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Iran, arrestata la nipote dell'Ayatollah: aveva chiesto ai Paesi stranieri di tagliare i legami col regime

"Dite ai vostri Stati di di smettere di sostenere questo governo assassino, che uccide i bambini" aveva detto Farideh Moradkhani in un video diffuso su Twitter

di MARIANNA GRAZI -
29 novembre 2022
farideh-moradkhani

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Non c'è famiglia che tenga, in Iran la repressione può colpire tutti e tutte. Farideh Moradkhani, nipote della Guida Suprema iraniana Ayatollah Ali Khamenei, è stata arrestata dopo aver chiesto ai governi stranieri di tagliare tutti i legami con il regime iraniano.
@suri..was..here Farideh Moradkhani once again speaks out against her uncle's regime of brutality. #freeiran #worldcup ♬ original sound - suri
Ad annunciarlo è stato il fratello, Mahmoud Moradkhani: su Twitter ha scritto che la giovane è stata arrestata mercoledì scorso, quando si è recata presso l'ufficio del procuratore in risposta a un ordine del tribunale. In una dichiarazione video condivisa dallo stesso Mahmoud prima del fermo, Moradkhani ha invitato le persone di tutto il mondo a sollecitare i loro governi a tagliare i legami con la Repubblica Islamica nel contesto delle proteste che stanno attraversando la nazione, a chiedere alle istituzioni di interrompere qualsiasi rapporto con questo regime".

L'Ayatollah Khamenei

"Oh, gente libera, siate con noi e dite ai vostri governi di smettere di sostenere questo regime assassino, che uccide i bambini. Questo regime non è fedele a nessuno dei suoi principi religiosi e non conosce alcuna legge o regola se non quella della forza e del mantenimento del potere in ogni modo possibile", ha detto. "In questo momento storico così cruciale, tutta l'umanità sta osservando che il popolo iraniano, a mani vuote, con un coraggio e un'audacia esemplari, sta combattendo contro le forze del male", ha aggiunto. "In questo momento, il popolo iraniano sta portando da solo il peso di questa grave responsabilità, pagando con la propria vita". Farideh Moradkhani ha spiegato anche che i cittadini iraniani sono 'in guerra' anche con gli Stati che sostengono il regime iraniano e ha invitato i Paesi democratici a richiamare i loro rappresentanti dall'Iran e ad espellere i rappresentanti della Repubblica Islamica dalle loro nazioni.

Chi è Farideh Moradkhani

Farideh Moradkhani

Chi è Farideh Moradkhani

Farideh e Mahmoud Moradkhani sono i figli di Ali Tehrani, chierico e figura dell'opposizione di lunga data, sposato con la sorella della Guida suprema Badri Hosseini Khamenei. Tehrani è morto il mese scorso, ma non sono note le cause. La figlia Farideh è un'attivista nota per le sue battaglie contro la pena di morte e per le libertà civili, che l'hanno già portata in carcere in passato. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, mentre lei era detenuta la sicurezza iraniana ha perquisito la sua casa, sequestrando alcuni dei suoi effetti personali. Nonostante i legami di sangue con una delle due figure chiave della Repubblica Islamica, dunque, la donna si è immediatamente schierata dalla parte del popolo, che da settimane protesta contro le autorità di governo in Iran. Le manifestazioni sono scoppiate a seguito della morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni, avvenuta a settembre mentre si trovava sotto la della polizia morale iraniana. Secondo il capo dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, la rivolta nazionale senza precedenti ha coinvolto più di 150 città e 140 università in tutte le 31 province dell'Iran. Più di 14.000 persone, compresi i bambini, sono state arrestate in seguito ai disordini e sempre secondo il commissario dell'UNHCR almeno 21 di loro rischiano attualmente la pena di morte, mentre sei sono già stati condannati. La violenta risposta delle forze di sicurezza iraniane nei confronti dei manifestanti ha scosso i legami diplomatici tra Teheran e i leader occidentali: sabato l'Ayatollah Khamenei ha elogiato la forza paramilitare Basij del Paese per il suo ruolo nella repressione mortale, descrivendo i cittadini che fanno parte del movimento di protesta popolare come "rivoltosi" e "teppisti", sostenuti da forze straniere, e ha elogiato i combattenti Basij come "innocenti" protettori della nazione.