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Home » Politica » Fedez-Salvini: cosa ci insegna la polemica esplosa al concertone del Primo Maggio

Fedez-Salvini: cosa ci insegna la polemica esplosa al concertone del Primo Maggio

Fedez: "La Rai ha tentato di censurarmi". Salvini aveva accusato il rapper: "Non usi l'occasione per interessi politici e personali". Ora il dibattito si sposta sul fatto che i personaggi dello spettacolo stanno superando i politici nella capacità di dialogare col Paese su temi etici e diritti civili

3 Maggio 2021
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Fedez durante l’esibizione al concertone del Primo Maggio

Al concertone del Primo maggio stravolto negli schemi causa pandemia a rubare la scena rispetto alla stessa musica è la polemica politica che vede contrapposti il cantante ed influencer Fedez e il leader della Lega Matteo Salvini. La polemica è addirittura preventiva. Salvini, preoccupato che Fedez parli a favore del ddl Zan che una volta approvato introdurrebbe il reato di omofobia nel nostro paese e in via di (sofferta) discussione in Parlamento, sbotta: “Se Fedez a fini esclusivamente personali utilizzerà il palco del concerto per fare politica, “la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento».
Fedez, dal canto suo rivendica la libertà di espressione e si assume qualunque responsabilità. E svela un retroscena: “È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica. Un artista può esprimere liberamente le sue idee su un palco? O deve passare al vaglio della politica?”.

Il riferimento di Fedez è alla telefonata che avrebbe ricevuto dalla Rai per  fornire in anteprima il testo delle frasi che avrebbe pronunciato dal palco durante la sua esibizione al concertone. Rai3 ribatte che in una nota che “è fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”. L’ad Rai annuncerà poco dopo di condividere il contenuto della nota, mentre il presidente farà sapere che questa è stata emessa senza rispettare la consuetudine di sottoporla preventivamente alla presidenza.

La bomba è innescata ed esploderà poco dopo quando Fedez pubblicherà sui social un video che riporta la telefonata con la vice direttrice di Rai3 Ilaria Capitani. Scirevdo su social: “Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad ’adeguarmi ad un SISTEMA’ dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi“.

Fedez preciserà che “dai vertici di Rai3 “mi hanno chiesto di omettere  partiti e  nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio“.

Salvini nella serata del Primo Maggio tenderà la mano a Fedez, invitandolo di nuovo tramite social “a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti“. “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare – scrive il leader della Lega – Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. E’ già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. E’ già così“.

La schermaglia divenuta vera e propria battaglia fra Salvini e Fedez aveva riempito i social e le agenzie col cantante all’attacco e il leader della Lega a difendere la posizione sul ddl Zan e a ribadire i principi che lo portano ad avere obiezioni sul testo del decreto. E con divagazioni sui 49 milioni, sul numero di firme raccolte dal Salvini contro il coprifuoco e quelle a favore del ddl Zan.

Con il coro della politica diviso a favore del cantante oppure  delle posizioni conservatrici in materia di diritti. E la riflessione che gli uomini di spettacolo come Fedez, sul fronte opposto Pio e Amedeo o lo stesso Checco Zalone col recentiissmo video La vacinada incidano sulle coscienze più dei politici che avrebbero proprio quella come missione. Del resto da Berlusconi a Grillo, chi ha in mano i media o li utilizza ha già fatto abbondanti incursioni in politica, scrive stamani Antonio Polito sul Corriere. Ma intanto la politica dovrebbe riflettere sul vuoto che ha creato ed altri riempiono.

 

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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