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Home » Politica » Bologna, Ius Soli e cittadinanza onoraria per minori stranieri nello Statuto comunale

Bologna, Ius Soli e cittadinanza onoraria per minori stranieri nello Statuto comunale

L'amministrazione cittadina ha approvato la delibera con 26 voti a favore, 8 contrari e 3 astenuti

Marianna Grazi
28 Giugno 2022
Ius soli minori stranieri bologna

Bologna introduce lo Ius soli e la cittadinanza onoraria per i minori stranieri nello statuto comunale

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Un passo avanti per il riconoscimento di un diritto fondamentale di decine di minori. A Bologna è stata approvata la modifica allo statuto del Comune, che impegna l’amministrazione a inserire un riferimento al principio dello ‘Ius soli’ e la cittadinanza onoraria per minori stranieri. Mentre a Roma, in Parlamento, la legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati (nella forma dello Ius Scholae) va avanti a fatica e verrà discussa domani, 29 giugno, alla Camera dei Deputati, nel capoluogo emiliano si guarda già oltre.

La delibera con le modifiche allo Statuto

Matteo Lepore sindaco Bologna
Matteo Lepore, sindaco di Bologna

La discussione in Consiglio comunale è andata avanti ad oltranza, sintomo dell’impegno dell’amministrazione verso questa delicata tematica. La delibera (che aveva ricevuto il primo sì a febbraio) è quindi passata nel tardo pomeriggio di lunedì 27 giugno, con 26 voti favorevoli (sindaco Matteo Lepore, Pd, Coalizione civica, Matteo Lepore sindaco, Movimento 5 stelle, Anche tu Conti, Verdi), 8 contrari (Fratelli d’Italia, Lega Salvini premier) e 3 astenuti (Forza Italia e Bologna ci piace). Con il sì alla modifica, dunque, i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri con permesso di soggiorno, ma anche quelli nati all’estero che però hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, riceveranno la cittadinanza onoraria di Bologna. Per quella nazionale c’è ancora da attendere, ma avere almeno quella cittadina è sicuramente un modo per dare loro una sorta di appartenenza al luogo dove stanno costruendo la loro vita, per riconoscere il ruolo di coesione tra popoli e culture diversi e per affermare pienamente le libertà fondamentali delle persone.

Quanti sono i minori stranieri

ius soli bologna minori
Sono più di 11mila gli under 18 senza cittadinanza che hanno completato almeno un ciclo di studi a Bologna e beneficeranno della cittadinanza onoraria della città

Il Consiglio comunale di Bologna, guidato dal sindaco Matteo Lepore, ha approvato anche un ordine del giorno collegato alla delibera, presentato nel corso della discussione dal consigliere Detjon Begaj (Coalizione civica), che invita “ad accelerare le tempistiche per le notifiche e il giuramento per ottenere la cittadinanza italiana; a modificare alcune prassi in materia di residenza e di conseguenza sulla possibilità di ottenimento della cittadinanza stessa; ad aumentare il personale dei Servizi demografici per favorire i tempi di disbrigo delle pratiche”. Insomma una sorta di sollecito, di pungolo alla stessa politica nazionale perché a migliaia di minori venga riconosciuta la legittima appartenenza alla comunità italiana, non solo di fatto ma anche per legge. A Bologna, nello specifico, sono 21.775 i bambini e i ragazzi con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole cittadine, dalle materne alle superiori, e tra questi 11 mila gli under 18 che hanno completato almeno un ciclo scolastico qui. A loro si rivolge la nuova misura del Comune, che li rende se non italiani, perlomeno bolognesi.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Un passo avanti per il riconoscimento di un diritto fondamentale di decine di minori. A Bologna è stata approvata la modifica allo statuto del Comune, che impegna l'amministrazione a inserire un riferimento al principio dello 'Ius soli' e la cittadinanza onoraria per minori stranieri. Mentre a Roma, in Parlamento, la legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati (nella forma dello Ius Scholae) va avanti a fatica e verrà discussa domani, 29 giugno, alla Camera dei Deputati, nel capoluogo emiliano si guarda già oltre.

La delibera con le modifiche allo Statuto

Matteo Lepore sindaco Bologna
Matteo Lepore, sindaco di Bologna
La discussione in Consiglio comunale è andata avanti ad oltranza, sintomo dell'impegno dell'amministrazione verso questa delicata tematica. La delibera (che aveva ricevuto il primo sì a febbraio) è quindi passata nel tardo pomeriggio di lunedì 27 giugno, con 26 voti favorevoli (sindaco Matteo Lepore, Pd, Coalizione civica, Matteo Lepore sindaco, Movimento 5 stelle, Anche tu Conti, Verdi), 8 contrari (Fratelli d'Italia, Lega Salvini premier) e 3 astenuti (Forza Italia e Bologna ci piace). Con il sì alla modifica, dunque, i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri con permesso di soggiorno, ma anche quelli nati all'estero che però hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, riceveranno la cittadinanza onoraria di Bologna. Per quella nazionale c'è ancora da attendere, ma avere almeno quella cittadina è sicuramente un modo per dare loro una sorta di appartenenza al luogo dove stanno costruendo la loro vita, per riconoscere il ruolo di coesione tra popoli e culture diversi e per affermare pienamente le libertà fondamentali delle persone.

Quanti sono i minori stranieri

ius soli bologna minori
Sono più di 11mila gli under 18 senza cittadinanza che hanno completato almeno un ciclo di studi a Bologna e beneficeranno della cittadinanza onoraria della città
Il Consiglio comunale di Bologna, guidato dal sindaco Matteo Lepore, ha approvato anche un ordine del giorno collegato alla delibera, presentato nel corso della discussione dal consigliere Detjon Begaj (Coalizione civica), che invita "ad accelerare le tempistiche per le notifiche e il giuramento per ottenere la cittadinanza italiana; a modificare alcune prassi in materia di residenza e di conseguenza sulla possibilità di ottenimento della cittadinanza stessa; ad aumentare il personale dei Servizi demografici per favorire i tempi di disbrigo delle pratiche". Insomma una sorta di sollecito, di pungolo alla stessa politica nazionale perché a migliaia di minori venga riconosciuta la legittima appartenenza alla comunità italiana, non solo di fatto ma anche per legge. A Bologna, nello specifico, sono 21.775 i bambini e i ragazzi con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole cittadine, dalle materne alle superiori, e tra questi 11 mila gli under 18 che hanno completato almeno un ciclo scolastico qui. A loro si rivolge la nuova misura del Comune, che li rende se non italiani, perlomeno bolognesi.
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