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Home » Politica » Festival della Politica nel segno delle donne. L’incontro con Zhara Ahmadi nell’anniversario delle Torri Gemelle

Festival della Politica nel segno delle donne. L’incontro con Zhara Ahmadi nell’anniversario delle Torri Gemelle

"Vorrei tornare a Kabul, ma da qui do voce alle donne". Le parole dell'attivista e imprenditrice fuggita da Kabul sul palco del Festival della politica di Mestre, giunto alla decima edizione e quest'anno dedicato all'emancipazione femminile

Marianna Grazi
11 Settembre 2021
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Le donne al centro del “Festival della Politica”. Mestre torna ad essere capitale della politica per alcuni giorni (da giovedì 9 a domenica 12), come è ormai tradizione nel mese di settembre, ospitando oltre 50 eventi e più di 90 ospiti. Sulla scia della presa di Kabul da parte dei Telebani e a pochi giorni dal primo G20 sull’empowerment femminile, il Festival si presenta quest’anno con un titolo provocatorio: “Il potere alle donne”. Si parlerà del ruolo femminile, inteso come motore di cambiamento culturale, economico e sociale, ma non solo. Tema di grande attualità che si lega anche al filo conduttore – l’Afghanistan – su cui si confronteranno, di volta in volta, politici, sociologi, giornalisti, scrittori, filosofi e attivisti.

Linda Laura Sabbadini

“La disparità di genere è un retaggio inaccettabile: a partire da questa consapevolezza, il Festival si propone di individuare le strategie politiche necessarie per superare questo ritardo storico e metterci in condizione di valorizzare compiutamente il contributo delle donne nella nostra società – spiega Nicola Pellicani, direttore del Festival – Una delle nostre ambizioni è fornire uno spaccato dello sconfinato orizzonte di capacità, visioni ed energie che l’universo femminile investe nell’Italia e nel mondo di oggi, spesso non adeguatamente riconosciuto”.

“E ovviamente – aggiunge Pellicani – non dimenticheremo quei luoghi del mondo dove la questione femminile si impone nei termini più drammatici, assumendo i contorni dell’emergenza umanitaria. Ampio rilievo daremo alla situazione in Afghanistan, coinvolgendo esperti e testimoni diretti”.

Anche per questo, ad inaugurare la quattro giorni è stata Linda Laura Sabbadini, direttrice dell’Istat e Chair del Women20, l’engagement group dedicato alla questione femminile del G20, che insieme alla scrittrice Chiara Valerio ha aperto la serie di incontri con un’anteprima che sul tema dell’edizione 2021. “In Italia abbiamo una profonda resistenza culturale nei confronti della questione di genere, che deve avere una sua centralità e deve essere una priorità – ha detto Sabbadini, Curatrice ospite del Festival della Politica 2021 – Le parole sono potenti, ma non servono più e non bastano più petizioni di principio. I numeri sono ancora più potenti, perché i numeri ci dicono che la situazione è drammatica e quindi c’è bisogno di una strategia adeguata, una strategia di potere. Dobbiamo cioè capire che c’è bisogno di scendere in campo in modo deciso, perché il potere delle donne è la loro capacità di combattere per i loro obiettivi. Se non si muovono le donne in primis, insieme agli uomini che condividono gli stessi obiettivi, non li raggiungeremo mai: la resistenza culturale che c’è nel Paese e nella politica è enorme“.

Emancipazione e parità di genere, ma anche condizione femminile nel mondo, a partire proprio dal martoriato Afghanistan, sono infatti tra gli argomenti cardine su cui si stanno sviluppando le interviste, i dibattiti, le presentazioni di questi giorni a Mestre. Un esempio sono “La leadership femminile” di giovedì 9 settembre, un dialogo tra la sociologa Chiara Saraceno, la giornalista Annalisa Cuzzocrea e la sondaggista Alessandra Ghisleri, insieme a Sofia Ventura e Giovanni Diamanti, e l’omaggio, venerdì 10, a Gino Strada a cui ha preso parte la moglie Simonetta. Chirurgo di guerra e fondatore di Emergency, l’attivista recentemente scomparso con Kabul aveva costruito un legame inscindibile, che la moglie ha voluto ricordare.

Zahra Ahmadi

Nel ventesimo anniversario dell’attentato alle torri gemelle, sabato 11 settembre alle 19 in Piazza Ferretto, insieme al presidente del CeSPI Piero Fassino, al sociologo dell’Islam Renzo Guolo e al direttore de L’Espresso Marco Damilano, l’attivista afghana fuggita da Kabul Zhara Ahmadi sarà protagonista di un dialogo dedicato alla crisi nel suo Paese. Un racconto di una fuga che ha lasciato indietro sogni, passione e speranza: Ahmadi è infatti riuscita a imbarcarsi per Roma attraverso un corridoio umanitario italiano e all’appello lanciato del fratello Ahmed, regista cinematografico e veneziano d’adozione. “Ora c’è boom mediatico sull’Afghanistan, ma spenti i riflettori si dimentica“, il messaggio che porta l’imprenditrice con sé sul palco di Mestre è un invito a non abbandonare le donne di Kabul.

“Vorrei tornate, ma da qui do voce alle donne – aggiunge – Come attivista dei diritti non posso dare soluzioni per il futuro del mio Paese. La risposta la devono dare quelle persone che hanno voluto portare questo Paese a come è oggi. Anche io sto aspettando di capire cosa decideranno i Grandi“.

Il Festival della Politica è un’iniziativa della Fondazione Pellicani, in collaborazione con Comune di Venezia, Fondazione Venezia ed M9-Museo del ‘900, il “Festival della Politica”, giunto quest’anno alla sua decima edizione. La rassegna si occupa di temi di attualità, con un approccio culturale e dando ampio spazio ad approfondimenti e analisi scientifiche. Complessivamente sono una cinquantina gli eventi in programma, che si terranno in vari luoghi della città, dall’M9 a piazza Ferretto, da piazzetta Malipiero al Teatro Toniolo: in programma dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli, incontri, interviste, film all’aperto. Previsto anche uno spazio per i bambini dagli 8 ai 12 anni, ogni giorno alle ore 16 all’M9, con i laboratori “1-1palla al centro”. Tutti i giorni, sempre all’M9, alle ore 18, sono fissate delle visite guidate al museo, sul tema “La storia del ‘900 al femminile”. Tra le novità della manifestazione la “Libreria della politica”, aperta quotidianamente in piazza Ferretto dalle 10 alle 22, in cui si potranno trovare tra l’altro alcune delle opere letterarie che saranno presentate nel corso del Festival. 

Per vedere il programma completo e poter partecipare agli eventi (tutti su prenotazione e a numero chiuso): www.festivalpolitica.it

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Le donne al centro del "Festival della Politica". Mestre torna ad essere capitale della politica per alcuni giorni (da giovedì 9 a domenica 12), come è ormai tradizione nel mese di settembre, ospitando oltre 50 eventi e più di 90 ospiti. Sulla scia della presa di Kabul da parte dei Telebani e a pochi giorni dal primo G20 sull'empowerment femminile, il Festival si presenta quest'anno con un titolo provocatorio: "Il potere alle donne". Si parlerà del ruolo femminile, inteso come motore di cambiamento culturale, economico e sociale, ma non solo. Tema di grande attualità che si lega anche al filo conduttore - l'Afghanistan - su cui si confronteranno, di volta in volta, politici, sociologi, giornalisti, scrittori, filosofi e attivisti.
Linda Laura Sabbadini
"La disparità di genere è un retaggio inaccettabile: a partire da questa consapevolezza, il Festival si propone di individuare le strategie politiche necessarie per superare questo ritardo storico e metterci in condizione di valorizzare compiutamente il contributo delle donne nella nostra società – spiega Nicola Pellicani, direttore del Festival – Una delle nostre ambizioni è fornire uno spaccato dello sconfinato orizzonte di capacità, visioni ed energie che l’universo femminile investe nell’Italia e nel mondo di oggi, spesso non adeguatamente riconosciuto". "E ovviamente - aggiunge Pellicani – non dimenticheremo quei luoghi del mondo dove la questione femminile si impone nei termini più drammatici, assumendo i contorni dell’emergenza umanitaria. Ampio rilievo daremo alla situazione in Afghanistan, coinvolgendo esperti e testimoni diretti". Anche per questo, ad inaugurare la quattro giorni è stata Linda Laura Sabbadini, direttrice dell'Istat e Chair del Women20, l'engagement group dedicato alla questione femminile del G20, che insieme alla scrittrice Chiara Valerio ha aperto la serie di incontri con un'anteprima che sul tema dell'edizione 2021. "In Italia abbiamo una profonda resistenza culturale nei confronti della questione di genere, che deve avere una sua centralità e deve essere una priorità – ha detto Sabbadini, Curatrice ospite del Festival della Politica 2021 – Le parole sono potenti, ma non servono più e non bastano più petizioni di principio. I numeri sono ancora più potenti, perché i numeri ci dicono che la situazione è drammatica e quindi c’è bisogno di una strategia adeguata, una strategia di potere. Dobbiamo cioè capire che c’è bisogno di scendere in campo in modo deciso, perché il potere delle donne è la loro capacità di combattere per i loro obiettivi. Se non si muovono le donne in primis, insieme agli uomini che condividono gli stessi obiettivi, non li raggiungeremo mai: la resistenza culturale che c’è nel Paese e nella politica è enorme". Emancipazione e parità di genere, ma anche condizione femminile nel mondo, a partire proprio dal martoriato Afghanistan, sono infatti tra gli argomenti cardine su cui si stanno sviluppando le interviste, i dibattiti, le presentazioni di questi giorni a Mestre. Un esempio sono "La leadership femminile" di giovedì 9 settembre, un dialogo tra la sociologa Chiara Saraceno, la giornalista Annalisa Cuzzocrea e la sondaggista Alessandra Ghisleri, insieme a Sofia Ventura e Giovanni Diamanti, e l'omaggio, venerdì 10, a Gino Strada a cui ha preso parte la moglie Simonetta. Chirurgo di guerra e fondatore di Emergency, l'attivista recentemente scomparso con Kabul aveva costruito un legame inscindibile, che la moglie ha voluto ricordare.
Zahra Ahmadi
Nel ventesimo anniversario dell’attentato alle torri gemelle, sabato 11 settembre alle 19 in Piazza Ferretto, insieme al presidente del CeSPI Piero Fassino, al sociologo dell’Islam Renzo Guolo e al direttore de L’Espresso Marco Damilano, l'attivista afghana fuggita da Kabul Zhara Ahmadi sarà protagonista di un dialogo dedicato alla crisi nel suo Paese. Un racconto di una fuga che ha lasciato indietro sogni, passione e speranza: Ahmadi è infatti riuscita a imbarcarsi per Roma attraverso un corridoio umanitario italiano e all'appello lanciato del fratello Ahmed, regista cinematografico e veneziano d'adozione. "Ora c'è boom mediatico sull’Afghanistan, ma spenti i riflettori si dimentica", il messaggio che porta l'imprenditrice con sé sul palco di Mestre è un invito a non abbandonare le donne di Kabul. "Vorrei tornate, ma da qui do voce alle donne – aggiunge – Come attivista dei diritti non posso dare soluzioni per il futuro del mio Paese. La risposta la devono dare quelle persone che hanno voluto portare questo Paese a come è oggi. Anche io sto aspettando di capire cosa decideranno i Grandi". Il Festival della Politica è un'iniziativa della Fondazione Pellicani, in collaborazione con Comune di Venezia, Fondazione Venezia ed M9-Museo del ‘900, il “Festival della Politica”, giunto quest’anno alla sua decima edizione. La rassegna si occupa di temi di attualità, con un approccio culturale e dando ampio spazio ad approfondimenti e analisi scientifiche. Complessivamente sono una cinquantina gli eventi in programma, che si terranno in vari luoghi della città, dall’M9 a piazza Ferretto, da piazzetta Malipiero al Teatro Toniolo: in programma dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli, incontri, interviste, film all’aperto. Previsto anche uno spazio per i bambini dagli 8 ai 12 anni, ogni giorno alle ore 16 all’M9, con i laboratori “1-1palla al centro”. Tutti i giorni, sempre all’M9, alle ore 18, sono fissate delle visite guidate al museo, sul tema “La storia del ‘900 al femminile”. Tra le novità della manifestazione la “Libreria della politica”, aperta quotidianamente in piazza Ferretto dalle 10 alle 22, in cui si potranno trovare tra l’altro alcune delle opere letterarie che saranno presentate nel corso del Festival.  Per vedere il programma completo e poter partecipare agli eventi (tutti su prenotazione e a numero chiuso): www.festivalpolitica.it
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