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Home » Politica » Diritto all’aborto, scontro tra titane: Chiara Ferragni e il guanto di sfida a Giorgia Meloni

Diritto all’aborto, scontro tra titane: Chiara Ferragni e il guanto di sfida a Giorgia Meloni

La 'marea nera' in arrivo calpesterà persino il diritto all’aborto? Polemica al fulmicotone tra note influencer, ma chi di social ferisce... di social perisce nell'agone politico

Ettore Maria Colombo
30 Agosto 2022
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I fascisti stanno per sbarcare da Marte?

Come si sa, stando ai sondaggi elettorali, che però presto saranno vietati in nome della par condicio, il centrodestra potrà godere di una massiccia maggioranza, nel prossimo Parlamento. Secondo la supermedia You Trend-Agi, alla coalizione FdI-Lega-FI-Noi Moderati andrebbe il 48,5% dei voti, con FdI rilevato da primo partito, il che vuol dire ottenere circa il 60% e rotti, in termini di seggi. Tutti gli altri a seguire: 29,5% al centrosinistra, poco più del 5% il Terzo Polo, M5s quotato intorno al 10%, briciole per gli altri. Una maggioranza, dunque, allo stato, blindata, e un probabile nuovo governo a guida Meloni, che sarebbe anche la prima donna premier, in Italia. Così, di fronte a un quadro ritenuto allarmante, non solo attivisti e militanti dei diritti civili, ma anche vip, star, cantanti e influencer si stanno mobilitando per cercare di fermare l’onda nera. Ora, al netto del fatto che, checché li dipingano così alcuni organi di informazione (Repubblica, La Stampa, il Fatto quotidiano, il Domani, etc.), è abbastanza difficile immaginare che “i fascisti” (M di Meloni uguale la M di Mussolini…) siano in procinto di rientrare da Marte per conquistare la Terra e, in particolare, l’Italia (sul tema vale un geniale film diretto da Corrado Guzzanti di decenni fa, “Fascisti su Marte“), resta il punto. Le star sono molto preoccupate. Prima ancora della Ferragni (e dei Ferragnez), assai allarmate per la tenuta dei diritti, causa l’eventuale futuro governo di destra, si sono dette le cantanti Elodie, Loredana Bertè, Giorgia…

La cantante Elodie ha detto che “espatrierà” se Fratelli d’Italia (e Giorgia Meloni di conseguenza) dovesse vincere le elezioni del 25 settembre

Dopo Elodie e Giorgia, ecco la Ferragni… Il terzetto di donne influencer contro la Meloni

Dopo la cantante Elodie (trapper, come si dice ora), pronta a espatriare se la Meloni vincerà le elezioni (ma lo farà, poi, nel caso? Se ne dubita…) e pure di un’altra cantante, Giorgia, molto più melodica, che l’altra Giorgia (Meloni), preferisce non ascoltarla neppure (e l’altra, però, dice: “Le tue canzoni mi piacciono, io ti ascolto”: uno a zero per la Meloni), per non dire di Loredana Berté – la quale, da giovane, si vantava di essere comunista – lo schierarsi di vip (cantanti e non) è stato e sta diventando davvero impressionante. Parliamo di star che, sui social, vanno fortissimo, anche se poi, quando vanno a votare, non è detto che i loro follower/ascoltatori, cioè gli elettori – a prescindere dai cd che comprano o della musica che, via Spotify o altri strumenti, ascoltano – ne ascoltino e rispettino le indicazioni politiche… In ogni caso è arrivata, in pieno agosto, anche la presa di posizione – tutta politica e tutta anti-Meloni – della nota influencer, oltre che moglie del cantante Fedez, Chiara Ferragni sull’aborto.

La guerra santa di Ferragni vs Meloni: 28 milioni di follower contro milioni di voti…

“FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Facciamoci sentire a queste elezioni”. Così, la nota imprenditrice digitale è entrata a gamba tesa, nella campagna elettorale, facendo appello sui suoi social (ha 28 milioni di follower), a non votare per il suo partito, Fratelli d’Italia. Un post scritto, addirittura, l’indomani dell’apertura della campagna elettorale dell’aspirante premier nel capoluogo, Ancona. Insomma, un vero e proprio sfregio politico. Con una storia pubblicata su Instagram, l’influencer ha ri-postato un contenuto del profilo di The Vision, rivista online lanciata nel 2017 dal cofondatore di Vice Italia, Andrea Rasoli, e dedicata ai millennials italiani. Nell’immagine compare una stanza d’ospedale con al centro un lettino nero, quello su cui ogni donna è invitata a sedersi per sottoporsi ai controlli necessari prima di abortire. In basso, poi, c’è scritto: “FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. Ferragni ha ri-condiviso la storia e ha aggiunto un commento: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”. La presa di posizione di Ferragni è contro la scelta della Regione Marche, guidata dal 2020 da FdI, di opporsi all’aborto farmacologico nei consultori e quindi alla somministrazione della pillola Ru486, contro le linee guida del Ministero della Salute.

Chiara Ferragni
Chiara Ferragni invita a non votare Fratelli d’Italia perché la politica anti abortista delle Marche non diventi nazionale 

La risposta, piccata, degli esponenti di FdI

Dopo poche ore, è arrivata la risposta di FdI, che smentisce che nella Regione sia difficile abortire e sottolinea che “le linee guida del ministero sul cosiddetto aborto chimico non sono vincolanti“. “Se la stampa e le influencer volessero occuparsi seriamente dell’aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l’ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie, mentre la media italiana è del 62%” hanno detto Isabella Rauti, responsabile del dipartimento Famiglia di FdI ed Eugenia Roccella candidata nelle liste di Fratelli d’Italia, cattolica di destra.
“Per quanto riguarda – continuano le due donne nere di FdI (la Rauti è figlia di Pino Rauti, fondatore, negli anni’70, di Ordine Nuovo, associazione poi sciolta in base alla Costituzione per la sua carica eversiva e para-fascista, ndr) – gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 a settimana. Non è vero che l’obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quanto riguarda il cosiddetto aborto chimico (pillola RU486), invece, va ricordato che le linee guida del ministero non sono vincolanti (infatti l’Emilia-Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali). E soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere. È doveroso ricordare anche che la pillola Ru486 è un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come da letteratura scientifica”.

L’appello di Ferragni è stato accolto, invece, e assai favorevolmente dal fronte del centrosinistra. “Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più” ha detto, via Twitter, Alessia Morani, deputata Pd e candidata. “Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia” aggiunge la Morani, cui si sono subito aggiunte le onorevoli Valeria Fedeli e Cecilia d’Elia e il Commissario regionale del Pd, Alberto Losacco. Ma tutto il centrosinistra cavalca l’onda Ferragni. Il segretario Pd Enrico Letta dice: “Chiara Ferragni ha toccato un tema molto delicato perché tocca ciò che di più intimo è nelle persone, nella vita di una donna”. L’ex magistrato e candidato per FdI Carlo Nordio, invece, minimizza: “Credo che nessuno voglia cambiare una legge a suo tempo approvata da un referendum popolare“. Chiude la responsabile Famiglia di FdI, Rauti: “Si potrebbe dire che a sinistra, non potendo più influenzare nessuno, ci si fa influenzare dalle influencer”. Purtroppo, vedremo, ha ragione lei…

Gli altri attacchi dei Ferragnez contro i ‘fasci’

giorgia_meloni
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni

Certo, non è la prima volta che l’imprenditrice (sic) digitale per antonomasia esprime pareri critici, sui politici italiani né che si espone a favore dei diritti civili. Un anno fa era intervenuta quando in Senato era stato affossato il Ddl Zan, creando un vero e proprio scontro mediatico. “Siamo governati da pagliacci senza palle” aveva detto, con raro savoir faire. Non è neanche la prima volta che l’influencer attacca la Meloni. Nel 2020 la Ferragni era intervenuta sui social dopo l’omicidio di Willy Monteiro così: “Il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo Paese, non cancellando il mezzo tramite cui i fasci hanno fatto violenza. Il problema non lo risolvi nascondendolo sotto al tappeto” aveva scritto la Ferragni, accusando apertamente Meloni e il suo partito di essere fascisti. Meloni rispose: “A me pare che sia colpa della cultura effimera. Gli assassini di Willy sono figli di chi, nei salotti buoni, propone come valore massimo l’obiettivo di comprarsi un paio di scarpe da 1000 euro”. E si era rivolta così a Ferragni e marito Fedez: “Mi chiedo solo come mai Ferragni e Fedez non facciano una bella campagna contro la diffusione della cocaina tra i giovani”. Due a zero, ma per la Meloni, che di fatto li accusava di farne uso, e palla al centro. Ora la nuova ‘uscita’ della Ferragni, e sempre contro Meloni e FdI.

Ma “chi di social ferisce, di social perisce”…

Purtroppo, ma per la Ferragni e il suo impero, la nota influncer è stata subissata da reazioni social che l’hanno respinta indietro, e pure con perdite. Un’ondata di critiche, insulti ed in ogni caso reazioni negative pure su Twitter. In generale un sentimento fortemente negativo, per le sue parole. La sua ‘story’, pubblicata su un profilo Instagram da 27,7 milioni di follower, ha scatenato critiche, risentimenti e, persino, non risparmiato il livore. Sono i risultati che emergono da un’analisi condotta da Izi Spa. L’agenzia demoscopica ha analizzato l’andamento del dibattito online con l’analisi di due tra i principali terreni di scontro all’interno di cui si articola il dibattito via social: Twitter e Facebook. Il dibattito social, nei giorni dal 22 al 25 agosto, “si è sviluppato su più piani”: dall’aborto nelle Marche e, a livello nazionale, alla questione delle devianze e dei diritti. “Diverse critiche sono state rivolte alla legge 194 e al fallimento della norma in merito agli obiettori, con attenzione all’aspetto sanitario dell’aborto; al tempo stesso le interazioni hanno mostrato una discussione più astratta, che si è concentrata sugli aspetti etici della questione, arrivando a toccare, criticandoli, i diritti LGBTQ. In generale, il sentimento registrato è fortemente negativo (93%), segno di come gli utenti abbiano voluto schierarsi e scelto di attaccare o difendere la leader di FdI o l’influencer ed imprenditrice. Ma con la conseguenza che il tema dell’aborto è passato “in secondo piano rispetto al confronto fra le protagoniste” (sic) del dibattito, infuocando di fatto ancora di più la campagna elettorale”. Non sorprende, dunque, che il sentimento prevalente tra chi ha animato le conversazioni utenti, sia stata la rabbia, con una percentuale del 77% rispetto al totale dei post condivisi su Twitter. L’aborto, per una quantità marginale ma significativa di tweet, “è stato associato dagli utenti all’omicidio e alcuni tweet sono stati rivolti contro la Ferragni senza entrare nel merito della questione”. Ancora una volta la discussione online è sembrata mirare più al dito che alla luna.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia

I fascisti stanno per sbarcare da Marte?

Come si sa, stando ai sondaggi elettorali, che però presto saranno vietati in nome della par condicio, il centrodestra potrà godere di una massiccia maggioranza, nel prossimo Parlamento. Secondo la supermedia You Trend-Agi, alla coalizione FdI-Lega-FI-Noi Moderati andrebbe il 48,5% dei voti, con FdI rilevato da primo partito, il che vuol dire ottenere circa il 60% e rotti, in termini di seggi. Tutti gli altri a seguire: 29,5% al centrosinistra, poco più del 5% il Terzo Polo, M5s quotato intorno al 10%, briciole per gli altri. Una maggioranza, dunque, allo stato, blindata, e un probabile nuovo governo a guida Meloni, che sarebbe anche la prima donna premier, in Italia. Così, di fronte a un quadro ritenuto allarmante, non solo attivisti e militanti dei diritti civili, ma anche vip, star, cantanti e influencer si stanno mobilitando per cercare di fermare l’onda nera. Ora, al netto del fatto che, checché li dipingano così alcuni organi di informazione (Repubblica, La Stampa, il Fatto quotidiano, il Domani, etc.), è abbastanza difficile immaginare che "i fascisti" (M di Meloni uguale la M di Mussolini…) siano in procinto di rientrare da Marte per conquistare la Terra e, in particolare, l’Italia (sul tema vale un geniale film diretto da Corrado Guzzanti di decenni fa, "Fascisti su Marte"), resta il punto. Le star sono molto preoccupate. Prima ancora della Ferragni (e dei Ferragnez), assai allarmate per la tenuta dei diritti, causa l’eventuale futuro governo di destra, si sono dette le cantanti Elodie, Loredana Bertè, Giorgia…
La cantante Elodie ha detto che "espatrierà" se Fratelli d'Italia (e Giorgia Meloni di conseguenza) dovesse vincere le elezioni del 25 settembre

Dopo Elodie e Giorgia, ecco la Ferragni… Il terzetto di donne influencer contro la Meloni

Dopo la cantante Elodie (trapper, come si dice ora), pronta a espatriare se la Meloni vincerà le elezioni (ma lo farà, poi, nel caso? Se ne dubita...) e pure di un’altra cantante, Giorgia, molto più melodica, che l’altra Giorgia (Meloni), preferisce non ascoltarla neppure (e l’altra, però, dice: "Le tue canzoni mi piacciono, io ti ascolto": uno a zero per la Meloni), per non dire di Loredana Berté - la quale, da giovane, si vantava di essere comunista - lo schierarsi di vip (cantanti e non) è stato e sta diventando davvero impressionante. Parliamo di star che, sui social, vanno fortissimo, anche se poi, quando vanno a votare, non è detto che i loro follower/ascoltatori, cioè gli elettori - a prescindere dai cd che comprano o della musica che, via Spotify o altri strumenti, ascoltano – ne ascoltino e rispettino le indicazioni politiche… In ogni caso è arrivata, in pieno agosto, anche la presa di posizione – tutta politica e tutta anti-Meloni – della nota influencer, oltre che moglie del cantante Fedez, Chiara Ferragni sull’aborto.

La guerra santa di Ferragni vs Meloni: 28 milioni di follower contro milioni di voti…

"FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Facciamoci sentire a queste elezioni". Così, la nota imprenditrice digitale è entrata a gamba tesa, nella campagna elettorale, facendo appello sui suoi social (ha 28 milioni di follower), a non votare per il suo partito, Fratelli d'Italia. Un post scritto, addirittura, l'indomani dell'apertura della campagna elettorale dell'aspirante premier nel capoluogo, Ancona. Insomma, un vero e proprio sfregio politico. Con una storia pubblicata su Instagram, l’influencer ha ri-postato un contenuto del profilo di The Vision, rivista online lanciata nel 2017 dal cofondatore di Vice Italia, Andrea Rasoli, e dedicata ai millennials italiani. Nell'immagine compare una stanza d’ospedale con al centro un lettino nero, quello su cui ogni donna è invitata a sedersi per sottoporsi ai controlli necessari prima di abortire. In basso, poi, c’è scritto: "FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni". Ferragni ha ri-condiviso la storia e ha aggiunto un commento: “Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”. La presa di posizione di Ferragni è contro la scelta della Regione Marche, guidata dal 2020 da FdI, di opporsi all'aborto farmacologico nei consultori e quindi alla somministrazione della pillola Ru486, contro le linee guida del Ministero della Salute.
Chiara Ferragni
Chiara Ferragni invita a non votare Fratelli d'Italia perché la politica anti abortista delle Marche non diventi nazionale 

La risposta, piccata, degli esponenti di FdI

Dopo poche ore, è arrivata la risposta di FdI, che smentisce che nella Regione sia difficile abortire e sottolinea che "le linee guida del ministero sul cosiddetto aborto chimico non sono vincolanti". "Se la stampa e le influencer volessero occuparsi seriamente dell'aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l'ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l'offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie, mentre la media italiana è del 62%" hanno detto Isabella Rauti, responsabile del dipartimento Famiglia di FdI ed Eugenia Roccella candidata nelle liste di Fratelli d'Italia, cattolica di destra. "Per quanto riguarda – continuano le due donne nere di FdI (la Rauti è figlia di Pino Rauti, fondatore, negli anni’70, di Ordine Nuovo, associazione poi sciolta in base alla Costituzione per la sua carica eversiva e para-fascista, ndr) - gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 a settimana. Non è vero che l'obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quanto riguarda il cosiddetto aborto chimico (pillola RU486), invece, va ricordato che le linee guida del ministero non sono vincolanti (infatti l'Emilia-Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali). E soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la legge 194, quando prevedono che l'aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere. È doveroso ricordare anche che la pillola Ru486 è un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come da letteratura scientifica”. L'appello di Ferragni è stato accolto, invece, e assai favorevolmente dal fronte del centrosinistra. "Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell'indifferenza dei più" ha detto, via Twitter, Alessia Morani, deputata Pd e candidata. "Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia" aggiunge la Morani, cui si sono subito aggiunte le onorevoli Valeria Fedeli e Cecilia d'Elia e il Commissario regionale del Pd, Alberto Losacco. Ma tutto il centrosinistra cavalca l'onda Ferragni. Il segretario Pd Enrico Letta dice: "Chiara Ferragni ha toccato un tema molto delicato perché tocca ciò che di più intimo è nelle persone, nella vita di una donna". L'ex magistrato e candidato per FdI Carlo Nordio, invece, minimizza: "Credo che nessuno voglia cambiare una legge a suo tempo approvata da un referendum popolare". Chiude la responsabile Famiglia di FdI, Rauti: "Si potrebbe dire che a sinistra, non potendo più influenzare nessuno, ci si fa influenzare dalle influencer". Purtroppo, vedremo, ha ragione lei...

Gli altri attacchi dei Ferragnez contro i 'fasci'

giorgia_meloni
La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni
Certo, non è la prima volta che l’imprenditrice (sic) digitale per antonomasia esprime pareri critici, sui politici italiani né che si espone a favore dei diritti civili. Un anno fa era intervenuta quando in Senato era stato affossato il Ddl Zan, creando un vero e proprio scontro mediatico. "Siamo governati da pagliacci senza palle" aveva detto, con raro savoir faire. Non è neanche la prima volta che l'influencer attacca la Meloni. Nel 2020 la Ferragni era intervenuta sui social dopo l'omicidio di Willy Monteiro così: “Il problema lo risolvi cambiando e cancellando la cultura fascista e sempre resistente in questo Paese, non cancellando il mezzo tramite cui i fasci hanno fatto violenza. Il problema non lo risolvi nascondendolo sotto al tappeto" aveva scritto la Ferragni, accusando apertamente Meloni e il suo partito di essere fascisti. Meloni rispose: "A me pare che sia colpa della cultura effimera. Gli assassini di Willy sono figli di chi, nei salotti buoni, propone come valore massimo l’obiettivo di comprarsi un paio di scarpe da 1000 euro". E si era rivolta così a Ferragni e marito Fedez: "Mi chiedo solo come mai Ferragni e Fedez non facciano una bella campagna contro la diffusione della cocaina tra i giovani". Due a zero, ma per la Meloni, che di fatto li accusava di farne uso, e palla al centro. Ora la nuova ‘uscita’ della Ferragni, e sempre contro Meloni e FdI.

Ma "chi di social ferisce, di social perisce"…

Purtroppo, ma per la Ferragni e il suo impero, la nota influncer è stata subissata da reazioni social che l’hanno respinta indietro, e pure con perdite. Un'ondata di critiche, insulti ed in ogni caso reazioni negative pure su Twitter. In generale un sentimento fortemente negativo, per le sue parole. La sua ‘story’, pubblicata su un profilo Instagram da 27,7 milioni di follower, ha scatenato critiche, risentimenti e, persino, non risparmiato il livore. Sono i risultati che emergono da un’analisi condotta da Izi Spa. L’agenzia demoscopica ha analizzato l'andamento del dibattito online con l’analisi di due tra i principali terreni di scontro all’interno di cui si articola il dibattito via social: Twitter e Facebook. Il dibattito social, nei giorni dal 22 al 25 agosto, "si è sviluppato su più piani": dall’aborto nelle Marche e, a livello nazionale, alla questione delle devianze e dei diritti. “Diverse critiche sono state rivolte alla legge 194 e al fallimento della norma in merito agli obiettori, con attenzione all’aspetto sanitario dell'aborto; al tempo stesso le interazioni hanno mostrato una discussione più astratta, che si è concentrata sugli aspetti etici della questione, arrivando a toccare, criticandoli, i diritti LGBTQ. In generale, il sentimento registrato è fortemente negativo (93%), segno di come gli utenti abbiano voluto schierarsi e scelto di attaccare o difendere la leader di FdI o l'influencer ed imprenditrice. Ma con la conseguenza che il tema dell'aborto è passato "in secondo piano rispetto al confronto fra le protagoniste" (sic) del dibattito, infuocando di fatto ancora di più la campagna elettorale”. Non sorprende, dunque, che il sentimento prevalente tra chi ha animato le conversazioni utenti, sia stata la rabbia, con una percentuale del 77% rispetto al totale dei post condivisi su Twitter. L’aborto, per una quantità marginale ma significativa di tweet, “è stato associato dagli utenti all’omicidio e alcuni tweet sono stati rivolti contro la Ferragni senza entrare nel merito della questione”. Ancora una volta la discussione online è sembrata mirare più al dito che alla luna.
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