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Afghanistan, le donne manifestano e i talebani le disperdono con spray al peperoncino

di REMY MORANDI -
17 gennaio 2022
Afghanistan, protesta delle donne

Afghanistan, protesta delle donne

Dopo nemmeno sei mesi dalla presa di Kabul da parte dei talebaniin Afghanistan regna ancora il caos. Ieri, davanti all’università della capitale un gruppo di donne, una ventina tra studentesse e insegnanti, ha tentato di manifestare contro il regime e in difesa dei diritti umani e delle donne al grido di “Uguaglianza e giustizia”. La protesta però è stata immediatamente dispersa. Un commando di talebani, prontamente arrivato con veicoli militari all’università di Kabul, ha risposto alla manifestazione utilizzando spray al peperoncino contro le donne.

Alcune donne manifestano per i loro diritti in Afghanistan

“Sono arrivati tre veicoli – ha raccontato, rimanendo nell’anonimato, una delle manifestanti – e i talebani hanno iniziato a spruzzarci contro lo spray al peperoncino”. Ma non solo spray. La stessa manifestante ha infatti aggiunto che i talebani hanno puntato le armi contro di loro, minacciando di fare fuoco se la manifestazione non fosse cessata. Le uniche “armi” che invece le donne stavano imbracciando in quel momento erano dei cartelloni che recitavano “I nostri diritti sono diritti umani”. Il bilancio. Una delle manifestanti è stata portata in ospedale per la reazione allergica che lo spray al peperoncino le aveva causato al viso e agli occhi. I talebani hanno poi sequestrato il cellulare di uno dei presenti solo perché stava filmando la manifestazione.
Controlli ai giornalisti durante la protesta delle donne a Kabul

Controlli ai giornalisti durante la protesta delle donne a Kabul

Oltre alla difesa dei diritti delle donne, le donne stavano anche manifestando per la grave crisi economica, sociale e umanitaria che sta mettendo in ginocchio l’Afghanistan. Di continuo le donne subiscono vessazioni nel Paese, a tal punto che secondo l’Onu “i talebani stanno tentando di escludere donne e ragazze dalla sfera sociale”. A denunciarlo è stato un gruppo di 36 esperti in materia di diritti umani delle Nazioni Unite, che ha espresso in particolare forte preoccupazione “per gli sforzi continui e sistematici” dei talebani “per estromettere le donne dalla sfera economica, sociale e politica in tutto il Paese”. Da quando hanno preso il potere lo scorso agosto, i talebani hanno infatti introdotto una serie di restrizioni contro le donne e le ragazze. Molte non sono potute più tornare a lavoro. Alle ragazze è stato vietato l’accesso a scuola. C’è grande timore nell’uscire di casa senza un parente maschio. E ai tassisti è stato ordinato di non far salire le passeggere, a meno che non indossino uno specifico hijab. Le restrizioni contro le donne sono moltissime. Una decina di giorni fa alle donne afghane delle province settentrionali di Balkh e Herat era stato imposto di non potersi più recare negli hammam, bagni pubblici che in Afghanistan rappresentano per molti l’unico modo per potersi lavare.

Una donna afghana tiene in mano un cartellone con scritto "Salviamo l'Afghanistan"

In Afghanistan i diritti delle donne vengono ogni giorno calpestati. Quelle tanto agognate “uguaglianza e giustizia” sembrano essere solo un miraggio. Sicuramente oggi sono solo due parole incise su un cartellone sequestrato e probabilmente distrutto dalle milizie talebane.