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Home » Politica » Doha Zaghi, la donna che non può essere candidata perché nel suo tempo libero fa quello che vuole

Doha Zaghi, la donna che non può essere candidata perché nel suo tempo libero fa quello che vuole

La 31enne doveva correre alle elezioni amministrative di Como. Ma il segretario di Azione Carlo Calenda ha fermato la sua candidatura: "Non conoscevo i trascorsi della signora". Dopo essere stata etichettata come "dominatrice", "mistress sadomaso", "attrice porno fetish" e dopo l'alt del partito, lei ha commentato: "Ci sono rimasta male. Questo è un caso di discriminazione"

Remy Morandi
9 Maggio 2022
doha zaghi

doha zaghi

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No, evidentemente non è ancora arrivato il momento in Italia per lasciar fare politica a una donna che impiega il suo tempo libero come meglio crede (forse questa è una etichetta migliore di quella che molti le hanno già affibbiato: attrice porno fetish, mistress sadomaso, dominatrice, pornostar e chi più ne ha più ne metta). Perché su Doha Zaghi, 31 anni, è arrivata la retromarcia del segretario di Azione, Carlo Calenda. ‘Lady Demonique’, il suo nome d’arte, era candidata alle elezioni amministrative di Como come consigliera comunale nella lista Agenda Como 2030, formata da Azione, Italia Viva, +Europa e Volt per sostenere la candidata di centrosinistra Barbara Minghetti. Poi però lo stesso leader di Azione ha fermato tutto: “Ragazzi, scherzi a parte, come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione”, ha scritto su Twitter Calenda dopo aver ricondiviso il tweet di un uomo che scrive: “A me la cosa non tocca più di tanto, ma bestemmiare utilizzando un crocifisso per percuotere i genitali del partner occasionale non mi pare un talento conciliabile con le tue (di Carlo Calenda, ndr) posizioni sull’educazione”.

Qui l’aggiornamento: Doha Zaghi si è candidata a sindaca di San Bartolomeo Val Cavargna

La mistress Doha Zaghi, 31 anni, era candidata per la lista Agenda Como 2030 (Foto / Facebook / Doha Zaghi)

Chi è Doha Zaghi?

Su Facebook si definisce “Performer Fetish – Fetish Model – Miss Politologa“. Sull’indicazione biografica nella lista di Agenda Como 2030 si legge solo: “Imprenditrice digitale e performer, 31 anni”. Doha Zaghi è nata e cresciuta a Carpi e adesso vive a Como. ‘Lady Demonique’, questo il suo nome d’arte, realizza nel suo tempo libero video hard. A La Provincia di Como ha sottolineato che non offre prestazioni a pagamento. “Mi possono omaggiare, comprandomi scarpe, borse, oppure possono acquistare i miei video. Non ho clienti, non intrattengo con loro veri rapporti sessuali”. “Non sono una pornostar – ha aggiunto Zaghi – e comunque anche di pornostar ce ne sono già state in politica, da Moana Pozzi a Cicciolina. Siamo sempre ai soliti discorsi all’italiana. Sono solo pregiudizi. Ho diverse amiche in Germania psicologhe che fanno anche la mia stessa professione. E così in America ci sono famose dominatrici con impegni importanti in politica”, ha dovuto spiegare in seguito alle varie polemiche sul suo conto.

Doha Zaghi, 31 anni, insieme al segretario di Azione Carlo Calenda, 49 anni (Foto / Facebook / Doha Zaghi)

Su Facebook, sulla pagina Doha Zaghi – Agenda Como 2030, la 31enne ha spiegato il suo avvicinamento alla politica, pubblicando una foto al fianco del leader di Azione: “È merito (o colpa) di Calenda se mi sono riappassionata alla politica e ho deciso di provare a farla in maniera attiva! Non lo farò nella mia cara Carpi, dove son nata e cresciuta, ma lo farò a Como, la città in cui ho deciso di vivere! Vorrei portare un po’ di quell’aria frizzantina tipica dell’Emilia. Ragazzi, – ha aggiunto nel post Doha Zaghi – a Carpi c’abbiamo solo la nebbia e ogni giorno ci si inventano eventi ed iniziative, e qui?! Abbiamo il lago ma sembra esserci l’immobilismo più totale”.

Il no di Calenda e la retromarcia di Azione: “Zaghi non sarà candidata nelle nostre liste”

Calenda nel suo tweet con cui frenava sulla candidatura della 31enne scriveva che “se si trattasse di fatti privati nulla questio”. E invece alla fine, dopo tutta la polemica di oggi, nel pomeriggio è arrivato l’alt del partito. “Non ci sono le condizioni per presentare la candidatura” di Doha Zaghi, hanno fatto sapere da Azione, precisando che “non c’è alcun giudizio morale ma semplicemente la presa d’atto di una indicazione inopportuna e di un contesto non favorevole”. Tralasciando l’interpretazione di quest’ultima affermazione rilasciata dal partito di Carlo Calenda, fatto sta che Doha Zaghi non è più candidata per Azione.

E a poco è valso l’appello dell’alleato di Azione e coordinatore della segreteria di +Europa Giordano Masini: “La candidatura di Doha Zaghi non ci sembra una notizia – ha precisato nel primo pomeriggio Masini – né tantomeno in sé uno scandalo. Il sex work è un ambito lavorativo e come tale deve essere trattato”.

Ragazzi, scherzi a parte, come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione. Domani me ne occuperò https://t.co/uMAtVY2fzi

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) May 8, 2022

Doha Zaghi: “Ci sono rimasta male. Questo è un caso di discriminazione”

Doha Zaghi ha preso “atto” di non essere più candidata al consiglio comunale di Como nella lista Agenda Como 2030. E a ‘Un Giorno Da Pecora’ su Rai Radio1, ha spiegato nella sera di esserci rimasta male per la presa di distanze di Carlo Calenda. “L’ho visto una sola volta, per il momento non gli rispondo – ha detto Zaghi -. Ci sono rimasta male però. Se la sua scelta è giusta? No, ma capisco che col suo partito può fare quello che crede. Accetto di non essere più candidata, ne prendo atto, consapevole che l’Italia è un Paese dove c’è ancora la discriminazione, perché questo è un caso di discriminazione“.

“Gli uomini che mi contattano si fanno sottomettere alle mie volontà, con queste persone io giro dei video che pubblico su dei portali a luci rosse, possiamo definirli anche porno. Ed è vero che ci sono anche dei video blasfemi”, ha ammesso Doha Zaghi a ‘Un Giorno Da Pecora’. “Diciamo che ci sono dei video in cui bestemmio. Nella performance, se mi viene chiesto di fare un video che comprende anche della blasfemia, non mi rifiuto di farlo”, ma questo per Zaghi non è incompatibile con la politica. “No, perché essere una dominatrice non esclude avere dell’interesse politico. Mi sono sempre interessata alla politica, mi ritengo di centrosinistra, ma so guardare anche a destra”.

Su Facebook Doha Zaghi si diverte a prendere in giro “i miei cari stalker politici” che perdono “il proprio tempo prezioso a scavare tra i miei post pubblici” per “indignarsi”. “Finiamola – scrive Doha Zaghi – con i piccioni viaggiatori, che avete in media 50/60 anni. Sarebbe ora che tiraste fuori le p*** per parlare. Non mangio carne umana, forse graffio, Miao”. Doha Zaghi non teme di condividere quello che vuole nel suo account privato. “I miei scheletri – scrive – sono in mostra come all’ossario di Milano”.

Eppure, tutti quei post, quelle foto, quei video che in totale libertà condivideva Doha Zaghi sui suoi profili e sulle piattaforme che preferiva, hanno fatto nascere intorno a lei una bufera enorme, tanto da far ritirare la sua candidatura alle amministrative di Como. “La mia candidatura è un segnale per capire realmente se abbiamo le p*** di vivere senza pregiudizi e sessismo”, scriveva questa mattina su Facebook. No Doha, come hai potuto notare, non le abbiamo.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
No, evidentemente non è ancora arrivato il momento in Italia per lasciar fare politica a una donna che impiega il suo tempo libero come meglio crede (forse questa è una etichetta migliore di quella che molti le hanno già affibbiato: attrice porno fetish, mistress sadomaso, dominatrice, pornostar e chi più ne ha più ne metta). Perché su Doha Zaghi, 31 anni, è arrivata la retromarcia del segretario di Azione, Carlo Calenda. 'Lady Demonique', il suo nome d'arte, era candidata alle elezioni amministrative di Como come consigliera comunale nella lista Agenda Como 2030, formata da Azione, Italia Viva, +Europa e Volt per sostenere la candidata di centrosinistra Barbara Minghetti. Poi però lo stesso leader di Azione ha fermato tutto: "Ragazzi, scherzi a parte, come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione", ha scritto su Twitter Calenda dopo aver ricondiviso il tweet di un uomo che scrive: "A me la cosa non tocca più di tanto, ma bestemmiare utilizzando un crocifisso per percuotere i genitali del partner occasionale non mi pare un talento conciliabile con le tue (di Carlo Calenda, ndr) posizioni sull'educazione". Qui l'aggiornamento: Doha Zaghi si è candidata a sindaca di San Bartolomeo Val Cavargna
La mistress Doha Zaghi, 31 anni, era candidata per la lista Agenda Como 2030 (Foto / Facebook / Doha Zaghi)

Chi è Doha Zaghi?

Su Facebook si definisce "Performer Fetish - Fetish Model - Miss Politologa". Sull'indicazione biografica nella lista di Agenda Como 2030 si legge solo: "Imprenditrice digitale e performer, 31 anni". Doha Zaghi è nata e cresciuta a Carpi e adesso vive a Como. 'Lady Demonique', questo il suo nome d'arte, realizza nel suo tempo libero video hard. A La Provincia di Como ha sottolineato che non offre prestazioni a pagamento. "Mi possono omaggiare, comprandomi scarpe, borse, oppure possono acquistare i miei video. Non ho clienti, non intrattengo con loro veri rapporti sessuali". "Non sono una pornostar - ha aggiunto Zaghi - e comunque anche di pornostar ce ne sono già state in politica, da Moana Pozzi a Cicciolina. Siamo sempre ai soliti discorsi all'italiana. Sono solo pregiudizi. Ho diverse amiche in Germania psicologhe che fanno anche la mia stessa professione. E così in America ci sono famose dominatrici con impegni importanti in politica", ha dovuto spiegare in seguito alle varie polemiche sul suo conto.
Doha Zaghi, 31 anni, insieme al segretario di Azione Carlo Calenda, 49 anni (Foto / Facebook / Doha Zaghi)
Su Facebook, sulla pagina Doha Zaghi - Agenda Como 2030, la 31enne ha spiegato il suo avvicinamento alla politica, pubblicando una foto al fianco del leader di Azione: "È merito (o colpa) di Calenda se mi sono riappassionata alla politica e ho deciso di provare a farla in maniera attiva! Non lo farò nella mia cara Carpi, dove son nata e cresciuta, ma lo farò a Como, la città in cui ho deciso di vivere! Vorrei portare un po' di quell'aria frizzantina tipica dell'Emilia. Ragazzi, - ha aggiunto nel post Doha Zaghi - a Carpi c'abbiamo solo la nebbia e ogni giorno ci si inventano eventi ed iniziative, e qui?! Abbiamo il lago ma sembra esserci l'immobilismo più totale".

Il no di Calenda e la retromarcia di Azione: "Zaghi non sarà candidata nelle nostre liste"

Calenda nel suo tweet con cui frenava sulla candidatura della 31enne scriveva che "se si trattasse di fatti privati nulla questio". E invece alla fine, dopo tutta la polemica di oggi, nel pomeriggio è arrivato l'alt del partito. "Non ci sono le condizioni per presentare la candidatura" di Doha Zaghi, hanno fatto sapere da Azione, precisando che "non c'è alcun giudizio morale ma semplicemente la presa d'atto di una indicazione inopportuna e di un contesto non favorevole". Tralasciando l'interpretazione di quest'ultima affermazione rilasciata dal partito di Carlo Calenda, fatto sta che Doha Zaghi non è più candidata per Azione. E a poco è valso l'appello dell'alleato di Azione e coordinatore della segreteria di +Europa Giordano Masini: "La candidatura di Doha Zaghi non ci sembra una notizia - ha precisato nel primo pomeriggio Masini - né tantomeno in sé uno scandalo. Il sex work è un ambito lavorativo e come tale deve essere trattato".

Ragazzi, scherzi a parte, come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione. Domani me ne occuperò https://t.co/uMAtVY2fzi

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) May 8, 2022

Doha Zaghi: "Ci sono rimasta male. Questo è un caso di discriminazione"

Doha Zaghi ha preso "atto" di non essere più candidata al consiglio comunale di Como nella lista Agenda Como 2030. E a 'Un Giorno Da Pecora' su Rai Radio1, ha spiegato nella sera di esserci rimasta male per la presa di distanze di Carlo Calenda. "L'ho visto una sola volta, per il momento non gli rispondo - ha detto Zaghi -. Ci sono rimasta male però. Se la sua scelta è giusta? No, ma capisco che col suo partito può fare quello che crede. Accetto di non essere più candidata, ne prendo atto, consapevole che l'Italia è un Paese dove c'è ancora la discriminazione, perché questo è un caso di discriminazione". "Gli uomini che mi contattano si fanno sottomettere alle mie volontà, con queste persone io giro dei video che pubblico su dei portali a luci rosse, possiamo definirli anche porno. Ed è vero che ci sono anche dei video blasfemi", ha ammesso Doha Zaghi a 'Un Giorno Da Pecora'. "Diciamo che ci sono dei video in cui bestemmio. Nella performance, se mi viene chiesto di fare un video che comprende anche della blasfemia, non mi rifiuto di farlo", ma questo per Zaghi non è incompatibile con la politica. "No, perché essere una dominatrice non esclude avere dell'interesse politico. Mi sono sempre interessata alla politica, mi ritengo di centrosinistra, ma so guardare anche a destra". Su Facebook Doha Zaghi si diverte a prendere in giro "i miei cari stalker politici" che perdono "il proprio tempo prezioso a scavare tra i miei post pubblici" per "indignarsi". "Finiamola - scrive Doha Zaghi - con i piccioni viaggiatori, che avete in media 50/60 anni. Sarebbe ora che tiraste fuori le p*** per parlare. Non mangio carne umana, forse graffio, Miao". Doha Zaghi non teme di condividere quello che vuole nel suo account privato. "I miei scheletri - scrive - sono in mostra come all'ossario di Milano". Eppure, tutti quei post, quelle foto, quei video che in totale libertà condivideva Doha Zaghi sui suoi profili e sulle piattaforme che preferiva, hanno fatto nascere intorno a lei una bufera enorme, tanto da far ritirare la sua candidatura alle amministrative di Como. "La mia candidatura è un segnale per capire realmente se abbiamo le p*** di vivere senza pregiudizi e sessismo", scriveva questa mattina su Facebook. No Doha, come hai potuto notare, non le abbiamo.
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