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Bagni no gender, a Bologna è tempo di inclusione

La proposta è stata presentata dalla scrittrice e attivista Porpora Marcasciano di Coalizione civica. Accolta dal consiglio comunale, ma il centrodestra non ci sta

di EDOARDO MARTINI -
30 maggio 2023
Anche a Palazzo d'Accursio, a Bologna, sono in arrivo i bagni no gender

Anche a Palazzo d'Accursio, a Bologna, sono in arrivo i bagni no gender

Un altro passo nel segno dell'inclusione. E così anche a Palazzo d’Accursio, a Bologna, sono in arrivo i bagni no gender. La proposta è stata presentata dalla consigliera di Coalizione civica Porpora Marcasciano ed è stata accettata dal collegio comunale, con l'eccezione del centrodestra. Inoltre, è stato avanzato un pacchetto di misure che puntano non solo all’eliminazione delle distinzioni di genere sulle porte dei bagni pubblici, ma anche a quelle a cui si assiste in situazioni analoghe, come alle cabine elettorali, spesso divise tra maschi e femmine.
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L'attiva trans e scrittrice italiana Porpora Marcasciano (Instagram)

Bagni no gender e carriere alias

L'attivista trans e consigliera di maggioranza ha spiegato: "Non capisco quale possa essere il problema. È un allargamento di diritti in favore di chi ha problemi anche seri nell’accesso a queste strutture". Sulla stessa riga delle proposte precedenti, all'ordine del giorno anche l’introduzione di carriere alias per i dipendenti di Palazzo d’Accursio, in modo da offrire la possibilità ai lavoratori di scegliere un nome, e di conseguenza il genere, d'elezione, anche senza che sia ultimato il percorso di transizione. Si tratta di scelte che "vanno nella direzione del rispetto dei diritti umani e dei diritti sociali, per quella che è sempre stata considerata una minoranza. Ma una minoranza non è più", conclude la politica.

Il centrodestra contrario

Ma non sono mancate le polemiche, con i consiglieri di centrodestra che hanno votato per il no. "Siamo assolutamente contrari, ci sono possibili contrasti con la normativa civile e anche con il codice penale", le parole del leghista Matteo di Benedetto.
La “carriera alias” prevedere un'identità differente collegata all'identità anagrafica

La “carriera alias” prevedere un'identità differente collegata all'identità anagrafica

E ancora: "Siamo preoccupati per ciò che ha detto la vicesindaca Clancy sulle carriere alias nelle scuole. Con un nostro odg chiediamo al Comune di impegnarsi perché i registri alias non vengano introdotti nelle scuole, perché vorrebbe dire cristallizzare situazioni di difficoltà psicologica momentanee per sfruttarle in termini di propaganda". Della stessa opinione anche Fdi,con Stefano Cavedagna che tuona: "Queste tematiche devono essere tenute lontane dai bambini, c’è rischio di indottrinamento. Giù le mani dai bambini". Ma il centrosinistra non ci sta. Secondo Marcasciano infatti, il riferimento ai bambini "ricorre troppo spesso. Le alias riguardano maggiorenni o, su richiesta delle famiglie, la fascia 16-18 anni".

Le altre città nel segno dell'inclusione

Prima di Bologna anche altre città avevano compiuto lo stesso passo nel segno dell'inclusione. L’ultimo a entrare nella lista delle scuole virtuose in termini di parità è stato il liceo artistico "Brera" di Milano. Prima volta per il capoluogo lombardo che va ad aggiungersi ai servizi no gender che in precedenza erano apparsi a Pisa, Torino, San Lazzaro di Savena, Piacenza e in altre città sparse su tutta la penisola.
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Le altre città nel segno dell'inclusione con i bagni no gender: Milano, Pisa, Torino, San Lazzaro di Savena, Piacenza e altre sparse su tutta la penisola

Anche in quel caso non sono però mancate le polemiche, soprattutto da alcuni esponenti del Ministero dell’Istruzione, secondo i quali la decisione "si spingeva troppo in avanti". La preside, Emilia Ametrano, spiegò il motivo che la spinse ad adottare quella decisione: "Abbiamo preso atto della realtà che c’è in questa scuola. Qui di ragazzi in transizione sessuale ce ne sono tanti". Anche Elvis Federico, uno dei rappresentanti d’istituto del liceo, fece da spalla alla preside: "La presenza di persone che vogliono fare una transizione di genere è normale oggi, soprattutto per i ragazzi della nostra età". Ma non solo: al liceo "Brera" gli studenti possono anche scegliere di essere riconosciuti con il nome d’elezione nel registro elettronico di classe. "Se uno studente è alias non compare con il suo nome anagrafico attribuito dal suo sesso biologico e questo non lo costringe a spiegare ogni volta al professore di turno la sua transizione", spiega Gianfranco Tigaro, docente dell’istituto.