e non lasciarci soli. I Talebani sono gli stessi di 20 anni fa, e vediamo come questo sia un pericolo soprattutto per donne e bambine", è l'appello della cestista.
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