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Home » Politica » DDL Zan: scontro e caos in Senato, ma l’esame prosegue. Il deputato in piazza con le associazioni

DDL Zan: scontro e caos in Senato, ma l’esame prosegue. Il deputato in piazza con le associazioni

Dopo la bagarre in aula di ieri la seduta riprenderà oggi per votare la richiesta di Lega e Fratelli d'Italia sul rinvio in Commissione del provvedimento sull'omotransfobia. La battaglia si gioca sul filo dei numeri: l'ago della bilancio in mano a Italia Viva e Autonomie

Marianna Grazi
14 Luglio 2021
manifestazioni per il Ddl zan

Le manifestazioni a favore del Ddl Zan prima che questo venisse affossato in Senato. Il testo è però stato ripresentato in Aula a sei mesi di distanza

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ANSA/Matteo Corner

Dopo mesi di stallo il Ddl Zan è finalmente arrivato al Senato. Il provvedimento era già stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020, mentre per il secondo ramo del Parlamento c’erano volute settimane prima che venisse calendarizzato. Ieri, tra i banchi del Senato, c’è stato il primo ’round’ di quello che si appresta ad essere uno dei dibattiti politici più accesi degli ultimi anni.

Una seduta piuttosto movimentata, in cui a farla da padrone sembra più lo scontro tra fazioni che la ricerca di un accordo. Già prima dell’inizio della seduta i vari gruppi parlamentari avevano consultato il ‘pallottoliere’ dei voti, per quella che appare come una partita che si giocherà principalmente sul filo dei numeri. In bilico infatti c’è il voto di una decina di senatori, sotto attenta osservazione sia del M5S e del PD sia dei renziani, che al momento rappresentano l’ago della bilancia insieme alle Autonomie. Gli interventi su cui il leader di Italia Viva e i suoi chiedono di trovare un accordo tra le parti riguardano gli articoli 1, 4 e 7, gli stessi attaccati dal centrodestra. Tanto che lo stesso Matteo Renzi ha più volte dichiarato che sia “meglio un compromesso che nessuna legge”, scatenando le polemiche degli ex alleati di governo.

La seduta e la capigruppo

La discussione in Aula si apre con l’intervento del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari. “Mi pare che in queste ultime ore sia emerso un quadro diverso rispetto alla compattezza anche dall’altra parte – dichiara – Penso che sia arrivato il momento di verificare quella disponibilità. Le disponibilità ci sono, vanno ricercate e vanno messe assieme, quindi uniamo coloro che vogliono modificare un testo e renderlo condiviso il più possibile. Allontaniamo quelli che non sono d’accordo”. Poi aggiunge: “Con lo stop si arriverà ad un accordo in 15 giorni”.

Primo giro di interventi tra i senatori e subito gli animi iniziano a scaldarsi. Il centrodestra, compatto, continua a chiedere modifiche al testo Zan, in merito al riferimento all’identità di genere ma anche riguardo la parte relativa alle iniziative da promuovere nelle scuole. Contrari invece Pd, Leu e M5S, che chiedono di procedere al voto sul disegno di legge originario. Per placare il caos venutosi a creare è intervenuta la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ha sospeso la seduta e convocato la riunione dei capigruppo, a cui spettava l’eventuale decisione sul rinvio, come chiesto da Lega e Fratelli d’Italia. “La decisione finale la prendo io – ha detto la Casellati, mentre alcuni parlamentari protestavano a gran voce sul merito della convocazione della capigruppo – Gli Europei li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio”.

Il voto sulle pregiudiziali

Al ritorno in Aula sono state affrontate le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dal Carroccio e dal partito di Giorgia Meloni. Ma queste sono state respinte con 136 voti contrari, 124 a favore e 4 astenuti. Il primo round, quindi, se lo sono aggiudicano i sostenitori del testo che non torna in commissione e va avanti nel suo iter in Assemblea. Merito anche del voto contrario di Matteo Renzi e del suo partito. È lo stesso ex premier che, subito dopo, propone di “fare un patto politico perché alla Camera, laddove il Ddl Zan fosse modificato dal Senato, possa essere presentato nel giro di due settimane. Il mio è un appello molto semplice: si faccia un accordo sui punti dell’articolo 1, 4 e 7 e si chieda a tutte le forze politiche di presentarlo alla Camera entro 15 giorni. Se si andrà allo scontro, muro contro muro, e si andrà allo scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi – conclude riferendosi alle vittime di aggressione omofoba di questi mesi – Ora siamo a un passo, a un centimetro e io qui ragiono di politica: o fate di quest’Aula un luogo in cui gli ultrà si confrontano e non si porta a casa il risultato, perché il passaggio dello scrutinio segreto è difficile ed è un rischio per tutti, o ci si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che è a portata di mano, è a un passo”.

Dopo aver comunicato l’esito del voto, la presidente Casellati ha chiuso la seduta, che è ripresa questa mattina con le votazioni sulle questioni sospensive presentate da Forza Italia e FdI. Il 20 luglio prossimo scadrà il termine per presentare gli emendamenti, ma mentre i tempi del dibattito si allungano, il rischio di slittare a settembre con il voto è reale, anche se il pentastellato Ettore Licheri scandisce “Stiamo provando a scongiurarlo”.

Le reazioni e l’appello di piazza

Il deputato PD e promotore del disegno di legge contro l’omotransfobia Alessandro Zan

Fuori da Palazzo Madama, in varie piazze di Roma e di tutta Italia, si sono riunite le associazioni e i collettivi favorevoli all’approvazione della legge contro l’omootransfobia. In piazza Vidoni presente anche il deputato del Pd Alessandro Zan, promotore del Ddl, che ha lanciato un appello proprio al leader di IV e ai suoi 17 senatori: “A Renzi dico che una mediazione con la destra non è possibile, gli dico di difendere il testo a cui Italia Viva ha dato un contributo determinante. Spero sempre che Renzi segua Biden e Von der Leyen e non Orban“. Dopo il voto sulle pregiudiziali in aula i sostenitori del provvedimento hanno tirato un sospiro di sollievo, come afferma la la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando: “Bocciate le pregiudiziali di costituzionalità, entriamo nel merito del Ddl Zan. Ostruzionismo sconfitto, da adesso in poi ognuno si assume le proprie responsabilità”.

Ma prima della discussione, proprio davanti al Senato, è scattato anche un flash mob contro il disegno di legge, promosso da Fratelli d’Italia. I senatori del partito di Giogia Meloni hanno manifestato infatti dietro lo striscione “Liberi di essere liberi, liberi di pensare”, prima di entrare in Senato.

I numeri

Al momento nessun accordo tra le forze politiche sembra possibile e il rischio è quello che si ripetano ancora le scene della prima seduta, con lo scontro diretto a dominare la discussione. Quella di ieri è stata solo una battaglia vinta per Pd, Leu e M5Sm perché la guerra vera è solo rimandata. I tre partiti che sostengono il testo possono infatti contare, salvo assenze, su 119 voti.  Che potrebbero diventare 142 se Iv e le Autonomie voteranno contro il rinvio; e a questi si potrebbero anche aggiungere i voti di altri senatori del gruppo misto, tra cui diversi ex pentastellati. Lega e Fratelli d’Italia, infatti, poco prima dell’avvio della seduta, hanno chiesto al relatore del provvedimento Ostellari, di farsi portavoce della richiesta di rinvio del provvedimento in commissione. Il fronte del sì al ritorno in commissione sono i 51 senatori di Forza Italia, 20 di FdI, 64 Lega, per un totale di 134, che potrebbero salire di qualche unità.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

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#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
ANSA/Matteo Corner
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La discussione in Aula si apre con l'intervento del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari. "Mi pare che in queste ultime ore sia emerso un quadro diverso rispetto alla compattezza anche dall'altra parte - dichiara - Penso che sia arrivato il momento di verificare quella disponibilità. Le disponibilità ci sono, vanno ricercate e vanno messe assieme, quindi uniamo coloro che vogliono modificare un testo e renderlo condiviso il più possibile. Allontaniamo quelli che non sono d'accordo". Poi aggiunge: "Con lo stop si arriverà ad un accordo in 15 giorni". Primo giro di interventi tra i senatori e subito gli animi iniziano a scaldarsi. Il centrodestra, compatto, continua a chiedere modifiche al testo Zan, in merito al riferimento all'identità di genere ma anche riguardo la parte relativa alle iniziative da promuovere nelle scuole. Contrari invece Pd, Leu e M5S, che chiedono di procedere al voto sul disegno di legge originario. Per placare il caos venutosi a creare è intervenuta la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ha sospeso la seduta e convocato la riunione dei capigruppo, a cui spettava l'eventuale decisione sul rinvio, come chiesto da Lega e Fratelli d'Italia. "La decisione finale la prendo io - ha detto la Casellati, mentre alcuni parlamentari protestavano a gran voce sul merito della convocazione della capigruppo - Gli Europei li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio".

Il voto sulle pregiudiziali

Al ritorno in Aula sono state affrontate le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dal Carroccio e dal partito di Giorgia Meloni. Ma queste sono state respinte con 136 voti contrari, 124 a favore e 4 astenuti. Il primo round, quindi, se lo sono aggiudicano i sostenitori del testo che non torna in commissione e va avanti nel suo iter in Assemblea. Merito anche del voto contrario di Matteo Renzi e del suo partito. È lo stesso ex premier che, subito dopo, propone di "fare un patto politico perché alla Camera, laddove il Ddl Zan fosse modificato dal Senato, possa essere presentato nel giro di due settimane. Il mio è un appello molto semplice: si faccia un accordo sui punti dell'articolo 1, 4 e 7 e si chieda a tutte le forze politiche di presentarlo alla Camera entro 15 giorni. Se si andrà allo scontro, muro contro muro, e si andrà allo scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi - conclude riferendosi alle vittime di aggressione omofoba di questi mesi - Ora siamo a un passo, a un centimetro e io qui ragiono di politica: o fate di quest'Aula un luogo in cui gli ultrà si confrontano e non si porta a casa il risultato, perché il passaggio dello scrutinio segreto è difficile ed è un rischio per tutti, o ci si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che è a portata di mano, è a un passo". Dopo aver comunicato l'esito del voto, la presidente Casellati ha chiuso la seduta, che è ripresa questa mattina con le votazioni sulle questioni sospensive presentate da Forza Italia e FdI. Il 20 luglio prossimo scadrà il termine per presentare gli emendamenti, ma mentre i tempi del dibattito si allungano, il rischio di slittare a settembre con il voto è reale, anche se il pentastellato Ettore Licheri scandisce "Stiamo provando a scongiurarlo".

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Il deputato PD e promotore del disegno di legge contro l'omotransfobia Alessandro Zan
Fuori da Palazzo Madama, in varie piazze di Roma e di tutta Italia, si sono riunite le associazioni e i collettivi favorevoli all'approvazione della legge contro l'omootransfobia. In piazza Vidoni presente anche il deputato del Pd Alessandro Zan, promotore del Ddl, che ha lanciato un appello proprio al leader di IV e ai suoi 17 senatori: "A Renzi dico che una mediazione con la destra non è possibile, gli dico di difendere il testo a cui Italia Viva ha dato un contributo determinante. Spero sempre che Renzi segua Biden e Von der Leyen e non Orban". Dopo il voto sulle pregiudiziali in aula i sostenitori del provvedimento hanno tirato un sospiro di sollievo, come afferma la la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando: "Bocciate le pregiudiziali di costituzionalità, entriamo nel merito del Ddl Zan. Ostruzionismo sconfitto, da adesso in poi ognuno si assume le proprie responsabilità". Ma prima della discussione, proprio davanti al Senato, è scattato anche un flash mob contro il disegno di legge, promosso da Fratelli d'Italia. I senatori del partito di Giogia Meloni hanno manifestato infatti dietro lo striscione "Liberi di essere liberi, liberi di pensare", prima di entrare in Senato.

I numeri

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