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Home » Politica » In Lombardia nasce lo psicologo di base gratuito. Ecco come funzionerà

In Lombardia nasce lo psicologo di base gratuito. Ecco come funzionerà

Dopo lo stop del governo al Bonus salute mentale, il consiglio regionale lombardo approva una mozione per garantire ai cittadini un servizio di supporto psicologico di base. Anche altre regioni hanno preso iniziative simili

Remy Morandi
19 Gennaio 2022
La visita di uno psicologo ad un paziente

La visita di uno psicologo ad un paziente

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Dopo il rifiuto del governo di inserire nella Legge di bilancio 2022 il bonus salute mentale da 50 milioni di euro, la Lombardia decide di muoversi da sola istituendo la figura dello psicologo di base, gratis, per tutti i cittadini in difficoltà. Ieri il consiglio regionale lombardo ha infatti approvato all’unanimità la mozione presentata dal consigliere Niccolò Carretta, esponente di Azione. Con un post su Instagram il consigliere bergamasco Carretta si è detto “contentissimo” del fatto che presto ogni lombardo potrà avere a disposizione “una figura territoriale, di fiducia, accessibile, quotidiana e soprattutto gratuita per potere accedere ad un servizio di supporto psicologico di base”.

 

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Un post condiviso da Niccolò Carretta (@niccolocarretta)

Lombardia, come funzionerà lo psicologo di base

Per il momento la mozione sullo psicologo di base è stata semplicemente approvata dal consiglio regionale lombardo. Adesso toccherà alla giunta stabilire le modalità e i tempi della realizzazione del progetto. Comunque, con questa mozione la Lombardia è riuscita ad avviare il percorso per rendere il supporto psicologico ai propri cittadini un servizio della sanità pubblica e presto, come auspica il consigliere Carretta, arriverà nelle Case della Comunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) una figura territoriale, quotidiana e soprattutto gratuita per tutti i lombardi in cerca di un supporto psicologico.

Non solo Lombardia. Ecco le iniziative delle Regioni

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, 56 anni

Lazio. Dieci giorni fa anche il Lazio si è mosso da solo, dopo lo stop al bonus salute mentale da parte del governo. La regione in particolare ha deciso di istituire un fondo da 2,5 milioni di euro destinato alla salute mentale dei giovani e delle persone più in difficoltà. Ad annunciarlo era stato proprio il presidente del Lazio Nicola Zingaretti: “Destiniamo 2,5 milioni di euro per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale, attraverso voucher da utilizzare presso le strutture pubbliche della regione”. Una misura resasi necessaria dopo l’esponenziale aumento di tentativi di suicidio nella regione dall’inizio della pandemia. Secondo uno studio dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, infatti, sia i tentativi di suicidio che le pratiche di autolesionismo sono aumentate del 30% durante la seconda ondata di contagi da Covid-19 e le ospedalizzazioni relative sono schizzate dal 17% nel 2020 al 45% nel 2021.

Vincenzo De Luca, 72 anni, è presidente della Regione Campania dal 2015

Campania. È stata proprio questa regione la prima in Italia ad avviare un percorso per garantire ai propri cittadini un servizio di psicologia di base. A fine dicembre 2021, infatti, la Corte costituzionale ha dato il via libera alla legge regionale n.35 (già pronta nell’estate 2020, bloccata però da un ricorso del governo) per l’attivazione del “servizio di psicologia di base”. E dunque, la regione Campania ha stabilito che in ogni Asl campana ci dovrà essere uno psicologo al fianco dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

Bonus salute mentale, boom di firme per la petizione

Mentre dunque la Camera dei deputati in data 31 dicembre 2021 ha deciso ufficialmente di bocciare il bonus salute mentale all’interno della Legge di bilancio, alcune regioni hanno deciso di propria iniziativa di non stare ad aspettare e di cercare di arginare il grave problema della correlazione tra salute mentale e pandemia da Covid-19. Intanto la petizione online su change.org per rilanciare il Bonus salute mentale procede spedita. Sono circa 300mila le firme arrivate e non sembrano arrestarsi. Gli organizzatori della petizione chiedono “al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante”. La proposta, in particolare, prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dall’Isee. E uno più consistente e progressivo: 1.600 euro annui per Isee da 0 a 15.000, 800 euro annui per Isee da 15.000 a 50.000 e 400 euro annui per Isee da 50.000 a 90.000.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Dopo il rifiuto del governo di inserire nella Legge di bilancio 2022 il bonus salute mentale da 50 milioni di euro, la Lombardia decide di muoversi da sola istituendo la figura dello psicologo di base, gratis, per tutti i cittadini in difficoltà. Ieri il consiglio regionale lombardo ha infatti approvato all’unanimità la mozione presentata dal consigliere Niccolò Carretta, esponente di Azione. Con un post su Instagram il consigliere bergamasco Carretta si è detto “contentissimo” del fatto che presto ogni lombardo potrà avere a disposizione “una figura territoriale, di fiducia, accessibile, quotidiana e soprattutto gratuita per potere accedere ad un servizio di supporto psicologico di base”.
 
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Lombardia, come funzionerà lo psicologo di base

Per il momento la mozione sullo psicologo di base è stata semplicemente approvata dal consiglio regionale lombardo. Adesso toccherà alla giunta stabilire le modalità e i tempi della realizzazione del progetto. Comunque, con questa mozione la Lombardia è riuscita ad avviare il percorso per rendere il supporto psicologico ai propri cittadini un servizio della sanità pubblica e presto, come auspica il consigliere Carretta, arriverà nelle Case della Comunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) una figura territoriale, quotidiana e soprattutto gratuita per tutti i lombardi in cerca di un supporto psicologico.

Non solo Lombardia. Ecco le iniziative delle Regioni

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, 56 anni
Lazio. Dieci giorni fa anche il Lazio si è mosso da solo, dopo lo stop al bonus salute mentale da parte del governo. La regione in particolare ha deciso di istituire un fondo da 2,5 milioni di euro destinato alla salute mentale dei giovani e delle persone più in difficoltà. Ad annunciarlo era stato proprio il presidente del Lazio Nicola Zingaretti: “Destiniamo 2,5 milioni di euro per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale, attraverso voucher da utilizzare presso le strutture pubbliche della regione”. Una misura resasi necessaria dopo l’esponenziale aumento di tentativi di suicidio nella regione dall’inizio della pandemia. Secondo uno studio dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, infatti, sia i tentativi di suicidio che le pratiche di autolesionismo sono aumentate del 30% durante la seconda ondata di contagi da Covid-19 e le ospedalizzazioni relative sono schizzate dal 17% nel 2020 al 45% nel 2021.
Vincenzo De Luca, 72 anni, è presidente della Regione Campania dal 2015
Campania. È stata proprio questa regione la prima in Italia ad avviare un percorso per garantire ai propri cittadini un servizio di psicologia di base. A fine dicembre 2021, infatti, la Corte costituzionale ha dato il via libera alla legge regionale n.35 (già pronta nell’estate 2020, bloccata però da un ricorso del governo) per l’attivazione del “servizio di psicologia di base”. E dunque, la regione Campania ha stabilito che in ogni Asl campana ci dovrà essere uno psicologo al fianco dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta.

Bonus salute mentale, boom di firme per la petizione

Mentre dunque la Camera dei deputati in data 31 dicembre 2021 ha deciso ufficialmente di bocciare il bonus salute mentale all’interno della Legge di bilancio, alcune regioni hanno deciso di propria iniziativa di non stare ad aspettare e di cercare di arginare il grave problema della correlazione tra salute mentale e pandemia da Covid-19. Intanto la petizione online su change.org per rilanciare il Bonus salute mentale procede spedita. Sono circa 300mila le firme arrivate e non sembrano arrestarsi. Gli organizzatori della petizione chiedono “al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante”. La proposta, in particolare, prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dall’Isee. E uno più consistente e progressivo: 1.600 euro annui per Isee da 0 a 15.000, 800 euro annui per Isee da 15.000 a 50.000 e 400 euro annui per Isee da 50.000 a 90.000.
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