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Home » Politica » Ddl Zan, al Senato il dibattito arenato tra le correnti politiche. Palazzo Madama si spacca su tre articoli

Ddl Zan, al Senato il dibattito arenato tra le correnti politiche. Palazzo Madama si spacca su tre articoli

Il decreto contro l'omotransfobia catalizza la discussione politica, 'spaccando' l'Aula. Nella seconda giornata di discussione, un solo voto salva la proposta di legge dalla sospensione chiesta da Forza Italia e Lega. Oggi senatori di nuovo sui banchi per la discussione del testo

Francesco Lommi
15 Luglio 2021
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Il Ddl Zan, a fatica, continua il suo iter di discussione in Senato. Nella giornata di ieri, mercoledì 14 luglio, la proposta di legge del deputato del Partito Democratico ha rischiato di arenarsi ma, grazie a un solo voto (136 voti contrari, 135 a favore), la sospensione proposta da FI e Lega non passa.

Protagonisti principali dell’acceso dibattito a Palazzo Madama il Carroccio e Forza Italia. Gli interventi di alcuni senatori sono diventati virali sui social in poco tempo, soprattutto sulle pagine di attivisti Lgbtq+ che non hanno nascosto il loro sdegno per le parole dei deputati di centrodestra. Tra questi, l’onorevole Simone Pillon, tra i più accaniti oppositori del disegno di legge, ha dichiarato: “Le coppie dello stesso sesso hanno tutto il diritto di stare insieme. Ma ovviamente l’attenzione del legislatore deve privilegiare i diritti del bambino. Che ha diritto alla mamma e al papà, e a non essere acquistato su internet“. E ancora sul tema dei genitori omosessuali, ha aggiunto: “Tutti noi abbiamo esultato per l’Italia che ha vinto la finale. È stato interessante vedere quale è stata la prima reazione dei giocatori. Non hanno telefonato al genitore 1 o al genitore 2, hanno chiamato la mamma”.

In seguito anche il senatore Massimiliano Romeo è intervenuto in aula, ma il suo discorso è apparso a molti troppo confuso: “Sì alla lotta alle discriminazioni, ma se con le forzature si vogliono introdurre logiche di mercato come quelle relative al genere neutro, per rendere più facile vendere lo smalto nero agli uomini, allora noi non ci stiamo”. Ancora non è chiaro in che modo l’accettazione delle persone gender fluid possa favorire la vendita di cosmetici alle persone di sesso maschile.

 

Il senatore di Forza Italia Andrea Cangini sposta invece l’attenzione su tutte le altre minoranze, meritevoli delle stesse attenzioni che il Ddl Zan riserverebbe alla comunità Lgbtq+: “Io considero sbagliata e illiberale la legge Mancino e considero che ogni categoria o gruppo che viene ricompreso nella legge, crei un vuoto rispetto alle altre categorie e leda i loro diritti. Faccio un esempio paradossale: sappiamo tutti le sofferenze che può provare un ragazzino sovrappeso che viene dileggiato dai suoi compagni di scuola. Ma allora che facciamo: mettiamo anche i ciccioni tra le categorie che la legge Mancino protegge? Allora anche i portatori di occhiali, i cacciatori, i vegani. Non c’è limite alle categorie umane e alla volontà di alcuni di annullarsi e identificarsi in un singolo aspetto della loro vita. Non è questo che ci fa cittadini di uno Stato”.

Al momento, per come è si presenta in originale il disegno di legge Zan, sembra complesso immaginare un’approvazione da parte delle forze politiche, considerata la maggioranza molto fragile messa in evidenza dal voto palese di ieri. Matteo Salvini ha individuato il ‘problema’ della sterilità della discussione in Aula nella posizione irremovibile dei partiti di sinistra: “Se Letta si ostina a non ascoltare niente e nessuno affossa la legge. La Lega ha proposto degli emendamenti che raccolgono le indicazioni di associazioni, del Santo Padre, di gay, lesbiche, insegnanti. Approvarli subito, tutti insieme, sarebbe un bel segnale di unanimità. Togliamo dal testo quello che divide: bambini, gender nelle scuole, censure, bavaglio, negazione della libertà di pensiero e di parola, e vedrete che la legge sarà approvata al Senato e alla Camera entro l’estate”.

Anche Matteo Renzi pensa che il testo vada modificato, accogliendo le idee e le necessità di tutti: “Se siamo intelligenti e saggi si fa un compromesso e la legge si fa. Se in questo Paese ci sono le unioni civili è perché si è fatto un compromesso. Troviamo un punto di incontro, si modifichino gli articoli 1, 4 e 7 e si porti avanti il risultato per dare una mano a questi nostri concittadini, fratelli e sorelle che vivono una situazione di difficoltà”. Entrando nel dettaglio, gli articoli citati dall’ex Premier, e messi sotto accusa anche dal leader della Lega, sono: il primo, che definisce i termini “sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere“, il quarto che, secondo i detrattori, limiterebbe la libertà di pensiero e di parola e, infine, l’articolo 7, che prevede l’istituzione della Giornata nazionale contro omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la tran­sfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. (Qui il testo completo)

Da Twitter è arrivata la risposta proprio di Alessandro Zan che non ha risparmiato una dura accusa al leader di Italia Viva: “Dispiace che Matteo Renzi parli di “teoria gender” a scuola, una fake creata da Salvini e Meloni. Inaccettabile togliere l’identità di genere, che la Consulta sancisce come diritto fondamentale. Segua Biden che difende il diritto all’identità di genere e non l’omofobo Orban“, ribadisce, dopo aver lanciato lo stesso consiglio da una piazza di Roma lunedì scorso, in occasione del primo giorno di discussione in Aula (qui il resoconto).

Il dibattito proseguirà anche nella giornata di oggi, anche se Francesco Laforgia, segretario della Presidenza del Senato e sentore Leu, non vede margini di trattativa: “Il fatto che la legge Zan sia appesa a un filo non è una ragion valida per trovare un compromesso al ribasso. La destra non vuole questa legge, per otto mesi ha fatto in modo di impedirne l’accesso in Aula. Alcuni degli interventi che abbiamo ascoltato durante la discussione al Senato sono terrificanti e dimostrano che non c’è un tentativo reale di mediazione, ma piuttosto il tentativo di mettere la legge su un binario morto”.

Il Ddl zan continua quindi a dividere. La speranza è che, alla fine, il buon senso collettivo riesca a superare gli ostacoli che stanno frenando una legge necessaria per un Paese democratico e civile come si propone di essere il nostro.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Il Ddl Zan, a fatica, continua il suo iter di discussione in Senato. Nella giornata di ieri, mercoledì 14 luglio, la proposta di legge del deputato del Partito Democratico ha rischiato di arenarsi ma, grazie a un solo voto (136 voti contrari, 135 a favore), la sospensione proposta da FI e Lega non passa. Protagonisti principali dell'acceso dibattito a Palazzo Madama il Carroccio e Forza Italia. Gli interventi di alcuni senatori sono diventati virali sui social in poco tempo, soprattutto sulle pagine di attivisti Lgbtq+ che non hanno nascosto il loro sdegno per le parole dei deputati di centrodestra. Tra questi, l’onorevole Simone Pillon, tra i più accaniti oppositori del disegno di legge, ha dichiarato: "Le coppie dello stesso sesso hanno tutto il diritto di stare insieme. Ma ovviamente l’attenzione del legislatore deve privilegiare i diritti del bambino. Che ha diritto alla mamma e al papà, e a non essere acquistato su internet". E ancora sul tema dei genitori omosessuali, ha aggiunto: "Tutti noi abbiamo esultato per l’Italia che ha vinto la finale. È stato interessante vedere quale è stata la prima reazione dei giocatori. Non hanno telefonato al genitore 1 o al genitore 2, hanno chiamato la mamma". In seguito anche il senatore Massimiliano Romeo è intervenuto in aula, ma il suo discorso è apparso a molti troppo confuso: "Sì alla lotta alle discriminazioni, ma se con le forzature si vogliono introdurre logiche di mercato come quelle relative al genere neutro, per rendere più facile vendere lo smalto nero agli uomini, allora noi non ci stiamo". Ancora non è chiaro in che modo l’accettazione delle persone gender fluid possa favorire la vendita di cosmetici alle persone di sesso maschile.   Il senatore di Forza Italia Andrea Cangini sposta invece l’attenzione su tutte le altre minoranze, meritevoli delle stesse attenzioni che il Ddl Zan riserverebbe alla comunità Lgbtq+: "Io considero sbagliata e illiberale la legge Mancino e considero che ogni categoria o gruppo che viene ricompreso nella legge, crei un vuoto rispetto alle altre categorie e leda i loro diritti. Faccio un esempio paradossale: sappiamo tutti le sofferenze che può provare un ragazzino sovrappeso che viene dileggiato dai suoi compagni di scuola. Ma allora che facciamo: mettiamo anche i ciccioni tra le categorie che la legge Mancino protegge? Allora anche i portatori di occhiali, i cacciatori, i vegani. Non c’è limite alle categorie umane e alla volontà di alcuni di annullarsi e identificarsi in un singolo aspetto della loro vita. Non è questo che ci fa cittadini di uno Stato". Al momento, per come è si presenta in originale il disegno di legge Zan, sembra complesso immaginare un'approvazione da parte delle forze politiche, considerata la maggioranza molto fragile messa in evidenza dal voto palese di ieri. Matteo Salvini ha individuato il 'problema' della sterilità della discussione in Aula nella posizione irremovibile dei partiti di sinistra: "Se Letta si ostina a non ascoltare niente e nessuno affossa la legge. La Lega ha proposto degli emendamenti che raccolgono le indicazioni di associazioni, del Santo Padre, di gay, lesbiche, insegnanti. Approvarli subito, tutti insieme, sarebbe un bel segnale di unanimità. Togliamo dal testo quello che divide: bambini, gender nelle scuole, censure, bavaglio, negazione della libertà di pensiero e di parola, e vedrete che la legge sarà approvata al Senato e alla Camera entro l’estate". Anche Matteo Renzi pensa che il testo vada modificato, accogliendo le idee e le necessità di tutti: "Se siamo intelligenti e saggi si fa un compromesso e la legge si fa. Se in questo Paese ci sono le unioni civili è perché si è fatto un compromesso. Troviamo un punto di incontro, si modifichino gli articoli 1, 4 e 7 e si porti avanti il risultato per dare una mano a questi nostri concittadini, fratelli e sorelle che vivono una situazione di difficoltà". Entrando nel dettaglio, gli articoli citati dall'ex Premier, e messi sotto accusa anche dal leader della Lega, sono: il primo, che definisce i termini "sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere", il quarto che, secondo i detrattori, limiterebbe la libertà di pensiero e di parola e, infine, l'articolo 7, che prevede l'istituzione della Giornata nazionale contro omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la tran­sfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contra­stare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. (Qui il testo completo) Da Twitter è arrivata la risposta proprio di Alessandro Zan che non ha risparmiato una dura accusa al leader di Italia Viva: "Dispiace che Matteo Renzi parli di "teoria gender" a scuola, una fake creata da Salvini e Meloni. Inaccettabile togliere l’identità di genere, che la Consulta sancisce come diritto fondamentale. Segua Biden che difende il diritto all’identità di genere e non l’omofobo Orban", ribadisce, dopo aver lanciato lo stesso consiglio da una piazza di Roma lunedì scorso, in occasione del primo giorno di discussione in Aula (qui il resoconto). Il dibattito proseguirà anche nella giornata di oggi, anche se Francesco Laforgia, segretario della Presidenza del Senato e sentore Leu, non vede margini di trattativa: "Il fatto che la legge Zan sia appesa a un filo non è una ragion valida per trovare un compromesso al ribasso. La destra non vuole questa legge, per otto mesi ha fatto in modo di impedirne l’accesso in Aula. Alcuni degli interventi che abbiamo ascoltato durante la discussione al Senato sono terrificanti e dimostrano che non c’è un tentativo reale di mediazione, ma piuttosto il tentativo di mettere la legge su un binario morto". Il Ddl zan continua quindi a dividere. La speranza è che, alla fine, il buon senso collettivo riesca a superare gli ostacoli che stanno frenando una legge necessaria per un Paese democratico e civile come si propone di essere il nostro.
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