L'ennesima bufera, l'ennesima frase che ci si poteva risparmiare: l'ennesima "antichità" spacciata per volontà di Dio. Questa volta è toccato a
Lucio Malan. Il capogruppo al Senato di
Fratelli d'Italia, infatti, invitato al programma "
Un giorno da pecora" su Rai Radio1, racconta i motivi che lo hanno portato a cambiare casacca e a spostarsi dopo tanti anni da Forza Italia al partito di maggioranza attualmente al governo. Uno dei motivi dice essere stata la posizione del governo Draghi sul
Ddl Zan, a cui il politico si discosta nettamente. Insomma, contrario ai diritti delle persone dello stesso sesso. Nello specifico Malan spiega di essere contrario ai
matrimoni LGBTQ+ e, nonostante dica che nel testo sacro non venga fatto riferimento al matrimonio, lo fa citando la
Bibbia:
"l'omosessualità è un abominio", frase che dice essere presente sia nell'
Antico che nel
Nuovo Testamento. Nel continuo della conversazione viene fatto notare al politico che la
Chiesa Valdese, a cui lui aderisce e anch'essa fondata sulla Bibbia, si professa favorevole ai
matrimoni omosessuali, ma lui risponde che i
fedeli valdesi non hanno obbligo di obbedienza, in questo caso in tema di
diritti civili.
Una coppia di ragazzi si bacia avvolta nella bandiera arcobaleno
Le reazioni della politica
Molte sono state le reazioni della politica alle dichiarazioni del capogruppo di Fdl: l'ex ministro di Forza Italia e ora presidente di Azione,
Mara Carfagna, ha dichiarato che "chi definisce l'
omosessualità un abominio è fuori dal tempo e dalla storia". Il leader del Terzo Polo
Carlo Calenda ha detto che queste sono "parole indegne e sintomo di grande ignoranza. Se le nostre regole derivassero dal Vecchio Testamento adesso non saremmo molto diversi dai talebani. Per fortuna abbiamo avuto il Vangelo e lo Stato laico".
Monica Cirinnà, responsabile nazionale Pd Diritti, ha definito le parole di Malan "lame affilate nelle vite di ragazze e ragazzi
LGBTQ+ vittime di discriminazione. Parole fuori dalla storia e dalla civiltà. Ci aspettiamo che
Giorgia Meloni le condanni subito". Tuttavia una parte della
politica nazionale si è schierata dalla parte di Malan, difendendo le sue dichiarazioni. Un esempio è quello di
Klevis Gjoka, dichiarato omosessuale e vicepresidente del Circolo "Pirandello" di Fratelli d'Italia a Milano. "Non credo che il senatore Malan abbia ragione alcuna di scusarsi", dice Gjoka, intervistato dall’Adnkronos. Per il
giovane militante di Fdi, il capogruppo meloniano "non ha offeso la sensibilità di nessuno ribadendo un concetto sacrosanto, ovvero che
l’istituzione del matrimonio nasce come istituzione religiosa ed è pertanto da sempre eterosessuale per definizione". E puntualizza: "Questo non significa che le
coppie omosessuali debbano avere o abbiano meno diritti di fronte alla legge".
Klevis Gjoka, giovane esponente di Fratelli d'Italia
La risposta dell'"imputato"
"Al conduttore della trasmissione che mi chiedeva come mai fossi contrario al
Ddl Zan, visto che la Chiesa valdese di cui sono membro è favorevole – spiega – ho risposto che la chiesa valdese è fondata sulla
Bibbia, che è molto
severa sull’omosessualità. E su specifica richiesta del conduttore ho citato, come esempio
Levitico 18:22. La prossima volta, per evitare problemi di comprensione a chi mi ha attaccato, mi limiterò a citare il numero del versetto. E ricordo anche a tutti costoro, sempre pronti a parlare di
laicità dello Stato, forse senza sapere di cosa parlano, che riconoscere
giudizi morali di una religione, non significa volerli applicare per legge o non rispettare coloro che li infrangono. Il Cristianesimo insegna proprio il contrario. Mi sono sempre battuto per la
libertà religiosa, e per la
libertà sessuale delle persone. Libertà che vanno garantite in Italia e promosse nel mondo. Spesso la sinistra se ne è dimenticata", conclude l’esponente di Fdi.
Cathy La Torre
Una preghiera laica
Unire insieme
politica e religione è sempre pericoloso. Nella maggioranza dei casi nessuno dei due argomenti ricava del positivo: la politica diventa "vecchia" e non adatta al presente, mentre la religione, se avvicinata alla politica, diventa invasiva rispetto ai punti fermi di uno Stato laico. In teoria, se utilizzassimo la
Bibbia alla lettera per vivere il quotidiano insieme, avremmo
tante difficoltà. Lo fa notare
Cathy La Torre, avvocata molto seguita e attiva sui social network. In uno dei suoi post infatti ricorda che, per esempio, nell'
Esodo c'è scritto: "Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al
Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte". O ancora: "Chi mangia pancetta al sangue o con grasso dev'essere decapitato", oppure "nessuno debba indossare abiti fatti di due tessuti diversi". Capiamo che tutto ciò è
incompatibile con il quotidiano. In generale non si può accostare la pratica del fare politica, tutto ciò che distingue il vivere e il comunicare odierno, con la fede, anch'essa parte del quotidiano ma non condivisa da tutti. E' come imporre una lingua, non può esserci una
comunicazione sana e utile. La cosa migliore, difficile da mettere in pratica perché da sempre in atto, sarebbe distinguere il
discorso politico da quello
religioso: spesso nel corso della storia si sono in toto sovrapposti, e ancora oggi capita in alcuni
Paesi del mondo. Se pretendessimo questo chiederemmo troppo probabilmente. Sarebbe già ottimo se si evitasse, soprattutto per
temi caldi e importanti come questo, di mettere Bibbia e omosessuale nella stessa frase. Ne nascerebbe sempre il solito dibattito sterile che non porta mai a qualcosa.
"Preghiamo" affinché questo succeda sempre di meno, soprattutto che ad accendere la miccia sia un politico in vista e con un ruolo importante in Parlamento, che non può non essere (purtroppo) considerato.