Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Politica » “Ho messo in pausa i miei sogni finché mia sorella tornerà a scuola”: la ribellione degli studenti afghani

“Ho messo in pausa i miei sogni finché mia sorella tornerà a scuola”: la ribellione degli studenti afghani

Save The Children lancia l'allarme: "Senza accesso alla scuola, le ragazze in Afghanistan affrontano un futuro incredibilmente incerto". Intanto a dare una speranza ci pensano gli alunni maschi che si rifiutano di andare a scuola finché non verranno riammesse le loro sorelle e compagne di classe

Domenico Guarino
20 Ottobre 2021
Share on FacebookShare on Twitter
Non c’è futuro senza scuola. Negare il diritto all’istruzione è il primo tassello di ogni regime. Escludere categorie di persone dall’apprendimento, controllare i programmi fin nel minimo particolare, indirizzarli, rendere la scuola via via un simulacro impoverito: così si costruisce un popolo di sudditi bendisposti perché non in grado di esercitare quella capacità critica che solo una maturazione culturale garantisce. È un meccanismo che abbiamo visto operante tante volte nella storia. E che vediamo (di nuovo) in atto nell’Afghanistan tornato sotto il controllo dei Talebani. Le prime vittime sono le bambine che, nonostante le rassicurazioni della prima ora, sono state di fatto espulse dalle scuole, riportando il paese alla condizione del 2001, quando gli studenti iscritti a scuola erano 900mila, tutti maschi. Grazie al lavoro delle Ong e della cooperazione internazionale, nel 2020, gli studenti di ogni ordine e grado erano invece aumentati fino a 9,5 milioni, il 39% dei quali ragazze. Un balzo in avanti in un sistema educativo che rimaneva comunque estremamente precario, essendo l’ottavo più “a rischio” al mondo, con 3,7 milioni di minori fuori dalla scuola, di cui almeno il 60% sono ragazze.
È passato un mese dall’annuncio della riapertura delle scuole secondarie solo per i ragazzi. Ieri, le autorità in Afghanistan hanno affermato che le ragazze potranno presto tornare a scuola e all’università, ma non hanno confermato quando ciò accadrà. E, come se non bastasse, la Banca Mondiale ha recentemente interrotto il suo sostegno finanziario, lasciando molti insegnanti senza stipendio e rischiando di vanificare i progressi degli ultimi due decenni. C’è però una bella notizia: non tutti si arrendono e, come testimonia Save the Children, molti ragazzi si rifiutano di tornare a scuola in solidarietà con le loro sorelle, saltando le lezioni per testimoniare vicinanza alle loro compagne di classe, a cui non è ancora stato permesso di tornare tra i banchi. L’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea a sua volta di avere incoraggiato tutti i bambini che possono farlo a tornare in classe, ma anche che i ragazzi stanno inviando un messaggio “importante” scegliendo di sostenere le loro compagne.
Ad esempio il tredicenne Sayed, che sognava di diventare un ingegnere, ha lasciato la scuola e messo da parte quei sogni, restando a casa fino a quando sua sorella non sarà in grado di tornare in classe. “So che sei triste perché le scuole sono chiuse. So che volevi diventare un medico, ma ora cuci a casa nostra. Quindi ho deciso che fino all’apertura delle scuole femminili, non andrò a scuola e non avrò nemmeno desideri per il mio futuro“, ha scritto Sayed in una lettera a sua sorella. “Sono molto preoccupata e penso alla brutta situazione in cui mi troverò in futuro. Se non vado a scuola, nessuno dei miei sogni si avvererà. Sarò una persona inutile per tutta la vita e in futuro non potrò nemmeno aiutare i miei figli” ha invece detto a Save the Children Afri, una ragazzina di 12 anni di Faryab.
“Vogliamo che ogni bambino sia a scuola, ma l’incredibile determinazione di questi ragazzi è un importante promemoria che quando le ragazze sono trattenute, siamo tutti trattenuti. Accogliamo con favore le rassicurazioni fornite ieri dalle autorità di fatto afghane sul ritorno presto in classe delle ragazze, ma questo impegno deve ora essere attuato con urgenza – ha dichiarato Hassan Noor, direttore regionale per l’Asia di Save the Children -. Senza accesso alla scuola, le ragazze in Afghanistan affrontano un futuro incredibilmente incerto. La mancata frequentazione avrà un impatto permanente sulla loro salute, prosperità e sicurezza – sottolinea preoccupato -. Senza una forza lavoro femminile istruita, l’Afghanistan non vedrà la crescita economica di cui ha bisogno per andare oltre la sua dipendenza dagli aiuti. Insomma, senza futuro per le ragazze non c’è futuro per l’Afghanistan”. Infine ha concluso: “Qualsiasi progresso compiuto negli ultimi due decenni per portare i bambini a scuola rischia di sgretolarsi completamente se il finanziamento non verrà ripristinato con urgenza. La comunità internazionale ha una finestra temporale critica per agire al fine di garantire che tutti i bambini e bambine, ragazze e ragazzi afghani, possano andare a scuola. Non agire ora sarà devastante per l’infanzia e per il Paese nel suo insieme”.

Potrebbe interessarti anche

Nina Rima è una modella, influencer e conduttrice televisiva alla quale è stata amputata una gamba in seguito ad un incidente stradale in scooter
Lifestyle

Nina Rima, l’influencer disabile si racconta e risponde agli haters: “Stica…”

1 Febbraio 2023
Matilde Gioli in "Fernanda", il film in onda su Raiuno il 31 gennaio in prima serata
Spettacolo

Fernanda Wittgens, la storia della prima direttrice della Pinacoteca di Brera diventa un film tv

31 Gennaio 2023
La campagna informativa dell'associazione Coscioni sul biotestamento
Lifestyle

Testamento biologico, poche Dat depositate. L’associazione Coscioni lancia una campagna informativa

3 Febbraio 2023

Instagram

  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
  • 🏳️‍⚧️La Finlandia ha approvato una nuova legge progressista sui diritti delle persone transgender, che rende sostanzialmente più facile per queste cambiare il proprio sesso anagrafico. Il Parlamento ha approvato questa nuova misura mercoledì 1 febbraio, a larga maggioranza. Soddisfatta la premier Sanna Marin, che ha definito la nuova legge una priorità per il suo governo. Si tratta, a tutti gli effetti, di una soluzione storica e pionieristica per la tutela e l’autodeterminazione delle persone transgender e per il riconoscimento dei loro diritti.

Gli esponenti politici della coalizione di governo della Marin hanno votato a favore della nuova legislazione: sono stati 113 i voti a favore e 69 quelli contrari, non ci sono stati astenuti, mentre 17 deputati non erano presenti in Aula il giorno del voto. Anche se 13 deputati del Partito di Centro si sono opposti alla norma, così come il Partito dei Finlandesi di estrema destra e i religiosi cristiano-democratici, questo voto rappresenta un grande passo in avanti dopo una campagna politica durata un decennio.

Con le nuove disposizioni i/le transgender dai 18 anni in su possono adesso cambiare legalmente il proprio sesso attraverso un processo di autodichiarazione, senza più dover passare prima attraverso un complesso processo di approvazione medica e psichiatrica. Gli emendamenti aboliscono anche una disposizione che richiedeva alle persone transgender di fornire un certificato medico che dimostrasse la loro sterilizzazione prima che il governo riconoscesse la nuova identità di genere prescelta. Questa clausola precedente aveva lo scopo di impedire a queste persone di avere figli ed era stata ampiamente condannata dagli attivisti, ponendosi in aperto contrasto con la Convenzione europea dei diritti umani. In base alla nuova legge, il riconoscimento verrà invece garantito in base a una richiesta scritta, che certifichi la percezione che si ha di sé, e dopo un “periodo di riflessione” obbligatorio di un mese.

Di Marianna Grazi ✍

#lucenews #lucelanazione #finlandia #sannamarin #transrights
  • Bianca Balti, in lacrime, ha raccontato sui social di essere stata avvertita dalla scuola della figlia di sette anni che era in corso un’operazione di polizia e che i bambini erano stati chiusi in classe. Secondo la ricostruzione della modella che vive a Los Angeles, un uomo armato avrebbe fatto scattare la procedura d’emergenza prevista in questi casi. 

«Ho ricevuto un messaggio dalla scuola... hanno messo tutti i bambini in classe perché c’era dell’attività della polizia e il mio cuore è esploso di paura. Per fortuna non è successo niente perciò sto tornando a casa. Però l’idea che mia figlia di 7 anni, suona l’allarme a scuola e deve di corsa andare in classe e chiudersi a chiave... è assurdo.»

Dopo la preoccupazione, ha postato una nuova storia in cui ha rassicurato tutti, annunciando la buona riuscita dell’operazione.

#lucenews #lucelanazione #biancabalti
  • Dopo le conseguenze pesanti della pandemia sulla crescita salariale nella zona euro, la Banca centrale europea torna a essere ottimista. Le proiezioni dell
Non c'è futuro senza scuola. Negare il diritto all'istruzione è il primo tassello di ogni regime. Escludere categorie di persone dall'apprendimento, controllare i programmi fin nel minimo particolare, indirizzarli, rendere la scuola via via un simulacro impoverito: così si costruisce un popolo di sudditi bendisposti perché non in grado di esercitare quella capacità critica che solo una maturazione culturale garantisce. È un meccanismo che abbiamo visto operante tante volte nella storia. E che vediamo (di nuovo) in atto nell’Afghanistan tornato sotto il controllo dei Talebani. Le prime vittime sono le bambine che, nonostante le rassicurazioni della prima ora, sono state di fatto espulse dalle scuole, riportando il paese alla condizione del 2001, quando gli studenti iscritti a scuola erano 900mila, tutti maschi. Grazie al lavoro delle Ong e della cooperazione internazionale, nel 2020, gli studenti di ogni ordine e grado erano invece aumentati fino a 9,5 milioni, il 39% dei quali ragazze. Un balzo in avanti in un sistema educativo che rimaneva comunque estremamente precario, essendo l'ottavo più "a rischio" al mondo, con 3,7 milioni di minori fuori dalla scuola, di cui almeno il 60% sono ragazze.
È passato un mese dall'annuncio della riapertura delle scuole secondarie solo per i ragazzi. Ieri, le autorità in Afghanistan hanno affermato che le ragazze potranno presto tornare a scuola e all'università, ma non hanno confermato quando ciò accadrà. E, come se non bastasse, la Banca Mondiale ha recentemente interrotto il suo sostegno finanziario, lasciando molti insegnanti senza stipendio e rischiando di vanificare i progressi degli ultimi due decenni. C'è però una bella notizia: non tutti si arrendono e, come testimonia Save the Children, molti ragazzi si rifiutano di tornare a scuola in solidarietà con le loro sorelle, saltando le lezioni per testimoniare vicinanza alle loro compagne di classe, a cui non è ancora stato permesso di tornare tra i banchi. L’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, sottolinea a sua volta di avere incoraggiato tutti i bambini che possono farlo a tornare in classe, ma anche che i ragazzi stanno inviando un messaggio "importante" scegliendo di sostenere le loro compagne.
Ad esempio il tredicenne Sayed, che sognava di diventare un ingegnere, ha lasciato la scuola e messo da parte quei sogni, restando a casa fino a quando sua sorella non sarà in grado di tornare in classe. "So che sei triste perché le scuole sono chiuse. So che volevi diventare un medico, ma ora cuci a casa nostra. Quindi ho deciso che fino all'apertura delle scuole femminili, non andrò a scuola e non avrò nemmeno desideri per il mio futuro", ha scritto Sayed in una lettera a sua sorella. "Sono molto preoccupata e penso alla brutta situazione in cui mi troverò in futuro. Se non vado a scuola, nessuno dei miei sogni si avvererà. Sarò una persona inutile per tutta la vita e in futuro non potrò nemmeno aiutare i miei figli" ha invece detto a Save the Children Afri, una ragazzina di 12 anni di Faryab.
"Vogliamo che ogni bambino sia a scuola, ma l'incredibile determinazione di questi ragazzi è un importante promemoria che quando le ragazze sono trattenute, siamo tutti trattenuti. Accogliamo con favore le rassicurazioni fornite ieri dalle autorità di fatto afghane sul ritorno presto in classe delle ragazze, ma questo impegno deve ora essere attuato con urgenza - ha dichiarato Hassan Noor, direttore regionale per l'Asia di Save the Children -. Senza accesso alla scuola, le ragazze in Afghanistan affrontano un futuro incredibilmente incerto. La mancata frequentazione avrà un impatto permanente sulla loro salute, prosperità e sicurezza - sottolinea preoccupato -. Senza una forza lavoro femminile istruita, l'Afghanistan non vedrà la crescita economica di cui ha bisogno per andare oltre la sua dipendenza dagli aiuti. Insomma, senza futuro per le ragazze non c'è futuro per l'Afghanistan". Infine ha concluso: "Qualsiasi progresso compiuto negli ultimi due decenni per portare i bambini a scuola rischia di sgretolarsi completamente se il finanziamento non verrà ripristinato con urgenza. La comunità internazionale ha una finestra temporale critica per agire al fine di garantire che tutti i bambini e bambine, ragazze e ragazzi afghani, possano andare a scuola. Non agire ora sarà devastante per l'infanzia e per il Paese nel suo insieme”.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto