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Battaglia parlamentare sulla cannabis: centrosinistra 'timido'. Cosa prevede la legge

Anche sulla depenalizzazione è scontro feroce tra partiti. Il rischio del Vietnam parlamentare e cosa dice il testo fuori di demagogia

di ETTORE MARIA COLOMBO -
4 luglio 2022
cannabis parlamentari +Europa

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Non c’è solo lo Ius scholae: anche il testo sulla cannabis infiamma l’Aula della Camera

Non c’è solo lo Ius scholae a tormentare i rapporti – già tesi – tra le forze della maggioranza di governo, in quanto a temi ‘eticamente’ sensibili. Infatti, c’è anche la cannabis che, come l'altro testo, è uscito dalle secche della commissione (in questo caso quella della Giustizia, presidente e relatore il pentastellato Mario Perantoni), è approdato, finalmente, alla discussione dell’Aula della Camera, a partire dal 30 giugno scorso. In realtà, sempre come per lo ius scholae, dato l’ostruzionismo (feroce) del centrodestra (sulla cannabis compatto, mentre su ius scholae FI si è divisa tra favorevoli e contrari al provvedimento), il Pd ha chiesto un rinvio ‘tecnico’ di qualche giorno. Un escamotage procedurale per garantire che il provvedimento, il cui esame riprenderà nella seconda metà di luglio, non finisca ‘in coda’ ad altri provvedimenti, slittando a dopo l’estate. Infatti, nella prossima settimana, dal 5 luglio, la Camera sarà impegnata a votare il dl Aiuti, che contiene molte norme chiave e scade il 15 luglio. 

Il rinvio tecnico in Aula e le posizioni dei partiti. Il rischio del Vietnam parlamentare

Cannabis battaglia parlamentare

Sulla legge per la depenalizzazione della coltivazione della cannabis si accende la battaglia parlamentare

Certo è che, anche se il presidente del Consiglio Mario Draghi si è detto convinto che le diversità di vedute su ius scholae e cannabis "non portano difficoltà per il governo" e non lo impegnano, perché, su questi temi, il governo ‘non’ si esprime – resta il punto.  Sia sul testo che mira alla liberalizzazione della produzione domestica della cannabis sia quello che introduce lo ius scholae nella legge sulla cittadinanza l'Aula della Camera ha ultimato la discussione generale nell'ultima seduta di giugno. Entrambi appaiono, senza una data specifica, nel calendario dei lavori dell'Assemblea approvato dai capigruppo di Montecitorio per il mese di luglio, quando potranno essere esaminati, ma con tempi contingentati: una circostanza che potrebbe fiaccare in Aula l'ostruzionismo già promesso dalla Lega (che presenta 1.500 emendamenti), soprattutto sullo ius scholae, un provvedimento rispetto al quale il Pd chiude a qualsiasi tipo di concessione per portarlo a casa prima della fine della legislatura. Sulla cannabis, invece, mentre il M5s appoggia con convinzione il provvedimento, gli altri partiti, Pd compreso, si mostrano ‘tiepidi’ – infatti anche se sia Ipf (gli ex M5s di Di Maio) e anche Iv sono, formalmente, a favore della pdl, non premono più tanto il piede sull’acceleratore. In ogni caso, anche se i testi verranno approvati a Montecitorio pur con una maggioranza spaccata, dovranno poi passare al Senato. E a Palazzo Madama potrebbe crearsi il classico ‘Vietnam’, a colpi di migliaia di emendamenti ed interventi a raffica da parte di chi non ha nessuna intenzione di far diventare legge questi provvedimenti.

L’incognita Senato e le parole della Montaruli 

Al netto del fatto che c’è una grande incognita anche su altri temi etici, come l'utero in affitto, la legge sul fine vita ed il testo sull'omofobia che, dopo la bocciatura da parte dell'Aula del Senato del ddl Zan alcuni mesi fa, il Pd ha ri-depositato, al Senato, annunciando che lavorerà per approvarlo entro la fine della legislatura, resta che, ad oggi, l’attenzione politica di tutti i partiti è concentrata su questi due: ius scholae e cannabis. La propaganda della destra, sul punto, è notevole. Al netto del fatto che, sullo ius scholae, parla di “ius soli mascherato” (il che, ovviamente, non è), sulla cannabis parla di “droga libera per tutti”. Addirittura, come ha detto la deputata di FdI, Augusta Montaruli, “chi vuole lo ius soli lo vuole per regalare droga davanti alle scuole”, accusando gli immigrati di essere, di fatto, tutti spacciatori. Parole che, ovviamente, hanno acceso il web, con un florilegio di accuse, alcune volgari e sessiste, contro la Montaruli, aggredita in modo esagerato, tirando in ballo persino i suoi genitori, tutti sordi, ma pur sempre a fronte di accuse assai esagerate. Certo è che, a occhio, se l’impegno e anche la determinazione dell’ex fronte ‘giallorosso’ (Pd-M5s-LeU, ma anche Iv-IpF-centristi vari-FI) ad approvare lo ius scholae è forte, il fronte che vede gli stessi partiti a favore della legge sulla cannabis è molto più ‘timido’ e potrebbe soccombere davanti all’ostruzionismo della destra che, su questo, è unita: da Lega-FdI a FI-centristi.

Cosa prevede il ddl sulla cannabis ‘legale’

“Per la prima volta in Aula inizia un dibattito pubblico sulle droghe leggere” aveva esultato, forse fin troppo fiducioso, Riccardo Magi, presidente di + Europa, che nel 2019 ha depositato la proposta di legge sulla cannabis che è approdata, come si diceva, alla Camera, sotto forma di pdl a doppia firma, sua e della deputata di IpF (Insieme per il Futuro, ex M5s) Caterina Licatini. “Per l'Italia sarebbe una svolta storica”, prosegue Magi, osservando che “il nostro è il Paese europeo con le politiche più repressive rispetto alle droghe, ma a questa rigidità non corrisponde una diminuzione della circolazione delle sostanze e del mercato illegale degli stupefacenti”. Ma cosa prevede la legge sulla Cannabis? Vediamo i dettagli del provvedimento.

Il testo della proposta di legge è stato depositato da Riccardo Magi alla Camera e al Senato nel 2019. L'iter per arrivare alla discussione in Aula a Montecitorio è stato lunghissimo: si sono tenute decine e decine di audizioni e, a causa della pandemia del Covid, i tempi si sono assai dilatati.

Riccardo Magi durante il punto stampa di +Europa sull'iter del Ddl per la coltivazione domestica della cannabis in discussione alla Camera (ANSA)

Il nuovo reato, l’uso personale e le nuove pene

Per la prima volta in una legge italiana in cui si parla di droghe leggere viene accostata la dicitura “è lecito” alla parola “cannabis”. Infatti, il provvedimento prevede che sia lecito coltivare fino a un massimo di 4 piante di cannabis domestica per uso esclusivamente personale.

La legge prevede la riduzione delle pene per i reati di lieve entità. Nel testo si fa distinzioni tra le sostanze, cosa che finora non avveniva. In base alla vecchia legge Fini-Giovanardi, infatti, non c'è alcuna differenza se si viene fermati con in tasca cannabis, cocaina o eroina (solo per citare alcune sostanze stupefacenti). La pena prevista, al momento, è dai 6 mesi a 4 anni di carcere. Ora, invece, il testo di legge in esame alla Camera (e poi al Senato) fa una distinzione tra le varie sostanze e per chi viene fermato ed è in possesso di una quantità di cannabis per uso personale la pena prevista è tra i 2 mesi e i 2 anni di carcere. Per chi detiene per uso personale cannabis coltivata in casa viene eliminata la sanzione amministrativa. Oggi si applica la sanzione che prevede il ritiro della patente o del passaporto.