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Figli di coppie gay, Dario Nardella: "Noi sindaci pronti a dare battaglia"

Il primo cittadino di Firenze: "Non puoi abbandonarli a se stessi senza diritti. I bambini vanno tutelati". Quale è la situazione nel resto d'Europa

di BARBARA BERTI -
21 marzo 2023
Un anno di LUCE

Un anno di LUCE

Il riconoscimento dei figli delle coppie gay continua a infiammare il dibattito politico. Tanti sindaci di città italiane, piccole e grandi, sono pronti a dare battaglia: vogliono continuare a riconoscere i figli delle coppie gay e, soprattutto, vogliono contrastare la proposta del governo di Giorgia Meloni, che alcuni giorni fa ha chiesto che tutti i sindaci smettano di trascrivere i certificati di nascita dei figli nati all’estero con la Gpa (gestazione per altri), richiesta estesa a Milano anche per le coppie di donne che ricorrono alla fecondazione eterologa all’estero, cioè la donazione esterna di gameti, in questo caso di spermatozoi.
nardella sindaco firenze

Dario Nardella, sindaco di Firenze

I sindaci che al momento hanno preso posizione sono (tutti del Pd) quelli di Milano (Beppe Sala), Bologna (Matteo Lepore), Roma (Roberto Gualtieri), Torino (Stefano Lo Russo) e Firenze (Dario Nardella). “Come sindaco di Firenze ho riconosciuto i figli delle coppie omogenitoriali, come ha fatto il collega Sala. Sono figure che hanno una loro personalità giuridica e non puoi abbandonarli a se stessi senza diritti. Firenze ha registrato i figli di queste coppie fino a quando ha potuto. Credo sia una battaglia di buon senso e civiltà che va fatta guardando prima di tutto all'interesse del bambino” spiega Nardella in un’intervista a “Non Stop News” su Rtl 102.5. Nel capoluogo toscano, dal 2017 al 2019 sono state 22 le registrazioni all’anagrafe di figli nati da coppie omosessuali. Poi l’iter si è interrotto a causa della varie pronunce della prefettura.
Vari sindaci italiani vogliono continuare a registrare i figli di coppie gay

Vari sindaci italiani vogliono continuare a registrare i figli di coppie gay

“La Corte Costituzionale ha detto in modo molto chiaro che questo vuoto legislativo deve essere colmato dal Parlamento – dice ancora Nardella - e non può essere lasciato al caso e alle pronunce delle procure e degli uffici giudiziari. Noi sindaci rappresentiamo le istituzioni, il principio di legalità è fondamentale e non possiamo disobbedire”. Secondo il primo cittadino di Firenze non è giusto e non è possibile tenere i bambini nel limbo “dove non c’è chiarezza dei diritti, dove non c'è una chiarezza sulla loro condizione anche familiare”. Da Nardella, quindi, l’invito alle istituzioni ad agire e anche in tempi rapidi. “Il Parlamento non faccia l'attendista, intervenga e soprattutto il governo non faccia battaglia ideologica – dice il sindaco - perché fare battaglia ideologica e polemica politica sulla pelle di queste bambine e di questi bambini è una cosa riprovevole, ed anche politicamente estremamente scorretta ed inaccettabile”.

La situazione in Europa

Anche in Europa i diritti delle famiglie arcobaleno sono oggetto di discussione ed evoluzione normativa. Allo stato attuale, secondo una ricerca del centro studi del Parlamento europeo, l'adozione congiunta completa da parte di coppie dello stesso sesso è legale in 13 paesi dell'Ue: nei Paesi Bassi lo è dal 2001, in Svezia dal 2003, in Spagna dal 2005, in Belgio dal 2006, in Danimarca dal 2010, in Francia dal 2013, a Malta dal 2014, in Lussemburgo dal 2015, in Austria dal 2016, in Irlanda dal 2016, in Portogallo dal 2016, in Finlandia dal 2017 e pure in Germania dal 2017. La Slovenia dal 2011 e l'Estonia dal 2016, pur non consentendo l'adozione completa prevedono la cosiddetta “step child adoption”, ovvero la pratica per cui un partner in un’unione omosessuale registrata può adottare il figlio biologico del compagno/a. In alcuni casi, previa analisi del tribunale, si può estendere anche l'adozione di un figlio adottato. Caso particolare invece la Croazia che consente dal 2014 ai conviventi registrati e non registrati di diventare "tutori legali" del figlio del proprio partner. In Grecia invece, le coppie dello stesso sesso in un'unione civile possono avere in affido, ma non adottare, un bambino.
Un momento della manifestazione de I Sentinelli, Famiglie Arcobaleno e Cig Arcigay di sabato 18 marzo a Milano

Un momento della manifestazione de I Sentinelli, Famiglie Arcobaleno e Cig Arcigay di sabato 18 marzo a Milano

Per armonizzare il quadro legislativo il Parlamento europeo sta discutendo una proposta di regolamento sul riconoscimento della genitorialità tra Stati membri. Nel testo, che al momento è all'esame della commissione giustizia dell'Eurocamera, si osserva che “il rifiuto di riconoscere la registrazione di genitorialità aumenta il rischio di rendere un bambino apolide, o può comportate il rifiuto ad un genitore di ottenere il permesso per una visita in caso il figlio sia ospedalizzato. Ed aumentano anche i rischi legati all'accesso all'istruzione”. Inoltre, secondo il documento, «il rifiuto da parte di uno Stato di riconoscere la genitorialità stabilita all'estero può avere gravi conseguenze per i bambini e le loro famiglie”.